FIAT: LANCIA DEDRA DIFETTOSE;INDAGATO EX AD PAOLO CANTARELLA
(ANSA) - BARI, 10 OTT - L'ex amministratore delegato della Fiat Paolo Cantarella è indagato per cooperazione in lesioni personali colpose dalla Procura di Bari nell'ambito dell' inchiesta relativa a neoplasie diagnosticate ad automobilisti che avevano in uso vetture del gruppo Fiat - specialmente Lancia Dedra - che l'accusa ritiene difettose. Assieme a Cantarella sono indagati per lo stesso reato sei dirigenti della produzione, del personale, del post-vendita e delle campagne di richiamo della Fiat in servizio all'inizio degli anni '90, periodo in cui fu commercializzata con grande successo la vettura. A quanto si e' saputo, l'ipotesi di reato avanzata dal pm inquirente del Tribunale di Bari, Renato Nitti, nei confronti dei sette, almeno al momento, riguarda neoplasie diagnosticate su una persona che per anni ha guidato Lancia Dedra e che negli anni scorsi ha denunciato i fatti alla Procura di Bari. Si tratta di un ex responsabile di zona di Fiat-Lancia, Sergio Albrizio, di 59 anni, di Bisceglie (Bari), affetto da carcinoma renale e da altre patologie, che dal 1982 al 1996 ha utilizzato, per ragioni di servizio, 16 vetture aziendali scelte dalla Fiat: sei Lancia Delta, cinque Lancia Prisma e cinque Lancia Dedra. Secondo le indagini del pm Nitti, il cx (coefficiente di penetrazione aerodinamica) della Dedra (ritenuto ottimo dai tecnici) provocava sul retro della vettura vortici d'aria che trattenevano i gas di scarico nella parte posteriore. A causa di quattro fori posti sotto la scocca, e di due finestrelle posizionate sotto i parafanghi posteriori, i gas di scarico entravano nella vettura e intossicavano chi si trovava all'interno. A quel punto, nel momento in cui veniva aperto (per necessità) almeno un finestrino si creava l'effetto depressione e i gas di scarico entravano tutti nella vettura. L'ipotesi di reato avanzata nei confronti di Cantarella e dei sei dirigenti Fiat è stata formalizzata con un'informazione di garanzia notificata qualche tempo fa, dopo che il pm Nitti ha acquisito documenti e raccolto numerose testimonianze. All'esito degli accertamenti il magistrato ritiene di aver acquisito elementi utili per poter provare, allo stato degli atti, il nesso di causalità tra le patologie tumorali sorte in alcuni automobilisti italiani, che sono persone offese nel procedimento, e il difetto riscontrato sulle autovetture. Nesso questo - a quanto si è potuto sapere - che è contestato da legali e consulenti del gruppo Fiat. Il pm avrebbe inoltre in corso accertamenti per verificare se il nesso di causalità tra il difetto e l'insorgere di malattie tumorali abbia provocato lesioni (o addirittura il decesso) ad altri automobilisti. Sulla vicenda fu avviata anche una causa civile da parte dell'associazione Altroconsumo durante la quale, nel maggio 2002, la quarta sezione civile del tribunale di Torino (giudice Ombretta Salvetti) ha imposto alla Fiat Auto di avvertire con lettera raccomandata i proprietari delle circa 39mila vecchie Lancia Dedra vendute in Italia all'inizio degli anni Novanta e ancora in circolazione, invitandoli a presentarsi nelle officine autorizzate per gli indispensabili controlli al fine di sanare il difetto di fabbricazione. Difetto che, secondo Altroconsumo, sarebbe stato anche noto al gruppo (esiste una circolare del '91 ai concessionari che lo riconosce) ma taciuto ai consumatori.
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