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dipende molto . un conto è il bar dove il proprietario dei muri chiede 5500 euro al mese , ed un bar bene avviato , con un consumo di 1/20 Kg settimana di caffè li regge ,maun negozio di abbigliamento non ce la fa manco a morire ... altro esempio , sotto casa mia c'era un supermercato , non di quelli enormi ma il classico rellill come lo chiamo io ovvero il posto dove arrivi a casa la sera ti ricordi che ti manca l'olio entri e lo compri e poi al sabato vai all'iper a far la spesa , che ha sempre lavorato abbastanza ( zona popolosa del centro vecchio ) . sono 4 anni che è vuoto sfitto a causa del canone esosro che viene richiesto ( oltre 7000 euro tra affitto luce e spese varie ) . secondo te il proprietario abbassa ? no , per nulla . preferisce tenerlo vuoto ed aumenta le spese condominiali a noi inquilini per compensare . questo per dirti come ragionano qui ....troppa nebbia mi sa..
ARGO RICONOBBE ULISSE , PENELOPE NO . anonimo alessandrino ubriaco fradicio addì 29 settembre anno domini MMXI
E intanto a Torino un emulo in miniatura di calderoli ha bloccato la costruzione del più grande e comodo distributore a metano della città per un'esasperato federalismo "subcircoscrizionale"..
E' un serpente che si morde la coda. I proprietari dei muri chiedono affitti altissimi "perchè tanto sei in centro" Il comune ti strozza "perchè tanto sei in centro" Il commerciante ribaltava tutto sul cliente al dettaglio.
Finchè la gente aveva tanto denaro in tasca il giochino funzionava...adesso si è rotto, tant'è che il centro si è riempito di negozi di grossi gruppi/catene...
ti dirò: io il circolo vizioso non lo vedo e vedo sia un capo che una coda...
Volete un distributore di metano nel garage di casa vostra? Da ora si potrà fare, come prevede la manovra appena approvata dal Governo. Una novità voluta dal ministro Calderoli che farà la gioia dei possessori di auto a metano. Non per tutti sarà possibile, ovviamente. Vengono esclusi i condomini ma sarà consentito a chi risiede in villette o in altre soluzioni non agglomerate.
“Servirà per inquinare e spendere di meno” assicura il ministro. Ma ci sono diversi scogli da superare. Il primo e sicuramente il più gravoso è quello legato alla sicurezza: comprimere a 200 atmosfere un gas che arriva nelle case con tubature a bassissima pressione richiede precise cautele. Inoltre, per gli impianti domestici esistono apparecchiature che costano circa 4.000 euro e impiegano dalle 4 alle 8 ore per un pieno di metano e che consumano circa 10 chilowattora (che vanno ovviamente ad incidere sul costo finale del carburante).
Già in alcuni paesi europei (la Germania, ad esempio) ma anche alcune regioni come il Trentino Alto Adige (ci sta provando pure la Sicilia) consentono di installare questi strumenti per la “carica” delle auto a metano. Infine, ci sarebbero anche da valutare aspetti legati alla tassazione del metano, visto che la percentuale varia a seconda dell’uso che se ne fa. Un problema, considerato che l’approvvigionamento arriverebbe direttamente dagli stessi allacci che alimentano gli impianti di riscaldamento domestici.