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alura
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Homer |
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Aprile 01, 2003, 11:13:35 am |
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Bombe e fuoco d'artiglieria su Baghdad Bush: «Siamo più vicini alla capitale e alla vittoria» Strage di civili a checkpoint Usa Due violente esplosioni hanno scosso Baghdad all'alba, ponendo fine a tre ore di calma seguite al più violento bombardamento abbattutosi sulla capitale dall'inizio del conflitto. E mentre la Casa Bianca difende la bontà dei piani militari del Pentagono, bersagliati negli ultimi giorni dalle critiche, la psicosi da kamikaze e da guerriglia urbana comincia a fare presa sui militari americani: poche ore dopo l'uccisione di sette civili - donne e bambini - ad un posto di blocco a Najaf, un altra vittima nella notte, ad un checkpoint a Samawa. MARINES SCOPRONO ARSENALE. Marines americani si sono impossessati di un enorme deposito di munizioni che comprende 40 fabbricati nell'Iraq centromeridionale. Lo ha riferito il Comando centrale americano nel Qatar. Nel corso dell'operzione, avvenuta domenica, non si è registrata alcuna perdita umana nè da parte americana nè da parte irachena. Per grandezza ed attrezzature il deposito scoperto in Iraq è paragonabile a quello di Camp Pendetlon nella California del sud, dove ha sede il primo Corpo di Spedizione americano. L'arsenale, ha riferito il quartier generale americano, conteneva «fucili, lanciarazzi, bombe a mano, mortai ed armi di piccolo calibro». Nessuna menzione è stata fatta, da parte del comando centrale Usa, sulla presenza di armi chimiche. Per un inventario esatto di tutta l'attrezzatutra contenuta nel deposito bisognerà attendere diversi giorni. Speciliasti militari sono stati inviati sul posto anche per decidere che cosa farne del deposito BAGHDAD MAI COLPITA COSÌ DURAMENTE - Dopo un'intera giornata di raid aerei e missilistici, la capitale irachena è stata colpita in nottata da ulteriori, pesantissimi bombardamenti, i più violenti dall'inizio del conflitto, secondo molti testimoni. Oltre alle bombe sganciate dagli aerei, almeno 12 missili - secondo giornalisti e testimoni - si sono abbattuti contro obiettivi nel centro - città. Colpiti tra l'altro il complesso presidenziale del Palazzo della Repubblica usato da Saddam Hussein, dal figlio Qusay - che comanda la Guardia Repubblicana -, come pure la sede del Comitato olimpico iracheno, presieduto dal primogenito del 'Rais', Uday. All'alba ancora due fortissime esplosioni a sud della città dopo circa tre ore di calma. OTTO MORTI AI CHECKPOINT MILITARI - Un iracheno - che il comando centrale Usa in Qatar definisce un 'combattentè - è stato ucciso in piena notte nei pressi di Samawa, sull'Eufrate, ad un posto di blocco dai militari dell'82/a Aerotrasportata che aveva cercato di forzare con il suo camioncino 'pick-up'. Tre i feriti. L'episodio segue di poche pre la strage di civili - sette fra donne e bambini - uccisi dai soldati Usa ad un posto di blocco a Najaf, dove soldati americani della terza divisione di fanteria in serata hanno aperto il fuoco contro un camioncino che non ha obbedito all'ordine di fermarsi, temendo che si trattasse di un 'bis' di quanto era successo non lontano da lì circa 48 ore prima. Secondo le prime indicazioni, 13 persone si trovavano a bordo del camioncino. quando i militari americani hanno aperto il fuoco, al posto di blocco controllato dalle forze armate Usa, su un'autostrada. Due i feriti. VIOLENTI COMBATTIMENTI A NASSIRIYA, DICE BAGHDAD - Violenti combattimenti sono continuati in queste ore dentro e intorno alla città di Nassiriya, 375 chilometri a sud-est di Baghdad. Lo ha affermato all'una di notte italiana alla televisione il portavoce militare iracheno, aggiungendo che pesanti perdite sarebbero state inflitte agli anglo-americani: 'Il sangue del nemico scorre profusamente. Dio benedica le vostre mani, la vittoria sarà vostra«, ha detto. BUSH DIFENDE LA STRATEGIA, PIÙ VICINI A VITTORIA - «Giorno dopo giorno, siamo più vicini a Baghdad, siamo più vicini alla vittoria». A Filadelfia il presidente americano - confortato dai sondaggi che indicano al 70% la sua popolarità - ha ammesso che »davanti a noi ci sono molti pericoli«, aggiungendo però che l'esito del conflitto è scontato: »il popolo iracheno sarà libero dal regime di Saddam Hussein«. Bush ha difeso dalle critiche la strategia fin qui adottata dal