INCHIESTA Il ciclo di rinnovamento – Autojournal n° 645 – 29.04.2004

 

 

Le nuove ragioni per cambiar auto

 

Maggior sicurezza, migliori equipaggiamenti e sensibilità ecologica in crescita: le nuove vetture offrono molto per sedurvi. Fino a giustificare il pensionamento anticipato delle vecchie?

 

 

Verso la vettura usa e getta …

 

La nostra sete di novità prende l’avvento sulla nostalgia. Ogni giorno, delle vetture in uno stato ancora impeccabile prendono la via della demolizione. Senza giustificazioni.

 

 

 

Sono anni che le prestazioni di base delle vetture non evolvono al punto di rendere superati i modelli della generazione precedente. Confort, tenuta di strada, prestazioni, consumi: su questi quattro aspetti non c’è più un progresso decisivo che giustifichi una sostituzione a ritmi accelerati. Ciò nonostante, i modelli freschi d’uscita si avvalgono di vantaggi innegabili. Oltre alla pletora di equipaggiamenti e di diversi automatismi, che permette l’elettronica, due campi importanti sono ottimizzati sui modelli delle ultime generazioni.

La sicurezza. Per la protezione degli occupanti in caso d’urto, le vetture commercializzate da cinque anni apportano delle prerogative fondamentali. Al di là della quantità d’airbags sempre più completa e delle cinture ad azionamento sempre più sofisticato, è il lavoro apportato sulla struttura delle carrozzerie che permette di limitare i rischi di ferite in caso d’incidente. Un lavoro discreto, ma efficace in caso d’urto. Un primo motivo per cambiar veicolo.

L’inquinamento. Al di là delle norme vieppiù severe, i motori sono concepiti per minimizzare le emissioni inquinanti. Anticipando, a volte, le prescrizioni. Per esempio, i diesel HDi Peugeot-Citroën, dove le versioni di più grande cilindrata sono dotati di filtri antiparticolato. Questo elemento trattiene più del 99% del particolato e pulisce molto efficacemente i fumi di scarico. Più di 600'000 veicoli circolano così equipaggiati dal momento della prima introduzione (Peugeot 607 nel 2000): un innegabile progresso per l’ambiente. Secondo argomento per cambiar la propria vettura. Si, ma …

 

E le vetture più vecchie?

 

Questa corsa all’acquisto del modello di ultimo grido ha una conseguenza: le vetture che vanno oggi alla demolizione sono sovente in uno stato di freschezza … sorprendente. A volte, un semplice guasto meccanico o un danno alla carrozzeria, anche semplice, sono sufficienti a provocare la sostituzione. Risultato: i demolitori pullulano di modelli che sono ben lungi dall’essere rottami e che farebbero largamente la felicità di molti automobilisti del pianeta. Ma la logica economica ha deciso altrimenti.

Questa logica è stata accentuata da due periodi d’aiuto governativo per il rinnovo del parco veicoli francese. Le “Balladurettes” (1994, governo Balladur) e “Juppettes” (1995, governo Juppé) hanno visto partire al macero dei modelli molto ben conservati, col solo motivo che queste vetture avevano più di 8 o 10 anni. Michel Boujeant, concessionario a Boulogne (92) si ricorda: “Ho visto rottamare vetture che avevano giusto l’età per l’incentivo, ma che avevano appena 50'000 km ed erano in perfetto stato. Una volta, ho portato a demolire una vettura che aveva 38'000 km. Era come nuova!” In effetti, è tutta una catena economica che contribuisce a farci “consumare” più vetture.

 

AFFIDABILITÀ

 

Un paradosso stridente

 

Mai come ora, l’affidabilità e la durata a lungo termine delle vetture sono state tanto buone. La soglia dei 250'000 km può agevolmente essere raggiunta da tutti i modelli prodotti al giorno d’oggi. E pertanto, tutto incita a prepensionare –ciò significa a demolire- questi veicoli che, obbiettivamente, sono ancora perfettamente in grado di adempiere il loro compito in tutta sicurezza e senza intoppi. Il paradosso è stridente: le vetture durano di più e più a lungo e i loro proprietari sono incitati a separarsene il più rapidamente possibile!

 

 

Un budget che diventa pesante

 

Far la manutenzione o riparare un’auto che comincia a sentire gli anni, non è necessariamente una soluzione economicamente vivibile. Le riparazioni, o addirittura le operazioni di manutenzione corrente, certo più rare, sono vieppiù onerose: le “piccole” riparazioni sono divenute impossibili sulle vetture ipersofisticate che concepiscono i nostri moderni ingegneri. Non è più il caso di regolare un pezzo deficitario né di sostituire un piccolo elemento che ha mostrato un errore: il meccanico prenderà l’elemento nella sua totalità è lo sostituirà senza preoccuparsi di riparare il vecchio. Pierre, un impiegato di un garage a Tours, lo riconosce: “Oggigiorno, non si cerca di riparare. S’identifica il pezzo che provoca il problema e si cambia. Il pezzo vecchio è gettato”. D’altronde, i pezzi, vieppiù complessi, sono sempre più costosi. Senza contare la mano d’opera che non cessa di aumentare nelle officine, grazie agli apparecchi di diagnostica ormai necessari per intervenire sui veicoli strapieni di elettronica. Un aumento molto importante, che supera notevolmente il corso dell’inflazione.

