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Motori => Mondo Auto => Topic iniziato da: THE KAISER su Dicembre 02, 2008, 21:27:12 pm



Titolo: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: THE KAISER su Dicembre 02, 2008, 21:27:12 pm
mi sembrano un pò pagliacciate queste cose...

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/12/wagoner-gm-detroit-ford.shtml?uuid=145d9bb2-c08c-11dd-b2c0-736ae4b7529a&DocRulesView=Libero

La crisi lascia il segno anche sullo stile di vita dei grandi manager americani. L'amministratore delegato di General Motors Rick Wagoner ha deciso di andare a Wahington in auto e non con il jet privato. In più ha fatto sapere di essere d'accordo con la proposta di essere retribuito con 1 dollaro l'anno.

Cosa non si farebbe, viene da dire, per convincere la politica ad aiutare l'industria automobilistica ormai stremata dalla crisi di liquidità e da anni di scelte industriali perdenti. Tutto avviene, infatti, nel giorno in cui le case automobilistiche di Detroit presentano i loro piani di salvataggio al Congresso. Washington dovrà decidere se accordare a General Motors, Ford e Chrysler 25 miliardi di dollari come sostegno all'industria.

Secondo quanto riportato dal portavoce di Gm, Tony Cervone, Wagoner ha deciso di percorrere gli 832 chilometri da Detroit , sede del colosso (ormai dai piedi d'argilla) fino alla capitale a bordo di una Chevrolet Malibu, vettura ibrida più efficiente dal punto di vista dei consumi. Anche l'amministratore delegato di Ford, Alan Mullally (pronto anche lui ad accettare uno stipendio annuale simbolico di 1 dollaro) ha viaggiato su quattro ruote per 10 ore fino a Washington, mentre il numero uno di Chrysler, Robert Nardelli, rinuncerà al jet privato, ma non ha ancora fatto sapere se userà l'auto o un aereo di linea.

In novembre, quando il Congresso aveva rifiutato di erogare prestiti chiedendo che fosse prima presentato un piano strategico, i tre amministratore delegati erano stati duramente criticati per avere viaggiato con i propri jet privati.

Il settore auto è oggi in forte progresso a Wall Street, il mercato scommette per un sì del Congresso Usa agli aiuti all'Auto. Tra i titoli a maggiore capitalizzazione Usa, General Motors sale a metà pomeriggio del 5,45% a 4,84 dollari, dopo un massimo toccato a 5,11 dollari, e tra i titoli dell'S&P100 Ford guadagna il 6,27% a 2,71 dollari, con un top a 2,79 dollari.

Gli analisti si aspettano che i piani delle tre compagnie saranno basati sulle proposte di produrre vetture più efficienti nei consumi, di mettere in vendita i marchi meno popolari e redditizi, di rivedere gli stipendi dei manager e di rinegoziare i salari degli operai con il sindacato United auto workers union.

In particolare General Motors potrebbe mettere in vendita i brand Pontiac, Saab e Saturn, mentre Ford ha già confermato che la cessione della svedese Volvo è una delle opzioni all'esame. Per quanto riguarda Chrysler, alcuni analisti sono convinti del fatto che debba cercare una alleanza perché non è abbastanza grande per sopravvivere alla crisi da sola. Intanto, all'incontro di oggi al Congresso Usa i tre amministratori delle case di Detroit non andranno in jet privato, come è accaduto il mese scorso, quando furono investiti dalle critiche per la scelta poco popolare. (Al.An.)


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MRC su Dicembre 02, 2008, 22:03:56 pm
Basta con gli aiuti di stato, chi ha sbagliato deve rispondere alle leggi del mercato!


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: SUBARUAIMONT su Dicembre 02, 2008, 22:39:50 pm
Citato da: MRC su Dicembre 02, 2008, 22:03:56 pm
Basta con gli aiuti di stato, chi ha sbagliato deve rispondere alle leggi del mercato!


Non solo negli USA, vedi Alitalia


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Samurai X su Dicembre 02, 2008, 22:46:35 pm
Citato da: MRC su Dicembre 02, 2008, 22:03:56 pm
Basta con gli aiuti di stato, chi ha sbagliato deve rispondere alle leggi del mercato!



Con questa affermazione getti nel panico la metà dei cittadini italiani  ;D


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: saturn_v su Dicembre 02, 2008, 23:27:31 pm
Purtroppo, come al solito, i giornalisti si lasciano andare al sensazionalismo.
Lungi da me dal proteggere il management di Detroit (meriterebbero di andare tutti a casa senza un soldo) ma il fatto dei jet privati e' una stronzata.
Gli alti dirigenti di moltissime grandi aziende, per regola contrattuale dei consigli di amministrazione, sono obbligati a muoversi con gli aerei privati per ragioni di sicurezza ed efficienza.

Magari, forse, avrebbero potuto coordinare il viaggio con un aereo solo visto che andavano verso la stessa destinazione, ma magari al momento chissa' dove si trovava ognuno di loro.

Lo stesso Bill Gates ha resistito finche' ha potuto, poi alla fine degli anni 90 ha dovuto "cedere" amche lui e farsi anche lui l'aereo personale (per lui ed altri al top di Microsoft) perche' le compagnie di assicurazione minacciavano di ritirargli le polizze di copertura.....la casa di Redmond e' stata famosa per molto tempo per il fatto che il management viaggiava in classe economica (Bill compreso).

Comunque ci sono brand che dovrebbero sparire...non c'e' davvero spazio di mercato per certi "zombie"....Saab, Volvo, Mercury...Buick e' alla canna del gas in Nordamerica pero' potrebbe sopravvivere perche' e' un marchio vendutissimo in Cina.

Chrysler dovrebbe sparire del tutto e forse lasciare solo Jeep e la linea pick-up di Dodge.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: oscar su Dicembre 03, 2008, 09:27:59 am
mo è colpa dei jet se falliscono dei colossi, se pensassero a lavorare potrebbero pure andare a spasso con un aereo di linea personale.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MRC su Dicembre 03, 2008, 09:28:12 am
in effetti anche qui Saab vende 4 macchine mese in croce, quindi se fa un prodotto che il mercato non vuole (per millemila motivi) è giusto che ne prenda atto e si regoli di conseguenza, ma senza aiuti esterni.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mariner su Dicembre 03, 2008, 10:57:27 am
mettiamola cosi: non servirà a niente..ma non mi pare di aver sentito o visto alcun politico/manager nostrano dire "siccome c'è la crisi, mi riduco lo stipendio a non dico 1 euro, ma 2000 euro al mese" ...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: baranzo su Dicembre 03, 2008, 11:37:22 am
Ragazzi, le informazioni che sto sentendo dai nostri clienti dicono che la produzione automobilistica è totalmente ferma, il blocco di produzione natalizio si prolungherà per almeno 6 settimane per molti grandi produttori in tutti i continenti e le previsioni sono assolutamente pessimistiche per almeno i prossimi 3 mesi. Mi chiedo in che modo verranno utilizzati gli aiuti, se questi serviranno a produrre auto che nessuno acquisterà saranno doppiamente catastrofici, se invece serviranno a tenere il personale a casa finché la crisi non sarà passata potranno rivelarsi utili solo nella misura in cui la crisi durerà veramente non oltre marzo, dovesse prolungarsi sarà solo un prolungare l'agonia.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: saturn_v su Dicembre 03, 2008, 11:59:53 am
Citato da: oscar su Dicembre 03, 2008, 09:27:59 am
mo è colpa dei jet se falliscono dei colossi, se pensassero a lavorare potrebbero pure andare a spasso con un aereo di linea personale.


Il problema della retribuzione e benefit eccessivi (e/o non legati a rendimento) e' un'altro e sono d'accordissimo.
Ma l'amministratore generale di una multinazionale a quei livelli ha bisogno di muoversi con un'aereo privato...e' inpensabile che vada in giro con gli aerei di linea, soprattutto visti i tempi.

Mia moglie ha clienti che vanno da un capo all'altro del mondo di continuo.....nel giro di 2-3 settimane accumulano percorrenze spaventose...farle con aerei normali di linea, anche in first class e' da suicidio...non avresti davvero un minuto per la famiglia.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Lupo su Dicembre 03, 2008, 21:07:22 pm
Citato da: baranzo su Dicembre 03, 2008, 11:37:22 am
Ragazzi, le informazioni che sto sentendo dai nostri clienti dicono che la produzione automobilistica è totalmente ferma, il blocco di produzione natalizio si prolungherà per almeno 6 settimane per molti grandi produttori in tutti i continenti e le previsioni sono assolutamente pessimistiche per almeno i prossimi 3 mesi. Mi chiedo in che modo verranno utilizzati gli aiuti, se questi serviranno a produrre auto che nessuno acquisterà saranno doppiamente catastrofici, se invece serviranno a tenere il personale a casa finché la crisi non sarà passata potranno rivelarsi utili solo nella misura in cui la crisi durerà veramente non oltre marzo, dovesse prolungarsi sarà solo un prolungare l'agonia.

