“Tutto è nato qui e tutto finisce qui”, con queste parole Max Biaggi ha annunciato in una conferenza stampa a Vallelunga, circuito su cui aveva iniziato la sua carriera a due ruote. A poche settimane dalla conquista del suo 6° titolo mondiale, il secondo in Superbike dopo i 4 in 250, il Corsaro ha deciso di appendere sciabola e bandana al chiodo e a chiudere la sua carriera in moto. Max aveva iniziato a correre tardi per gli standard del motociclismo, debuttò nel mondiale a 20 anni, ma si dimostrò subito vincente pareggiando i conti con una carriera lunghissima, durata più di due decenni. Il primo titolo nel 1994, sull’Aprilia, il primo di quattro consecutivi in 250, poi l’avventura in 500 con una vittoria all’esordio e con l’unico rammarico di non essere mai riuscito a essere iridato nella classe regina. Dopo un anno sabbatico, nel 2007 iniziò la nuova giovinezza del campione, in Superbike. Suzuki, Ducati, poi di nuovo l’Aprilia, il vecchio amore con cui conquistò l’iride nelle derivate di serie, primo italiano a farlo, nel 2010 per poi ripetersi quest’anno. L’ultimo suo sigillo, l’ultimo capitolo di una storia che sembrava non dovesse finire mai.
“Questa è stata per me la notte più lunga – ha detto Biaggi davanti ai giornalisti – ma io sono contento di lasciare adesso, non voglio essere come quei politici attaccati alla propria poltrona”. Per il suo addio il romano non rinuncia all’ironia e promette di non stare troppo distante dal mondo delle due ruote: “sto pensando a una collaborazione con Aprilia, ma non sarà nelle corse. Avrete notizie a breve”. Max può andarsene a testa alta, col numero 1 sulla carena della sua moto e sapendo di avere “scritto pagine importanti della storia della moto”. Come i duelli e la rivalità con Rossi, stampati indelebilmente nella mente di tutti gli appassionati. “Se vorrei fare un’ultima gara con Valentino? Per adesso penso solo a quella di beneficenza per la Fondazione Simoncelli (a Latina il 2 dicembre su una supermotard)”.
Biaggi è commosso , la sua non è stata una decisione semplice, ma la spiega così: “ho pensato se fermarmi o continuare a correre per altri uno o due anni – dice – Ho deciso di lasciare e la mia famiglia ha contato in questa decisione, è arrivato il momento di dedicarle il mio tempo. Non voglio che oggi sia una giornata triste”. Gli affetti hanno avuto la meglio e Max ha deciso di girare pagina. “Non smetto perché non sono più competitivo, ma perché voglio, avevo un contratto pronto per la firma – sottolinea – E’ stata una scelta difficile, ma non forzata. Tanti piloti hanno avuto gravi infortuni, io me ne vado sulle mie gambe. Non ho nessun rimpianto e il mio ringraziamento va a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questa avventura durata più di vent’anni”.
Le soddisfazioni non sono mancate al Corsaro nella sua carriera e nel giorno dell’addio ne ricorda alcune. “Essere scaricato dalla Honda in MotoGP nel 2005 e poi essere riuscito a vincere due titoli in Superbike è stata la migliore risposta che avrei potuto dare” sottolinea con un pizzico d’orgoglio. Le vittorie, le delusioni, i momenti felici e quelli tristi affollano la sua mente ed “è difficile per me ripercorrere la mia carriera oggi, mentre sto realizzando che inizia una nuova fase della mia vita” dice. Nuovi mari attendono il Corsaro.
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