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TonyH
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SUBARUAIMONT |
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Maggio 01, 2009, 10:51:03 am |
Utente standard, V12, 18123 posts |
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Si sembra ieri e sono passati 15 anni, era il 1° maggio 1994 quando si concluse il tragico w.e. del GP di San Marino ad Imola. Venerdì 29 aprile l'avvisaglia, durante le prove libere, Rubens Barrichello si schianta all'uscita della Variante Bassa, ma nonostante il grave incidente riporta solo la rottura del setto nasale e l'incrinazione di una costola che lo costringono a saltare solo il Gran Premio di San Marino Il giorno seguente, sabato 30 aprile il baratro: era toccato al povero pilota austriaco Roland Ratzenberger con la Simtek lasciare la vita durante le qualifiche alla curva Villeneuve a causa di un pezzo della macchina che si era staccato. Il 1° maggio invece toccò a LUI, il MIGLIORE, in quella curva chiamata Tamburello a lasciare un vuoto incolmabile di tutti gli appassionati di F1 che si aspttavano finalmente una serie di stagioni combattute con l'astro nascente Michael Schumacher. Allora il Pistone non c'era e chissà quanto si sarebbe scritto sulla storia del pilota, l'incidente, le inchieste ecc. Riporto qui sotto un articolo di Paolo Scalera sul Corriere dello Sport-Stadio, l'unico quotidiano che apparve in edicola dopo quel tragico 1° maggio 1994. E il migliore volò via. I grilli saltavano nell’erba cercando scampo dai suoi passi. Piccoli tonfi leggeri sulla terra, così diversi dal frastuono dello schianto, che quel sabato solo un uomo innamorato, od un innamorato deluso, avrebbe potuto percepire con i sensi alterati dalla sofferenza. Gli occhi fissi in un punto e nel nulla, a ricostruire il volo e la caduta. Segni sull’asfalto e detriti sull’ erba, come relitti di un naufragio portati sulla spiaggia dalla corrente. E lui lì, a cercare di capire se era stata una tempesta, un malore od un errore a portare Ratzenberger, dall’ ultima fila all’ultima curva. Non fu un presentimento: non immaginò, ll Più Grande, di essersi appena lasciato alle spalle, camminando, la sua ultima curva, il Tamburello, il destino. Altrimenti, vogliamo credere, sarebbe fuggito, da quell’orrore. Lo avremmo vivo. Cercava, invece, Senna, come sempre, di capire.
Cosa c’era stato fra quel viaggio solitario di Ayrton alla VilIeneuve la domenica mattina? Quali pensieri? Cosa aveva provato nel warm-up, e poi, nei primi giri di gara?
Non abbiamo un singolo ricordo di Ayrton prima di quel sabato di Imola. E’ come se il giovedì ed il venerdì non fossero mai esistiti. Cancellati. Di fatto non abbiamo mai visto nemmeno il Gran Premio. Di quel primo maggio ricordiamo solo lo sguardo sperduto di Leonardo, il fratello, e quello nascosto dagli occhiali scuri di Ecclestone, che lo trascinava nel paddock fino all’approdo nel motor-home della FOCA, dove Betise Assumpcao, l’addetta stampa di Ayrton, piangeva. Non sapevamo nulla, ma intuivamo che non ci sarebbero state più interviste. Né quei lunghi silenzi fra la domanda e la risposta capaci, ancora, di imbarazzarci.
La macchina era partita per la tangente, senza una correzione, cercando il muro. Piena di energia che l’impatto non aveva esaurito. Un atomo di tempo prima Ayrton aveva capito. Per una frazione di secondo la verità a lungo cercata gli si era presentata, chiara nell’anima, così luminosa da accecarlo.
E noi stavamo, in massa davanti alla porta chiusa de motor-home grigio-fumo. L’elicottero si era alzato ed era volato via. C’era, o c’era stata, una gara, lì fuori.
Quando la velocità si era azzerata e l’energia dispersa tutt’ attorno, lui se ne era andato, lasciando il relitto di un’ automobile e mille dubbi.
Poi qualcuno lo disse a Berger, che non fuggì, né si chiuse cercando la solitudine. Se ne stette, invece, appoggiato, le spalle al camion della Ferrari, a pensare. Sarebbe stato facile andargli sotto, interrogarlo, chiedergli cosa aveva provato quella volta che aveva anche lui incontrato il muro. E come si sentiva ad essere vivo. Era quello il pezzo che dovevamo scrivere.
