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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
lothar
Marzo 10, 2007, 20:12:26 pm
Visitatore, , posts
Un serbatoio gpl è testato per una pressione di 30 bar contro una pressione di esercizio di 3-6 bar, invece la bombola per metano viene testata ad una pressione di 300 bar per una pressione di esercizio di 220 bar. Ho scritto serbatoio per gpl e bombola per metano non a caso, infatti cambiano la tipologia ed i tipi di controlli dei contenitori.
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
pg "Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!"
Marzo 10, 2007, 20:17:04 pm
Utente standard, V12, 12456 posts
Un serbatoio gpl è testato per una pressione di 30 bar contro una pressione di esercizio di 3-6 bar, invece la bombola per metano viene testata ad una pressione di 300 bar per una pressione di esercizio di 220 bar. Ho scritto serbatoio per gpl e bombola per metano non a caso, infatti cambiano la tipologia ed i tipi di controlli dei contenitori.

Infatti perchè il gpl, avendo una temperatura critica sopra quella ambiente può essere liquefatto per sola compressione, il metano, come l'zoto, l'ossigeno, l'elio e appuno l'idrogeno, no ....

Digital computers = people who count on their fingers
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
pasquale83 ALFA ROMEO cuore sportivo :(
Marzo 10, 2007, 21:58:34 pm
Utente standard, V12, 10074 posts
ma l'idrogeno deve essere anche mantenuto a temperature basse ?
cioè per tenerlo in serbatoi (o bombole) allo stato liquido deve errere tenuto a circa 220bar ... ma anche raffreddato cioè non a temp ambiente?
avevo sentito o letto che così facendo parte dell'idrogeno stesso veniva consumato proprio per mantenere la temp. costante a non so quanto sottozero

A lava' 'a cap' o' ciucc' s' perd o' tiemp', l' acqu' e o' sapon'!!
http://www.racing.unisa.it/
pask1983@hotmail.it Guarda Profilo Email  Loggato 
   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Miki Biasion
Marzo 11, 2007, 00:43:50 am
Utente standard, V12, 42086 posts
sono molte le variabili, la distanza è una di quelle e non è la più importante. Noi abbiamo il vecchio piano di sicurezza, è molto dettagliato. Tra l'altro, noi Italiani abbiamo anche un piano di sicurezza per le centrali oltre il confine, oltre che per le nostre dismesse.

potresti spiegarmi, anche a caratteri generali, cosa prevedono questi piani di sicurezza?

"Preferire un cambio robotizzato ad un cambio manuale è come preferire una donna virtuale a Monica Bellucci in carne e ossa"
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
pg "Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!"
Marzo 11, 2007, 07:53:58 am
Utente standard, V12, 12456 posts
ma l'idrogeno deve essere anche mantenuto a temperature basse ?
cioè per tenerlo in serbatoi (o bombole) allo stato liquido deve errere tenuto a circa 220bar ... ma anche raffreddato cioè non a temp ambiente?
avevo sentito o letto che così facendo parte dell'idrogeno stesso veniva consumato proprio per mantenere la temp. costante a non so quanto sottozero

L'idrogeno ha il suo punto critico a 13 atm e -239 °C. Al di sopra di questa temperatura non può esistere allo stato liquido in nessuna condizione di presssione ...

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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Nickee
Marzo 11, 2007, 12:26:22 pm
Visitatore, , posts
ok Nickee, dici che i km sono importanti..spiegami come: voglio le equazioni, e che tu mi dimostri di averle capite...

Sicuramente non sono del campo e quindi ho conoscenze molto superficiali come suppongo che tu sappia quindi chiedermi di equazioni è solo fazioso.
Ma da quel poco che so se sei a 300km e sei sfigato la nube radioattiva ti può arrivare comunque mentre se sei fortunato ed il vento va in direzione contrario ti "salvi". Se avessi vissuto a chernobyl avresti preferito avere la centrale a qualche km in piu non trovi?

