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Maggio 06, 2009, 21:20:49 pm |
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http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/fiat-3/tribunale-vendita/tribunale-vendita.htmlNEW YORK - Fiat compie un nuovo passo verso Chrysler. Il tribunale per la bancarotta di New York ha dato il via libera alla procedura accelerata per la ristrutturazione della più piccola delle tre sorelle di Detroit: al termine di un'udienza durata oltre otto ore Arthur Gonzalez, il giudice che si occupa del dossier Chrylser, ha dato il disco verde alla vendita attraverso asta dalla maggior parte degli asset della società, con la Fiat principale offerente. E Marchionne dichiara all'agenzia Bloomberg: "L'amministratore delegato della Chrysler sarò io". Marchionne: "Interessati a Saab". E il Lingotto è interessato anche a Saab. Lo ha detto oggi l'amministratore delegato Marchionne in un'intervista all'agenzia Bloomberg, aggiungendo che Saab - uno dei marchi di cui General Motors vorrebbe disfarsi - è troppo piccola per competere da sola nell'industria automobilistica. Chrysler, spianata la strada all'alleanza. Per Chrysler potranno pervenire offerte concorrenti entro il 20 maggio, mentre una settimana dopo, il 27, sarà decretato il vincitore. Respingendo le obiezioni sollevate da un gruppo di creditori, il giudice Gonzalez spiana così la strada all'alleanza fra il Lingotto e Chrysler, appoggiando il piano dell'amministrazione americana. Nella stessa intervista rilasciata a Bloomberg, Marchionne fa sapere che sarà lui l'amministratore delegato della nuova società che emergerà dopo la procedura di bancarotta per Chrysler; un'idea, dice, già discussa in alcuni incontri con il ministero del Tesoro americano. "La corte ha deciso che le procedure di gara sono appropriate e necessarie" ha spiegato il giudice Gonzalez. Chrysler propone di cedere i propri asset a una nuova società controllata da Fiat, dal sindacato United Auto Worker (Uaw), dal Tesoro americano e dal governo canadese. Una volta conclusa l'asta, la vendita dovrà essere completata entro il 15 giugno, con un'estensione di 30 giorni per le autorizzazioni necessarie. Per gli asset di Chrysler l'offerta di Fiat sarà di 2 miliardi di dollari. Si tratta di un'offerta "equa, l'unico accordo disponibile" per la casa automobilistica americana, spiega l'advisor finanziario di Chrysler, Grenhill & Co. Se tutto procederà come previsto, Fiat si troverà inizialmente in mano il 20% della nuova Chrysler con la possibilità di salire al 35%, contro il 55% del Veba, l'8% del Tesoro americano e il 2% del governo canadese.
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Maggio 07, 2009, 14:20:07 pm |
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oggi ferie.... e mentre la pupa dorme... http://www.motori24.ilsole24ore.com/Industria-Protagonisti/2009/05/Fiat-Chrysler-creditori-dissenzienti-stop-cessione.phpFiat compie un nuovo passo verso Chrysler. Il tribunale per la bancarotta di New York ha dato il via libera alla procedura accelerata per la ristrutturazione della più piccola delle tre sorelle di Detroit: al termine di un'udienza durata oltre otto ore Arthur Gonzalez, il giudice che si occupa del dossier Chrylser, ha dato il disco verde alla vendita attraverso asta dalla maggior parte degli asset della società, con la Fiat principale offerente. Entro il 20 maggio potranno pervenire offerte concorrenti, mentre una settimana dopo, il 27, sarà decretato il vincitore. Respingendo le obiezioni sollevate da un gruppo di creditori, Gonzalez spiana così la strada all'alleanza fra Fiat e Chrysler, appoggiando il piano dell'amministrazione americana. Tutti i passi verso la cessione a Fiat. «La corte ha deciso che le procedure di gara sono appropriate e necessarie» ha spiegato Gonzalez. Chrysler propone di cedere i propri asset a una nuova società