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Eva |
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Febbraio 22, 2007, 11:38:19 am |
Utente standard, V12, 3730 posts |
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L'ASI è un ente pubblico o privato?
L'Asi per prima cosa non è un ente, ma è un Club o associazione, che dir si voglia, assolutamente privato. Dovrebbe non avere finalità a scopo di lucro, come ogni associazione di questo genere, ma a giudicare dal villone in cui hanno trasferito la sede.... E' un club, come altri in Italia, ai quali lo Stato si appoggia per il riconoscimento di auto o moto veicoli di interesse storico. Nulla più.
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La famiglia: Fiat 124 Sport Spider AS 1.4 - 1968 Fiat Campagnola AR59 - 1970 Fiat Panda 4x4 Sisley - 1987 Mercedes Vito 130 - 2004 Subaru XV 2.0 D Unlimited - 2016
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Loco |
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Febbraio 22, 2007, 12:31:32 pm |
Utente standard, V12, 1755 posts |
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L'Asi per prima cosa non è un ente, ma è un Club o associazione, che dir si voglia, assolutamente privato. Dovrebbe non avere finalità a scopo di lucro, come ogni associazione di questo genere, ma a giudicare dal villone in cui hanno trasferito la sede.... E' un club, come altri in Italia, ai quali lo Stato si appoggia per il riconoscimento di auto o moto veicoli di interesse storico. Nulla più.
Beh un soggetto privato ha tutti i diritti di lucrare oppure, di raccogliere fondi al fine di promuovere le attività dell'associazione stessa. Quello che è pazzesco è che lo Stato e delle leggi dello Stato vincolino dei diritti dei cittadini alle prestazioni di un soggetto privato.
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Loggato
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Eva |
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Febbraio 22, 2007, 12:48:36 pm |
Utente standard, V12, 3730 posts |
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Beh un soggetto privato ha tutti i diritti di lucrare oppure, di raccogliere fondi al fine di promuovere le attività dell'associazione stessa.
Quello che è pazzesco è che lo Stato e delle leggi dello Stato vincolino dei diritti dei cittadini alle prestazioni di un soggetto privato.
Mi spiace ma non concordo. L'Asi è un club di veicoli storici come un altro. Solo che è stato riconosciuto dallo stato come un club qualificato per il riconoscimento di storicità delle vetture perchè è uno dei club con il maggior numero di iscritti. Lo stato infatti non ti vincola in alcun modo ad un soggetto privato, dice semplicemente che, non essendo lo stato strutturato per effettuare quel tipo di valutazioni ti puoi rivolgere a dei soggetti privati riconosciuti a farlo. Ma morta li. Una volta ottenuto il riconoscimento tu ti puoi beatamente sganciare dal baraccone. E questo all'Asi non gli va giu. I 100.000 iscritti raggiunti l'anno scorso sono in buona parte dovuti ad un boom di richieste di certificazioni per ottenere le esenzioni dal bollo. Gente che una volta ottenuto il pezzo di carta, dell'Asi se ne strafrega perchè magari non solo non rinnova la quota all'Asi, ma nemmeno quella del club che gli ha presentato la pratica. Tanto all'assicurazione basta solo il certificato Asi. Allora per evitare di perdere questo copioso entroito (sono 50 euro a cranio che per 100.000 iscritti fanno 5.000.000 di eurozzi l'anno...) ha messo la gabola del certificato nominativo. MA NON E' LECITO! L'iscrizione nel registro Asi (come in quello RFI) è un diritto che si acquisisce e non scade, o almeno non dovrebbe....
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La famiglia: Fiat 124 Sport Spider AS 1.4 - 1968 Fiat Campagnola AR59 - 1970 Fiat Panda 4x4 Sisley - 1987 Mercedes Vito 130 - 2004 Subaru XV 2.0 D Unlimited - 2016
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Loco |
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Febbraio 22, 2007, 14:17:44 pm |
Utente standard, V12, 1755 posts |
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Mi spiace ma non concordo. L'Asi è un club di veicoli storici come un altro. Solo che è stato riconosciuto dallo stato come un club qualificato per il riconoscimento di storicità delle vetture perchè è uno dei club con il maggior numero di iscritti.
Lo stato infatti non ti vincola in alcun modo ad un soggetto privato, dice semplicemente che, non essendo lo stato strutturato per effettuare quel tipo di valutazioni ti puoi rivolgere a dei soggetti privati riconosciuti a farlo. Ma morta li. Una volta ottenuto il riconoscimento tu ti puoi beatamente sganciare dal baraccone.
E questo all'Asi non gli va giu. I 100.000 iscritti raggiunti l'anno scorso sono in buona parte dovuti ad un boom di richieste di certificazioni per ottenere le esenzioni dal bollo. Gente che una volta ottenuto il pezzo di carta, dell'Asi se ne strafrega perchè magari non solo non rinnova la quota all'Asi, ma nemmeno quella del club che gli ha presentato la pratica. Tanto all'assicurazione basta solo il certificato Asi.
Allora per evitare di perdere questo copioso entroito (sono 50 euro a cranio che per 100.000 iscritti fanno 5.000.000 di eurozzi l'anno...) ha messo la gabola del certificato nominativo. MA NON E' LECITO!
L'iscrizione nel registro Asi (come in quello RFI) è un diritto che si acquisisce e non scade, o almeno non dovrebbe....
