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mariner
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&re@ |
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Aprile 24, 2008, 09:31:44 am |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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Sono pronto a scommettere che l'articolo contenga qualche imprecisione, quindi sarà pane per i denti di pg, tuttavia è interessante e ve lo propongo, da ignorante, così com'è. Da http://www.motociclismo.it/edisport/moto/notizie.nsf/SommarioPub/8631A59D84C15876C1257434002BFD50?OpenDocumentFino a qualche anno fa poco più di una curiosità da laboratorio, i nanomateriali sono ora molto meglio compresi e cominciano ad affacciarsi alla dimensione industriale, portando con sé le loro proprietà sorprendenti e i loro comportamenti anti-intuitivi. Il mondo delle dimensioni “nano” (dell’ordine del miliardesimo di metro, ovvero un milionesimo di millimetro) è infatti governato da leggi fisiche piuttosto diverse da quelle usuali, legate ai principi della meccanica quantistica. In base ai quali può anche essere “normale” che un materiale sia in grado di “ricucire” da solo una lacerazione o un taglio. Come fa il nuovo materiale, frutto di una ricerca francese guidata da un docente della Scuola Superiore di Fisica e Chimica Industriale di Parigi (ESPCI) e ricercatore del CNRS, il Consiglio Nazionale delle Ricerche francese, fa parte di una nuova classe di materiali “sovramolecolari”, diversi dalle classiche gomme ma dotati di proprietà molto simili.
Nelle gomme le proprietà elastiche discendono da quelle di grandi macromolecole ramificate, mentre generalmente le strutture basate su piccole molecole tendono a formare reticoli cristallini, troppo regolari e rigidi per poter essere inflesse ed allungate se non in presenza di forze molto consistenti. In questo caso, invece, i ricercatori francesi sono riusciti a realizzare sovra-strutture a rete (“elastometri”) basate su piccole molecole compatte, costituite da acidi grassi (componenti comuni e fondamentali dei lipidi, o grassi in gergo, che hanno proprietà acide, cioè la capacità di attrarre elettroni o cedere protoni a seconda del sistema di riferimento per formare dei legami). Gli acidi grassi possono avere struttura ciclica, cioè formare degli anelli e di conseguenza occupare poco spazio. Nel caso degli elestometri gli acidi possono anche formare legami con gruppi amminici, molecole formate da carbonio, idrogeno ed azoto che appartengono alla classe dei “radicali”, in grado di formare legami che attribuiscono proprietà diverse alle molecole a cui si uniscono e che sono anche detti gruppi funzionali. Gli elastometri possono formare collegamenti incrociati, che realizzano la rete molecolare e fanno comportare il materiale come una gomma. Questa però possiede proprietà auto-riparanti in presenza di un taglio, poiché l’intera molecola contiene i cosiddetti “legami ad idrogeno”, cioè punti in cui l’atomo d’idrogeno, che ha assunto carica positiva, si lega con altri radicali o gruppi funzionali con carica parzialmente negativa per dare una situazione di equilibrio elettrostatico: la carica è neutra. Quando i legami si spezzano sui due lati della lacerazione si ritorna alla situazione in cui sono presenti delle cariche positive e delle cariche negative che si attraggono naturalmente, formando nuovi legami ad idrogeno e riportando la molecola nelle condizioni iniziali. Insomma una reazione che consente alla gomma una sorta di “riparazione fai da te”, grazie alla naturale tendenza della molecola a ricomporsi in caso di rottura.
Basta mettere a contatto le due facce ed aspettare un po’ di tempo perché i legami interrotti si ricostituiscano; l’aspetto notevole è che il processo avviene anche a temperatura ambiente, e rimane possibile fino ad una settimana dalla separazione fisica delle due superfici, prima che i legami idrogeno diventino inattivi. Dal momento che solo le superfici con interruzioni nette (tagli o lacerazioni) tendono a ricomporsi, questi materiali non hanno proprietà adesive: la saldatura avviene solo tra superfici che erano state precedentemente unite, e non tra due bordi qualunque. L’impiego di acidi grassi con gruppi ammidi-ammidoetile (cioè che si legano ad un gruppo amminico, oppure ad un gruppo unito ad uno o più gruppi etile, piccole molecole formate da due atomi di carbonio e cinque di idrogeno sempre della classe radicali o gruppi funzionali, da cui derivano gli impronunciabili nomi di imidazolidone, diamido-etilurea e diamido-tetraetil-triurea) apre nuove strade dal punto di vista chimico industriale. Per questo l’azienda francese Arkema ha già annunciato piani di sviluppo di prodotti commerciali basati sulla tecnologia “sovramolecolare”. Non è la prima volta che si individuano materiali con queste proprietà, ma il grande vantaggio di questi nanomateriali sui loro predecessori è di avere una chimica semplice, per di più compatibile con l’impiego di fonti biologiche, come l’olio vegetale. Non è ancora chiaro se e in quale misura questi materiali riusciranno a rimpiazzare le gomme tradizionali; forse è poco probabile che raggiungano la sofisticazione e le prestazioni necessarie per l’impiego negli pneumatici, ma per impieghi meno critici possiamo cominciare a sperare che, in un futuro non troppo lontano, non sarà più necessario buttare via una parte in gomma solo perché tagliata.