controllata da Fiat, dal sindacato United Auto Worker (Uaw), dal Tesoro americano e dal governo canadese. Una volta conclusa l'asta, la vendita dovrà essere completata entro il 15 giugno, con un'estensione di 30 giorni per le autorizzazioni necessarie. Per gli asset di Chrysler l'offerta di Fiat sarà di 2 miliardi di dollari. Si tratta di un'offerta «equa, l'unico accordo disponibile» per la casa automobilistica americana, spiega l'advisor finanziario di Chrysler, Grenhill & Co. Se tutto procederà come previsto, Fiat si troverà inizialmente in mano il 20% della nuova Chrysler con la possibilità di salire al 35%, contro il 55% del Veba, l'8% del Tesoro americano e il 2% del governo canadese. Per aiutare la ristrutturazione di Chrysler, Washington ha concesso un prestito di 4,5 miliardi di dollari, finanziamento a cui Gonzalez ha permesso a Chrylser di accedere. Fra le condizioni imposte dal governo a fronte dei nuovi fondi c'è il completamento della vendita degli asset a Fiat o il raggiungimento di un accordo analogo in meno di 60 giorni. La nuova Chrysler dovrà partire entro giugno. L'obiettivo dell'amministrazione Obama è quello di far uscire Chrysler dal Chapter 11, cioè l'amministrazione controllata, entro la fine di giugno lanciando la nuova Chrysler, alleggerita della gran parte del debito e alleata con il Lingotto. Un'alleanza che darà vita al sesto gruppo automobilistico al mondo e che - se i piani dell'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne andranno avanti - potrebbe presto includere anche Gm Europe e Gm America Latina. Le obiezioni dei «creditori dissenzienti». Il progetto di alleanza tra Fiat e Chrysler appoggiato dalla Casa Bianca deve essere fermato dal tribunale fallimentare in quanto viola il diritto di proprietà. È quanto chiedono i «creditori dissenzienti» di Chrysler, contrari alla cessione dei principali asset della casa di Detroit a un nuovo soggetto controllato da Fiat e dal sindacato Usa dell'auto Uaw. Questo gruppo di obbligazionisti, guidati dai fondi di investimento Oppenheimer Funds e Stairway Capital, ha depositato le sue obiezioni al tribunale fallimentare che si sta occupando della procedura di «Capitolo 11» avviata per la casa automobilistica Usa. I creditori dissenzienti vogliono che gli asset di Chrysler vengano ceduti tramite un'asta e si contrappongono alle quattro grandi banche che detengono il 70% del debito di Chrysler (Citibank, Goldman Sachs, JP Morgan e Morgan Stanley) e stanno sostenendo l'operazione Fiat. La procedura di cessione degli asset di Chrysler, si legge nel verbale depositato in tribunale, è stata «studiata in modo da evitare, e non favorire, delle offerte concorrenti» e sarebbe «strutturata per soddisfare finalità politiche e non economiche». Il gruppo di obbligazionisti chiede dunque alla corte di bloccare l'operazione Fiat o di consentire ad altre parti di presentare delle offerte per gli asset di Chrysler. Berlusconi: «Speriamo nel matrimonio fra Fiat e Opel». Silvio Berlusconi non solo ritiene possibile un matrimonio tra Fiat e Opel, spiegando che sarebbe «quasi un sogno da realizzare per gli azionisti, i dipendenti della Fiat e anche per tutti gli italiani», ma partecipando alla trasmissione "Porta a Porta" parla anche del «connubio» tra la Fiat e la Chrysler. »È un matrimonio profittevole, la Fiat ha il know how e i progetti giusti» spiega il presidente del Consiglio che sottolinea come la crisi in questo sia stata «favorevole» ai fini del matrimonio in questione. insomma non è così pacifica l'operazione.... vedremo ciao ciao
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Maggio 07, 2009, 14:26:47 pm |