Quoto in pieno! Anche se, secondo me e da quello che si vede/legge in giro, prima di giugno le cose non cambieranno per nulla, anzi!


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: oscar su Dicembre 03, 2008, 23:00:29 pm
Citato da: baranzo su Dicembre 03, 2008, 11:37:22 am
Ragazzi, le informazioni che sto sentendo dai nostri clienti dicono che la produzione automobilistica è totalmente ferma, il blocco di produzione natalizio si prolungherà per almeno 6 settimane per molti grandi produttori in tutti i continenti e le previsioni sono assolutamente pessimistiche per almeno i prossimi 3 mesi. Mi chiedo in che modo verranno utilizzati gli aiuti, se questi serviranno a produrre auto che nessuno acquisterà saranno doppiamente catastrofici, se invece serviranno a tenere il personale a casa finché la crisi non sarà passata potranno rivelarsi utili solo nella misura in cui la crisi durerà veramente non oltre marzo, dovesse prolungarsi sarà solo un prolungare l'agonia.

per me dovrebbero usarli per pensare a qualcosa che spinga dai concessionari tutti quelli che non cambiano auto in quanto la vecchia funziona ancora alla perfezione. nel senso che se ho una macchina recente che può tirare avanti altri 2 anni io, attualmente, sono incentivato a tenermela fino a portarla in demolizione. però se esce un modello innovativo/divertente/interessante/particolare allora magari un pensiero lo faccio.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 04, 2008, 09:02:06 am
nel frattempo cominciassero a pensare a come ristrutturare la produzione in modo da tornare a cicli più lunghi... Quelli che hanno tentato di imporre sono diventati insostenibili...

Detto questo facendo un'analisi attenta andrei a prendere tutti i manager/dirigenti/quadri etc. che hanno avuto responsabilità in questo disastro, li lascerei in mutande e girerei i soldi recuperati alle aziende stesse... e ancora si continua a parlare di efficienza da parte del lavoratore....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 05, 2008, 08:10:08 am
Citato da: oscar su Dicembre 03, 2008, 23:00:29 pm
nel senso che se ho una macchina recente che può tirare avanti altri 2 anni io, attualmente, sono incentivato a tenermela fino a portarla in demolizione. però se esce un modello innovativo/divertente/interessante/particolare allora magari un pensiero lo faccio.


Il problema è che se io non sono sicuro di avere un lavoro, la macchina nuova potrà essere anche meglio dell' USS Enterprise, ma col cavolo che spendo i soldi, per trovarmi dopo un anno con una macchina che vale la metà di quello che l'ho pagata? Io sono dell'idea che il mercato dell'auto soffre di sovracapacità e non si può pensare che la gente cambi macchina ogni 2-3 anni e rottami quella vecchia, visto che ormai si fatica a vendere una macchina usata di 5-6 anni.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Miki Biasion su Dicembre 05, 2008, 09:14:10 am
Citato da: Phormula su Dicembre 05, 2008, 08:10:08 am
Il problema è che se io non sono sicuro di avere un lavoro, la macchina nuova potrà essere anche meglio dell' USS Enterprise, ma col cavolo che spendo i soldi, per trovarmi dopo un anno con una macchina che vale la metà di quello che l'ho pagata? Io sono dell'idea che il mercato dell'auto soffre di sovracapacità e non si può pensare che la gente cambi macchina ogni 2-3 anni e rottami quella vecchia, visto che ormai si fatica a vendere una macchina usata di 5-6 anni.


Giustissimo.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MRC su Dicembre 05, 2008, 09:43:50 am
esatto, come ha già detto qualcuno hanno ridotto i cicli ma la gente non ce la fa e (giustamente) non vuole stare dietro ai loro cicli quando c'è una svalutazione pazzesca dell'usato e prezzi sempre più alti per il nuovo.

Per esempio, la mia farà 4 anni il prossimo marzo, con 56.000 km (oggi) e sinceramente è ancora nuova.
Chi me lo fa fare di venderla per 15.000€ per poi spenderne 40.000€ (con un differenziale di 25k€) per avere la stessa auto ma con un design leggemente diverso?
Ok alcune migliorie in abitabilità (3cm :-X) ma sostanzialmente è la stessa auto, e quindi mi sembra logico sfruttare la mia ancora per un po' e lasciare la nuova nel salone del concessionario.

Quindi in questo caso l'offerta non incontra la domanda, e ogni aiuto teso a mantenere questo stato di cose sarebbe un aiuto inutile.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 05, 2008, 09:53:50 am
Esatto, io sono nella stessa situazione. La mia macchina ha sei anni e 40 mila km, ridendo e scherzando se volessi darla in permuta e oggi per una segmento C tre porte, dovrei metterci sopra dai 15 ai 20 mila Euro, per ritrovarmi fra qualche anno con la stessa situazione. Anche se mi incentivassero la permuta con 2 mila Euro di supervalutazione, non è che tra spenderne 16 mila o spenderne 18 mila mi cambia la situazione. Ho una macchina che va bene per le mie esigenze e me la tengo.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: &re@ su Dicembre 05, 2008, 10:00:41 am
La mia ("giovane") va per gli 8 anni a Giugno e, sfighe a parte, deve farmene altrettanti.
Anche se, francamente, non è che sia troppo fiducioso ::) magari arrivasse arzilla alla adolescenza come l'altra...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 05, 2008, 10:30:55 am
Infatti, forse il problema di fondo è che esiste un limite alla quantità di beni durevoli che un mercato può acquistare, limite che è dettato dal potere di acquisto della gente e che è impensabile di scavalcare, anche con gli incentivi. Se per assurdo dovessero impormi di rottamare la mia macchina per legge, non dico che comprerei una Fiat 600, ma quasi certamente spenderei il meno possibile.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: THE KAISER su Dicembre 10, 2008, 09:00:53 am
questa notte hanno raggiunto un accordo di massima
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/12/auto-pacchetto-aiuti.shtml?uuid=ab2529e2-c68c-11dd-b702-8dd43266bfb3&DocRulesView=Libero
La Casa Bianca e i leader democratici del Congresso hanno raggiunto questa notte un accordo preliminare sul pacchetto di aiuti da 15 miliardi di dollari di prestiti governativi alle case produttrici di automobili. Il provvedimento potrebbe essere votato oggi stesso dal Congresso. Uno degli elementi chiave del piano di aiuti a Gm e Chrysler è la nomina di uno «Zar dell'auto» per la supervisione della ristrutturazione dell'industria automobilistica che, secondo le anticipazioni dello speaker della Camera Nancy Pelosi, dovrebbe essere l'ex governatore della Fed, Paul Volcker.

La figura dello Zar dell'auto - che di fatto rende la procedura di aiuto molto simile a un commissariamento - nasce come garanzia: secondo Bloomberg se entro il prossimo 31 marzo Gm e Chrysler non presenteranno un piano di ristrutturazione verrà aperta la procedura Chapter 11 del Bankruptcy, aprendo la strada al fallimento (il titolo 11 "Bankruptcy" dello United States Code disciplina la legge fallimentare negli Stati Uniti).

La strada per l'approvazione del pacchetto non è certo in discesa. Il passaggio al Senato è incerto, visto che i Democratici avranno bisogno di almeno dieci voti da parte dei Repubblicani, che già nei giorni scorsi, guidati dal presidente George Bush, avevano espresso più di una perplessità sul piano di aiuti.


Intanto Marchionne:



http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/12/ft-fiat-sana-gioco-fusioni.shtml?uuid=f3483c3e-c603-11dd-9949-058377a6f852&DocRulesView=Libero

Più sana di altri, Fiat potrebbe avere carte migliori da giocare quando comincerà la partita delle fusioni: sul Financial Times, Paul Betts valuta positivamente le prospettive del gruppo automobilistico italiano, in vista del consolidamento previsto dall'ad Sergio Marchionne e dal presidente Ifil, John Elkann. Nel commento intitolato «Fiat si prepara al consolidamento globale», che si può leggere sul sito web del quotidiano finanziario britannico, Betts ricorda il travagliato accordo tra Gm e Fiat, la cui soluzione è stata «il primo atto della svolta da manuale» impressa da Marchionne al produttore italiano.