Un privato ha il diritto di fare quello che vuole. E' un principio sacrosanto. Se poi saranno troppo avidi, magari nascerà un'altra associazione che farà concorrenza. E' il principio del libero mercato. L'importante è che lo stato non dia dei privilegi a un privato in via esclusiva: è questa secondo me la stortura.
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Loggato
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&re@ |
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Febbraio 22, 2007, 14:18:37 pm |
Utente standard, V12, 77626 posts |
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L'importante è che lo stato non dia dei privilegi a un privato in via esclusiva: è questa secondo me la stortura.
Esatto...
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Loggato
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Eva |
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Febbraio 22, 2007, 18:33:08 pm |
Utente standard, V12, 3730 posts |
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Un privato ha il diritto di fare quello che vuole. E' un principio sacrosanto. Se poi saranno troppo avidi, magari nascerà un'altra associazione che farà concorrenza. E' il principio del libero mercato. L'importante è che lo stato non dia dei privilegi a un privato in via esclusiva: è questa secondo me la stortura.
Il problema è che indirettamente lo stato ha già dato all'Asi un diritto di esclusiva, almeno per quanto riguarda le vetture, in quanto l'Asi è l'unico club riconosciuto in Italia per la certificazione dei mezzi che non siano Fiat, Lancia o Alfa Romeo. Ergo il 90% delle vetture storiche DEVE passare tramite l'Asi se vuole essere in regola con il Codice della Strada e il Ministero delle Finanze.
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La famiglia: Fiat 124 Sport Spider AS 1.4 - 1968 Fiat Campagnola AR59 - 1970 Fiat Panda 4x4 Sisley - 1987 Mercedes Vito 130 - 2004 Subaru XV 2.0 D Unlimited - 2016
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Loco |
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Febbraio 22, 2007, 19:01:41 pm |
Utente standard, V12, 1755 posts |
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Il problema è che indirettamente lo stato ha già dato all'Asi un diritto di esclusiva, almeno per quanto riguarda le vetture, in quanto l'Asi è l'unico club riconosciuto in Italia per la certificazione dei mezzi che non siano Fiat, Lancia o Alfa Romeo. Ergo il 90% delle vetture storiche DEVE passare tramite l'Asi se vuole essere in regola con il Codice della Strada e il Ministero delle Finanze.
Infatti: la stupidaggine è che un privato abbia questa esclusiva. Perchè il privato ha tutto il diritto di approfittarne. Ovviamente lo Stato potrebbe anche imporre delle condizioni. Ma il privato potrebbe anche dire "a queste condizioni non ci sto" e rifiutarsi di offrire il servizio. In un paese "normale" lo stato dovrebbe definire i requisiti dell'ente certificatore e definire gli eventuali vincoli (di prezzo, di accesso al servizio ecc...) e poi fare un concorso pubblico a cui vari soggetti possono partecipare. Se possibile infine gli enti certificatori dovrebbero essere più di uno in modo da avere una sana concorrenza. Se non fosse possibile come nel caso del gestore delle autostrade, allora può essere imposto un controllo, ma il privato che decide di intervenire deve sapere, prima di aderire, a cosa va incontro. Mi sembra, spero di non sbagliarmi, che l'asi, ente privato, si è visto investito di un ruolo che le è stato assegnato dall'alto. E adesso ne approfitta (però non è detto magari effettivamente questo ruolo ha comportato delle responsabilità e dei costi che deve in qualche modo coprire)
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Loggato
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Eva |
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Febbraio 24, 2007, 20:59:49 pm |
Utente standard, V12, 3730 posts |
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Infatti: la stupidaggine è che un privato abbia questa esclusiva. Perchè il privato ha tutto il diritto di approfittarne. Ovviamente lo Stato potrebbe anche imporre delle condizioni. Ma il privato potrebbe anche dire "a queste condizioni non ci sto" e rifiutarsi di offrire il servizio.
In un paese "normale" lo stato dovrebbe definire i requisiti dell'ente certificatore e definire gli eventuali vincoli (di prezzo, di accesso al servizio ecc...) e poi fare un concorso pubblico a cui vari soggetti possono partecipare.
Se possibile infine gli enti certificatori dovrebbero essere più di uno in modo da avere una sana concorrenza. Se non fosse possibile come nel caso del gestore delle autostrade, allora può essere imposto un controllo, ma il privato che decide di intervenire deve sapere, prima di aderire, a cosa va incontro.
Mi sembra, spero di non sbagliarmi, che l'asi, ente privato, si è visto investito di un ruolo che le è stato assegnato dall'alto. E adesso ne approfitta (però non è detto magari effettivamente questo ruolo ha comportato delle responsabilità e dei costi che deve in qualche modo coprire)
Ribadisco un solo concetto l'Asi non è un ente, ma un club e la barzelletta generale è che uno Stato che si rispetti non dovrebbe mai trovarsi ad affidarsi ad un Club di fare le sue veci. Non a caso c'è all'esame un progetto di legge che porti l'Italia al livello delle nazioni confinanti (Germania in testa) dove ad accertare la validità delle condizioni del mezzo sarà un'officina autorizzata dalla Motorizzazione che verificherà così direttamente sia l'efficienza del mezzo che la storicità. Niente più Club così si che si arrogano il diritto di imporre tasse laddove non ce ne dovrebbero essere. Che dite, passerà?...
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La famiglia: Fiat 124 Sport Spider AS 1.4 - 1968 Fiat Campagnola AR59 - 1970 Fiat Panda 4x4 Sisley - 1987 Mercedes Vito 130 - 2004 Subaru XV 2.0 D Unlimited - 2016
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