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baranzo
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pininfa1967 |
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Giugno 02, 2009, 18:52:50 pm |
Utente standard, V12, 6039 posts |
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ma anche gli altri hanno giocato sul protezionismo forse piu nascosto ma l'hanno fatto pure loro per decenni (e hanno avuto anche aiuti ) secondo me il problema principale della fiat era che non badava piu alle auto ed era presente in tutti settori assicurazione ecc,ecc.....
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Loggato
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italiancarlover |
è nata, cresce, non avrà fine.Niente scuse. |
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Giugno 07, 2009, 11:19:09 am |
Utente standard, V8, 410 posts |
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500 milioni come da accordo? macche' , solo 100http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200906articoli/44394girata.aspL'accordo ne perevedeva 500, in realtà 400 saranno coperti da un prestito a tasso zero ALESSANDRO ALVIANI,BERLINO Per assicurarsi il controllo di Opel gli austro-canadesi di Magna e i russi di Sberbank tireranno fuori di tasca propria appena 100 milioni di euro e non 500, come annunciato finora. È questa l’ultima svolta di una saga che si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli.
I termini della partita per la cessione del marchio tedesco sembravano chiari: il consorzio formato da Magna e Sberbank investirà mezzo miliardo di euro per rilevare da General Motors la maggioranza di Opel. Il diavolo però si nasconde nei dettagli. E così basta un’occhiata al memorandum of understanding siglato venerdì scorso a Berlino da Gm, Magna, governo e Länder tedeschi per scoprire che i conti, in realtà, sono altri: secondo il settimanale Der Spiegel il capitale proprio messo sul piatto da Magna e Sberbank ammonta a 100 milioni. Gli altri 400 arriveranno da un prestito a tasso zero per il quale i due partner hanno ottenuto delle garanzie. Soltanto gradualmente e nel giro di qualche anno tale prestito sarà convertito in capitale proprio. Intervistato dalla Welt, German Gref, numero uno di Sberbank, è stato chiaro: la Russia ha un’ottima chance per «ottenere uno dei produttori europei tecnologicamente più avanzati a un prezzo incomparabilmente basso». Di certo l’impegno finanziario del suo partner Magna è finora circoscritto. I 300 milioni chiesti mercoledì scorso con urgenza da Gm per coprire un buco nei conti di Opel e promessi dalla società di Frank Stronach sono arrivati alla fine dalla banca tedesca a controllo statale KfW.
L’operazione Opel si va rivelando insomma più ingarbugliata di quanto sembrasse lo scorso fine settimana. E a confermarlo è il settimanale Focus. Sin dal principio della saga Opel la cancelliera Angela Merkel ha spiegato che i soldi pubblici tedeschi non sarebbero dovuti finire «in America», cioè nelle casse di Gm. Negli Usa no, in Europa forse. Perché, secondo Focus, soltanto la metà del prestito-ponte da 1,5 miliardi assicurato a Opel dal governo e dai Länder resterà in Germania. Il resto prenderà la strada della Spagna (600 milioni per l’impianto di Saragozza) e della Gran Bretagna (150 milioni per gli stabilimenti del marchio-gemello Vauxhall). Da Opel, però, smentiscono.
Nel frattempo gli esperti di McKinsey non nascondono che il piano di Magna presenta notevoli rischi. In uno studio commissionato dal governo dell'Assia (il Land che ospita il quartier generale di Opel e che contribuirà con 447 milioni al prestito-ponte di 1,5 miliardi) e citato dai settimanali Spiegel e Wirtschaftswoche, la società di consulenza scrive che il risanamento di Opel è «plausibile», tuttavia «il business plan operativo è ambizioso ed è pertanto associato a dei rischi». Nel giro di cinque anni Opel vuole tornare in attivo, aumentando gli utili di 3,3 miliardi di euro. Nello stesso periodo il fatturato dovrebbe crescere del 30%. Obiettivi troppo alti? McKinsey qualche dubbio ce l’ha: «Le attese appaiono ottimistiche, i miglioramenti dei risultati per quanto riguarda i costi sono pretenziosi». Per ora il co-amministratore delegato di Magna, Siegfried Wolf, prova a parare i colpi di Volkswagen, che nei giorni scorsi aveva parlato di possibile conflitto di interessi. Dopo la chiusura dell’accordo con Opel ci sarà una «chiara separazione» tra i business dell’auto e della componentistica, ha detto Wolf al magazine austriaco Format. E da San Pietroburgo il governo russo, per bocca del vice premier Igor Shuvalov, nega di aver fatto pressioni su Sberbank per entrare nell’operazione Opel. L’istituto finanziario, intanto, si sta già guardando intorno per scegliere a chi cedere in futuro la sua quota del 35% nella nuova Opel e avrebbe nel mirino, oltre a Gaz, i gruppi russi dell’auto IzhAvto, Sollers e TaGaz.