«Vedere Rick Wagoner, ad di General Motors, alla guida della delegazione a Washington in cerca di un salvagente per l'industria dell'auto Usa aiuta a ricordare come i grandi cadono», scrive Betts. Nel caso di Gm, a suo parere, il «marciume» risale all'inizio del 2005, quando Wagoner accettò di dare 2 miliardi di dollari per il divorzio consensuale dall'ex alleato Fiat.
I tempi cambiano e «oggi Fiat Auto è irriconoscibile rispetto al caso da ospedale ereditato da Marchionne quattro anni fa». Ma la crisi si fa sentire anche in Europa. Secondo Betts, il consolidamento previsto da Elkann sarà probabilmente innescato dagli Usa. Se il Congresso verrà in soccorso dei Big Three – afferma - detterà condizioni per limitare lo spandersi dell'aiuto alle operazioni oltreoceano. Il business europeo di Ford e Gm sarà finanziariamente lasciato a se stesso, «una situazione che renderà il consolidamento nel mercato europeo quasi inevitabile».
«Con Renault e Peugeot alle prese con le loro sfide, Volkswagen e Fiat appaiono i giocatori più sani rimasti sul campo». Elkann e Marchionne hanno imparato nel modo più duro - continua Betts - che non ci sono soluzioni facili per un'industria dell'auto in crisi. Marchionne ha detto che la crisi è senza precedenti e che saranno necessarie misure draconiane: a suo parere tra due anni potrebbero restare solo sei grandi produttori. «La Fiat, che ha vissuto il proprio inferno cinque anni fa ed è emersa come uno dei giocatori più forti, potrebbe avere una "mano" migliore da giocare quando comincerà la partita delle fusioni. Marchionne intende certamente farlo. Se la Fiat non agisce, avverte, il gruppo italiano rischia di diventare nel migliore dei casi un giocatore marginale».

Le dichiarazioni di Marchionne trovano spazio su molti altri siti dei media esteri. Il britannico Guardian, con il titolo «Fiat non sopravviverà senza fusione, dice l'ad», osserva che «la scomparsa di Fiat come impresa indipendente sarebbe un colpo devastante all'orgoglio nazionale italiano». In ottobre – ricorda il corrispondente John Hooper - il premier Silvio Berlusconi aveva detto che l'Europa dovrà seguire gli Usa nell'estendere prestiti ai produttori automobilistici, «ma da allora il suo entusiasmo è stato raffreddato dal ministro delle Finanze, Giulio Tremonti».
«Fiat cerca un partner tra i timori di crollo dell'industria», titola il Times, che definisce Marchionne «stoico» sulla prospettiva di perdere il proprio lavoro: ci sarà gente che perderà il diritto di dirigere aziende «e tra questi potrei esserci io». Il Daily Mail punta l'attenzione sulla preoccupazione per il futuro, che impone alla Fiat di cercare un partner: «La Fiat è l'ultimo grande produttore automobilistico ad ammettere che potrebbe non sopravvivere all'attuale crisi, che ha paralizzato i mercati dell'auto globali».

Il quotidiano economico francese Les Echos mette la vicenda Fiat tra i principali fatti del giorno e sul sito web vi dedica diversi titoli: «Fiat vuole sposarsi con uno dei gruppi che sopravviveranno alla crisi», «L'ad Fiat scommette sul consolidamento», «Davanti alla crisi, Fiat ha bisogno di un partner». Nonostante il raddrizzamento finanziario degli ultimi anni, scrive Les Echos, il gruppo Fiat considera che oggi non può più proseguire da solo. Secondo Marchionne, «il gruppo torinese non ha le spalle abbastanza larghe per figurare tra i cinque o sei produttori mondiali generalisti che, come sopravvissuti, emergeranno dalla crisi attuale. La sua soluzione: allearsi a uno di loro». La politica di «alleanze mirate» prevalsa dopo la rottura con Gm, «imitando il modello Psa», non è più all'ordine del giorno. Les Echos si domanda se la Fiat si avvicinerà al gruppo Psa, la casa automobilistica francese cui appartengono i marchi Peugeot e Citroen, «un gruppo familiare con il quale coopera da tempo nel campo dei monovolume e delle utilitarie». Marchionne «si rifiuta di entrare nei dettagli, ma insiste che niente sarà più come prima».

Il Wall Street Journal, al quale Elkann ha inviato una dichiarazione via e-mail, pubblica un servizio di Stacy Meichtry intitolato «Fiat cerca un alleato prima che la scelta si assottigli». Il fabbricante italiano è a caccia di un partner, «L'interrogativo è se ci saranno offerenti». Per anni la Fiat ha difeso strenuamente l'indipendenza della sua unità automobilistica, scrive il quotidiano Usa, sottolineando che Marchionne ha riportato l'azienda alla redditività «evitando ampie alleanze e formando relazioni più mirate, come quella con l'indiana Tata». «Adesso, un'alleanza potrebbe perfino avere la benedizione della famiglia Agnelli, che detiene la quota di controllo del 30% del produttore automobilistico». «In uno scenario di consolidamento – afferma Elkann nella sua dichiarazione – la priorità va a trovare il partner giusto e la combinazione giusta». «Il livello della partecipazione – sottolinea Elkann - diventerebbe di secondaria importanza rispetto alla posizione competitiva e al valore aggiunto apportato da una nuova combinazione».


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Homer su Dicembre 10, 2008, 09:51:12 am
da www.repubblica.it

Uno "zar" potrà imporre di produrre modelli ecologici e di fare treni e bus
Azionisti e manager devono accettare qualsiasi condizione per evitare il crac
Detroit provincia di Washington
e l'America copia il Giappone

di FEDERICO RAMPINI
Detroit provincia di Washington e l'America copia il Giappone

"Non succedeva dalla seconda guerra mondiale, quando il governo ordinava alla General Motors quali carriarmati doveva produrre", osserva esterrefatto Jeffrey Garten, l'economista di Yale che fu segretario al Commercio Usa negli anni Novanta. Ciò che fino a ieri era inimmaginabile adesso è imminente. L'America si rassegna alla nazionalizzazione dell'industria automobilistica. Le onde di choc di questa crisi ispirano la profezia di Marchionne, che vede solo sei gruppi mondiali destinati a sopravvivere: una decimazione. Naufraga perfino il mito del toyotismo, il modello vincente emerso a Tokyo dall'altra grande recessione del dopoguerra, lo choc energetico degli anni Settanta. Ma in nessuna parte del mondo il trauma della psicologia collettiva è doloroso come in America, colpita al cuore nella sua fiducia verso il mercato. "Non vogliamo che il governo si metta a gestire le aziende, non lo ha mai saputo fare", ha voluto precisare Obama. Eppure è proprio quello che farà, sotto la pressione di un'emergenza sociale acuta.

Dietro la bancarotta che stringe d'assedio i big dell'auto di Detroit c'è un'economia dell'indotto che arriva a coinvolgere tre milioni di persone. Perfino l'agonia di grandi giornali come il Los Angeles Times e il Chicago Tribune è collegata a questo effetto-domino: l'automobile resta uno dei maggiori inserzionisti pubblicitari, il suo crollo trascina con sé un pezzo di sistema dell'informazione. Sono costretti a trovare l'accordo sul salvataggio pubblico dell'auto una riluttante Amministrazione Bush; la minoranza repubblicana al Congresso; e i vincitori democratici che erediteranno le macerie di ex-imperi industriali. Bush e Obama negoziano sul nome di colui che sarà "lo Zar dell'auto": una sorta di supercommissario governativo, o un comitato di amministratori straordinari. Daranno subito 15 miliardi di dollari di prestiti a General Motors e Chrysler, le due case più vicine all'insolvenza. In cambio lo Stato esigerà una partecipazione azionaria, logicamente di maggioranza, visto che la capitalizzazione di Borsa di Gm ormai è di soli 3 miliardi.

Gli attuali azionisti privati e il top management devono accettare ogni condizione. Lo Zar governativo potrà imporre scelte di strategia industriale, spostare la produzione a favore di modelli eco-sostenibili come le ibride, fissare rigidi tetti ai consumi energetici e alle emissioni carboniche. Tutte quelle scelte che gli ottusi chief executive di Detroit hanno rinviato per anni, accelerando la propria rovina, ora potranno essere imposte con un editto statale. "Nazionalizzazione" è un incubo che gli americani hanno associato a lungo con il nemico ideologico (il blocco sovietico durante la guerra fredda) o con paesi irriducibilmente alieni (la Francia colbertista). Nazionalizzazione è la parola che neppure Obama vuole pronunciare ma è l'unica che descrive questa svolta radicale, imposta dallo stato di necessità. Come disse il presidente Harry Truman quando decise l'esproprio degli altiforni siderurgici per vietare uno sciopero durante la guerra di Corea: "Il presidente degli Stati Uniti ha il potere supremo d'impedire che la nazione se ne vada all'inferno". In questo caso per salvare Detroit dall'inferno lo Zar di Washington potrà perfino decidere, secondo l'anticipazione del Wall Street Journal, "che una parte degli impianti di General Motors debba servire a produrre treni, autobus, metropolitane, cioè trasporti pubblici anziché mezzi privati".