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http://www.motori24.ilsole24ore.com/Industria-Protagonisti/2009/04/fiat-opel-sinergie.phpMarchionne, il numero uno del Lingotto, lo aveva detto a chiare lettere che Fiat non poteva stare da sola. Ed ecco che dopo l'operazione Chrysler, la casa italiana punta con ecisionealla tedesca Opel, marchio di punta di General Motors Europe che nel Vecchio continente è presente con Vauhxall (la "Opel" inglese) e con la svedese Saab, in forte difficoltà, e con Chevrolet che commercializza vetture coreane ex-Daewoo. Ed è un'operazione che ha il sapore di una curiosa nemesi storica, visto il fallito matrimonio con la casa di Detroit che ora è sull'orlo di una quasi inevitabile bancarotta. Ma come in ogni divorzio che si rispetti restano sempre degli strascichi. E i figli delle nozze tra Torino e Detroit sono ancora un pezzo importante dell'industria dell'auto europea. Ad esempio, la Fiat Punto e la Opel Corsa sono strettamente imparentate. Furono sviluppate congiuntamente e dunque il pianale è il medesimo così come il MultiJet da 1.300 cc che gira sotto il cofano delle versioni Diesel. Stesso motore e piattaforma (derivata da Punto/corsa) anche per le piccole monovolume Opel Agila, Fiat Idea e Lancia Musa. Su quella piattaforma, secondo l'istituto di analisi J.D. Power, nel 2008 sono state prodotte 750.000 unità. La Fiat Croma, invece, origina dalla Opel Signum (piattaforma Epsilon) pur rinnovata con un restyling resta una vettura concepita all'inizio del decennio. E qui la possibile convergenza con Opel potrebbe invece riguardare sia la futura Fiat Croma e sia le sostitute dell'Alfa Romeo 159 che potrebbero trasferirsi sulla piattaforma usata dalla Insigna che ha sostituito la Opel Vectra. Fin qui le macrosinergie tra i due ex alleati, ma soprattutto va ricordato che, attraverso PowerTrain, Opel, ma anche Saab, utilizza turbodiesel di origine Fiat anche in modelli recentissimi come la Opel Insignia che monta una variante del classico 1910 cc MultiJet, un vero best seller della tecnologia common rail torinese. Ma a cosa potrebbe servire un'operazione del genere, ferma restando la grande sovrapponibilità della gamme? Potrebbe certo tornare utile per ampliare il proprio peso in Europa. Il gruppo Fiat, infatti, è, e resta, legato prevalentemente al mercato domestico ma il senso dell'operazione potrebbe essere ben più ampio. Opel produce auto eccellenti dal punto di vista tecnico e costruttivo ma, quanto meno nei modelli degli ultimi anni, carenti nel design fatta eccezione per la nuova Insignia. La nuova grande Opel sta diventando una vera reginetta di bellezza, in un'area di mercato dove il gruppo Fiat e scarsamente competitivo e dove schiera la non più fresca Croma che certo non può vedersela ad armi pari con Volkswagen Passat o Ford Mondeo. Per competere in un mercato difficile come l'attuale Fiat deve crescere di peso e andare a coprire aree fin ora trascurate. L'ingresso in Opel potrebbe puntellare l'offerta della casa italiana deficitaria anche nello strategico settore delle medie con carrozzeria wagon, dove non produce prodotti di peso (solo la vecchia Stilo Wagon) in grado di scontrarsi con mostri sacri del mercato europeo come la Ford Focus station wagon o la Opel Astra Sw. E, per rimanere nello stesso segmento, anche la Bravo non ha, anche a causa di una limitata capacità produttiva, un peso significativo nello scacchiere Europeo. Fiat inoltre è carente nell'importante scacchiere dei monovolume di taglia media e qui Opel schiera la Zafira, uno dei grandi successi del marchio tedesco. La nuova possibile alleanza tra Fiat e Opel potrebbe dunque rafforzare Fiat attraverso la la condivisione di piattaforme per le auto piccole e medie. In particolare nel segmento B, quello delle utilitarie si potrebbe generare economie di scala vantaggiose per la produzione della prossima generazione di Corsa e Punto. Interessante anche la maggiore forza sul segmento C, fondamentale in Europa. Fiat ha costruito 160.000 unità dei tre modelli che la casa torinese ha in questo segmento: Fiat Bravo, Lancia Delta e Alfa Romeo 147. Opel invece lo