E poi non è solo questione di disastri tipo chernobyl, ma anche di altri problemi che le centrali possono causare, dalla fuga delle acque che servono per il raffreddamento, fuga di radioattività (tokaimura e tsuruga), senza contare il problema delle scorie radioattive.

Inoltre il rischio si valuta moltiplicando la probabilità che l'evento si verifica con i danni che causerebbe. Così un evento con probabilità minime di verificarsi e danni elevati può ottenere lo stesso indice di rischio di un evento con probabilità maggiore ma minori conseguene. Infatti si chiama rischia oggettivo.

E poi i costi...semplicemente si potrebbe dire che il nucleare ha un costo basso, cosa è? 3cent per kw ora (in poche parole piu economico di centrali con fonti rinnovabili, gas e biogas)?
Però questo costo non include:
- Le decine di anni che occorrono per costruire la centrale, i costi opportunità (quanto si sarebbe guadagnato lasciando i fondi in banca con un interesse o occupandoli in altre attività)
- I costi per lo smaltimento delle scorie. Ad esempio il problema di ogni stato occidentale sul dove stoccare le scorie di III grado (le piu radioattive). L'unico deposito è in costruzione in New Mexico da parte degli USA dopo 30 anni di discussioni a riguardo. Tutte le altre scorie sono stoccate direttamente nelle centrali rimandando il problema
- E poi ultimo il costo per lo smantellamento della centrale al termine del ciclo di vita. La IEA ha calcolato che per smantellare le 4 centrali italiane occorrono circa 2miliardi di ?.

Tutti questi soldi potrebbero essere utilizzati per investire nella ricerca per un reattore a fusione nucleare e non a fissione. Per poi non arrivare sempre ultimi

Poi tutto è opinabile. Naturalmente non ci sono solo svantaggi. Ma per me, se si doveva investire nel nucleare lo si doveva fare decine di anni fa e non ora. E prendere decisioni su due piedi, IMHO, è da stupidi.
« Ultima modifica: Marzo 11, 2007, 12:31:00 pm da Nickee »
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
lothar
Marzo 11, 2007, 12:38:35 pm
Visitatore, , posts
...E poi i costi...semplicemente si potrebbe dire che il nucleare ha un costo basso, cosa è? 3cent per kw ora (in poche parole piu economico di centrali con fonti rinnovabili, gas e biogas)?
Però questo costo non include:
- Le decine di anni che occorrono per costruire la centrale, i costi opportunità (quanto si sarebbe guadagnato lasciando i fondi in banca con un interesse o occupandoli in altre attività)
- I costi per lo smaltimento delle scorie. ...
In effetti... stavo pensando che invece di accendere una lampadina, con tutti i disastri e i costi che ne conseguono per la comunità, forse è più sano accendere qualche biglietto da cinque euro (peccato non ci siano più le mille lire, sarebbe costato di meno). Tongue Wink
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Nickee
Marzo 11, 2007, 12:42:29 pm
Visitatore, , posts
In effetti... stavo pensando che invece di accendere una lampadina, con tutti i disastri e i costi che ne conseguono per la comunità, forse è più sano accendere qualche biglietto da cinque euro (peccato non ci siano più le mille lire, sarebbe costato di meno). Tongue Wink