E' l'anticamera del socialismo? Lo Zar governativo dovrà anche estorcere gravose concessioni ai sindacati: tagli salariali, sacrifici severi sulle pensioni e l'assistenza sanitaria. In cambio le Unions stanno negoziando l'opzione di entrare a loro volta nell'azionariato: è quasi comunismo, o forse la tardiva riscoperta del modello tedesco di una volta, la cogestione sindacale alla Volkswagen. Uno dopo l'altro crollano tutti i miti fondanti del capitalismo americano. Compresa l'idea di libera concorrenza e mercato aperto. Perché questi aiuti di Stato non vengono offerti alle filiali Toyota, Honda e Bmw che hanno fabbriche in America. Quindi il salvataggio di Detroit è protezionismo mascherato, che autorizzerà Europa Cina e Giappone a fare altrettanto. Dopo aver tanto vilipeso il modello-Miti di politica industriale - il dirigismo nipponico degli anni Settanta - l'America di Obama sarà costretta ad abbracciarlo.

Ma questo disastro si è già allargato da tempo ben oltre gli Stati Uniti, all'orizzonte non ci sono vincitori, soltanto vittime. Il risanamento del gruppo Fiat è impotente di fronte a un mercato dove le vendite precipitano del 30%. Marchionne ha fissato la soglia di sopravvivenza sopra i 5 milioni di vetture prodotte all'anno: la sua azienda arriva a un terzo, e si aprono le scommesse sui candidati alla fusione (Peugeot, Bmw, i piccoli europei sono tanti, troppi). La Toyota ha vissuto la parabola più repentina. All'inizio di quest'anno il colosso giapponese celebrava il sorpasso su Gm. Adesso anche Toyota deve rassegnarsi all'umiliazione dei licenziamenti collettivi. E' corsa voce che un gruppo cinese - Changan - possa comprarsi la Volvo messa in vendita da Ford. Le case cinesi hanno una solidità apparente dovuta al fatto che lo Stato è sempre rimasto azionista. Ma sono sei i produttori made in China e sono troppi anche loro, in una fase in cui perfino il ceto medio di Pechino e Shanghai ha paura e rallentano di colpo gli acquisti di auto.

L'euforìa che all'inizio dell'anno in India aveva salutato il colpo di Tata - l'acquisto di Jaguar e Land Rover, due trofei dell'ex potenza coloniale inglese - è un lontano ricordo. Oggi il gruppo Tata tradisce i primi segnali di stress finanziario. Il futuro forse appartiene comunque a loro, ai produttori cinesi e indiani che hanno vasti mercati interni e vantaggi sui costi. Ma in questo momento è un futuro incerto per tutti. Finché da qualche angolo del sistema globale non si rimette in moto una voglia di consumi, l'ecatombe è destinata a continuare.
(10 dicembre 2008)


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: TonyH su Dicembre 10, 2008, 10:04:24 am
Citato da: Homer su Dicembre 10, 2008, 09:51:12 am
Uno "zar" potrà imporre di produrre modelli ecologici e di fare treni e bus


Torniamo agli anni '70?  ::)


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mariner su Dicembre 10, 2008, 10:07:46 am
la fine dei megaSUV?


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mauring su Dicembre 10, 2008, 10:13:04 am
Stamattina sentivo alla radio un'intervista con i responsabili del marketing di varie case automobilistiche, per capire quali sono le strategie per il futuro per rilanciarsi nel mercato.

Beh, il panorama e' apparso assai desolante. Non uno che citasse qualcosa di veramente innovativo.

Gira che ti rigira tutti puntavano su GPL e metano (ridicoli, fino a poco tempo fa li denigravano aspramente), e la Fiat, come massima ricerca tecnologica, sta rispolverando il "citymatic" di 25 anni fa.  :-X

Andiamo: occorre azzerare i vertici, rimuovere le cariatidi, ficcarci qualche giovane che veda un po' piu' in la' e cambiare completamente, ma completamente strada. Questi qui cercano di trascinarsi penosamente sperando in un'improbabile ritorno dell'epoca delle vacche grasse e del consumatore rimbecillito.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 10:15:09 am
Citato da: TonyH su Dicembre 10, 2008, 10:04:24 am
Torniamo agli anni '70?  ::)


visti i risultati, non è detto che quello che è vecchio è sempre sbagliato... Per esempio io vedo molto male la "modernità" di questi cicli di turn-over dei modelli brevissimi...

I risultati (negativi) sono molteplici e tutti a scapito del cliente...



Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MB su Dicembre 10, 2008, 10:17:36 am
Citato da: Mauring su Dicembre 10, 2008, 10:13:04 am
Stamattina sentivo alla radio un'intervista con i responsabili del marketing di varie case automobilistiche, per capire quali sono le strategie per il futuro per rilanciarsi nel mercato.

Beh, il panorama e' apparso assai desolante. Non uno che citasse qualcosa di veramente innovativo.

Gira che ti rigira tutti puntavano su GPL e metano (ridicoli, fino a poco tempo fa li denigravano aspramente), e la Fiat, come massima ricerca tecnologica, sta rispolverando il "citymatic" di 25 anni fa.  :-X

Andiamo: occorre azzerare i vertici, rimuovere le cariatidi, ficcarci qualche giovane che veda un po' piu' in la' e cambiare completamente, ma completamente strada. Questi qui cercano di trascinarsi penosamente sperando in un'improbabile ritorno dell'epoca delle vacche grasse e del consumatore rimbecillito.


Sono d'accordo, uno dei più grossi limiti dell'industria dell'auto è la difficoltà e la lentezza a cambiare veramente un prodotto, l'automobile, che non ha più molto di razionale. Se la crisi servisse a questo, non sarebbe certo troppo tardi.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 10, 2008, 10:19:56 am
Infatti, negli ultimi anni non hanno fatto altro che allungare, allargare e aggiungere accessori sempre più improbabili.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: baranzo su Dicembre 10, 2008, 10:23:55 am
Pericoloso, molto pericoloso; non vorrei che la cura fosse peggiore del male, un po' come quando si curavano i raffreddori con i salassi e i pazienti morivano per il salasso e non per il raffreddore...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mauring su Dicembre 10, 2008, 10:28:18 am
E mi pare chiaro che, per fare l'esempio delle case americane, una classe dirigente che ha continuato a costruire gipponi 6000cc a benzina da 3 tonnellate fino alla bancarotta, non sia adeguata a cambiare rotta per adeguarsi alle nuove richieste del mercato.

Si tratta di gente totalmente incapace di capire l'evolversi delle situazioni, capace solo di cavalcare l'onda del momento per poi arenarsi come pirla al girare del vento.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: baranzo su Dicembre 10, 2008, 10:37:15 am
Citato da: Mauring su Dicembre 10, 2008, 10:28:18 am
E mi pare chiaro che, per fare l'esempio delle case americane, una classe dirigente che ha continuato a costruire gipponi 6000cc a benzina da 3 tonnellate fino alla bancarotta, non sia adeguata a cambiare rotta per adeguarsi alle nuove richieste del mercato.

Si tratta di gente totalmente incapace di capire l'evolversi delle situazioni, capace solo di cavalcare l'onda del momento per poi arenarsi come pirla al girare del vento.


Su questo hai ragione, ma l'intervento statale porta costituisce una perturbazione del mercato che non potrà non avere conseguenze a livello mondiale: se permetto ad un giocatore di vendere i suoi prodotti in perdita ad un prezzo inferiore di chi invece è obbligato a fare utili per restare sul mercato perché non è protetto dall'aiuto statale rischio di far fallire chi ha il prodotto migliore e lavora meglio ma non ha uno stato alle spalle a coprire i buchi.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 10:44:44 am
Criticare è facile, ma chi fra gli aspri ciritici si è comprato di recente un'auto (nuova, ovviamente) razionale e innovativa, tipo Prius per intenderci? Mi pare nessuno dei presenti, per cui le critiche si potrebbero in gran parte rimandare al mittente. Tutti ad entusiasmarsi per le V8 V10 da 500 e passa cavalli, e il resto chissenefrega.
A me questa storia dello zar dell'auto fa molta paura, vuol dire che la crisi è veramente drammatica, non è solo il prodotto di dirigenti incapaci, e le soluzioni che vedono nel fotovoltaico il prodotto pirncipale che sostituisce l'auto mi lasciano veramente perplesso. E spero, da fotografo dilettante e incapace ma appassionato, di borghi medioevali già storpiati dalle antenne paraboliche, che non sia questa la strada del futuro, l'impatto estetico dei pannelli fotovoltaici è veramente terribile.



Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 10:46:46 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 10:44:44 am
Criticare è facile, ma chi fra gli aspri ciritici si è comprato di recente un'auto (nuova, ovviamente) razionale e innovativa, tipo Prius per intenderci? Mi pare nessuno dei presenti, per cui le critiche si potrebbero in gran parte rimandare al mittente. Tutti ad entusiasmarsi per le V8 V10 da 500 e passa cavalli, e il resto chissenefrega.
A me questa storia dello zar dell'auto fa molta paura, vuol dire che la crisi è veramente drammatica, non è solo il prodotto di dirigenti incapaci, e le soluzioni che vedono nel fotovoltaico il prodotto pirncipale che sostituisce l'auto mi lasciano veramente perplesso. E spero, da fotografo dilettante e incapace ma appassionato, di borghi medioevali già storpiati dalle antenne paraboliche, che non sia questa la strada del futuro, l'impatto estetico dei pannelli fotovoltaici è veramente terribile.





Ecco, mettere nello stesso post la razionalità ed innovatività della Prius e l'impatto estetico dei pannelli fotovoltaici, mi suona un tantino contraddittorio ....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mauring su Dicembre 10, 2008, 10:47:48 am
Citato da: baranzo su Dicembre 10, 2008, 10:37:15 am
Su questo hai ragione, ma l'intervento statale porta costituisce una perturbazione del mercato che non potrà non avere conseguenze a livello mondiale: se permetto ad un giocatore di vendere i suoi prodotti in perdita ad un prezzo inferiore di chi invece è obbligato a fare utili per restare sul mercato perché non è protetto dall'aiuto statale rischio di far fallire chi ha il prodotto migliore e lavora meglio ma non ha uno stato alle spalle a coprire i buchi.


Questo e' innegabile e forse, inevitabile.

Spero solo che vengano concessi finanziamenti per lo sviluppo di nuovi prodotti, ma veramente nuovi, proiettati al futuro, non che si svendano i gipponi a 5000 euro con l'aiuto statale.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 10:49:41 am
Citato da: pg su Dicembre 10, 2008, 10:46:46 am
Ecco, mettere nello stesso post la razionalità ed innovatività della Prius e l'impatto estetico dei pannelli fotovoltaici, mi suona un tantino contraddittorio ....


Può essere, ma onestamente trovo poche giustificazioni razionali all'uso dei pannelli fotovoltaici distribuiti (a parte i guadagni dei costruttori), mi sembra già più ragionevole l'auto ibrida, a meno che la Prius e simili siano causa per taluni di forte impatto estetico.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 10:52:03 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 10:49:41 am
Può essere, ma onestamente trovo poche giustificazioni razionali all'uso dei pannelli fotovoltaici distribuiti


Perchè? Non sono, come sbandierato, una fonte di energia "pulita"?


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: THE KAISER su Dicembre 10, 2008, 10:54:03 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 10:49:41 am
Può essere, ma onestamente trovo poche giustificazioni razionali all'uso dei pannelli fotovoltaici distribuiti (a parte i guadagni dei costruttori), mi sembra già più ragionevole l'auto ibrida, a meno che la Prius e simili siano causa per taluni di forte impatto estetico.
anch'io sono perplesso sulla diffusione di tutti questi impiantini domestici, ma ovviamente la colpa non è dei consumatori, in quanto effettivamente una convenienza c'è...è la normativa che li ha resi competitivi finchè ci sono gli incentivi statali. Tra 20 anni tutti questi pannelli dove andranno a finire!?


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mauring su Dicembre 10, 2008, 10:54:54 am
I recenti pannelli integrati nel tetto non sono poi cosi' drammatici.

(http://www.gianodo.it/ri-media/Press-Energy/wp-content/images/tetto.jpg)


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Losna su Dicembre 10, 2008, 10:56:15 am
< staff: rimosso su richiesta dell'utente >


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: THE KAISER su Dicembre 10, 2008, 10:56:23 am
ma puoi integrarli nel tetto spiovente, in quelli piani devi metterli per forza inclinati a 30°...
comunque si studiano nuove tecnologie fotovoltaiche, leggevo di una fantascientifica vernice da spruzzare su qualsiasi superficie...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 10:56:36 am
Citato da: Laurus su Dicembre 10, 2008, 10:52:03 am
Perchè? Non sono, come sbandierato, una fonte di energia "pulita"?


Pare anche a me, ma forse Claudio ha altri dati ...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: baranzo su Dicembre 10, 2008, 10:57:07 am
Citato da: Mauring su Dicembre 10, 2008, 10:47:48 am
Questo e' innegabile e forse, inevitabile.

Spero solo che vengano concessi finanziamenti per lo sviluppo di nuovi prodotti, ma veramente nuovi, proiettati al futuro, non che si svendano i gipponi a 5000 euro con l'aiuto statale.


Ma è proprio questo quello che succederà, almeno per i prossimi 5 anni, il tempo per mettere sul mercato prodotti innovativi (ammesso e non concesso che inizino da subito ad investire tutte le risorse in questa direzione, altrimenti questo tempo si dilaterà ulteriormente).


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 10:58:22 am
Citato da: Losna su Dicembre 10, 2008, 10:56:15 am
Le auto ibride oggi disponibili sono, in realtà, uno STATUS SYMBOL, prevalentemente.  Infatti sono care e, sostanzialmente, non all'altezza di vetture normalmente alimentate a gasolio/benzina.

SE faranno delle auto ibride/elettriche che permetteranno di:
1) inquinare meno (utilizzo e SMALTIMENTO)
2) consumare meno energia (utilizzo e PRODUZIONE)
3) costare COME un'auto a gasolio/benzina di caratteristiche generali analoghe (produzione, acquisto e manutenzione);
4) essere utilizzabili analogamente a un'auto a gasolio/benzina di caratt. analoghe (autonomia)
allora certamente se ne venderanno molte.

Sostanzialmente, il consumatore acquista ciò che gli pare VANTAGGIOSO.  Oggi un'ibrida è sostanzialmente vantaggiosa solo sul piano dell'immagine, che è un controsenso: dovrebere essere vantaggiosa per gli aspetti sopraelencati.  Prima o poi ce la faranno, ma dubito saranno gli americani i primi.  Prima arriveranno giapponesi ed europei, e forse pure i coreani.



quoto ....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 11:00:19 am
Citato da: pg su Dicembre 10, 2008, 10:56:36 am
Pare anche a me, ma forse Claudio ha altri dati ...


Comunque, a scanso di equivoci, la mia era una domanda seria... cioè, non ero sarcastico...

Io so che il materiale con cui vengono costruiti è abbastanza stabile, quindi in tempi "umani" non dovrebbe subire variazioni di struttura->prestazioni, ha il suo bel costo iniziale, ma in termini di risparmio energetico/inquinamento, CREDO che sia un parametro poco influente e comunque ripagato dall'investimento a lungo termine E dagli incentivi.... certo hanno un impatto visivo... ma, onestametne meglio un tetto brutto, piuttosto che aria in-salubre etc. etc.

Quindi, veramente chiedo PERCHE' ci si pone dei dubbi... sperando di ottenere risposte e non polemiche ;)


Anche io quoto il Losna...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 11:01:58 am
^^^

nemmeno io ero sarcastico, forse un tantinello conciso, ma faccio fatica a scrivere più di tre righe per volta ...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:02:41 am
Citato da: Losna su Dicembre 10, 2008, 10:56:15 am
Le auto ibride oggi disponibili sono, in realtà, uno STATUS SYMBOL, prevalentemente.  Infatti sono care e, sostanzialmente, non all'altezza di vetture normalmente alimentate a gasolio/benzina.

SE faranno delle auto ibride/elettriche che permetteranno di:
1) inquinare meno (utilizzo e SMALTIMENTO)
2) consumare meno energia (utilizzo e PRODUZIONE)
3) costare COME un'auto a gasolio/benzina di caratteristiche generali analoghe (produzione, acquisto e manutenzione);
4) essere utilizzabili analogamente a un'auto a gasolio/benzina di caratt. analoghe (autonomia)
allora certamente se ne venderanno molte.

Sostanzialmente, il consumatore acquista ciò che gli pare VANTAGGIOSO.  Oggi un'ibrida è sostanzialmente vantaggiosa solo sul piano dell'immagine, che è un controsenso: dovrebere essere vantaggiosa per gli aspetti sopraelencati.  Prima o poi ce la faranno, ma dubito saranno gli americani i primi.   Prima arriveranno giapponesi ed europei, e forse pure i coreani.


