Patarix |
Alessandro |
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Gennaio 20, 2022, 22:42:14 pm |
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Toyota non abbandonerà i motori endotermici ma, nelle ultime settimane, ha intrapreso una strada decisamente diversa dal passato. Se fino a poco tempo fa i vertici guidati dal presidente Akio Toyoda non facevano mistero del loro scetticismo sull'elettrico, ora le nuove strategie mostrano una forte accelerazione verso la mobilità a batteria. Il cambiamento è legato a una serie di fattori: le pressioni politiche si accompagnano a spinte di mercato, borsistiche e tecnologiche. Di mercato, perché ormai tutti i costruttori devono adeguarsi alle dinamiche di un'arena competitiva fortemente influenzata dalle scelte delle istituzioni; di borsa, perché da mesi i grandi investitori istituzionali stanno attaccando il costruttore giapponese per la sua prudenza nei confronti della mobilità puramente elettrica; tecnologiche, perché, come ammesso dallo stesso Toyoda, i progressi stanno rendendo le Ev più interessanti e pratiche da usare.
Orizzonte multi tecnologico. Ciò non vuol dire che Toyota abbia deciso di abbandonare l'approccio olistico e tecnologicamente neutrale alla questione della transizione ecologica: l'azienda, infatti, ritiene che molte aree geografiche - Africa e Sud America su tutte - non siano pronte per la mobilità elettrica e, pertanto, i relativi mercati dovranno essere serviti ancora per anni con le tecnologie tradizionali. Inoltre, Toyoda è sempre convinto della necessità di disporre di energia pulita al 100%, affinché i veicoli siano davvero a zero emissioni. Serve, però, adattarsi rapidamente ai cambiamenti e di conseguenza i vertici aziendali hanno deciso, volenti o nolenti, di imboccare la strada dell'elettrico con maggiore attenzione rispetto al passato, in primis in Europa e nei segmenti presidiati dalla Lexus.
I piani. Il brand premium dirà addio alle endotermiche per il 2035 in Nord America, Cina ed Europa. Nel Vecchio continente, anche la Toyota si voterà all'elettrico o, per essere meglio precisi, a una mobilità a zero emissioni (ZEV): l'offerta includerà non solo auto a batteria, ma anche a idrogeno. Il peso delle ZEV sul totale delle vendite in Europa occidentale è previsto ad almeno il 50% per il 2030 e al 100% per il 2035, a patto, però, che vi siano una domanda in crescita e un'adeguata rete di stazioni di ricarica e di rifornimento per l'idrogeno. Quanto alle altre aree geografiche, per il 2030 l’80% circa dei volumi globali annuali dovrà essere rappresentato da mezzi ibridi, a batteria o fuel cell, ma tale percentuale sale al 95% per il Giappone e al 100% per la Cina e scende al 70% per il Nord America.
Le consociate. Ovviamente, la strada intrapresa dalla Toyota non potrà che influire sulle altre società giapponesi parte della sua ampia rete di alleanze. Per ora la Mazda, di cui la Casa delle tre ellissi detiene poco più del 5%, punta per il 2030 a vendite per il 25% composto da modelli a batteria e per la restante parte elettrificati. Entro il 2035, la Subaru (il 20% è in mano alla Toyota) elettrificherà l'intera gamma, mentre la Suzuki (participata al 4,9%) non ha ancora fornito una strategia dettagliata: la strada è quella dell'ibrido al 100% ma a breve, forse nel 2025, arriverà anche la prima elettrica, grazie alle collaborazioni industriali avviate proprio con la Toyota.Fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2022/01/20/transizione_elettrica_toyota_la_strada_e_presa.html
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