Ci ritrovammo, invece, in sala stampa. A fare un giornale che, senza quell’ incidente, non sarebbe mai nato, con i monitor sulle nostre teste che rimandavano all’infinito lo schianto. Perdita di controllo. Botta.. Giravolte. Immobilità. Non soffre, non può soffrire, E allora. E gli altri?
Mica avevamo capito. Non ci eravamo nemmeno andati vicini. Non ci eravamo preoccupati della folla. E’ stato solo un incidente, avevamo razionalizzato, e la velocità non risparmia nessuno, nemmeno il suo Dio. Dunque, perché pensare che questa volta sarebbe stato diverso? Ed invece il pellegrinaggio a quel muro era già iniziato nella notte, ed il giorno dopo, con enorme ritardo, avevamo compreso che il Messia se ne era andato. E questa volta per mai più ritornare.
Sfilava lento il carro del Dio fra la sua folla, fra la sua gente. Un’ironia per il re della velocità, ma milioni di persone in strada, milioni dietro il piccolo schermo, volevano vederlo. E per questo Ayrton Senna, quella volta, passò piano. Aveva fatto, come sempre, il viaggio di ritorno con gli amici, in prima classe, nessuno lo aveva disturbato.
Spegnemmo la TV. Anche l’ultimo dei brasiliani ammassati lungo la strada dall’aereoporto alla città, di quella storia, avrebbe potuto scrivere un pezzo migliore del nostro. « Ultima modifica: Maggio 01, 2009, 10:52:45 am da SUBARUAIMONT »
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La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso (Miky Biasion)
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Homer |
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Maggio 01, 2009, 11:03:29 am |
Staff, V12, 89891 posts |
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son già passati 15 anni...me la ricordo come se fosse ieri quella giornata passata attaccato alla TV...
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Giorgio (TO, 46, 110, 75, 150) Opel Mokka 1.5D Elegance 2022 Suzuki Vitara 1.6 HT 1989 Triumph Tiger 1200 Rally Pro 2023
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MRC |
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Maggio 01, 2009, 11:06:04 am |
Utente standard, V12, 19993 posts |
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son già passati 15 anni...me la ricordo come se fosse ieri quella giornata passata attaccato alla TV...
anche io, ma purtroppo era alla Tosa e me lo sono visto "live" in fondo al rettilineo... ricordo ancora la macchia per terra quando a fine GP passeggiavo lungo la pista. che tristezza
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Samurai X |
FF - Family Ferrari |
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Maggio 01, 2009, 15:00:22 pm |
Utente standard, V12, 11531 posts |
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Avevo 10 anni...
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If you want to go to a track and be entertained...buy a Porsche, but if you want to be astonished you must take a Ferrari.
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Loggato
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SUBARUAIMONT |
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Maggio 02, 2009, 12:13:20 pm |
Utente standard, V12, 18123 posts |
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E come se non bastasse il 2 maggio sarà ricordato negli annali dei rally per una tripla tragedia.
Alle 10,45 del 2 maggio 1985 in Corsica, sulla P.S. 4 la Lancia-Martini 037 n° 4 di Attilio Bettega ed "Icio" Maurizio Perissinot esce di strada in una curva presa ad una velocità di 140 Km/h e ferma la sua corsa conto un albero. Il pilota di Molveno muore sul colpo mentre il navigatore ne esce praticamente illeso.
Ore 14,58 di venerdì 2 maggio 1986 in Corsica sulla P.S. 18 la Lancia Delta S4 n° 4 di Henri Toivonen e Sergio Cresto esce di strada e si schianta contro un albero; nell'impatto uno dei serbatoi si rompe ed il carburante a contatto con parti meccaniche incadescenti prende fuoco. Per i due piloti rimasti intrappolati nella macchina non c'è più nulla da fare. Il presentimento della tragedia aveva sfiorato Sergio Cresto? Molti se lo sono domandato in quanto nei giorni precedenti la corsa aveva manifestato l'idea di ritirarsi dalle competizioni ed aveva stilato anche un testamento (20 aprile 1986) nel quale chiedeva di essere cremato e che le sue ceneri venissero sparse nel Mar Ligure.
In 2 anni le strade della Corsica si è portata via 3 uomini che stavano dando ed avrebbero ancora dato molto al mondo dei rally.
