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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Marzo 09, 2007, 09:53:48 am |
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L'intervista al premio Nobel Rubbia: «L'eolico è inutile Puntiamo su sole e idrogeno» «Creare le condizioni per essere tra i primi. Siamo molto indietro»
MILANO?«L?Italia dovrà darsi un bella regolata per affrontare seriamente i problemi del clima e dell?energia, strettamente legati fra loro nelle scelte da attuare». Con la franchezza che gli è abituale il Nobel Carlo Rubbia non indulge sulla diagnosi di una situazione la cui gravità è, peraltro, sotto gli occhi di tutti. Ma con un filo di ottimismo offre valutazioni e suggerimenti che potrebbero aiutare a invertire la rotta. Clima e energia: quanto si lavora su questi fronti? «È ora di smetterla di organizzare convegni, bisogna rimboccarsi le maniche passando ai fatti. Discutere va bene, ma finora ci si ci è limitati soprattutto a questo impegno che non produce risultati. E la realtà è che continuiamo a comprare troppa energia per mandare avanti il Paese». Un richiamo simile è stato lanciato anche dalla Commissione europea? «Certo, perché il problema è generale. Ho appena partecipato a un meeting con il presidente Barroso e l?indicazione espressa è chiara: in Europa ci sono diversi modi di vedere la questione energetica e climatica, la Francia ad esempio è a favore del nucleare, la Germania no. Ma tutti dobbiamo muoverci verso un obiettivo comune lasciando ad ognuno la libertà di scegliere la via per raggiungerlo ». La questione, però, va ben oltre il Vecchio Continente... «Appunto per questo dobbiamo vedere che cosa fanno i Paesi ipertecnologicizzati come l?America e quelli in via di sviluppo come la Cina e l?India. Di certo l?Europa deve scegliere di essere tra i più avanzati, deve decidere di essere un capofila esportatore di tecnologie perché energia e clima sono anche due grandi affari economici che bisogna cogliere. È proprio su questi temi che l?Europa dimostrerà la sua capacità di soddisfare o meno i propositi stabiliti a Lisbona». E la condizione italiana in questo contesto, come si presenta? «Dobbiamo uscire dalla situazione di instabilità e di conservatorismo nella ricerca e nel mondo industriale che ancora permane. Inoltre non c?è ancora una direzione precisa in cui muoverci». Qualcosa si è fatto, oppure no? «Ben poco, quasi nulla. Adesso è necessario creare le condizioni per essere tra i primi nel gruppo d?avanguardia, altrimenti saremo succubi degli altri Paesi perché la concorrenza sarà aspra in quanto tutti vorranno essere padroni delle tecnologie da vendere capaci di produrre ricchezza e posti di lavoro». Che direzione, secondo lei, è opportuno prendere? «Parlando di energie rinnovabili molto chiacchierate ma poco coltivate, è inutile insistere con l?energia eolica perché di vento ce n?è poco nella Penisola al contrario dei Paesi del Nord o dell?Irlanda. Anche la biomassa rappresenta una nicchia limitata. Invece il sole è l?unica sorgente che abbiamo abbondante e ancora da sfruttare. Noi, con le altre nazioni del Sud Europa, Spagna e Grecia, dobbiamo lavorare su questo fronte anche costruendo impianti solari nel Nordafrica, nel Sahara ad esempio dove ci sono grandi spazi desertici, trasferendo via cavo l?energia prodotta verso la Sicilia. Gli spagnoli, sempre più attivi, hanno già il progetto di una centrale da due miliardi di watt da realizzare in Marocco». E l?idrogeno non è una prospettiva? «Anzi, è una necessità impellente. Se vogliamo affrontare seriamente il riscaldamento del clima bisogna sostituire il combustibile utilizzato dal miliardo di veicoli ogni giorno in transito sulle strade del pianeta generando anidride carbonica. L?idrogeno è l?unica via per sostituire il petrolio ma occorre ancora un buon lavoro di ricerca per utilizzarlo. E se non lo farà l?Italia, lo faranno gli altri. Io raccomanderei ai miei illustri colleghi di impegnarsi di più». Se in Italia si è concluso poco, il problema sono le risorse o cervelli? «Sono le risorse e il sistema, più che i cervelli. A parte i fondi inadeguati alla ricerca, le altre grandi difficoltà derivano dalle strutture bloccate come il Cnr e l?Enea. Il sistema è addormentato e conservativo, non esiste la necessaria organizzazione, non si stabiliscono le priorità e non si lascia spazio alla meritocrazia. Da noi uno Steve Jobs che inventa il personal computer in un garage della California, anche se lo inventasse non riuscirebbe mai a costruirlo e diffonderlo. Le tecnologie che renderanno utilizzabile l?idrogeno saranno rivoluzionarie negli effetti quanto il computer; oltre a risolvere il problema energetico e salvare l?ambiente». Giovanni Caprara 09 marzo 2007
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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Loco |
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Marzo 09, 2007, 10:30:35 am |
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Perchè? E anche se fosse, e quindi?