scorso anno ha costruito quasi 650.000 unità della famiglia Astra e del monovolume Zafira. Il Lingotto potrebbe portare in dote la piattaforma C-Evo sviluppata per l'Alfa Romeo Milano che sostituirà il prossimo anno la 147. Questa, secondo l'autorevole Automotive News, potrebbe essere offerta alla Saab, marchio svedese controllato da Gm, ma non diventerebbe la piattaforma comune dell'alleanza con Opel. Invece, Fiat potrebbe orientarsi verso la piattaforma che Opel ha sviluppato per la prossima generazione di Astra, il cui lancio è previsto a settembre al Salone di Francoforte. In questo modo Fiat potrebbe disporre in tempi brevi di una Station Wagon di classe media in grado di competere con Ford Focus Un eventuale asse Torino- Russelsheim potrebbe dunque non essere privo di senso e, anzi, darebbe alla Fiat una maggiore capacità produttiva e una superiore potenza commerciale a livello di prodotti. Del resto anche l'operazione Chrysler, ancora in corso e che potrebbe portare a un'integrazione a tre, non verte tanto nell'improbabile e molto mediatica idea di portare la 500 negli Usa quanto piuttosto espandere, grazie a Jeep, l'offerta in quella che, volenti o nolenti, rappresenta un settore cruciale dell'industria dell'automobile: quello dei Suv e dei fuoristrada. Un'area, questa dove Fiat esibisce un vuoto pressoché pneumatico visto che schiera solo la Sedici, clone della Suzuki SX e ulteriore figlio del matrimonio fallito con Gm, nonché l'Iveco campagnola che però è più un veicolo militare e un fuoristrada puro che un Suv. E il mercato chiede, si veda il successo della Nissan Qashqai o della Ford Kuga, sempre più sport utility di taglia urbana e prezzo accessibile. Sta dunque per cambiare la mappa dell'auto e Fiat si trova al centro di un complesso intreccio. Con Ford ha un rapporto importante: la Ka esce dalla fabbrica polacca dove viene costruita la gemella Fiat 500 e la Panda, vettura che offre piattaforma e motorizzazione e entrambe le utilitarie. Con Psa Peugeot-Citroën Fiat invece è alleata sul fronte dei veicoli commerciale e dei grandi monovolume. E lo stesso gruppo transalpino, a sua volta, è alleato con Ford nel settore strategico dei diesel common rail. Sul segmento A dunque la convergenza si annuncia più complessa visto che Opel ha appena sostituito la piccola Agila con un altro modello basato sulla piattaforma della Suzuki e questo potrebbe far slittare una possibile sinergia con Fiat fino alla metà del prossimo decennio con la nuova generazione della piattaforma A della casa torinese che dovrebbe debuttare nel 2011 con la sostituta della Panda. E qui bisognerà fare i conti con Ford. Insomma il quadro si complica e il balletto degli accordi è appena agli inizi. C'è solo da sperare che dalla crisi non nascono solo auto in fotocopia. (di Mario Cianflone)
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Maggio 16, 2009, 12:03:44 pm |
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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200905articoli/43756girata.aspL'ad Marchionne: «In pochi possono aprirsi a livello internazionale come noi. Usciremo razzorfati». E rivolto agli operai: «State tranquilli» TORINO L’accordo di Fiat con Opel «è quasi fatto». Lo ha detto Sergio Marchionne intervenendo alla Fiera del Libro di Torino alla presentazione del volume di Mario Calabresi, direttore de La Stampa. Marchionne ha annunciato che la proposta di accordo sarà presentata il 20 maggio. Sulla situazione Opel Marchionne ha osservato: «Se va in amministrazione controllata non è la fine del mondo». «Di sicuro» - aggiunge Marchionne «uscirà una Fiat molto più forte, con basi molto più solide». L'ad ha poi sottolineato l’impegno fortissimo messo da Fiat negli Stati Uniti: «Ci sono pochissime aziende in grado di aprirsi a livello internazionale come lo stiamo facendo noi. Ci stiamo ammazzando per farlo». Non è mancato un