Ma visto che il nuculare non è l'unica scelta possibile....
...logico che discutere con te (per il tuo lavoro) equivale al classico: "è come chiedere all'oste se il vino è buono" Tongue Tongue Tongue Tongue
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
lothar
Marzo 11, 2007, 13:22:48 pm
Visitatore, , posts
Ma visto che il nuculare non è l'unica scelta possibile....
...logico che discutere con te (per il tuo lavoro) equivale al classico: "è come chiedere all'oste se il vino è buono" Tongue Tongue Tongue Tongue
Non è proprio così. Io campo lo stesso se non costruiscono centrali nucleari, anche perchè per il mio lavoro ne ho ancora per 30 anni, senza contare che di nucleare, nel mondo, non esistono solo le centrali ma anche gli ospedali, i laboratori  di fisica, gli aereoporti (essì, anche gli aereoporti hanno qualcosa di radioattivo da qualche parte). Quindi, a me, che costruiscano altre centrali, a ben vedere, potrebbe solo darmi fastidio come a tutti gli altri cittadini. Certo, potrebbero cambiare le mie prospettive di lavoro, ma certo non posso dire di passarmenla male, se invece cambiassi obbiettivo, forse economicamente ci andrei a rimettere un bel pò...
Se sono favorevole al nucleare è perchè lo conosco, conosco la gente che ci ha lavorato, so che impostazione darebbero al nostro nucleare, so che nel medio termine non c'è alternativa seria, anche perchè quando è stata data l'alternativa, in moltissimi si sono tirati indietro, dalle amministrazioni alla cittadinanza. Già abbiamo fatto questo discorso, e tu lo ricordi benissimo. Le cose non sono cambiate da allora. Non si vuole il nucleare, benissimo, hanno provato con l'eolico (che non è ad impatto zero, non esiste impatto zero!!) e la gente non ha voluto perchè deturpa il paesaggio, le turbogas hanno il PM10 e fanno rumore, il carbone è sempre un fossile e inquina comunque malgrado i filtri, il petrolio neanche a parlarne, l'idroelettrico in Italia è già sfruttato dove possibile e ha un impatto tremendo per la geografia di una provincia, vogliamo fare il solare? Già tempo fa abbiamo fatto i calcoli, per fornire di energia (solo di giorno e con il bel tempo) una città come Latina, 100.000 abitanti circa, tralasciando le utenze industriali, artigianali e commerciali (pensa a quante lampadine e climatizzatori ci sono in un centro commerciale!!), dovremmo riempire di pannelli solari tutta la provincia di Latina. E' ecologico? Ha impatto zero? E' a costo ridotto? NO;NO; NO! Non lo è.
Si potrebbe fare un discorso di integrazione tra un sistema ed un altro, ma non si può lasciare fuori il nucleare perchè è l'unico che ti farebbe rientrare dei costi degli altri sistemi e ti darebbe "ossigeno" (tempo, denaro e esperienza tecnologica) per la ricerca di altre fonti di energia rinnovabile o a basso impatto ambientale.
Tornando alle auto, in non credo all'idrogeno, troppi problemi. Credo più all'energia elettrica, con motori elettrici, batterie e sistemi di ricarica efficenti. Anche qui è da integrare la tecnologia tra i vari componenti. Ancora più probabile, secondo me, un sistema basato sul trasporto collettivo, di fatto è il più economico, in alcuni paesi con una sensibilità ed intelligenza ambientalista più evoluta della nostra è già a buon punto, funziona. Il tutto integrato con l'uso della bicicletta o motorini elettrici per i brevi spostamenti in città, e con l'automobile relegata all'uso "fuori porta" a scopo ludico, perchè anche a lungo raggio è possibile utilizzare altro mezzo di trasporto.
In sostanza, tra 100 anni, nessuno di noi avrà l'auto di proprietà (e qui non potrò essere smentito mai!  Tongue), le auto non avranno più il motore a scoppio (o a combustione interna), tutti prenderemo il tram o il filobus. Qualcuno andrà a cavallo, molti a piedi. In pratica, come 100 anni fa.
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
lothar
Marzo 11, 2007, 14:47:06 pm
Visitatore, , posts
potresti spiegarmi, anche a caratteri generali, cosa prevedono questi piani di sicurezza?