Pentagono, indicando anche che rispetto alla prima Guerra del Golfo del 1991 sono stati già raggiunti due obiettivi in più: sono stati salvati i pozzi di petrolio ed è stato impedito il lancio di missili contro Israele. COLIN POWELL OGGI IN TURCHIA, POI SARÀ A BRUXELLES - Il segretario di Stato americano oggi va ad Ankara, e poi andrà al quartier generale a Bruxelles dell'Alleanza atlantica, per una serie di consultazioni sulla guerra con l'Iraq e le relazioni tra Nato e Turchia. Secondo fonti diplomatiche, Powell intende anche discutere i problemi del dopoguerra in Iraq e le prospettive della ricostruzione. Sarà quindi l'occasione per tentare una ricucitura dei rapporti con alcuni alleati - fra cui Francia, Germania e Turchia - dopo gli strappi su crisi irachena e guerra. A Bruxelles incontrerà anche esponenti dell'Ue. PRIGIONIERI IRACHENI FORSE EVITERANNO GUANTANAMO - «Per ora» gli iracheni sono prigionieri di guerra e come tali sono trattati, cioè non saranno inviati alla base usa di Guantanamo, nell'isola di Cuba, dove sono detenuti prigionieri di al Qaida e Taleban catturati in Afghanistan. Lo ha detto il generale americano Brooks dal comando in Qatar. «Ma se si scoprirà che alcuni di essi hanno commesso atti terroristici che violano le regole della guerra, ne pagheranno le conseguenze». ARABI SI RIVOLGONO A ASSEMBLEA GENERALE ONU - Dopo il nulla di fatto al Consiglio di Sicurezza, i Paesi arabi dell'Onu hanno deciso oggi di chiedere una riunione d'urgenza dell'Assemblea generale e di presentare una risoluzione di condanna della guerra anglo-americana contro l'Iraq. [1 Aprile 2003] « Ultima modifica: Aprile 01, 2003, 11:14:02 am da Homer »
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alura |
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Aprile 01, 2003, 13:31:15 pm |
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Iraq. Sahaf: gli Usa hanno bombardato due autobus con scudi umani occidentaliIl ministro dell'Informazione iracheno Mohammed Saed Sahaf Baghdad, 1 aprile 2003Le forze angloamericane hanno colpito due autobus con cittadini occidentali che da Amman, in Giordania, volevano raggiungere Baghdad. A sostenerlo è stato il ministro dell'Informazione iracheno Mohammed Saed Sahaf, nel corso della conferenza stampa quotidiana. Tra gli "scudi umani" vi sono europei, ma anche cittadini Usa, ha assicurato: "I coraggiosi americani hanno bombardato degli americani", ha ironizzato. Sahaf ha riferito inoltre che i raid angloamericani di questa notte hanno causato 18 morti civili e oltre 100 feriti. Non accettiamo nessuna tregua Il ministro dell'informazione ha detto che il regime rifiuta qualsiasi ipotesi di cessate-il-fuoco: "Noi iracheni bloccheremo l'avanzata" della coalizione angloamericana. Gli Usa potrebbero usare armi proibite Rispondendo alle accuse su piani di utilizzo di gas nervino, Sahaf ha detto: "Se il segretario alla Difesa degli Stati Uniti ha davvero le prove che l'Iraq abbia armi di distruzione di massa, perché non le ha date agli ispettori delle Nazioni Unite mentre lavoravano ancora in questo Paese?" Inoltre ha spiegato che i militari iracheni sono equipaggiati di maschere anti-gas perché "non possiamo escludere utilizzeranno tutte le armi in loro possesso". « Ultima modifica: Aprile 01, 2003, 13:31:55 pm da alura »
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Kia Sorento = Oso nei Kart
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baranzo |
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Aprile 01, 2003, 15:28:37 pm |
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ESTERI Nell'incidente muoiono cinque bambini: uno aveva cinque anni Non si fermano al posto di blocco, 10 civili uccisi Najaf, i marines hanno aperto il fuoco su un furgoncino che procedeva ad alta velocità: una strage. Aperta un'inchiesta Un posto di blocco alleato (LaPresse) NAJAF (Iraq) - Ad un posto di blocco vicino a Najaf, città santa sciita, luogo di scontri cruenti tra unità americane e soldati e combattenti irregolari iracheni, un gruppo di soldati americani ha sparato su un veicolo che non si è fermato all'alt. A bordo 15 persone, in gran parte donne e bambini, sembra. Sette muoiono, tra cui un bambino di cinque anni, due sono ferite, solo quattro restano illese: una strage. Secondo l'inviato del «Washington Post» sarebbero cinque i bambini vittime dell'incidente di Najaf, dove ieri sera soldati americani hanno sparato contro un convoglio che non si era fermato a un posto di blocco.