pensiero per gli operai: «Potete stare tranquilli. Noi faremo del nostro meglio per evitare danni che potenzialmente possono essere associati ad un mercato come quello attuale». «State tranquilli - ha aggiunto - che l’impegno lo abbiamo preso seriamente». Sergio Marchionne ha poi confermato l'intenzione d'incontrare il ministro Scajola e i sindacati per valutare insieme la situazione degli stabilimenti italiani: «Stiamo cercando di sintonizzare i calendari. Ci incontreremo. Capisco la preoccupazione, ma una volta che avremo le idee chiare sono disposto a incontrare il ministro», ha dichiarato Marchionne in riferimento alla lettera scritta al ministro Scajola nei giorni scorsi. L’Ad di Fiat ha sottolineato come la partita che si sta giocando con Opel sia «a livello europeo, e quindi bisogna risolverla ad un livello più alto, non si può - ha dichiarato Marchionne - tenere conto solo delle condizioni italiane. Una volta definita Opel, incontreremo il ministro per cercare una soluzione». ps. resto dell'idea che ciò non sia una gran notizia per l?italia
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alura |
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Maggio 17, 2009, 09:33:17 am |
webmaster, V12, 50851 posts |
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Non so... mi spaventa l'idea di essere razzorfato
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Kia Sorento = Oso nei Kart
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Maggio 19, 2009, 21:40:00 pm |
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http://www.omniauto.it/magazine/8379/marchionne-non-convince-i-sindacati-tedeschiLa vigilia del "giorno del giudizio" è tutt'altro che semplice per Sergio Marchionne. L'amministratore delegato del Gruppo Fiat che, dopo aver concluso l'Alleanza con Chrysler, è continuamente in Germania per l'affare Opel non è riuscito a convincere i sindacati tedeschi della genuinità del proprio piano, che domani dovrà consegnare al governo tedesco, così come gli altri potenziali acquirenti. Il leader della IG Metall, Berthold Huber, ha detto - al termine del faccia a faccia con Marchionne durato circa un'ora e mezzo - che la Germania ha una tradizione e una cultura di partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali che l'Italia non ha. Il sindacato vuole salvare le migliaia di posti di lavoro negli stabilimenti tedeschi (Opel occupa 26mila persone in Germania ed è stata abbandonata dalla Casa madre americana, anch'essa sull'orlo del fallimento) e non crede che una fusione con il Lingotto sia la soluzione migliore. Secondo i lavoratori, se l'accordo andasse in porto, i modelli della Casa torinese si sovrapporrebbero con quelli Opel, perchè troppo simili, e sparirebbero. Inoltre, c'è una lista di condizioni che il nuovo acquirente dovrà rispettare per avere Opel. Huber, che non ha mai nascosto di preferire la "serietà" dell'industria di componentistica austro-canadese Magna a quella italiana, ha spiegato che il sindacato darà il suo via libera all'operazione solo a patto che nessuno stabilimento tedesco verrà chiuso, che ci sia una sostanziosa iniezione di capitali e che Opel possa godere di un largo grado di indipendenza. Il timore è che la Opel possa diventare una mera divisione di un gruppo automobilistico pan-europeo, per questo i lavoratori vogliono sedere nel Cda e avere voce in capitolo in tutte le decisioni, un potere riservato ai dipendenti di aziende a controllo tedesco e che la Opel - quale parte di GM - non ha mai avuto. Le richieste degli operai potrebbero, a questo punto, anche essere interpretate come una "scusa" dovuta ad una mancanza di fiducia, considerando pure le rassicurazioni di Marchionne sulla tutela dell'occupazione in Germania. ll sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall si è inoltre dichiarato "aperto a colloqui anche con altri investitori''. Un'affermazione