Da li in poi si sarebbe fatto un passo indietro ma purtroppo troppo tardi.
Ho messo in grassetto le tragiche coincidenze dei 2 fatti.
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La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso (Miky Biasion)
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Homer |
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Maggio 02, 2009, 13:15:07 pm |
Staff, V12, 89891 posts |
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Non sapevo che la data degli incidenti di Toivonen e Bettega fosse la stessa pazzesco!!!
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Giorgio (TO, 46, 110, 75, 150) Opel Mokka 1.5D Elegance 2022 Suzuki Vitara 1.6 HT 1989 Triumph Tiger 1200 Rally Pro 2023
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SUBARUAIMONT |
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Maggio 03, 2009, 00:16:43 am |
Utente standard, V12, 18123 posts |
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E le coincidenze non sono finite: tutti e due i piloti prima dei tragici incidenti erano andati a podio al rally della Costa Smeralda, nel 1985 Betterga e nel Toivonen nel 1986. Ma ancora più inquietante è che entrambi proprio in Costa Smeralda negli anni precedenti ai piazzamenti a podio ebbero due gravi incidenti, Bettega nel 1984 e Toivonen nel 1985. Infine lasciarono entrambi orfani 2 figli: Alessandro (ora pilota anche lui di rally) e Angela Bettega, Markku e Arla Toivonen,
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La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso (Miky Biasion)
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kaos |
In principio era tenebra,girò la chiave e luce fu. |
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Maggio 04, 2009, 11:15:33 am |
Staff, V12, 32956 posts |
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15 anni.....ho tutti i fotogrammi di quei momenti davanti agli occhi come se fosse ora..... quel week end si portò via anche il mio più grande eroe
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Ecco là vedo mio padre. Ecco là vedo mia madre le mie sorelle e i miei fratelli. Ecco là vedo tutti i miei parenti defunti dal principio alla fine. Ecco ora chiamano me, mi invitano a prendere posto nelle sale del Valhalla dove l'impavido può vivere per sempre.
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pino |
ooo=V=ooo |
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Maggio 04, 2009, 12:26:07 pm |
Staff, V12, 11080 posts |
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La morte di Senna mi colpì indubbiamente molto, ma, forse per motivi anagrafici, ancora più mi colpirono quella di Peterson (che non morì sul colpo) e quella di Villeneuve.
Anche per me è così. Nel '78 avevo 18 anni quando Peterson morì a Monza... Non ricordo se all'epoca le prove fossero trasmesse in diretta, in ogni caso l'incidente di Villeneuve lo vidi la sera perché ero stato a fare il commissario di percorso (credo alla cronoscalata di Fasano). Entrambi gli eventi mi turbarono profondamente ed ancora oggi sono davanti ai miei occhi. Nota per Losna: ricordi se a Monza l'auto che arrivò per prima con i soccorsi fu una Lamborghini Espada? (in quegli anni non c'era ancora l'esclusiva con la Mercedes).
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Alfa Romeo Giulia Super 2.2 180 cv AT8 Lancia Ypsilon multijet MomoDesign
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pino |
ooo=V=ooo |
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Maggio 04, 2009, 12:41:16 pm |
Staff, V12, 11080 posts |
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Non ricordo.... all'epoca c'era la CEA, a Monza...
ricordo che ero ad Asti, con amici, e stavamo mangiando un panino in un bar, e guardavo la gara (l'incidente di Peterson fu alla partenza della gara).
Di villeneuve invece ricordo che diedero la notizia nel pomeriggio....
Della CEA ricordo invece la 75 rossa che "volò" al salvataggio di Berger con l'auto in fiamme: una partenza fulminea che contribuì al salvataggio del pilota, furono bravissimi!
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Alfa Romeo Giulia Super 2.2 180 cv AT8 Lancia Ypsilon multijet MomoDesign
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MRC |
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Maggio 04, 2009, 17:02:41 pm |
Utente standard, V12, 19993 posts |
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pino |
ooo=V=ooo |
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Maggio 04, 2009, 17:15:00 pm |
Staff, V12, 11080 posts |
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picio!
La F1 la davano in tv già nel 73....
ancora prima no? Mi pare di ricordare J.Stewart sulla Tyrrel Ford
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Alfa Romeo Giulia Super 2.2 180 cv AT8 Lancia Ypsilon multijet MomoDesign
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