Copi ed incollo dal sito Sogin

PIANO DI SICUREZZA INTERNA
In caso di contaminazioni radioattive non previste o di eventi accidentali comportanti un
significativo incremento dell?esposizione all?interno dell?installazione, l?esercente è
tenuto, indipendentemente dal tipo di sorgente e di installazione, a prendere le misure
idonee ad evitare l?aggravamento del rischio, a norma dell?art. 100 comma 1 del
decreto legislativo n.230/95, garantendo altresì il rispetto dei principi generali di
ottimizzazione e di limitazione delle dosi individuali. Ciò comporta la necessità di
predisporre procedure di intervento specifiche, che possono concretizzarsi in
documenti di vari genere.
Nelle installazioni più semplici, a livello di piccolo laboratorio o di gabinetto medico, è
normalmente sufficiente inserire adeguate procedure di intervento nelle norme interne
di radioprotezione o in ordini di servizio specifici. In impianti più complessi, per i quali è
appropriata l?adozione di un Manuale di operazione, le procedure di intervento per i
casi eccezionali sono di norma inserite nel manuale stesso; nel caso degli impianti
nucleari propriamente detti, così come definiti nell?art. 7 del decreto legislativo
n.230/95, il manuale di operazione è obbligatorio e deve contenere in allegato un
manuale di istruzioni per le situazioni eccezionali. Per impianti di particolare
complessità, o per centri ospitanti più attività oltre ad uno o più impianti nucleari,
vengono adottati specifici piani di emergenza interna, finalizzati a fronteggiare le
situazioni di rischio anomalo all?interno dell?intera installazione. Si tratta, in tutti questi
casi, di piani di intervento la cui responsabilità è affidata a operatori interni che devono
per questo ricevere una preparazione particolare.
Negli impianti nucleari propriamente detti, il piano d?emergenza interna, e le sue
eventuali modifiche successive, vengono elaborati dal Collegio dei delegati di
sicurezza dell?impianto stesso, d?intesa col Comando provinciale dei VVF.
I piani di emergenza interni scattano all?instaurarsi di particolari condizioni di pericolo,
che possono essere rilevate personalmente dagli addetti o segnalate in modo
automatico da appositi sistemi di allarme (ad esempio, segnalazioni di alta attività a
contatto, nell?aria ambiente o nei fluidi di processo), che generalmente attivano anche
procedure automatiche di interblocco e di isolamento.
A valle della rilevazione delle condizioni di emergenza, i piani prevedono in primo
luogo la segnalazione visiva e acustica delle condizioni di pericolo e l?adozione di
contromisure quali l?evacuazione e l?isolamento dei locali interessati, la prestazione dei
primi soccorsi agli eventuali infortunati, la notificazione dell?accaduto all?autorità di
controllo nelle forme previste dalla legge, l?interruzione dei processi produttivi in atto, il
monitoraggio della radioattività ambientale, l?analisi della situazione dell?impianto e
l?intervento di squadre di emergenza interne (personale) o esterne (vigili del fuoco,
protezione civile) opportunamente attrezzate.
Scopo principale di questi piani è quello di contenere all?interno di un?area la più
ristretta possibile le conseguenze radiologiche del malfunzionamento o dell?incidente
iniziale, minimizzandone contemporaneamente l?impatto sanitario e ambientale.
L?efficacia e la rispondenza dei piani e delle strutture di intervento sono continuamente
controllate, anche attraverso lo svolgimento di programmi di formazione e di
esercitazioni periodiche.
Un aspetto fondamentale delle attività di gestione dell?emergenza riguarda la
valutazione delle possibilità che il rischio radiologico possa estendersi anche
all?esterno dell?installazione, in modo da poter avviare le dovute contromisure e
procedere, a seconda dei casi, ad una delle seguenti forme di comunicazione alle
pubbliche autorità:
Ove sussistano ?significativi incrementi del rischio di contaminazione dell?ambiente e di
esposizione delle persone? all?esterno del perimetro dell?installazione: immediata
comunicazione dell?esercente al Prefetto ed agli organi del servizio sanitario nazionale
(SSN) competenti per territorio, che a loro volta ne danno comunicazione all?ANPA (art.
100 D.Lgs. 230/95);
In caso di ?situazioni eccezionali? in cui gli eventi possono comportare, sempre
all?esterno del perimetro dello stabilimento, rilevante contaminazione dell?aria, delle
acque, del suolo o di altre matrici, al di là dei livelli che saranno precisati in appositi
decreti: immediata informazione dell?esercente al prefetto, al comando provinciale dei
VVF, agli organi del SSN competenti per territorio, all?ANPA e, in alcuni casi, al
comandante del compartimento marittimo e all?ufficio di sanità marittima (art. 101
D.Lgs. 230/95);
Nel caso degli impianti nucleari propriamente detti, ove si verifichi un ?qualsiasi
incidente nucleare che comporti pericoli per la pubblica incolumità o per i beni?:
immediata comunicazione del direttore di impianto a prefetto, regione o provincia
autonoma interessata, comandante provinciale dei VVF, ANPA, organi del SSN
competenti per territorio (art. 122 D.Lgs. 230/95); quest?ultima comunicazione
costituisce il primo passo per l?attuazione del piano di emergenza esterna.