rischiosa per la Fiat, perché domani dovrà competere non solo con la Magna, ma anche con l'investitore americano Ripplewood, che potrebbe entrare in lizza per Opel. A questo punto non è chiaro infatti se si faranno avanti anche altri pretendenti, l'unico elemento sicuro è che le offerte devono essere presentate sia al governo tedesco, attraverso il Ministero dell'Industria, che alla Casa madre americana. La presenza di un "terzo incomodo" era stata già annunciata nei giorni scorsi dal quotidiano Frankurter Allgemeine Zeitung, ma Marchionne sembra non avere paura. "Quello che possiamo offrire a Opel - ha detto al termine del suo incontro con Huber - è molto. Possiamo offrire numerosi asset che producono liquidità, il che è come o addirittura meglio che offrire contanti. I soldi finiscono, mentre le attività che producono soldi non finiscono". A questo proposito l'unica preoccupazione che rimane in Italia riguarda l'occupazione nazionale. "Per il governo è inderogabile il mantenimento di cinque stabilimenti in Italia", ha detto oggi il Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, aggiungendo che a breve "ci sarà un incontro per definire e ascoltare il piano industriale", mentre a è appena arrivato l'annuncio che a Pomigliano d'Arco ci saranno altre 4 settimane di cassa integrazione. Di questo e molto altro si parlerà domani. Angela Merkel ha convocato un vertice governativo ristretto per stabilire il percorso da seguire. Il cancelliere, come riportato dal quotidiano economico Financial Times Deutschland, riunirà intorno ad un tavolo il vice cancelliere e ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier (Spd), il ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), il ministro delle Finanze Peer Steinbrueck (Spd) ed il suo collega del Lavoro, Olaf Scholz (Spd), mentre in serata è previsto un altro vertice dei sottosegretari degli stessi dicasteri. Autore: Eleonora Lilli Data: 19 Maggio 2009 Tags: Attualità, Fiat ps. se veramente chiudono la lancia per un marchio da "proletari "come la opel prendo la mia panda o la mia stilo cerco marchionne e gliela spacco in testa
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Loggato
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baranzo |
Nothing's as it seems! |
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Maggio 20, 2009, 09:08:41 am |
Global Moderator, V12, 27243 posts |
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Huber, che non ha mai nascosto di preferire la "serietà" dell'industria di componentistica austro-canadese Magna a quella italiana, ha spiegato che il sindacato darà il suo via libera all'operazione solo a patto che nessuno stabilimento tedesco verrà chiuso, che ci sia una sostanziosa iniezione di capitali e che Opel possa godere di un largo grado di indipendenza. Il timore è che la Opel possa diventare una mera divisione di un gruppo automobilistico pan-europeo, per questo i lavoratori vogliono sedere nel Cda e avere voce in capitolo in tutte le decisioni, un potere riservato ai dipendenti di aziende a controllo tedesco e che la Opel - quale parte di GM - non ha mai avuto.
E una fettina di culo no? Si accontentano di poco...
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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TonyH |
I'm the face of terror. Terrier Terror. |
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Maggio 20, 2009, 09:14:13 am |
Staff, V12, 28740 posts |
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E una fettina di culo no? Si accontentano di poco...
Non hanno ancora capito che non è che sono nella posizione di dettare loro le condizioni della resa. Cmq, se si fidano più dei russi o dei fondi di private equity..che li accettino senza fare manfrine....
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your honor student is merely a pawn in my westie's diabolical world domination plot!
