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1237 Visitatori + 1 Utente = 1238
Homer
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Phormula |
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Febbraio 17, 2009, 11:49:12 am |
Utente standard, V12, 12402 posts |
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Sono d'accordo. Non solo hanno delocalizzato, ma hanno delocalizzato le produzioni ad alta tecnologia, sperando che i cinesi si limitassero ad assemblare senza farsi domande. Perchè un conto è se delocalizzi la produzione di qualcosa di obsoleto e mantieni in patria le produzioni ad alta tecnologia, e un altro se invece (come purtroppo hanno fatto molte aziende) delocalizzi tutti gli stabilimenti in paesi in cui la tutela della proprietà intellettuale è a senso unico e speri che non ti copino. A volere tutto subito, molte aziende rischiano di suicidarsi, perchè non solo gli operai licenziati perdono il potere di acquisto, ma rischiano di vedere il mercato invaso da cloni a basso prezzo dei loro prodotti.
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Le opinioni altrui sono come i pareri sulle mutande. Puoi sentirne quanti ne vuoi, ma è quando ci metti dentro le chiappe che scopri se ti vanno bene o no.
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jimb0 |
Harry, hol schon mal den Wagen! |
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Febbraio 17, 2009, 15:29:24 pm |
Utente standard, V12, 9565 posts |
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cmq in quanto a delocalizzazioni selvaggie (selvagge?) nessuno si salva e la strada e' ancora lunga... si dice che bmw stia preparando piani per spostare parte della progettazione nell'est europa / asia!!
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THE KAISER |
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Febbraio 17, 2009, 15:36:41 pm |
Staff, V12, 37777 posts |
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sulla delocalizzazione c'è poco da fare...certe scelte rendono più competitivi, e non si può impedire di farle (uscendo fuori mercat rispetto a chi delocalizza). Quello che si può (si deve) fare è incentivare le imprese ad investire in un determinato luogo, creando per loro un trade off favorevole a tale scelta. La globalizzazione dev'essere perseguita in maniera più integrata, devono essre globalizzate procedure, normative sulla sicurezza, sull'inquinamento...ad esempio, se globalizzassimo un pò di nostri sindacalisti, esportandoli ad esempio in cina, vedreste come diminuirebbero pesantemente le delocalizzazioni produttive in quei lidi
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Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
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Phormula |
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Febbraio 17, 2009, 15:59:05 pm |
Utente standard, V12, 12402 posts |
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Che delocalizzare renda più competitivi, è chiaro. Che questa competitività sia guadagnata a spese degli operai e dell'ambiente, mi va un po' meno bene. Io non sono favorevole al protezionismo, ma credo che ci dovrebbe essere un set di regole che le aziende di un paese devono rispettare, prima di poter importare i loro prodotti da noi. Di quanti scandali alla melamina, giocattoli con vernici tossiche, dentifricio con dentro l'antigelo, ... abbiamo bisogno per capirlo. Per me una azienda può pagare gli operai dieci dollari al mese, se in quel paese è uno stipendio che permette ad una famiglia di vivere, ma deve trattare i dipendenti in maniera dignitosa, rispettare l'ambiente, realizzare prodotti sicuri ed accettare ispezioni in qualsiasi momento.
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vatanen |
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Febbraio 17, 2009, 17:10:23 pm |
Utente standard, V12, 21350 posts |
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sulla delocalizzazione c'è poco da fare...certe scelte rendono più competitivi, e non si può impedire di farle (uscendo fuori mercat rispetto a chi delocalizza). Quello che si può (si deve) fare è incentivare le imprese ad investire in un determinato luogo, creando per loro un trade off favorevole a tale scelta. La globalizzazione dev'essere perseguita in maniera più integrata, devono essre globalizzate procedure, normative sulla sicurezza, sull'inquinamento...ad esempio, se globalizzassimo un pò di nostri sindacalisti, esportandoli ad esempio in cina, vedreste come diminuirebbero pesantemente le delocalizzazioni produttive in quei lidi il problema,è che nella maggior parte dei casi,si delocalizza solo per avere più utili e cresta,non tanto per rimanere nel mercato...perchè i prodotti realizzati in altri paesi,ma con marchi nostrani non costano meno al compratore,non in modo significativo da giustificarne la scelta almeno....il margine,è tutto a guadagno dei capoccia.... una politica che ha reso nel breve termine,ma che si è visto cosa ha combinato,impoverendo i paesi produttivi e le classi sociali meno robuste.
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Mi piace l'odore di miscela la mattina...cit.