PIANO DI SICUREZZA ESTERNA
 Per ciascuno degli impianti nucleari propriamente detti, viene predisposto un piano di
emergenza esterna, che prevede l?insieme coordinato delle misure per la protezione
della pubblica incolumità, della popolazione e dei beni da prendersi, con la dovuta
gradualità, nel caso di un incidente nucleare che comporti pericoli per la pubblica
incolumità. I piani di emergenza esterna sono perciò finalizzati per l?organizzazione
degli  interventi allorché esista un rischio concreto che le salvaguardie impiantistiche e
gestionali non riescano a contenere le conseguenze di un incidente radiologico
sviluppatosi in un impianto o in un?installazione nucleare all?interno dell?impianto stesso.
Contrariamente a quanto accade per i piani di emergenza interna, la responsabilità dei
piani di emergenza esterna, data la scala e la portata degli interventi richiesti, compete
alla strutture pubbliche preposte. La predisposizione del piano avviene sulla base del
rapporto tecnico sui ?presupposti del piano di emergenza esterna?, redatto
dall?esercente, della conseguente relazione critica riassuntiva dell?ANPA e del parere
della Commissione Tecnica per la sicurezza nucleare e la protezione sanitaria,
secondo i lineamenti generali indicati dal Consiglio nazionale della protezione civile,
istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ?Dipartimento della protezione
civile. La responsabilità della predisposizione del piano compete al prefetto della
provincia ove ha sede l?impianto considerato. L?approvazione finale, sempre da parte
del prefetto, è preceduta da un esame dell?ANPA, che può formulare osservazioni,
sentita la Commissione Tecnica già indicata.
Per lo svolgimento di questi suoi compiti il prefetto si avvale di un comitato operante
alle sue dipendenze ove sono rappresentate tutte le strutture territoriali che potrebbero
essere coinvolte nella sua attuazione (Questura, Comando provinciale VVF, organi del
SSN, organi veterinari, Ispettorato provinciale del lavoro, Genio civile, Ispettorato
compartimentale motorizzazione civile, comando militare territoriale, Ministero
dell?industria, compartimenti marittimi, oltre a due esperti dell?ANPA e ai rappresentanti
della regione (o provincia autonoma) e dell?esercente.
L?attuazione del piano di emergenza esterno avviene a seguito della comunicazione
del direttore di impianto. Il prefetto avvia le azioni previste dal piano, informando
immediatamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della protezione
civile e le altre autorità interessate. Il comandante provinciale dei VVF attua nel
contempo i primi interventi di soccorso tecnico urgente nell?ambito del piano.
Queste azioni, come le successive, vengono attuate secondo le disposizioni della
legge 24 febbraio 1992, n. 225, che specifica, tra l?altro, le modalità per la di
proclamazione e la revoca dello stato di emergenza e per il conseguente esercizio del
potere di emanazione di ordinanze, anche in deroga alle disposizioni vigenti. In
particolare il prefetto assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello
provinciale, adotta i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi, vigila
sull?attuazione, da parte delle strutture provinciali di protezione civile, dei servizi urgenti,
anche di natura tecnica e può agire in qualità di delegato del Presidente del Consiglio
dei ministri o del Ministro della protezione civile.
Le possibilità di intervento sono molteplici e possono prevedere, a seconda della
gravità dell?incidente, misure di divieto di accesso a determinate aree a rischio,
interruzione o dirottamento del traffico veicolare, provvedimenti volti a limitare il
consumo di determinate derrate alimentari, distribuzione e somministrazione di farmaci
protettivi, inviti alla popolazione a rimanere nelle case, fino a provvedimenti di
evacuazione temporanea della popolazione dalle aree interessate.
Nei casi in cui la localizzazione dell?impianto rende prevedibile l?estensione del
pericolo a più provincie, un piano di emergenza esterna deve essere predisposto per
ciascuna delle provincie interessate, previa intesa tra i rispettivi prefetti (piano
interprovinciale). Il coordinamento dei piani provinciali è demandato al prefetto della
provincia ove è localizzato l?impianto.
Fuori del caso degli impianti nucleari propriamente detti, sono oggetto di valutazione,
ai fini della loro eventuale inclusione nei piani di intervento previsti dalla legge 24
febbraio 1992 n. 225, gli impianti e le situazioni che possono determinare per il gruppo
di riferimento della popolazione il superamento di una dose efficace di 5 mSv nell?arco
di un anno.
 