Risultato: l’equazione economica la fa da padrona. Ad un certo momento conviene “eliminare” la propria vettura invece di esporsi a costi di manutenzione che risultano sproporzionati. Una frizione che inizia a pattinare e un alternatore da cambiare? Su una vettura di oltre sette anni, anche se in buono stato, s’inizia ad esitare.

 

Incidente? Verso … la demolizione!

 

Dopo un incidente, gli esperti v’incitano a demolire la vostra vettura. Una mossa accelerata dagli assicuratori, che si rifanno a calcoli molto semplici. Prendiamo una vettura che vale 10'000 €. È incidentata. Costi di riparazione: 9'000 €. Cosa vi consiglierà la vostra compagnia assicurativa? Di disfarvi della vostra vettura. Dimostrazione: se voi faceste riparare la vettura, il vostro assicuratore sborserebbe per le vostre spese 9'000 €. Spese nette e senza contropartita per lui. Se voi mandate alla demolizione l’auto, vi rimborsa 10'000 €, ma recupera il prezzo di vendita del rottame ad un demolitore: nell’ordine di 3'000 €. Costo per l’assicuratore: 7'000 €. Se questa piccola operazione si ripete ad ogni incidente, si vede subito quanto le compagnie possono “economizzare”.

La testimonianza di quest’esperto –che preferisce mantenere l’anonimato- è senza ambiguità: “A partire dal momento che i costi di riparazione superano il 75% del valore venale della vostra vettura, gli assicuratori incitano a far demolire il veicolo in questione. La corrispondenza che inviano ai loro clienti sono, d’altronde, redatte in maniera tale che questa soluzione s'impone come la più logica”.

 

Una concezione … costosa

 

Sulle recenti Citroën C3, il blocco dell’ABS e il turbo sono collocati molto in avanti nel comparto motore. Al minimo urto, questi pezzi saranno danneggiati. Questi componenti molto cari vanno, per degli urti dell’ordine di 20 o 30 km/h, ad appesantire i costi di ripristino. O possono rendere la riparazione economicamente insostenibile. La maggior parte dei veicoli moderni segue la stessa filosofia.

D’altronde, l’impossibilità crescente di procurare pezzi di ricambio per un elemento particolare obbliga a sostituire un organo nella sua totalità. Il che rende 20, 50 o 100 volte i costi più elevati! Esempio: un semplice contatto elettrico difettoso che blocca la lancetta del contachilometri ed ecco che tutto il blocco della strumentazione è da cambiare per una fattura totale fino a 1'200 €! Una tendina dei vetri laterali posteriori che si blocca su una Peugeot 807: dovrete sostituire tutta la guarnizione laterale: 415 €.

 

 

Quando gli airbags s’intromettono

 

Le nostre vetture escono con un numero d’airbags sempre più elevato. Normalmente da sei ad otto imbarcati. In caso d’incidente, anche benigno, ne scatta almeno la metà. Ciò fa lievitare i costi di riparazione a cifre … allucinanti. Bernard Barth, esperto a Strasburgo, ne conviene: “Per piccoli urti a 30 km/h, il funzionamento degli airbags può moltiplicare fino a tre volte i costi di riparazione. Soprattutto quando l’airbag lato passeggero anteriore è integrato nella plancia, senza coperchio specifico: si deve, in quel caso, cambiare tutta la plancia!” Una tale operazione rende un gran numero di vetture incidentate non economicamente riparabili. Bernard Barth precisa: “Su recenti vetture, le nuove funzioni sviluppate dall’elettronica pretendono un’enorme serie di controlli, o la sostituzione di sensori o centraline. A dei prezzi molto elevati. Senza contare le operazioni di reinizializzazione sempre molto costose”. Tutto ciò non depone a favore di una riparazione …

Altra piccola farsa degli airbags: bisogna sostituirli dopo 10 anni (15 anni, presso Mercedes, a partire dal 2000). È segnalato nel libretto d’uso. Ma è caro! Su una vettura media equipaggiata con sei airbags (è merce corrente oggigiorno), prevedete da 1'700 a 3'000 €. Ovvero circa il valore della vostra vettura tra dieci anni. I costruttori sembrano così programmare la vita massima delle loro vetture …

 

La parola all’esperto       Michel Freyssinet Sociologo specializzato in automobili

 

“I costruttori han sempre cercato di creare dei nuovi desideri nella clientela per aumentare le loro vendite”

 