Comunque, anche se la gomma si salva, temo che in caso di forature (che interessino anche la "tela") lo pneumatico consenta magari di arrivare a casa o dal gommista, ma poi vada comunque buttato...
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Loggato
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THE KAISER |
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Aprile 24, 2008, 09:36:48 am |
Staff, V12, 37777 posts |
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Comunque, anche se la gomma si salva, temo che in caso di forature (che interessino anche la "tela") lo pneumatico consenta magari di arrivare a casa o dal gommista, ma poi vada comunque buttato...
non ho letto tutto l'articolo (ma solo le tue parole ), ma ti quoto...potrebbe forse esser possibile che la gomma si richiuda "chimicamente", ricreando non so che legami, ma la tela bucata rappresenterà un punto debole...aspettiamo il prof che tirerà fuori il simbolo dello shogun mitsukunimito e tutti ci chineremo pentiti della nostra ignoranza
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Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
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J. C. |
I'm doing my bit for global warming. |
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Aprile 24, 2008, 09:39:24 am |
Global Moderator, V12, 12792 posts |
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Sentiamo cosa dice in merito il pornodivo di Pavia....
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...bisogna quindi insegnare a governare con la persuasione e il ragionamento, senza mai ricorrere al terrore ed alla superstizione... ------------- SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS ------------- Perché gli squali non attaccano gli avvocati? Cortesia professionale...
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THE KAISER |
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Aprile 24, 2008, 09:54:45 am |
Staff, V12, 37777 posts |
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Comunque mi sembra già un progresso rispetto alle run-flat che in caso di tagli non servono a nulla.
come non servnono a nulla? nonsi viaggia comunque sulle spalle delle gomme? queste ricuciono uno squarcio?
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Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
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&re@ |
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Aprile 24, 2008, 10:03:26 am |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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come non servnono a nulla? nonsi viaggia comunque sulle spalle delle gomme? queste ricuciono uno squarcio?
Qualcuno più competente mi illumini... io ho sempre sentito dire che in caso di tagli lunghi le run-flat non riescano a mantenere una forma decente per proseguire... Queste, se le due superfici dello squarcio si riescono ad accoppiare ancora bene, dovrebbero farcela... almeno spero... sennò siamo daccapo.
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Loggato
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 24, 2008, 10:32:20 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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Sentiamo cosa dice in merito il pornodivo di Pavia....
... che non si capisce una mazza ...
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 24, 2008, 11:43:01 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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... è un articolo di fede, cosa pretendi da Stella Ah, bene: credo fermamente che funziona.
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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THE KAISER |
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Aprile 24, 2008, 13:15:24 pm |
Staff, V12, 37777 posts |
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Qualcuno più competente mi illumini... io ho sempre sentito dire che in caso di tagli lunghi le run-flat non riescano a mantenere una forma decente per proseguire...
credo dipenda da quanto sono lunghi...un taglio circolare al centro del battistrada che divide la gomma esattamente in due non credo che permetta di proseguire in effetti
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Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
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ChB |
... senza questa, nessuno |
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Aprile 24, 2008, 14:11:32 pm |
Utente standard, V12, 23581 posts |
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Qualcuno più competente mi illumini... io ho sempre sentito dire che in caso di tagli lunghi le run-flat non riescano a mantenere una forma decente per proseguire...
Queste, se le due superfici dello squarcio si riescono ad accoppiare ancora bene, dovrebbero farcela... almeno spero... sennò siamo daccapo.
Penso dipenda anche dal tipo di sistema di ruota run flat ... ce ne sono alcuni con all'interno un anello di materiale "duro" e questo penso possa sostenere come un ruotino ... il problema dello squarcio o sbrego lo conoscevo con la bomboletta per riparazione, che funziona se hai fatto un semplice foro, ma non funziona con tagli ... Qui hai qualcosa di più chiaro, e pure un test: http://www.tcs.ch/main/it/home/auto_moto/tests/reifen/zukunft.html
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"Un popolo che non beve il suo vino e non mangia i suoi formaggi ha un grave problema di identità" José Carvalho Larios (per interposta persona, MVM)
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Loggato
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kaos |
In principio era tenebra,girò la chiave e luce fu. |
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Aprile 24, 2008, 14:33:42 pm |
Staff, V12, 32956 posts |
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i run flat permettono di continuare ad andare anche quando completamente senza aria grazie alla speciale cintura d'acciaio che hanno subito all'interno della spalla del pneumatico, sul cerchi, come si vede bene nelle foto al link postato da Christian.
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Ecco là vedo mio padre. Ecco là vedo mia madre le mie sorelle e i miei fratelli. Ecco là vedo tutti i miei parenti defunti dal principio alla fine. Ecco ora chiamano me, mi invitano a prendere posto nelle sale del Valhalla dove l'impavido può vivere per sempre.
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