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Nino |
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Novembre 28, 2007, 16:39:37 pm |
Utente standard, Monocilindrico, 1 posts |
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Ciao Saturnv, condivido il tuo parere, spesso tanta gente parla S E N Z A conoscere l'argomento. Io ho due Kawasaki 750 Mach IV e due 500 Mach III tutte funzionanti e parlo per esperienza diretta e attuale, non per quello che ... credo ... mi abbia raccontato il cugino ... dell'amico ... del mio amico ... di mio ... cognato!!!
Intanto nel mercato delle moto d'epoca esemplari BEN RESTAURATI o PERFETTAMENTE CONSERVATI valgono delle belle cifre: - oltre 10mila euro una 500 H1 '69, - circa 8mila quella del '70, circa 6.500 l'H1A del '71, altrettanto l'H1B '72, - da 4000 a 5000 euro le più recenti H1D, H1E, H1F. - per la Mach IV 750 H2 si parla di 10.000 euro e oltre per la 1° serie del '72 e 7-8000 per le altre.
Questa è la realtà e questo è il mercato a dispetto delle quotazioni delle varie riviste del settore che, per non alimentare movimenti speculativi (giustamente) tendono a dare valutazioni un po' più basse.
Quanto poi ai giudizi di carattere tecnico, beh, al di là dei difetti e della cattiva fama, le caratteristiche di queste moto vanno inquadrate nel contesto storico, tecnico e tecnologico dell'epoca. Se dovessimo esaminarle con parametri di riferimento odierni, quasi TUTTE le moto d'epoca sarebbero da gettare nella spazzatura! La mitica e affascinante Guzzi Falcone 500 a volano esterno, in dotazione alle forze di polizia (mica ai postini di quartiere!) fino alla metà degli anni '70 dava (non scherzo!) 18,9 cv a 4.500 giri min. e raggiungeva a malapena i 120 km orari!
E' vero, le prime 500 Mach III avevano freni a tamburo sottodimensionati e sospensioni insufficienti, il baricentro squilibrato verso il posteriore, unito all'eccezionale potenza (per l'epoca) dei motori provocava facili impennate, queste caratteristiche, NELLA GUIDA VELOCE, le rendevano pericolose, ;
- dal 1972, anno in cui fu commercializzata la Mach IV 750, TUTTE le versioni furono dotate di forcelle più robuste e freno anteriore a disco discretamente efficiente, uno dei migliori disponibili a quel tempo, identico a quello dalle Honda CB 750, frenava pochino, ma allora sembrava un portento, a quel tempo nessuna moto italiana era dotota di freni a disco.
La potenza dichiarata della Kawasaki 750 Mach IV era di 74CV a 6800g/min, la più potente moto dell'epoca in assoluto, dotata di un'accelerazione mai vista fino ad allora (12,17 sui 400 mt.) più potente della Laverda 750 e della Guzzi V7 Sport.
La velocità massima sia per la 500 che la 750 superava abbondantemente i 190 Km/h e SOLO la V7 Sport, in pianura, riusciva a fare un po' meglio.
Purtroppo le caratteristiche della ciclistica rendevano molto difficile e pericoloso per il pilota controllare un motore così esuberante. Anche il motore della 500 Mach III con i suoi 60 CV rimase imbattibile per anni!
La Guzzi V7 Sport aveva un'impostazione molto più corsaiola e un telaio eccellente che le consentivano di godere di elevate prestazioni con una sicurezza molto maggiore. In accelerazione, sui 400mt. con partenza da fermo la Kawa 750 era assolutamente imbattibile, ma in una pista velocissima come quella di Monza, dove Motociclismo fece una prova comparativa, le bicilindriche italiane, e specialmente la V7 Sport, nei curvoni veloci recuperavano alla grande. Agli appassionati di meccanica e di motori sportivi il suono del 3 cilindri 2 tempi ricorda un reattore e mette ancor oggi i brividi a chi lo ascolta.
Nonostante i loro difetti rimangono tutt'oggi estremamente interessanti ed originali dal punto di vista tecnico e, PER ME, anche belle e T E R R I B I L M E N T E affascinanti.
Ciao, Nino
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Loggato
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oscar |
all in all it's just another brick in the wall |
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Novembre 30, 2007, 21:20:58 pm |
Utente standard, V12, 6073 posts |
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era un'icona. ricordata dall'indimenticabile hunter thompson . "avevo guidato una kawasaki triple sotto acidi. in ogni bar di motociclisti sentivo storie terribili su quella kawasaki........."
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il mio sogno è sempre stato correre più veloce di tutti, più veloce del tempo stesso A. Senna
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Loggato
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lothar |
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Dicembre 01, 2007, 16:29:08 pm |
Visitatore, , posts |
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Loggato
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&re@ |
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Dicembre 04, 2007, 09:29:37 am |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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FORSE era un raffreddamento misto aria-olio, ma non sono sicuro.
Direi di no, quello in Suzuki lo hanno sempre identificato con la sigla SACS. La GT 380 era raffreddata semplicemente ad aria, opportunamente convogliata. Anzi, nemmeno tanto "opportunamente": se non ricordo male, il cilindro centrale aveva problemi di surriscaldamento e conseguente grippaggio.
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Loggato
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alura |
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Dicembre 04, 2007, 10:54:54 am |
webmaster, V12, 50851 posts |
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Direi di no, quello in Suzuki lo hanno sempre identificato con la sigla SACS.
Suzuki Advanced Cooling System
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Kia Sorento = Oso nei Kart
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baranzo |
Nothing's as it seems! |
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Dicembre 04, 2007, 10:59:47 am |
Global Moderator, V12, 27239 posts |
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ma il SACS non è lo Strategic Air Command System?
SACS letto all'inglese sembra avere un significato diverso...
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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baranzo |
Nothing's as it seems! |
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Dicembre 04, 2007, 11:17:29 am |
Global Moderator, V12, 27239 posts |
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così vediamo se il tuo filtro finge... SEX si pronuncia SECS SUCKS si pronuncia SACS E il mio filtro rompe solo se la parola è nell'indirizzo
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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