Le vetture sono progredite in qualità e durevolezza e anche questo costituisce un argomento importante di vendita. Ma, allo stesso tempo, una parte della clientela è diventata instabile. Ciò corrisponde a una mutazione sociale profonda: ai tempi, gli acquirenti erano individui che avevano un impiego stabile con prospettiva di perennità del loro statuto e del loro salario. Acquistavano vetture “ragionevoli”, da conservare più a lungo, addirittura “finché andavano”. Oggigiorno, una grossa parte della popolazione si trova in situazioni professionali mobili, più sensibili alla situazione congiunturale. La domanda si orienta verso modelli che incarnano i valori nascenti: 4x4, veicoli di svago, coupé-cabriolet. Queste vetture sono sempre più soggette a fenomeni di moda e hanno meno tendenza a essere conservate a lungo. Beninteso, i costruttori han sempre cercato di creare dei nuovi desideri nella clientela per aumentare le loro vendite. Sono stati gli americani che hanno inventato ciò negli anni ’50, modificando ogni anno le carrozzerie dei loro modelli. Oggi, gli ingegneri fanno la stessa cosa con l’elettronica: le nuove funzioni nei modelli che si presentano sul mercato fanno passare di moda le generazioni precedenti. Una strategia per incitare i consumatori ad anticipare il rinnovo della loro vettura.

 

 

Valore in caduta

 

Potete costatarlo: i calcoli economici si fanno sempre sul confronto del valore che avrà la vostra auto di sei od otto anni, e ciò che costano le riparazioni, la rimessa a nuovo, eccetera. Ora, da diversi anni, il valore delle auto cala vieppiù rapidamente. La perdita di valore dopo due anni di utilizzo è già del 50%! I costi di manutenzione e di riparazione e il valore residuo della vostra auto si equiparano e s’impone questa conseguenza: ogni intervento tecnico su una vettura di oltre sei o otto anni diventa subito un’aberrazione economica. Altro fatto: le occasioni di oltre dieci anni sono a volte “tolte” dal circuito economico. Jean-Pierre, impiegato in una concessionaria Citroën, lo conferma: “Le istruzioni per evitare di affollarci con vetture d’occasione di oltre dieci anni sono state impartite. Ultimamente, un cliente ha visto nel nostro parco una Mercedes di 12 anni; voleva acquistarla e offriva 5'000 €. Impossibile: il libretto di circolazione era già stato distrutto e la vettura era pronta a subire la stessa sorte”.

 

”Pensate al vostro credito”

 

Consiglio di ogni venditore, che si ascrive alla stessa logica economica: “Non attendete troppo a rivendere la vostra vettura. Altrimenti il vostro apporto al momento del rinnovamento sarà modesto e avrete un costo del credito nettamente superiore”. Consiglio avveduto. E realista: per non ridurre troppo l’apporto di capitale proprio, meglio non attendere che la vostra vettura valga poco o nulla. Dovete quindi anticipare la rivendita. Ma facendo ciò, voi avrete tenuto la vostra auto durante i primi anni, cioè durante il periodo durante il quale la svalutazione è più severa. Certo, avrete  un maggior apporto al momento di rinnovare, ma avrete subito la maggior svalutazione dei primi 2 o 3 anni di utilizzo. E questo conto siete voi che lo pagate.

 

La parola all’esperto       Yannick Lung Economista specializzato in automobili

 

“L’obsolescenza dei veicoli accelera”

 

Il rafforzamento della concorrenza internazionale crea una pressione sui costruttori, che oprano una fuga in avanti integrando sempre più equipaggiamenti innovatori. Questa corsa all’innovazione ha per conseguenza d’accelerare l’obsolescenza dei modelli: una vettura di due o tre anni comincia a perdere attualità e attrazione presso la clientela. I costruttori rinnovano dunque più sovente le loro gamme e obbligati ad ammortire su periodi più corti gli investimenti sempre più importanti. Essi assegnano ai loro modelli degli obbiettivi commerciali sempre più ambiziosi, si internazionalizzano e diversificano la loro gamma per spalmare i loro costi fissi. Risultato: il loro punto d’equilibrio (soglia di produzione a partire dalla quale possono guadagnar soldi) si situa a livelli di produzioni che non cessano di aumentare. Bisogna vendere un volume più elevato di vetture in tempi più corti.

L’alto di gamma non è risparmiato da questo fenomeno, anche se i modelli ricchi e costosi sono, agli occhi del pubblico, degni di durare a lungo. Ma in questa nicchia di mercato, la concorrenza fa razzia, la corsa all’innovazione è temibile e le esigenze di questa clientela (possedere sempre il modello e l’equipaggiamento di ultimo grido) fan passare di moda precocemente i veicoli. La domanda instabile accelera la perdita di valore di queste auto.

 

 

 

Bilancio

 

La ruota gira più velocemente

 

No, non ci sono cospirazioni orchestrate per forzare gli automobilisti a cambiare i veicoli ogni due anni. Ma, obbiettivamente, tutti i fattori spingono ormai ad un “consumo” automobilistico ampliato e non solo in funzione di criteri che avvantaggiano gli utenti. Poiché la vettura rimane il secondo motivo d’indebitamento delle famiglie: essa blocca la liquidità dei consumatori che riducono il loro tenore di vita in altri campi. Rimangono due fattori per i quali è ragionevole l’acquisto di un modello recente: la sicurezza migliorata e il minor inquinamento. Su questi aspetti, i costruttori possiedono argomenti molto validi. Senza dimenticare l’emozione che suscita l’acquisto di una nuova auto, che, quest’emozione, rimane intatta.

 

 

Traduzione ChB