 
 
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Miki Biasion
Marzo 11, 2007, 14:50:26 pm
Utente standard, V12, 42086 posts
Grazie mille Lothar

"Preferire un cambio robotizzato ad un cambio manuale è come preferire una donna virtuale a Monica Bellucci in carne e ossa"
Guarda Profilo  Loggato 
   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
lothar
Marzo 11, 2007, 16:16:33 pm
Visitatore, , posts
Grazie mille Lothar
Per me è un piacere informare, prima ancora di esprimere un parere  Grin
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
mariner Chi ha toccato il freno a mano?
Marzo 11, 2007, 16:54:05 pm
Staff, V12, 23947 posts
Ma visto che il nuculare non è l'unica scelta possibile....

perchè ? come? visto che dici di non essere fazioso...dimostrami come? di quanti TW (tera watt) è il fabbisogno energetico nazionale? quanti ne puoi produrre con il solare? quanti con l'eolico? quanti con le biomasse? non è diffcile...è un conto semplice per chiunque abbia un minimo di cervello..però bisogna aver voglia di farlo anzichè fare i toui soliti copia e incolla..

parli di vento...lo sai nel nord italia da dove arriva il vento prevalente? perchè se ho una centrale a 50 km..ma in posizione che è sottovento rispetto a me per il 90% dei giorni anni..il pericolo di ricaduta si riduce in proporzione, per me...(per chi è sottovento alla centale aumente..

ci hai pensato? no...al solito hai scritto (o meglio copiato)..."eh ma il vento"...

ed i fiumi? andamento della corrente? maree? presenza di catene montuose...


come al solito fai il "tuttologo" che pretende di saper tutto, ed in realta sta solo scopiazzando cose di qua e di là senza neanche capire veramente...


L'ortografia della lingua italiana è freeware, ciò significa che è possibile usarla gratuitamente. Tuttavia non è Opensource, quindi non è possibile modificarla o pubblicarne forme modficate.
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   Re: Petizione per distributori di idrogeno   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
lothar
Marzo 11, 2007, 17:23:53 pm
Visitatore, , posts
Sempre dal sito della Sogin, la società che gestisce il nucleare in Italia per conto dello Stato e controllata da un'agenzia dello Stato.

SOGIN si avvale di tecnologie strumentali e software avanzati per il monitoraggio ed il controllo delle matrici ambientali, progetta e gestisce modelli matematici, sviluppa analisi di rischio industriale di impianti ed attività complessi, realizza Sistemi Informativi Territoriali.