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Phormula |
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Maggio 20, 2009, 16:21:20 pm |
Utente standard, V12, 12402 posts |
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Non hanno ancora capito che non è che sono nella posizione di dettare loro le condizioni della resa. Cmq, se si fidano più dei russi o dei fondi di private equity..che li accettino senza fare manfrine....
Sarebbe un ritorno alle origini, visto che i russi alla fine della guerra si sono presi gli stabilimenti Opel nella zona da loro occupata (la Moskowich altro non era che la Kadett della fine degli anni '30 e i camion del dopoguerra derivavano dal Blitz della Opel, con quel sei cilindri in linea da cui sono derivati i motori anche delle automobili). Adesso vengono a prendersi anche l'altra metà.
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Le opinioni altrui sono come i pareri sulle mutande. Puoi sentirne quanti ne vuoi, ma è quando ci metti dentro le chiappe che scopri se ti vanno bene o no.
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vigggi |
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Maggio 20, 2009, 21:34:25 pm |
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http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/economia/fiat-5/scajola-su-accordo/scajola-su-accordo.htmlMultimedia Perché l'Italia è in pole - di ANTONIO CIANCIULLO TORINO - La Fiat ha presentato ufficialmente l'offerta per Opel e Vauxall. La lettera della casa torinese ("finalizzata" alla creazione di "un gruppo che comprenda Fiat, Opel e Chrysler") è arrivata entro la scadenza delle ore 18, scadenza che, poi, è stata misteriosamente prorogata fino a mezzanotte. Non è chiaro chi abbia chiesto lo spostamento. Secondo alcune fonti, era stata la Fiat stessa, ipotesi automaticamente smentita dall'arrivo dell'offerta. Poco dopo la General Motors Europe "padrona" di Opel ha fatto sapere che le offerte arrivate entro le 18 sono 3: Fiat, dunque, la Rhj, la società belga controllata dal fondo americano Ripplewood e la canadese Magna insieme alla casa automobilistica russa Gaz. Sullo sfondo, dunque, potrebbe esserci un quarto concorrente all'origine della dilazione. Entro domenica, comunque, il governo tedesco sceglierà la proposta che ritiene più utile per salvare la Opel dalla bancarotta della General Motors. Il gradimento di Berlino è condizione necessaria ma non sufficiente: l'assenso della signora Merkel dovrà poi essere confrontato con la posizione del governo di Washington. "Per la Opel non ci sono favoriti". Queste le parole del portavoce del governo tedesco, Ulrich Wilhelm, dopo il vertice ministeriale che si è tenuto a Berlino con il cancelliere Angela Merkel, il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, quelli delle Finanze, Peer Steinbrueck, del Lavoro Olaf Scholz e il vice-cancelliere e ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier. "Non abbiamo molto tempo - ha spiegato Scholz - Le decisioni dovranno essere prese questa settimana o, al più tardi, la prossima". I dettagli dei piani (in realtà si tratta di lettere che contengono un'offerta e disegnano una strategia ma non scendono troppo nei particolari) saranno resi noti nelle prossime ore. Solo allora si capirà se davvero la proposta del Lingotto è quella che avrà maggiori chances di essere realizzata, come ha detto fin da questo pomeriggio il ministro dell'industria italiano Claudio Scajola. Il titolare del lavoro Maurizio Sacconi ha annunciato che domani la questione sarà affrontata dal Consiglio dei ministri che deve rispondere anche alle preoccupazioni dei sindacati italiani: "Non vogliamo essere convocati a decisioni già prese", hanno dichiarato anche oggi Epifani, Bonanni e Angeletti. Tre soggetti in corsa. Il governo tedesco comunque invita ad aspettare la scadenza fissata per scoprire realmente quante saranno le offerte per la casa automobilistica. L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non si è recato oggi a Berlino poichè la consegna della lettera di intenti per l'acquisizione della Opel non prevede un incontro formale. L'offerta