da leggere e meditare :
Rinfreschiamoci la memoria: nel '89 una cordata d'imprenditori americani, rimasti impressionati dai Magnum in dotazione alla Polizia, decise di accordarsi con la Fissore per commercializzare questo innovativo suv in Nordamerica. Le scocche partivano da Cherasco praticamente ultimate, prive soltanto della catena cinematica, per giungere in Michigan dove ricevevano motore e trasmissione di provenienza Ford USA. Già nell'estate del '90, però, il progetto mostrò segni di cedimento: il gruppo finanziario che sosteneva il tutto dichiarò bancarotta. L'anno dopo, l'intervento di un gruppo saudita permise a Laforza di riprendere l'attività, per ultimare la costruzione di circa 300 scocche rimaste in giacenza, di cui oltre il 50% destinate ai ricchi mercati arabi. Purtroppo, il progetto s'impantanò nuovamente, fino all'intervento della Monster Motorsport di Escondido che ne rilevò l'attività. A metà degli anni '90, l'azienda assunse la denominazione sociale di Laforza Automobiles Inc. e strinse nuovi accordi con la Magnum Industriale, nata dai resti della vecchia Rayton Fissore. Tra il 1989 e il 1999 il prezzo e le dotazioni del suv Laforza salirono vertigionasamente: dai circa 30.000 USD del modello originario si giunse, con notevole disinvoltura, ad un prezzo quasi triplicato! Nei primi anni Duemila, poi, l'azienda ha presentato, sottoforma di prototipo, un'ulteriore evoluzione del suv. La base rimaneva la stessa, il vecchio Magnum sottoposto, questa volta, ad un profondo lavoro di restyling opera, a detta dell'azienda, di Tom Tjaarda. Il veicolo era caratterizzato oltre che dall'estetica aggiornata, da allestimenti interni di pregio e da una blindatura di primo livello. Sarebbe stato il primo PSV (personal security veichle).
In coda al nostro precedente speciale, esprimemmo alcune perplessità. Tuttora, però, pare che le nostre siano destinate a rimanere solo vane speranze. Nei progetti, infatti, il Laforza PSV avrebbe dovuto essere commercializzato anche sul mercato europeo: la Laforza acquisì, nel 2000, la Magnum Industriale, trasformandola in Laforza International S.p.a. e aveva previsto di motorizzare la versione europea con un propulsore Iveco ? AIFO. La produzione del PSV, dapprima prevista per il 2001, slittò al 2003, ma oggi non se ne sa piu' nulla...
IL CASO AUTODELTA U.S.A. Il caso Laforza non è l'unica vicenda "ambigua" che negli ultimi anni ha interessato, più o meno direttamente, l'Auto italiana. E' noto, infatti, che l'Alfa Romeo ha lasciato il mercato Statunitense alla fine del 1994 quando, cessata la produzione della Spider Duetto e visti gli insoddisfacienti numeri fatti dalla 164, la dirigenza decise di non adeguare la produzione successiva alle normative federali. Fortissimo fu il disappunto degli appassionati nordamericani, già in attesa delle nuove Gtv/Spider, e altrettanto importante fu la reazione degli appassionati nostrani che identificarono questa vicenda come un grave atto di "disimpegno" di Fiat riguardo al rilancio del marchio milanese.
Tuttavia, una piccola azienda del Tennessee decise di raccogliere il grido degli appassionati d'Oltreoceano commercializzando una limitata serie di modelli Alfa Romeo "post 1995" negli USA. Quest'azienda assunse la denominazione di "Autodelta USA Inc." con sede a Nashville. Nonostante non avesse nessun legame con l'Autodelta ? quella storica di Carlo Chiti legata all'Alfa Romeo ? il riferimento era molto evidente... L'Autodelta USA commercializzava negli Stati Uniti le Alfa Romeo Gtv, Spider e 166, in versione tre litri V6. Le automobili erano allestite con luci d'ingombro laterali e un kit estetico d'apprezzabile efficacia. Particolare non secondario, la sostituzione di tutti i loghi "Alfa Romeo", compreso quello sui coperchi delle punterie, con omologhi recanti le effigi "Autodelta" e "Autodelta USA". Inoltre i modelli erano ribattezzati rispettivamente "Autodelta Gts", "Autodelta Spider" e "Autodelta LS". Le "LS" erano disponibili in due allestimenti: "Super Turismo" d'intonazione sportiva, con cambio manuale, e "Sportronic Lusso", con cambio automatico, e più completo dal punto di vista del comfort. Gli esemplari erano garantiti per tre anni. Sulle parti elettriche e meccaniche vigevano 60000 miglia di garanzia e l'organizzazione offriva tutti i servizi post-vendita usuali.
Nel luglio del 2003 sui titolari della Autodelta USA, Carlo e Alessandro Giordano, è piombata la grave accusa d'aver aggirato il CAA (Clean Air Act ? legge sull'inquinamento atmosferico), nonché una serie di normative sancite dall'EPA, CBA e dal NHTSA, organismi che sovrintendono alla sicurezza stradale e alla protezione dei cittadini. I fatti, secondo quanto pubblicato dal Dipartimento della Giustizia della California, in data 10 luglio 2003, sono esposti di seguito. In primis, l'Autodelta USA avrebbe regolarmente acquistato le auto dalla rete europea Alfa Romeo. Dopo la sostituzione del VIN originario con un altro specifico Autodelta USA, dopo gli aggiornamenti estetici ? tra cui la sostituzione dei loghi ? le vetture entravano in USA. Per poter essere ammesse a circolare Oltreoceano, erano classificate come "autoveicoli per uso personale". Per intenderci, negli Stati Uniti è possibile far entrare vetture che non rispettano gli standard federali di omologazione esclusivamente se queste non sono destinate alla vendita ma soltanto all'uso personale di colui che ne chiede l'ingresso. I Giordano, quindi, dichiaravano che quelle auto erano per "uso personale", salvo poi rivenderle entro un mese dall'importazione a prezzi vicini ai 40.000 USD. La dichiarazione all'uso personale si rendeva necessaria a causa delle caratteristiche delle vetture che non avrebbero mai potuto ottenere l'omologazione federale. All'atto della vendita, il compratore era rassicurato sul pieno rispetto dei parametri di omologazione, soprattutto riguardo all'inquinamento atmosferico, delle vetture. In questo modo sono state importate, fino alla scorsa estate, circa 25 esemplari di vetture "Autodelta USA" destinate alla vendita. Una volta inceppatosi il meccanismo, sui Giordano pendono 11 capi d'accusa e su Autodelta USA grava una multa di ben 5 milioni di USD.
|