Reportage da un week end in montagna.
In questi giorni mi sono reso conto che non la sto usando come e quanto vorrei, ma in fin dei conti non posso fare diversamente: vuoi per il rodaggio, vuoi per quello stramaledetto arbitrato che giovedi mi porterà a Londra.
Però c'è da dire che mi sta dando un feedback emotivo incredibile: per farvi capire, vi racconto com'è stato il viaggio di andata in montagna.
10 di mattina di sabato scorso (cavolo, lasciatemi dormire!!!), solita dose "più o meno da tre" di caffé, scendo in chiostro in jeans, camicia e Pirelli PZero Acqua (davvero comodissime per guidare), e, manco a dirlo, mi fermo a guardarla. Inutile che vi ripeta quant'è bella, vi basti sapere che ho iniziato ad accarezzare e seguire le superfici curve, mi sono inginocchiato per guardare gli scarichi e dischi freno. Man mano che facevo ciò il tempo sembrava rallentare, ed io mi trovavo a guardare ogni minimo dettaglio con occhio distaccato, incapace di formulare una qualsivoglia opinione.
Poi mi sono disincantato (una moglie che minaccia torture se arrivi in ritardo è un ottimo deterrente...
), ho aperto la porta (ancora quell'inutile apertura in rialzo...
), giù il finestrino, pressione sul pulsante e... ooooooohhhh.... di nuovo quel brivido... vien voglia di spegnere e riaccendere ogni volta!!!
In movimento in città è abbastanza a proprio agio, l'unico limite viene dal fatto che non si vede dove diavolo finisca il muso e dal fatto che i finestrini laterali sono davvero piccoli.
Bello però girare il sabato mattina al trotto in una Padova semideserta con i finestrini aperti ascoltanto il malefico V12 che ronfa placido come un pitbull cui sia stata appena data una dose extra-large di cibo per pranzo...
Arrivo in men che non si dica al casello, prendo il biglietto e inforco lo svincolo.
Strano, però non mi viene la minima voglia di tirarle il collo: decido di assecondare il "mood" del momento e lascio fare il tutto al cambio automatico, usando l'acceleratore in maniere progressiva mentre il V12 senza battere il ciglio prende i giri senza farsi pregare e con una progressione pazzesca.
In un amen sono a 170kmh di tachimetro e decido di non andare oltre. A quella velocità l'auto sembra addormentata, benal di sotto delle sue possibilità.
Il tutto, unito ad una qualità del rumore di bordo impressionante, fa sì che la guida sia molto rilassata e poco sportiva, più da super incrociatore stradale capace di portarti il più in fretta possibile da A a B e in tutta comodità.
Bene così, francamente non mi sarei aspettato altro, ma aspettiamo a trarre giudizi affrettati...
Mentre mi avvicino all'uscita di Piovene Rocchette supero un'A3 Tiddiai e sorrido nel vedere il guidatore che strabuzza vedendo cosa lo passa, poi guardo lo specchietto e vedo che mi sfanala facendo "pollice sù"... beh, grazie!
Affascinante il fatto che l'auto ti metta a tuo completo agio a velocità stabilizzata, e ti induca ad una guida di stampo "contemplativo": guardi le auto che passi, le curve che fai, senti il leggero pulsare del propulsore e analizzi spietatamente tutto, però con un senso di tranquillità... bah, non è che qualche meccanico Aston ha dimenticato "della roba buona" nei condotti d'aerazione"?!?
Finita l'autostrada è ora di fare il Costo: anche se non ne ho tutta questa voglia decido di vedere come va tirandole un po' il collo (sempre rispettando il diktat di non andare oltre quota 5000rpm). Giù i finestrini, Linn spento, "trick-e-track" sui paddles in alluminio e pelle e via...
Ci sono 11 tornanti un po' bastardelli, e mi rendo subito conto che non sono sul mezzo adatto per affrontarli alla garibaldina: giusto quel pizzico di rollio di troppo, il peso che si sente e lo sterzo che non ama i cambi di direzione fulminei. Va bene, decido di assecondarla: entrata morbida, curva pre-impstata percorsa in punta di fioretto a raggio di sterzata costante, pressione progressiva sull'acceleratore in uscita.
Meglio così: è ancora nuova e non è il caso di sfruttarla a fondo, e poi si capisce che non gradisce per niente la guida da "uomini duri".
Tanto vale sfruttare la vergognosa progressività del V12, mollare il cambio e godersi la sinfonia che esce dagli scarichi, magari pensando a "triplette e poker" con un mezzo sorriso di compassione...
Finiti i tornanti si apre un misto largo in mezzo ad una boscaglia: alzo il ritmo solo per sentire il magnifico suono del V12 perdersi in mezzo agli alberi, mentre incrocio i primi campeggiatori asserragliati nelle aree apposite ai margini della strada... eh, tutti lì a guardare: in fin dei conti "Lei" non si era fatta pregare e si era preannunciata già da qualche centinaio di metri... chissà che effetto fa vedere questo proiettile blu passarti a fianco ringhiando...
Da quando ho incrociato il tizio dell'Audi in autostrada ho un mezzo sorriso stampato in faccia e un sopracciglio alzato modello "Mr. Spock".. vabbè, va bene così...
Mi fermo dal mitico "Carletto ai granatieri" a fare scorta. Mi spiego: Andando verso Asiago, quando si è ancora sotto Cogollo del Cengio, si incrocia sulla sinistra questa bettola che da tempi immemori ti rifila da mangiare salsiccie, sopressa, funghi, Asiago, polenta e null'altro.
Oramai il Carletto è ridotto ad un contenitore antropomorfo per vino e derivati, ma c'è il figlio Wainer (sic!) che manda avanti, tra una bestemmia e un'altra, la baracca. Mi fermo a bere un caffè e porto via qualche salsiccia, mentre il Nostro guarda "Lei" con un amico: alla 16ma bestemmia capisco che manco sanno che auto è, "però casso se xè bèa, £&% can!!!". Approfitto di un momento in cui sono girati, monto sù e parto di gran carriera, favorito dal DSC discreto ma molto ragionevole negli interventi.
Avanzo tranquillo (sempre rigorosamente a finestrini giù) e arrivo in centro ad Asiago. La fila di auto avanza a tentoni: quando sarà il mio turno scoprirò che a rallentare il traffico è una Cayenne 3.2 a bordo della quale ci sono un calciatore e la sua "bella" (bah) che tantano per la trentesima volta di parcheggiare, strafregandosene bellamente di chi li circonda. Passandogli avanti incrocio il suo sguardo e assumo un'evidente espressione di compatimento, sibilando un "mezzasega" perfettamente udibile...
Riprendo la strada per Gallio e me la faccico con lo stesso ritmo di prima. Arrivo sotto casa e spengo la macchina a malincuore: alla fine ho venti minuti di anticipo, bene...
Mentre apro il bagagliaio e tiro fuori la valigia si affaccia mia moglie in terrazza, con in braccio un erede dall'aria tremendamente rincoglionita: lei mi guarda e fa "ma perché sei arrivato così presto?"
Mi giro a guardare "Lei" e dico: "già, perché"?
« Ultima modifica: Agosto 17, 2004, 16:23:59 pm da Impstar »