è giunta al ministero dell'economia tedesco attraverso i rappresentanti legali dell'azienda torinese. Ipotesi chiusura. Scajola è tornato anche sulle ipotesi di chiusura degli stabilimenti in Italia in seguito all'operazione, per tranquillizzare: "Quando abbiamo varato gli ecoincentivi, li abbiamo legati all'impegno chiesto e ottenuto dalla Fiat a non chiudere gli stabilimenti in Italia". "Storia surreale". Sulla trattativa Fiat-Opel è intervenuto anche Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. "Più la storia si trascina più diventa surreale" - ha detto Epifani. "Siamo nell'incertezza più assoluta, il governo e il paese non ne sanno nulla". Per Luigi Angeletti, segretario della Cisl, invece, "non ci sono ragioni per cui gli stabilimenti della Fiat in Italia debbano chiudere". Infine, Raffaele Bonanni, che all'apertura del congresso della Cisl ha sollecitato un confronto tra le parti. "Noi siamo pronti a fare la nostra, il governo faccia la sua". (20 maggio 2009)
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saturn_v |
....E' piu' ecologico di una Euro 4...... |
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Giugno 11, 2009, 16:39:13 pm |
Utente standard, V12, 8016 posts |
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Probabilmente i fondi pensione USA speravano di staccare qualche ulteriore concessione economica a Fiat....ma mi sa che non tirava aria... Che accendessero un cero a Sant'Antonio che Chrysler ha trovato chi se la piglia.... « Ultima modifica: Giugno 11, 2009, 16:50:51 pm da saturn_v »
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saturn_v |
....E' piu' ecologico di una Euro 4...... |
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Giugno 11, 2009, 16:47:01 pm |
Utente standard, V12, 8016 posts |
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Non hanno ancora capito che non è che sono nella posizione di dettare loro le condizioni della resa. Cmq, se si fidano più dei russi o dei fondi di private equity..che li accettino senza fare manfrine....
Concordo appieno.... Fidarsi di PE e Russi...mamma mia...questi mi sa che non hanno capito un ca.......la fine che ha fatto Chrysler non l'hanno vista??? Cerberus aveva gridato ai 4 venti, dopo l'acquisto da Daimler, che investivano per il lungo periodo, il nuovo CEO Bob Nardelli (andatevi a vedere il recente passato del personaggio) aveva giurato che ci sarebbe stata letteralmente una raffica prodotti nuovi nel giro di qualche anno..."We are with Chrysler for the long run...." Seee si e' visto..non sapevano a chi scaricarla prima....Nardelli nell'ultimo anno era perennemente in viaggio per il mondo supplicando e destra e a manca che se la pigliassero...Tata, Hyundai, Nissan, persino un'accozzaglia di investitori Indonesiani.....
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Giugno 11, 2009, 20:59:44 pm |
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http://www.motori24.ilsole24ore.com/Industria-Protagonisti/2009/06/opel-governo-tedesco-investitori.phpIl governo tedesco sta parlando con altri investitori potenziali in Opel la cui identità per il momento non é stata resa pubblica. Lo ha detto il ministro tedesco dell'economia Karl Theodor zu Guttemberg secondo quanto riporta la Reuters. Nei giorni scorsi il governo di Berlino ha raggiunto un accordo preliminare per la vendita di Opel a un consorzio guidato dal gruppo canadese Magna ma a più riprese Berlino ha sottolineato che non é ancora stato finalizzato alcunché di definitivo. Zu Guttemberg ha parlato dopo aver incontrato il ministro britannico Peter Mandelson a Berlino. Sul fronte Ford intanto, da registrare l'indiscrezione raccolta da Bloomberg. Beijing Auto, secondo quanto risulta all'agenzia, la casa automobilistica cinese sarebbe intenzionata a comprarsi la svedese Volvo. L'azienda, dopo il fallimento dell'offerta per Opel, sembra intenzionata a mettere un piede in Europa. La prossima settimana i vertici dell'azienda sono attesi a Göteborg, in Svezia, dove ha sede il quartier generale della controllata di Ford. (An. Fr.) ciao ciao
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