 

Per la salvaguardia dell?ambiente e del territorio:

monitoraggio dell?ambiente e del territorio
- Progettazione ed esecuzione di indagini di monitoraggi ambientali per suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, rumore e campi elettromagnetici.
- Progettazione, acquisizione e gestione di reti fisse di monitoraggio ambientale.
- Modellazioni della dispersione e diffusione di inquinanti in atmosfera e in falda e modellazioni acustiche.
- Realizzazione di Sistemi Informativi e Informatici per l'implementazione e aggiornamento dei dati.
valutazione del danno ambientale
- Valutazione del danno ambientale secondo la disciplina del nuovo Codice dell?ambiente.
- Attività finalizzate alla determinazione del danno e quantificazione economica del danno attraverso la valutazione, l?accertamento e la documentazione dello scenario e degli effetti sulle diverse componenti ambientali.
- Analisi economica delle esternalità e delle passività ambientali.
valutazione di rischio in campo ambientale
- Interpretazione dei dati di base e realizzazione di modelli di simulazione di eventi e predisposizione di scenari di rischio.
- Sviluppo di sistemi di raccolta ed elaborazione delle informazioni e di sistemi di supporto alle decisioni.
- Studi e progettazione per la prevenzione, riduzione o rimozione del rischio naturale e antropico.
studi di impatto e di compatibilità ambientale
- Studi di caratterizzazione ambientale, socio-economici ed analisi demografiche e territoriali.
- Redazione di studi di impatto e compatibilità ambientale.
caratterizzazione e bonifica di siti industriali
- Due diligence ambientali.
- Audit ambientali (ISO 14001 e EMAS).
- Progettazione ed applicazione di sistemi di gestione ambientale (ISO 14001 e EMAS).
- Assistenza e consulenza tecnica alle Autorità competenti e/o ai gestori d'impianti industriali nell'ambito dei procedimenti finalizzati al rilascio, rinnovo e riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (direttiva IPPC) e relativi adempimenti.
analisi di sicurezza
- Analisi, valutazioni qualitative-quantitative e stima delle conseguenze legate alla presenza di installazioni industriali ed allo sviluppo di attività complesse sulla salute dei lavoratori e della popolazione.
- Sviluppo di piani di emergenza per incidenti e anomalie di funzionamento per gli impianti a rischio.
- Rapporti di localizzazione e di sicurezza per impianti a rischio.
sitologia
- pianificazione ed analisi territoriali ed ambientali di vaste porzioni di territorio, effettuate tramite l'impiego di strumenti GIS, finalizzate alla localizzazione di siti idonei ad ospitare impianti e infrastrutture industriali.
geologia e geo-ingegneria
- Studi, rilevamenti e caratterizzazioni nel campo geologico, geologico-strutturale, geomorfologico, idrogeologico, geofisico, geotecnico e geologico-ingegneristico.
- Assistenza, consulenza e supporto decisionale per gare alla progettazione e alla realizzazione di opere civili e industriali sia in superficie che in sotterraneo.
- Valutazione ed analisi previsionale delle problematiche relative ai rischi naturali e definizione delle attività di mitigazione.
sismologia e analisi sismiche
- Studi e caratterizzazioni nel campo sismologico e della ingegneria sismica.
- Studi sismotettonici per la determinazione dei parametri sismici di progetto di impianti ad elevata esposizione.
- Gestione, manutenzione e potenziamento della Rete Accelerometrica Nazionale dal 1972.
- Raccolta dati e realizzazione di banche dati e cataloghi sismici.
- Modellazioni sismotettoniche.


Tutto questo, per il controllo dei siti nucleari in Italia e nel Mondo.
« Ultima modifica: Marzo 11, 2007, 17:25:29 pm da Lothar »
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pg "Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!"
Marzo 11, 2007, 17:54:47 pm
Utente standard, V12, 12456 posts
Ma visto che il nuculare non è l'unica scelta possibile....
...logico che discutere con te (per il tuo lavoro) equivale al classico: "è come chiedere all'oste se il vino è buono" Tongue Tongue Tongue Tongue

Ti ricordo sempre che a trenta km da casa tua c'è un reattore nucleare ...

Digital computers = people who count on their fingers
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