GIUSTIFICAZIONE - «I soldati hanno fatto la cosa giusta, hanno l?assoluto diritto di difendersi»: nonostante la giustificazione del generale Peter Pace, vicecapo degli Stati maggiori riuniti, l?esercito statunitense ha deciso di aprire un?inchiesta sulla sparatoria avvenuta ad un posto di blocco a Najaf, costata la vita a dieci civili iracheni. E? quanto scrive il sito internet della Bbc. Stando a quanto riferisce il «Washington Post», i militari statunitensi avrebbero sparato i colpi di avvertimento troppo tardi, quando il veicolo si trovava ormai a ridosso del ceckpoint ed era impossibile che si fermasse in tempo. «Avete ammazzato una famiglia perché non avete intimato l?alt in tempo», avrebbe gridato via radio il capitano Ronny Johnson al capoplotone. «Pensavo fosse un?autobomba», avrebbe invece dichiarato uno dei militari in servizio al posto di blocco, situato non lontano da dove sabato scorso un attacco suicida ha provocato la morte di 4 marines.
FALSO TAXISTA - Nel fine settimana, vicino a Najaf, un militare iracheno fintosi taxista aveva fatto saltare in aria, con un attacco suicida, quattro soldati americani, uccidendoli. Da allora, le regole di ingaggio sono cambiate: c'è più rigore e c'è meno tolleranza, come dimostra anche un altro episodio a un altro posto di blocco a Samawa che ha fatto un morto e tre feriti (per le forze alleate, sarebbero combattenti iracheni). Quelle che il quartier generale del Comando Centrale nel Qatar ritiene «tattiche terroristiche» da parte irachena hanno sortito l'effetto di accrescere il nervosismo nella coalizione: i militari ai posti di blocco o di guardia hanno i nervi a fior di pelle e sono stati autorizzati ad aprire il fuoco quando si sentano direttamente minacciati. 1 aprile 2003
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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baranzo |
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Aprile 01, 2003, 15:47:16 pm |
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Secondo il Washington Post le vittime sarebbero dieci "Non hanno dato l'ordine di fermarsi, poi hanno sparato" Inchiesta sulla strage a Najaf "I marine hanno sbagliato" Il comando Usa promette indagini ma avverte: "Colpa di Saddam che usa i civili per la guerriglia"
KARABALA - Adesso il comando generale Usa promette un'inchiesta. Un'indagine che spieghi come è stato possibile che dieci persone (secondo la ricostruzione del "Washington Post", mentre i militari parlano di sette) tra cui cinque bambini, siano stati uccisi dai soldati Usa a Najaf. Erano su un furgone incappato in un posto di blocco dei soldati Usa. Quel che è accaduto non è chiaro. La ricostruzione del giornalista del "Washington Post" che si trovava sul posto attribuisce la responsabilità ai militari statunitensi che non hanno impartito in tempo l'ordine di fermarsi. Non solo: anche il bilancio delle vittime dato dal comando Usa, scrive il giornale americano, sarebbe falso: non sette bensì dieci morti. I comando Usa invece punta sulla responsabilità dell'autista che non si sarebbe fermato all'alt e assicura che i militari avrebbero sparato in aria alcuni colpi di avvertimento. Sullo sfondo c'è la "sindrome del kamikaze" che, dopo l'attentato suicida di Najaf, ha seminato il terrore nei militari statunitensi. Proprio quella paura che potrebbe aver fatto perdere la lucidità ai marines e aver provocato la strage di civili. E sempre oggi un uomo disarmato è stato ucciso da marine americani a un posto di blocco a Shatra, nel sud dell'Iraq. I soldati Usa hanno detto di aver crivellato di pallottole il camioncino bianco quando questo ha continuato la corsa verso il posto di blocco . Il camioncino non era carico e non conteneva niente di pericoloso.
Eccolo il racconto di William Branigin, il cronista del "Post" al seguito della terza divisione di fanteria. Il cronista si trovava vicino al capitano Ronny Johnson, che seguiva l'azione con un binocolo sull'autostrada numero 9 e dava ordini al plotone al posto di blocco. Questa la sequenza: all'orizzonte appare la macchina carica di civili iracheni. Ci sono donne e bambini. "Sparate un colpo di avvertimento" ordina Johnson che vede il furgone che continua ad avanzare. L'ufficiale ordina di sparare un colpo da 7.62mm contro il radiatore dell'auto. La situazione precipita. "Smettetela di perdere tempo!" urla il capitano. E' convinto che i suoi ordini non vengano eseguiti con la necessaria rapidità. Quindi comanda: "Fermatelo, Red 1, fermatelo!". Partono i colpi di artiglieria. La strage si consuma. Johnson insulta il capo della pattuglia: "Hai appena ucciso una famiglia, perché non hai sparato colpi di avvertimento abbastanza in fretta!".