Hai ragione su quasi tutti i punti, non l'autonomia che è ottima, ma le stesse considerazioni si possono appunto fare per i pannelli fotovoltaici, che convengono solo per le incentivazioni, non perchè siano competitivi per se. E sono quindi vantaggiosi (mica tanto secondo i conti che ho visto fare) ma solo per una distorsione delle regole del mercato.
Temo che sarà quello che ci aspetta, qualcuno che decide cosa dobbiamo comprare, è la crisi bellezza  ;D


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 11:05:23 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:02:41 am
Hai ragione su quasi tutti i punti, non l'autonomia che è ottima, ma le stesse considerazioni si possono appunto fare per i pannelli fotovoltaici, che convengono solo per le incentivazioni, non perchè siano competitivi per se. E sono quindi vantaggiosi (mica tanto secondo i conti che ho visto fare) ma solo per una distorsione delle regole del mercato.
Temo che sarà quello che ci aspetta, qualcuno che decide cosa dobbiamo comprare, è la crisi bellezza  ;D


... competivi rispetto a cosa, Claudio? Perchè a me sembra che in questo caso il termine di paragone sia il nulla ....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:06:20 am
Citato da: pg su Dicembre 10, 2008, 11:05:23 am
... competivi rispetto a cosa, Claudio? Perchè a me sembra che in questo caso il termine di paragone sia il nulla ....



... alle altre forme di produzione dell'energia, mi sembra ovvio.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Losna su Dicembre 10, 2008, 11:06:55 am
< staff: rimosso su richiesta dell'utente >


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 11:07:34 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:06:20 am
... alle altre forme di produzione dell'energia, mi sembra ovvio.


ma non è che ti puoi mettere una centrale nucleare sul tetto. Quindi, a mio avviso, il confronto va fatto con il nulla ....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Losna su Dicembre 10, 2008, 11:08:15 am
< staff: rimosso su richiesta dell'utente >


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:09:29 am
Citato da: pg su Dicembre 10, 2008, 11:07:34 am
ma non è che ti puoi mettere una centrale nucleare sul tetto. Quindi, a mio avviso, il confronto va fatto con il nulla ....


Ma perchè devi mettere la produzione di energia sul tetto, scusa?


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:11:00 am
Citato da: Losna su Dicembre 10, 2008, 11:06:55 am
certo, questa è la situazione attuale, sostanzialmente una dostorsione del mercato.  però se fai delle LEGGI che impongano determinate cose, i PIU' BRAVI sul mercato riusciranno certamente a produrre qualcosa di valido.   E' come per i costi di produzione per una maglietta: la fai in Italia, costa 3 Euro, la fai in Cina costa 3 centesimi (perchè il lavoratore viene pagato meno e gode di minori tutele): se equipari le legislazioni in realtà non hai un effetto distorsivo.   Se imponi a TUTTI di vendere auto che inquinino di meno e consumino di meno, le regole saranno uguali per tutti ed il mercato premierà i prodotti migliori in termini di costo/beneficio INDIVIDUALI del consumatore.   


Si, ma rischi di creare un mercato di oggetti che sono in realtà inutili o dannosi, e sono sempre in ogni modo soldi sprecati.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Losna su Dicembre 10, 2008, 11:11:18 am
< staff: rimosso su richiesta dell'utente >


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 11:12:31 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:09:29 am
Ma perchè devi mettere la produzione di energia sul tetto, scusa?


Perchè è l'unico modo per sfruttare a proprio vantaggio dello spazio, altrimenti inutilizzato, per la produzione di energia pulita (o che io presumo tale)...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:13:37 am
Citato da: Losna su Dicembre 10, 2008, 11:11:18 am
se è solare, dubiito funzionerebbe altrettanto bene sotto il pianale...



??? Mi riferivo ai tetti delle case, alla produzione distribuita di energia (che ha molti svantaggi), non al misero contributo dato alle elettriche per la ricarica.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 11:18:46 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:09:29 am
Ma perchè devi mettere la produzione di energia sul tetto, scusa?


Per il motivo già scritto da Laurus ....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 11:35:54 am
Citato da: pg su Dicembre 10, 2008, 11:18:46 am
Per il motivo già scritto da Laurus ....


Non mi pare convincente. Se costa di più che avere centarli concentrate (magari anche solari), perchè mettere una miriade di micro centrali inefficienti, costose e difficili da gestire? Solo perchè non sai che fare del tuo tetto? E fondamentalmente per ingrassare i produttori di pannelli solari? Mi pare poco saggio ...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 11:38:23 am
Ma mi sa che il solare non lo puoi concentrare in centrali (a parità di produzione con una centrale "inquinante").... hai bisogno di molto più spazio.....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: pg su Dicembre 10, 2008, 11:45:34 am
^^^

o meglio, non lo puoi concentrare in un paese con l'orografia tormentata come quella italiana. Nel deserto della morte lo puoi fare .....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 11:47:55 am
^^^

ok... è vero... ma li non hai neanche i tetti delle case... quindi il problema non si pone... ;D


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MB su Dicembre 10, 2008, 11:53:28 am
Citato da: claudio53 su Dicembre 10, 2008, 10:44:44 am
Criticare è facile, ma chi fra gli aspri ciritici si è comprato di recente un'auto (nuova, ovviamente) razionale e innovativa, tipo Prius per intenderci? Mi pare nessuno dei presenti, per cui le critiche si potrebbero in gran parte rimandare al mittente. Tutti ad entusiasmarsi per le V8 V10 da 500 e passa cavalli, e il resto chissenefrega.
A me questa storia dello zar dell'auto fa molta paura, vuol dire che la crisi è veramente drammatica, non è solo il prodotto di dirigenti incapaci, e le soluzioni che vedono nel fotovoltaico il prodotto pirncipale che sostituisce l'auto mi lasciano veramente perplesso. E spero, da fotografo dilettante e incapace ma appassionato, di borghi medioevali già storpiati dalle antenne paraboliche, che non sia questa la strada del futuro, l'impatto estetico dei pannelli fotovoltaici è veramente terribile.




Io la Prius l'ho presa nel lontano 2005, e ancora ce l'ho (insieme ad altre auto).


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: TonyH su Dicembre 10, 2008, 12:05:10 pm
Citato da: Laurus su Dicembre 10, 2008, 10:15:09 am
visti i risultati, non è detto che quello che è vecchio è sempre sbagliato... Per esempio io vedo molto male la "modernità" di questi cicli di turn-over dei modelli brevissimi...


Non hai capito. Ironizzavo che si dicevano le STESSE identiche cose 30 anni fa....la fine della mobilità privata, niente supercar, tutti in pullman..... ;)


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 10, 2008, 12:09:31 pm
ah... pardon.... ;D


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: jimb0 su Dicembre 10, 2008, 12:10:37 pm
so arrivate'e'faccine de natale! :D


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 11, 2008, 09:44:29 am
Citato da: MB su Dicembre 10, 2008, 11:53:28 am
Io la Prius l'ho presa nel lontano 2005, e ancora ce l'ho (insieme ad altre auto).


Io sapevo che erano le colpe dei padri che ricadevano sui figli, non i meriti  :D A meno che mi ricordi male e che la Prius non fosse per tuo padre. In questo caso, tante scuse.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MB su Dicembre 11, 2008, 15:29:20 pm
Citato da: claudio53 su Dicembre 11, 2008, 09:44:29 am
Io sapevo che erano le colpe dei padri che ricadevano sui figli, non i meriti  :D A meno che mi ricordi male e che la Prius non fosse per tuo padre. In questo caso, tante scuse.


Sono io che l'ho fatta prendere a mio padre, che altrimenti non avrebbe neppure saputo che esisteva. Se non l'avesse presa lui l'avrei presa io. Ed inutile dire che è contentissimo, anche dei costi di gestione, e ora sta pensando alla nuova, il prossimo anno. Mentre io è probabile che gli compri la sua usata, pur di non darla via. Tra l'altro, contrariamente alle previsioni del Mauring, oggi è un 'auto richiestissima di sec onda mano, e tiene benissimo il valore.
Mi piace anche ricordare che Giorgio Homer vide con i suoi occhi lo sbocciare del mio amore per la Prius.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: baranzo su Dicembre 12, 2008, 08:34:19 am
E invece, a sorpresa, gli aiuti sono stati bocciati dal senato USA.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: jimb0 su Dicembre 12, 2008, 08:48:52 am
e mo? licenziano millemilamiglioni di persone?