faccio un esempio estremizzando per farmi capire: se da un litro di petrolio ottengo tot w di energia elettrica e con questa energia ottengo tot idrogeno. Tu prima hai detto che la produzione dell'idrogeno ha un rendimento basso e il motore a idrogeno ha lo stesso rendimento di quello a benzina/gasolio. La mia domanda è: ma è possibile oggi o in futuro che il maggior rendimento della centrale elettrica recuperi l'eccesso di energia necessario per l'elettrolisi? mizzica ho appena riletto quanto ho scritto e non l'ho capito. « Ultima modifica: Marzo 09, 2007, 10:40:09 am da Loco »
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Loggato
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Marzo 09, 2007, 10:39:24 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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faccio un esempio estremizzando per farmi capire: se da un litro di petrolio ottengo tot w di energia elettrica e con questa energia ottengo tot idrogeno. Tu prima hai detto che la produzione dell'idrogeno ha un rendimento basso e il motore a idrogeno ha lo stesso rendimento di quello a benzina/gasolio. La mia domanda è: ma è possibile oggi o in futuro che il maggior rendimento della centrale elettrica recuperi l'eccesso di energia necessario per l'elettrolisi?
"A good many times I have been present at gatherings of people who, by the standards of the traditional culture, are thought highly educated and who have with considerable gusto been expressing their incredulity of scientists. Once or twice I have been provoked and have asked the company how many of them could describe the Second Law of Thermodynamics. The response was cold: it was also negative. Yet I was asking something which is the scientific equivalent of: Have you read a work of Shakespeare's? "I now believe that if I had asked an even simpler question -- such as, What do you mean by mass, or acceleration, which is the scientific equivalent of saying, Can you read? -- not more than one in ten of the highly educated would have felt that I was speaking the same language. So the great edifice of modern physics goes up, and the majority of the cleverest people in the western world have about as much insight into it as their neolithic ancestors would have had." -- C. P. Snow, The Two Cultures and the Scientific Revolution
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Loco |
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Marzo 09, 2007, 10:46:53 am |
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"A good many times I have been present at gatherings of people who, by the standards of the traditional culture, are thought highly educated and who have with considerable gusto been expressing their incredulity of scientists. Once or twice I have been provoked and have asked the company how many of them could describe the Second Law of Thermodynamics. The response was cold: it was also negative. Yet I was asking something which is the scientific equivalent of: Have you read a work of Shakespeare's?
"I now believe that if I had asked an even simpler question -- such as, What do you mean by mass, or acceleration, which is the scientific equivalent of saying, Can you read? -- not more than one in ten of the highly educated would have felt that I was speaking the same language. So the great edifice of modern physics goes up, and the majority of the cleverest people in the western world have about as much insight into it as their neolithic ancestors would have had."
-- C. P. Snow, The Two Cultures and the Scientific Revolution
capito: il senso è che la mia domanda fosse toppo stupida per meritare una risposta da te. Sempre che avessi capito l'inglese, sai anche li non sono molto forte. Come vedessi la mia specialità fossero i congiuntivi. grazie
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Marzo 09, 2007, 11:06:44 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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capito: il senso è che la mia domanda fosse toppo stupida per meritare una risposta da te. Sempre che avessi capito l'inglese, sai anche li non sono molto forte. Come vedessi la mia specialità fossero i congiuntivi.
grazie
Capito male. Il senso è che non sapere il Secondo Pricipio della Termodinamica equivale a non avere mai letto nulla di Shakespeare (per un Britone) o di Dante (per un Italiota). Per il Secondo Principio, la risposta alla tua precedente domanda è no.
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Loco |
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Marzo 09, 2007, 11:38:01 am |
Utente standard, V12, 1755 posts |
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l'automotive deve ( imho ) seguire la strada dell'elettrico combinato con un propulsore termico a basso impatto ( per lo meno fino a che la tecnologia di stoccaggio per l'energia non sarà migliorata ) , la produzione energetica mondiale dovrebbe invece essere basata sul nucleare ( o per lo meno europea ).
che alla fine della fiera è l'unica strada alternativa, industrializzata con un briciolo di successo (Prius).
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Miki Biasion |
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Marzo 09, 2007, 13:44:26 pm |
Utente standard, V12, 42086 posts |
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Chi ha scritto questa roba farebbe meglio a informarsi per bene, sia riguardo l'impatto ambientale delle automobili sia riguardo lo sfruttamento dell'idrogeno sulle auto. Il resto è fuffa.
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"Preferire un cambio robotizzato ad un cambio manuale è come preferire una donna virtuale a Monica Bellucci in carne e ossa"
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Loggato
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