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Per la Suprema corte compiere manovre azzardate con intento "insidioso" è una condotta che va considerata e sanzionata come violenza privata La Cassazione contro i "bulli al volante" Tagliare la strada può costare il carcere
ROMA - Giro di vite della Cassazione nei confronti degli automobilisti prepotenti. Compiere manovre azzardate, cimentarsi in brusche frenate con intento "insidioso", ostacolare il sorpasso e tagliare la strada alle altre autovetture sono tutte condotte che vanno considerate come violenza privata. Lo ha stabilito la Quinta sezione penale della Suprema corte che bolla questi comportamenti come una vera e propria violenza privata punibile perfino con la reclusione.
I giudici di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso di S.T., un 46enne di Udine condannato dal tribunale friulano a 15 giorni di reclusione. L'uomo, durante un sorpasso in autostrada, alla guida della sua Porsche e in compagnia di una donna e di un bambino, aveva lampeggiato insistentemente a un altro automobilista, M.B., per avere la corsia libera. Ma il peggio doveva ancora arrivare: dopo aver concluso il sorpasso, S.T. aveva iniziato a compiere manovre azzardate con frenate improvvise e violenti cambi di direzione. Tutti atteggiamenti che impedivano al conducente del veicolo appena sorpassato di circolare liberamente, costringendolo a brusche frenate.
Non contento, l'imputato aveva anche cominciato a suonare il clacson e a fare 'gestacci' all'altro automobilista. Comportamenti che erano costati al guidatore scorretto una denuncia e poi una condanna per ingiuria e violenza privata. Sentenza confermata dalla Corte d'Appello di Trieste nel novembre 2005.
La Suprema Corte ha bocciato il ricorso dell'imputato che, tra l'altro, contestava l'accusa di violenza privata: "Integra il reato di violenza privata la condotta del conducente di autoveicolo - si legge nella sentenza n. 42276 - il quale compia deliberatamente manovre insidiose al fine di interferire la condotta di guida di un altro utente della strada, realizzando così una privazione della libertà di determinazione e di azione della persona offesa".
Sandro T. è stato inoltre condannato a una multa di 300 euro per ingiuria per aver fatto anche un gestaccio con il dito medio della mano all'altro automobilista e al pagamento di 500 euro alla cassa delle ammende.
(27 dicembre 2006)
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