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: fabrizio.b su Dicembre 12, 2008, 08:54:32 am
letto anche io . vediamo il golden boy come sbroglierà la faccenda . per ora , prima reazione , borsa di tokyo giù del 5.6 %.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: baranzo su Dicembre 12, 2008, 08:55:27 am
Citato da: jimb0 su Dicembre 12, 2008, 08:48:52 am
e mo? licenziano millemilamiglioni di persone?


È un rischio sempre più concreto.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: THE KAISER su Dicembre 12, 2008, 09:13:30 am
ECONOMIA&LAVORO
ILSOLE24ORE.COM > Economia e Lavoro  ARCHIVIO 
Il Senato Usa boccia il piano auto, Gm e Chrysler a rischio fallimento
di Marco Valsania



Nessun salvataggio per Detroit. I negoziati al Congresso americano per varare aiuti d'emergenza all'auto sono naufragati tra violente polemiche sulla richiesta di drastici tagli nei compensi dei lavoratori. Democratici e repubblicani si sono arresi davanti all'impossibilità di trovare un'intesa sulle condizioni da imporre per stanziare 14 miliardi di dollari soprattutto per Gm e Chrysler, che ora potrebbero essere costrette della crisi a entrare in amminstrazione controllata entro fine anno. Ford ha chiesto linee di credito per il futuro. Gm ieri notte ha già ingaggiato esperti legali e finanziari, tra cui Harvey R. Miller di Weil Gotshal & Manges, per preparare un eventuale ingresso in Chapter 11. Senza accordi, un voto procedurale ha rapidamente condannato gli aiuti al fallimento al Senato: il piano ha ottenuto solo 52 voti a favore su cento, contro i 60 indispensabili a portare la legge in aula e a superare l'ostruzionismo degli oppositori.

La drammatica maratona negoziale si è interrotta dopo che i leader democratici e sindacali hanno respinto la principale richiesta repubblicana: che i salari dei dipendenti di Gm, Ford e Chrysler fossero ridotti al livello di quelli dei concorrenti non sindacalizzati, a cominciare dalle case giapponesi, gia nel 2009. Detroit oggi ha ancora un costo del lavoro orario, compresi i benefit, attorno ai 70 dollari contro i neppure 50 dollari dei rivali, anche se esistenti intese sindacali già prevedano la sua riduzione nei prossimi anni. I democratici hanno accettato la parità salariale con gli impianti non sindacalizzati ma non prima del 2011. I repubblicani hanno inoltre insistito per significativi sacrifici da parte dei creditori dei gruppi: l'obiettivo era una riduzione del debito di due terzi rispetto agli attuali 60 miliardi entro il 31 marzo.

Non è chiaro se il Congresso proverà nelle prossime ore a resuscitare una legge sugli aiuti. Ma il leader democratico al Senato Harry Reid, scoraggiato, ha dichiarato che «è finita». E ha aggiunto di sperare piuttosto che l'amministrazione Bush si convinca ad attingere per l'auto ai fondi del già esistente piano del Tesoro da 700 miliardi di dollari destinati al salvataggio delle banche. La Casa Bianca ha finora escluso una simile ipotesi. Nella notte si è detta «delusa» del fallimento in Congresso e ha affermato di voler valutare tutte le sue opzioni. Un'altra strada caldeggiata da alcuni leader democratici prevede aiuti da parte della Federal Reserve. I 14 miliardi per Detroit discussi dal Congresso sarebbero invece arrivati da fondi originalmente dedicati allo sviluppo di vetture ecologiche.

Ma come si è arrivati a questa clamorosa bocciatura? Democratici, repubblicani, rappresentanti dell'auto e del sindacato hanno trattato a porte chiuse fino a tarda sera alla ricerca di un'intesa in extremis che tenesse in carreggiata il salvataggio dell'auto. Secondo il senatore repubblicano del Tennesseee Bob Corker ad un accordo finale mancavano soltanto "tre parole", quelle sul costo del lavoro. E' stato un ostacolo insormontabile.

Un compromesso tra democratici e Casa Bianca era stato inizialmente siglato mercoledì: prevedeva gli aiuti in cambio soprattutto della nomina di uno "zar" dell'auto che avrebbe supervisionato la riorganizzazione delle aziende.
Strategie di risanamento di lungo termine erano richieste entro fine marzo, altrimenti lo zar avrebbe avuto il potere di ritirare gli aiuti e imporre soluzioni. Altri capitoli del compromesso prevedevano la partecipazione azionaria del governo nella imprese e riduzioni nei compendsi dei top executive di Detroit. La Camera aveva approvato il progetto nella stessa serata con 237 voti contro 170. I senatori repubblicani avevano tuttavia fin da subito attaccato il piano come del tutto inadeguato e non abbastanza "duro", guidati da Corker, dal leader di minoranza Mitch McConnell e da Richard Shelby, che nel recente passato si era opposto anche al salvataggio dell'alta finanza. I repubblicani ribelli avevano accolto con freddezza anche le pressioni del presidnete uscente George W. Bush: il vicepresidente Dick Cheney si era incontrato con loro mercoledì accolto da aperto scetticismo. Altre frenetiche telefonate della Casa Bianca nella giornata di giovedì non hanno sortito alcun esito



Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: jimb0 su Dicembre 12, 2008, 09:24:53 am
Citato da: THE KAISER su Dicembre 12, 2008, 09:13:30 am
La drammatica maratona negoziale si è interrotta dopo che i leader democratici e sindacali hanno respinto la principale richiesta repubblicana: che i salari dei dipendenti di Gm, Ford e Chrysler fossero ridotti al livello di quelli dei concorrenti non sindacalizzati, a cominciare dalle case giapponesi, gia nel 2009. Detroit oggi ha ancora un costo del lavoro orario, compresi i benefit, attorno ai 70 dollari contro i neppure 50 dollari dei rivali, anche se esistenti intese sindacali già prevedano la sua riduzione nei prossimi anni. I democratici hanno accettato la parità salariale con gli impianti non sindacalizzati ma non prima del 2011.


ma come sono le condizioni di lavoro attuali dei dipendenti di queste 3 case? cioe', se con meno soldi hanno difficolta' a campare, han fatto bene i sindacati a lottare, ma se son semplicemente degli unti come quelli di alitalia, i sindacati han fatto una cazzata assurda a non accettare l'accordo.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: THE KAISER su Dicembre 12, 2008, 09:29:27 am
Citato da: jimb0 su Dicembre 12, 2008, 09:24:53 am
ma come sono le condizioni di lavoro attuali dei dipendenti di queste 3 case? cioe', se con meno soldi hanno difficolta' a campare, han fatto bene i sindacati a lottare, ma se son semplicemente degli unti come quelli di alitalia, i sindacati han fatto una cazzata assurda a non accettare l'accordo.
bò....certo ceh se di salari orari spendono il 40% in più dei concorrenti c'è qualcosa che non va...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: fabrizio.b su Dicembre 12, 2008, 09:30:59 am
bisogna chiedere a chi sta negli Usa , magari Mr sandman oppure saturn .....


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: claudio53 su Dicembre 12, 2008, 09:33:04 am
Purtroppo non vedo vie di uscita. Sperare che gli stati, già gravati di debiti enormi, si facciano carico dei debiti del privato è una illusione. E bisogna fare attenzione, c'è già chi parla dei titoli di stato come prossima bolla (basti vedere le quotazioni dei Bund a 10 e 30 anni, ma come si fa a comprare obbligazioni a quei prezzi?), e se arriva la sfiducia sui debiti sovrani allora è finita veramente, torniamo al baratto  :D


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: jimb0 su Dicembre 12, 2008, 09:33:32 am
Citato da: THE KAISER su Dicembre 12, 2008, 09:29:27 am
bò....certo ceh se di salari orari spendono il 40% in più dei concorrenti c'è qualcosa che non va...


ma in quel caso, quando si parla di concorrenti, si confrontano i salari con quelli dei dipendenti americani di case giapponesi, vero? cioe' fabbriche giapponesi che si trovano in suolo statunitense, giusto?


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 12, 2008, 09:34:19 am
Più che guardare il paragone con Alitalia, sarebbe da vedere se i salari dei concorrenti non sindacalizzati consentono un tenore di vita dignitoso. Perchè un conto è abbassare salari alti, un altro portare salari dignitosi a livelli da fame.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: jimb0 su Dicembre 12, 2008, 09:38:21 am
Citato da: Phormula su Dicembre 12, 2008, 09:34:19 am
Più che guardare il paragone con Alitalia, sarebbe da vedere se i salari dei concorrenti non sindacalizzati consentono un tenore di vita dignitoso. Perchè un conto è abbassare salari alti, un altro portare salari dignitosi a livelli da fame.


e' quello che dico io (il paragone con alitalia voleva sottolineare il fatto che i sindacati lottano per mantenere salari e privilegi maturati col tempo, ma ormai un po' fuori mercato, verso l'alto).


