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Inauto.comHONDA S2000 - Self control
Dedicata agli appassionati della guida pura, questa piccola Honda ha conquistato anche Ivan Capelli che l'ha provata in pista In Formula 1, il 2004 ha visto il grande ritorno sul podio della Honda, che sembra aver trovato nuove energie.
I risultati della Scuderia BAR hanno fatto rispuntare il sorriso non solo sul viso gentile e aristocratico di Jenson Button, ma anche su quello orgoglioso e pieno di grinta di Takuma Sato, primo giapponese in Formula 1 a vestire i panni del pilota vero.
Questo nuovo entusiasmo sportivo per il Sol Levante gioverà sicuramente anche alla Honda S2000 che, lanciata nel 1999, ha subito alcune modifiche nell'inverno scorso, presentandosi nel 2004 ancora più competitiva e sofisticata rispetto alle rivali della sua categoria.
Si tratta di una roadster a due posti che sotto l'esotica carrozzeria allungata a forma di freccia nasconde una tecnica votata senza mezze misure alle prestazioni e al divertimento.
Già la forma esterna induce a riflettere sulla ripartizione dei pesi.
Il muso particolarmente lungo rispetto al corpo vettura potrebbe far pensare a un ingombrante motore di grossa cilindrata.
Invece, a cofano aperto, il quattro cilindri in linea è quasi sperduto nell'enorme spazio che lo circonda.
La chiave di questa cabriolet "ad alto contenuto sportivo" è tutta qui.
Il propulsore è infatti posizionato molto più indietro rispetto all'asse anteriore delle ruote, permettendo una ripartizione dei pesi invidiabile anche per le vere macchine da corsa.
Mi infilo subito nell'abitacolo che, vista la scarsa altezza da terra, richiede in ogni caso un leggero contorsionismo.
Una volta seduto, la sensazione è quella di essere intrappolato in un lussuoso vestito di pelle.
In realtà la posizione del sedile è ottima e ci sono sia le regolazioni per lo schienale sia quelle per la seduta.
Ciò che invece mi mette a disagio è il volante che, non essendo registrabile né in altezza né in profondità, è molto vicino, forse troppo, alle gambe.
Il quadro strumenti è decisamente moderno, con i display a cristalli liquidi, e si fonde perfettamente con tutti gli altri comandi della plancia.
È giunto il momento di portare la Honda S2000 in pista e, in virtù delle caratteristiche della vettura, cerco immediatamente sulla plancia il pulsante per disattivare il controllo di trazione.
Con soddisfazione, mi rendo conto che gli ingegneri della Honda hanno eliminato questo sistema a priori, lanciando un messaggio forte e chiaro agli appassionati della guida: "qui tutto dipende dal pilota".
Visto che abbiamo a disposizione una pista, sarà un test molto interessante!
Nelle prime accelerazioni rimango sbalordito dal cambio di suono del 2 litri V-TEC.
Il doppio scarico ai bassi regimi propone un rumore sordo e piacevole, che in accelerazione diventa ancora più presente ed elettrizzante.
Il rombo, però, si modifica in una colonna sonora esaltante quando supera i 6.500 giri, e anche il motore letteralmente si trasforma.
Con il variatore di fase, in quel passaggio di giri, la potenza si amplifica come se ci fosse il turbo, cosa ovviamente impossibile perché il motore della Honda S2000 è un tradizionalissimo quattro cilindri aspirato.
La sensazione comunque è la stessa, e il motore inizia letteralmente a "strillare" con la spinta che non accenna a fermarsi sino agli 8.300 giri, dove si tocca il picco massimo dei 240 CV.
Riuscire a sfruttare la potenza risulta facile anche per merito dell'ottimo cambio a sei marce, che permette di scegliere quella giusta per ogni curva, con una sesta più "tranquilla" da usare nei tratti autostradali.
Il bello però arriva adesso, perché nelle prime curve della pista Pirelli di Vizzola Ticino, appare subito evidente che nella Honda S2000 non c'è solo la potenza del motore ma anche tanto sano equilibrio di telaio e sospensioni. Nelle curve strette e lente il posteriore parte con derapate di potenza, controllabili con il differenziale Torsen "bloccato" al 25% quando si è in trazione.
L'impianto frenante mi assiste con precisione ed efficacia, perché posso modulare la pressione del freno riuscendo così a gestire meglio la decelerazione.
Un appunto negativo devo farlo alla sistemazione della pedaliera.
L'acceleratore e il freno sono troppo lontani tra loro, e non mi permettono di effettuare il fatidico punta-tacco che mi porterebbe ad avere un ritmo più omogeneo in entrata di curva e, perché no, anche a divertirmi di più.
Nelle curve con velocità da 80 o 90 km/h ho un leggero ritardo nell'inserimento in traiettoria.
Questo può essere legato alla scelta di montare pneumatici anteriori di misura inferiore rispetto a quelli posteriori.
Davanti la scelta è caduta sui 205/55 mentre dietro ci sono i 255/55, sempre montati sui nuovi bellissimi cerchi in lega da 17 pollici.
È ovviamente un compromesso che nasce dalla voglia di non utilizzare l'antipattinamento e, quindi, di proporre una vettura divertente ma anche capace di garantire sicurezza e stabilità.
Quest'ultima si ottiene anche grazie al rollio quasi inesistente, così com'è davvero ridottissimo il trasferimento dei pesi longitudinali in frenata o accelerazione.
Sull'asciutto le reazioni della Honda S2000 mi hanno ricordato l'incisività e la reattività delle vere macchine da corsa.
La pista di Vizzola della Pirelli, però, può usufruire anche dell'irrigazione artificiale e, con un mezzo così divertente, non mi faccio ripetere due volte il suggerimento.
Dopo aver chiuso la capote elettrica, riparto sul fondo bagnato, dove la Honda S2000 mi conferma di avere grandi qualità per il divertimento puro.
C'è da sottolineare però che la grande rigidità del telaio e la potenza di 120 CV litro, senza il controllo di trazione, devono far riflettere: le reazioni in alcune circostanze, infatti, sono davvero repentine ed è necessario essere sempre concentrati e pronti, specie con il controsterzo.
Tornando verso la città ho potuto saggiare le doti di questa roadster nell'uso quotidiano e, quindi, nella guida tranquilla.
In autostrada la Honda S2000 ha dimostrato di avere un fruscio della capote contenuto, mentre a vettura tutta aperta, e fino alle velocità consentite dal codice, il comfort acustico e del climatizzatore sono comunque buoni, a livello delle roadster migliori.
Per completare l'apertura del tettuccio si può usare una copertura semirigida, solitamente stivata nel baule, che abbellisce la linea ma risulta poco agevole da mettere e togliere.
Nel traffico cittadino la Honda S2000, oltre a farsi ammirare, non pone problemi se non quelli della visibilità posteriore ridotta.
Ma, considerando la qualità, il prezzo e il divertimento, l'obiettivo è stato pienamente e ampiamente raggiunto.