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"e te lo ritrovi seduto ad aspettare con te(...) immerso in uno spazio che quasi mai gli serve davvero (...) imago mobile della ricerca incondizionata di un diverso che aiuti a compensare la propria infinita somiglianza al popolo dal quale vuole prendere le distanze..." K. Marhnaus-chi io mai saro'
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Loggato
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saturn_v |
....E' piu' ecologico di una Euro 4...... |
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Giugno 08, 2009, 09:49:59 am |
Utente standard, V12, 8016 posts |
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500 milioni come da accordo? macche' , solo 100http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200906articoli/44394girata.aspL'accordo ne perevedeva 500, in realtà 400 saranno coperti da un prestito a tasso zero ALESSANDRO ALVIANI,BERLINO Per assicurarsi il controllo di Opel gli austro-canadesi di Magna e i russi di Sberbank tireranno fuori di tasca propria appena 100 milioni di euro e non 500, come annunciato finora. È questa l’ultima svolta di una saga che si arricchisce ogni giorno di nuovi dettagli.
I termini della partita per la cessione del marchio tedesco sembravano chiari: il consorzio formato da Magna e Sberbank investirà mezzo miliardo di euro per rilevare da General Motors la maggioranza di Opel. Il diavolo però si nasconde nei dettagli. E così basta un’occhiata al memorandum of understanding siglato venerdì scorso a Berlino da Gm, Magna, governo e Länder tedeschi per scoprire che i conti, in realtà, sono altri: secondo il settimanale Der Spiegel il capitale proprio messo sul piatto da Magna e Sberbank ammonta a 100 milioni. Gli altri 400 arriveranno da un prestito a tasso zero per il quale i due partner hanno ottenuto delle garanzie. Soltanto gradualmente e nel giro di qualche anno tale prestito sarà convertito in capitale proprio. Intervistato dalla Welt, German Gref, numero uno di Sberbank, è stato chiaro: la Russia ha un’ottima chance per «ottenere uno dei produttori europei tecnologicamente più avanzati a un prezzo incomparabilmente basso». Di certo l’impegno finanziario del suo partner Magna è finora circoscritto. I 300 milioni chiesti mercoledì scorso con urgenza da Gm per coprire un buco nei conti di Opel e promessi dalla società di Frank Stronach sono arrivati alla fine dalla banca tedesca a controllo statale KfW.
L’operazione Opel si va rivelando insomma più ingarbugliata di quanto sembrasse lo scorso fine settimana. E a confermarlo è il settimanale Focus. Sin dal principio della saga Opel la cancelliera Angela Merkel ha spiegato che i soldi pubblici tedeschi non sarebbero dovuti finire «in America», cioè nelle casse di Gm. Negli Usa no, in Europa forse. Perché, secondo Focus, soltanto la metà del prestito-ponte da 1,5 miliardi assicurato a Opel dal governo e dai Länder resterà in Germania. Il resto prenderà la strada della Spagna (600 milioni per l’impianto di Saragozza) e della Gran Bretagna (150 milioni per gli stabilimenti del marchio-gemello Vauxhall). Da Opel, però, smentiscono.
Nel frattempo gli esperti di McKinsey non nascondono che il piano di Magna presenta notevoli rischi. In uno studio commissionato dal governo dell'Assia (il Land che ospita il quartier generale di Opel e che contribuirà con 447 milioni al prestito-ponte di 1,5 miliardi) e citato dai settimanali Spiegel e Wirtschaftswoche, la società di consulenza scrive che il risanamento di Opel è «plausibile», tuttavia «il business plan operativo è ambizioso ed è pertanto associato a dei rischi». Nel giro di cinque anni Opel vuole tornare in attivo, aumentando gli utili di 3,3 miliardi di euro. Nello stesso periodo il fatturato dovrebbe crescere del 30%. Obiettivi troppo alti? McKinsey qualche dubbio ce l’ha: «Le attese appaiono ottimistiche, i miglioramenti dei risultati per quanto riguarda i costi sono pretenziosi». Per ora il co-amministratore delegato di Magna, Siegfried Wolf, prova a parare i colpi di Volkswagen, che nei giorni scorsi aveva parlato di possibile conflitto di interessi. Dopo la chiusura dell’accordo con Opel ci sarà una «chiara separazione» tra i business dell’auto e della componentistica, ha detto Wolf al magazine austriaco Format. E da San Pietroburgo il governo russo, per bocca del vice premier Igor Shuvalov, nega di aver fatto pressioni su Sberbank per entrare nell’operazione Opel. L’istituto finanziario, intanto, si sta già guardando intorno per scegliere a chi cedere in futuro la sua quota del 35% nella nuova Opel e avrebbe nel mirino, oltre a Gaz, i gruppi russi dell’auto IzhAvto, Sollers e TaGaz. L'operazione Magna puzza sempre di piu' di classica manovra di ingegneria finanziaria lubrificata da soldi pubblici.... Gli studi McKinsey poi hanno un po' una valenza Scottex.....
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Loggato
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