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 13, 2008, 07:37:43 am
Dipende da che cosa si intende per "fuori mercato". Certi privilegi di cui godevano alcuni (non tutti) dipendenti Alitalia o di cui godono i dipendenti di alcuni settori pubblici e privati sono "fuori mercato", ma se vai a dire ad un operaio che guadagna 800 Euro al mese che è fuori mercato e ne deve accettare 500 perchè questo è quello che pagano il giovane con contratto a progetto...
Senza contare, ancora una volta, che a far girare l'economia è il ceto medio.

In ogni caso spero che la tanto sbandierata innovazione non si riduca (come si vede in TV) a proporre la versione "ecologica", perchè monta l'impianto GPL o a fare la versione "Eco", che è la stessa macchina con le gomme un po' più strette, i rapporti al cambio più lunghi e il motore che si spegne ai semafori, come aveva fatto Fiat con le versioni "ES" di Uno, Ritmo e Regata o Volkswageno con le "Formel E".


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: jimb0 su Dicembre 13, 2008, 08:09:57 am
^^^
beh, ma se quella volta che esce qualcosa di veramente innovativo (anche se il piggì dice che tanto innovativo non è) poi tutti dicono che fa cacare perché arriva solo ai 170...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mariner su Dicembre 13, 2008, 08:33:17 am
Citato da: Phormula su Dicembre 13, 2008, 07:37:43 am
Dipende da che cosa si intende per "fuori mercato". Certi privilegi di cui godevano alcuni (non tutti) dipendenti Alitalia o di cui godono i dipendenti di alcuni settori pubblici e privati sono "fuori mercato", ma se vai a dire ad un operaio che guadagna 800 Euro al mese che è fuori mercato e ne deve accettare 500 perchè questo è quello che pagano il giovane con contratto a progetto...
Senza contare, ancora una volta, che a far girare l'economia è il ceto medio.

In ogni caso spero che la tanto sbandierata innovazione non si riduca (come si vede in TV) a proporre la versione "ecologica", perchè monta l'impianto GPL o a fare la versione "Eco", che è la stessa macchina con le gomme un po' più strette, i rapporti al cambio più lunghi e il motore che si spegne ai semafori, come aveva fatto Fiat con le versioni "ES" di Uno, Ritmo e Regata o Volkswageno con le "Formel E".


innovazione secondo me sarebbe cultura..rendersi conto che certi supermotori hanno poco senso..onestamente tra un 2000 cc turbodiesel con 110 cv ed un 3000 cc con 220 cv..si impiaga lo s tesso tempo..idem quando stavo in USA, tra una normalissima 4 cilindri 2200 cc e un 3700 V6..alla fine per fare 80 mph...il 1° consumava meno...ed in quelle 2-3 occasioni in cui si voleva più coppia..bastava fare un 2.4 con 160 cv..idem nel conftronto di cui sopra 110 cv vs 220..


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 13, 2008, 09:29:04 am
Citato da: jimb0 su Dicembre 13, 2008, 08:09:57 am
beh, ma se quella volta che esce qualcosa di veramente innovativo (anche se il piggì dice che tanto innovativo non è) poi tutti dicono che fa cacare perché arriva solo ai 170...


Tutto vorrei tranne che le case usino i soldi degli aiuti per montare gli impianti GPL o metano sui SUV e spacciarli per la nuova frontiera dell'ecologia. Occorre ripensare l'automobile, che deve essere più leggera ed efficiente, è un assurdo che per consentire ad una persona di spostarsi si debbano muovere due tonnellate di lamiere, vetro e plastica.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mariner su Dicembre 13, 2008, 09:45:44 am
Citato da: Phormula su Dicembre 13, 2008, 09:29:04 am
Tutto vorrei tranne che le case usino i soldi degli aiuti per montare gli impianti GPL o metano sui SUV e spacciarli per la nuova frontiera dell'ecologia. Occorre ripensare l'automobile, che deve essere più leggera ed efficiente, è un assurdo che per consentire ad una persona di spostarsi si debbano muovere due tonnellate di lamiere, vetro e plastica.


c'è anche da dire che finchè la gente dirà "si ma prendila con i cerchi da 17-18-19 perchè altrimenti è barbon style etc.." c'è poco da fare...quando si capirà la differenza tra cosa serve e cosa è orpello...magari le cose cambieranno..


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 13, 2008, 10:19:04 am
Ti devo dare ragione, vogliamo il clima quadrizona e i cerchi da 18 anche sulle utilitarie, se una macchina è sul mercato da due anni la giudichiamo già vecchia e superata e poi ci lamentiamo se le macchine sono care, consumano, costano e l'usato non vale una cippa.


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: MarzulLaurus su Dicembre 13, 2008, 14:03:44 pm
^^^

c'è da dire che le case hanno fortemente voluto, sostenuto ed imposto, sostanzialmente, una campagna pubblicitaria e politica (vedi ecoincentivi) volta in tal senso, che, a lungo andare, ha avuto i suoi frutti... Peccato che gli si sia ritorta contro e soprattutto si sia ritorta contro i lavoratori...

Il modello di "una macchina ogni 3 anni" non regge... e anche il modello di sostenimento delle vendite con una crescita vertiginosa delle dimensioni, è fallito... tant'è vero che oggi si sono aperti nuovi spazi per oggetti che fino all'anno scorso erano impensabili... vedi iQ (4 posti in meno di 3 mt -una 500l è più lunga di qualche mm)... eppure pare che non si potessero costruire queste macchine... ma oggi, ditemi voi, quale persona sana di mente girerebbe in città e per l'hinterland con una segmento B che ormai sfora i 4mt, quando 20 anni fa (quando, peraltro lo spazio a dsposizione era maggiore) una vettura di 4mt e poco più era la macchina "grande"...


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: mariner su Dicembre 13, 2008, 14:12:56 pm
Citato da: Laurus su Dicembre 13, 2008, 14:03:44 pm
^^^

c'è da dire che le case hanno fortemente voluto, sostenuto ed imposto, sostanzialmente, una campagna pubblicitaria e politica (vedi ecoincentivi) volta in tal senso, che, a lungo andare, ha avuto i suoi frutti... Peccato che gli si sia ritorta contro e soprattutto si sia ritorta contro i lavoratori...

Il modello di "una macchina ogni 3 anni" non regge... e anche il modello di sostenimento delle vendite con una crescita vertiginosa delle dimensioni, è fallito... tant'è vero che oggi si sono aperti nuovi spazi per oggetti che fino all'anno scorso erano impensabili... vedi iQ (4 posti in meno di 3 mt -una 500l è più lunga di qualche mm)... eppure pare che non si potessero costruire queste macchine... ma oggi, ditemi voi, quale persona sana di mente girerebbe in città e per l'hinterland con una segmento B che ormai sfora i 4mt, quando 20 anni fa (quando, peraltro lo spazio a dsposizione era maggiore) una vettura di 4mt e poco più era la macchina "grande"...


concordo al 100%..e questo vale non solo per l'auto ma anche per telefonini, computer etc...che se non hai il modello supermegaultrauscito 5 min prima non riesci a vivere...ovviamente alla fine il modello si sgonfia..


Titolo: Re: Auto Usa: in attesa degli aiuti
Post di: Phormula su Dicembre 13, 2008, 17:53:27 pm
Infatti, oltre che la crisi economica, stiamo scontando tutte le campagne rottamazione, che hanno drogato il mercato, spingendo verso il nuovo tutta la gente che comprava macchine usate di qualche anno per tenerle fino a 10-12 anni. Sotto la spinta degli incentivi e con la spada di Damocle dei blocchi, questi acquirenti, che magari avrebbero comprato una media usata di 5 anni  Euro 3, si sono comprati l'utilitaria nuova Euro 4. Così si è ottenuto un doppio risultato, chi cambiava macchina ogni 3-6 anni non lo fa più perchè il suo usato non vale una cippa e decide di tenersela più a lungo. Io sono tra questi, avevo in mente di cambiar macchina l'anno prossimo, ho deciso che me la tengo. Non voglio spendere 16 mila Euro (se va bene) per comprare una segmento C e trovarmi daccapo fra sei anni. Ormai qui a Milano siamo a livelli che si mandano in pressa macchine di otto.nove anni con 50-60 mila km solo perchè sono Euro 2. E chi invece quell'usato se lo sarebbe comprato, ha appena preso una utilitaria nuova magari a rate e per i prossimi 10 anni non pensa certo di cambiar macchina. Questa crisi ha aggravato una situazione che per me era già esistente, ogni volta che si droga il mercato con gli incentivi, ci vuole un po' prima che ritorni (se ritorna) al ciclo normale.


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