E' praticamente ufficiale: Fiat è in affari con l'India. Dopo indiscrezioni e anticipazioni, la casa automobilista Tata Motors ha confermato di aver siglato un accordo industriale con il gruppo torinese. I dettagli dell'alleanza, però, saranno resi pubblici solo nelle prossime ore, all'Autoexpo di Nuova Dehli dallo stesso Ratan Tata, capo dell'omonimo gruppo, e da Sergio Marchionne, a.d. della casa torinese.
L'accordo fa seguito al protocollo d'intesa firmato il 22 settembre dell'anno scorso. Un'alleanza di tipo industriale che riguarda, secondo le prime anticipazioni, la produzione dei modelli Palio e Siena negli impianti del gruppo Tata Motors, nella regione di Mumbai (ex Bombey), e della commercializzazione, nel mercato domestico indiano ed eventualmente in altri Paesi asiatici, delle vetture Fiat attraverso la rete di distribuzione Tata.
L'accordo, secondo le dichiarazioni di Ratan Tata, in seguito "potrebbe anche riguardare lo scambio di aggregati".
Non è stato anticipato nulla, invece, sull'eventuale produzione di veicoli commerciali in cooperazione con Iveco, nè sulla possibilità di utilizzo degli impianti Fiat in Argentina.
L'accordo con Tata rientra nella strategia di razionalizzazione di Marchione. Un passo che permetterà al gruppo torinese di mantenere la sua presenza sul mercato indiano, dal potenziale di crescita immenso, riducendo però i costi in misura significativa.
Negli anni passati Fiat realizzò due fabbriche in India, una a Ranjangaon (mai entrata in funzione) e una a Kurla. Ma entrambe comportarono per il gruppo solo ingenti costi. Con il passaggio della produzione negli impianti di Tata, probabilmente, le due fabbriche sar
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