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THE KAISER |
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Febbraio 17, 2009, 17:39:58 pm |
Staff, V12, 37777 posts |
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il problema,è che nella maggior parte dei casi,si delocalizza solo per avere più utili e cresta,non tanto per rimanere nel mercato...perchè i prodotti realizzati in altri paesi,ma con marchi nostrani non costano meno al compratore,non in modo significativo da giustificarne la scelta almeno....il margine,è tutto a guadagno dei capoccia....
non credo sia esattamente così, non sempre almeno. Comunque se un'azienda delocalizzata guadagna 100 e un'altra ne guadagna 30 senza delocalizzare vendendo lo stesso prodotto, la prima nel medio periodo comunque metterà in difficoltà la seconda...quindi dovunque vadano i vantaggi di costo, le imprese non possono non tenerne conto e fare di tutto per accaparrarseli. In ogni caso, se pur delocalizzando i prezzi si mantengono alti (e non credo sia così...non in tutti i settori), vuol dire che c'è poca concorrenza, i prezzi si tengono alti come in una sorta di cartello...e quello è un problema che devono risolvere le autorità. I paesi che in cui si è esportato lavoro ne hanno tutti guadagnato direi
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Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa.
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TonyH |
I'm the face of terror. Terrier Terror. |
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Febbraio 17, 2009, 18:16:27 pm |
Staff, V12, 28735 posts |
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Oggi si trovano scarpe ed abbigliamento prodotti in cina a prezzi enormememente più bassi di quanto fosse possibile anche solo pochi anni fa per prodotti analoghi, ovunque prodotti.
Senza la marca. Ma i prodotti di marca, specialmente abbigliamento, te li hai visti calare i prezzi da quando sono made in china? io no. Oppure, altro esempio automibilistico. Le 3 gemelline PSA/Toyota. Vanno a sbandierare ai 4 venti che hanno il 92% di prodotti in comune, che hanno spinto al massimo la riduzione costi e bla bla bla bla. Peccato che quando io entri in concessionario alla fine la paghi come la Panda. Che non è fatta in joint-venture. Se mi è permesso.....mi sento un pò pigghiato per o culo..... cmq, ritornando a bomba, l'enorme problema sottovalutato della delocalizzazione (assieme a quello della qualità. Di roba bella dalla Cina/India si vede veramente poco) è quello evidenziato da Phormula Non possono esistere paesi che producono ma non consumano e paesi che consumano ma non producono.
Il primo cliente di un'azienda di produzione di massa è sempre stato il suo dipendente. Adesso, si hanno dipendenti cinesi che non mettono insieme il pranzo con la cena, e ex-dipendenti occidentali che se non riescono a riallocarsi nei servizi (ma se hai fatto l'operaio per 20 anni la vedo dura) pensano solo a tirare fine mese. E chi ti compra le tue 500.000 auto/anno? i tuoi televisori? i cellulari? i vestiti? I pochi che ci guadagnano a mani basse non possono e non riescono ad assorbire una produzione di massa........
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your honor student is merely a pawn in my westie's diabolical world domination plot!
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Loggato
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Phormula |
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Febbraio 17, 2009, 22:26:20 pm |
Utente standard, V12, 12402 posts |
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Ragazzi, questo è il libero mercato inserito nella globalizzazione incontrollata.
Infatti la globalizzazione incontrollata produce solo disastri. Il libero mercato funziona solo quando tutti i paesi seguono le stesse regole. Peccato che quando io entri in concessionario alla fine la paghi come la Panda. Che non è fatta in joint-venture. Se mi è permesso.....mi sento un pò pigghiato per o culo..... Il primo cliente di un'azienda di produzione di massa è sempre stato il suo dipendente.
Infatti, ho faticato anch'io a capire come mai costano come altre macchine che non sono prodotte in joint venture e hanno molti meno componenti in comune con altri modelli. Concordo sul fatto che la Panda sia tra le citycar quella con il miglior rapporto contenuti/prezzo. Henry Ford aveva detto che uno dei motivi del successo del modello T era che anche i suoi operai (magari non tutti, ma una buona parte) potevano permettersene una. Il che di quei tempi non era poco.
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Le opinioni altrui sono come i pareri sulle mutande. Puoi sentirne quanti ne vuoi, ma è quando ci metti dentro le chiappe che scopri se ti vanno bene o no.
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Nickee |
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Febbraio 17, 2009, 22:58:03 pm |
Visitatore, , posts |
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Infatti la globalizzazione incontrollata produce solo disastri. Il libero mercato funziona solo quando tutti i paesi seguono le stesse regole...
...e quando lo stato, con la propria mano invisibile, vigilia sul tutto. Il paradosso è che questa situazione è stata provocata proprio da chi ora ci sta rimettendo in misura maggiore o da chi ha taciuto piegandosi a certi poteri. E ricordo che il tutto è iniziato con l'ingresso della Cina nel WTO con l'appoggio degli USA (che arrivarono a ricattare l'Unione Europea nel caso non fosse stata a favore).
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Loggato
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Phormula |
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Febbraio 18, 2009, 06:41:30 am |
Utente standard, V12, 12402 posts |
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Quella della mano invisibile è la frase più abusata della storia. Io mi sono letto "La ricchezza delle Nazioni" e quella frase viene pronunciata in un contesto specifico. Lo stesso Smith in un altro capitolo sostiene che è giusto che lo stato intervenga nell'economia quando sono in gioco gli interessi nazionali ed è talmente a favore del libero mercato da difendere il Navigation Act, ovvero una legge che serviva a tenere i mercanti olandesi alla larga dall'Inghilterra.
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