La macchina è crivellata di colpi. Dentro ci sono 15 persone. Dieci di loro, (sette per gli americani) dice il "Washington Post", sono morte. Sono momenti strazianti. Una donna resta nella carcassa dell'auto con i corpi dei figli in grembo. Non vuole scendere. "E' la cosa più orribile che ho visto in vita mia - dice il sergente Mario Manzano, 26 anni, medico dell'esercito - e spero non vedere mai più una scena simile in vita mia".
Adesso il comando Usa promette un'inchiesta sulla strage. Ma il capitano Frank Thorp, portavoce del comando centrale, sembra delinearne le conclusioni in anticipo: "I militari americani hanno agito secondo le regole e la colpa è del regime iracheno e del suo uso di civili per operazioni di guerriglia".
(1 aprile 2003)
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baranzo |
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Aprile 02, 2003, 14:05:28 pm |
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Durissima battaglia intorno alla città a sud della capitale Gli americani l'hanno circondata e stanno andando avanti Karbala accerchiata e superata le truppe Usa verso Bagdad Avanzata anche lungo il Tigri: le forze alleate oltre al-Kut Al nord i guerriglieri curdi verso la città di Mosul
KARBALA - E' iniziata la grande offensiva di terra verso Bagdad. Lo dicono fonti del Pentagono, lo dicono i giornalisti americani al seguito delle truppe statunitensi, lo dice, soprattutto, l'enorme dispiegamento di uomini, mezzi, bombe e cannonate scatenato nella notte su Karbala, la citta ad ovest dell'Eufrate che dista meno di un centinaio di chilometri dalla capitale, difesa dalla divisione "Medina" della Guardia Repubblicana, già decimata dai lunghi bombardamenti dei giorni scorsi. La resistenza, a quanto pare, non è durata a lungo. L'operazione "tenaglia" è durata appena tre ore.
E' possibile che i generali americani decidano di assediare Karbala senza penetrare all'interno. Lo si dedurrebbe dal fatto che una buona parte delle truppe alleate hanno già superato la città e si dirigono a nord, verso Bagdad dove sono attese dalle divisioni "Hammurabi" e "Nabuccodonosor", poste alla difesa della città. Anche i loro accampamenti e le loro caserme sono stati ampiamente bombardati dagli americani, ma le due divisioni non sono ancora entrate a contatto diretto con le forze Usa. La cosa potrebbe succedere da un'ora all'altra.
Intanto l'avanzata verso la città procede anche sulla direttrice est, che corre lungo il Tigri. Le forze angloamericane hanno scavalcato la città chiave di al-Kut. Prima con un bombardamento a tappeto, poi conquistando uno strategico ponte, e poi attraversando il corso del fiume. Secondo le fonti giornalistiche al seguito delle truppe, la divisione "Bagdad" della Guardia Repubblicana sarebbe stata resa completamente inoffensiva.
Bagdad. Mentre la tv satellitare Sky-News dice che le truppe alleate sarebbero a soli 59 chilometri, su Bagdad continuano a piovere bombe. Obiettivo della notte, e di nuovo in mattinata, il palazzo solitamente utilizzato da Qusay, il figlio di Saddam Hussein. Il complesso presidenziale, già attaccato più volte, è ormai praticamente distrutto. Altri "raid" hanno puntato soprattutto sulla periferia sud della capitale dove sono accampati gli uomini della Guardia Repubblicana. Il comando centrale delle forze angloamericane in Qatar dice che sono state colpite quattro divisioni della truppe scelte dell'esercito iracheno.
Il fronte nord. Aerei B-52 statunitensi hanno bombardato la linea del fronte tra la città di Dohuk e quella di Mosul, nel nord dell'Iraq. Fonti giornalistiche hanno riferito che all'orizzonte, in direzione della città che apre le porte del sud del Paese verso Bagdad, si sono viste levarsi alte colonne di fumo. Intanto i guerriglieri "peshmerga" curdi sono avanzati di altri 10-15 chilometri proprio verso Mosul. Sempre al nord, secondo Al Jazeera, almeno 21 civili sarebbero rimasti uccisi in un bombardamento sul villaggio a maggioranza cristiana di Bartala, una quindicina di chilometri a nord-est di Mosul. Nel raid sarebbero andate distrutte cinque case.
Najaf. La forza aerea Usa ha ripreso a martellare i miliziani di Saddam Hussein presso Najaf. Contro i feddayn, anche attacchi da terra.
Messaggio di Saddam. Dopo quello di ieri sera, più volte annunciato e poi soltanto letto dal ministro dell'Informazione Said al Sahaf, nella notte è arrivato un altro messaggio di Saddam Hussein. Anche questa volta il "raìs" non è comparso direttamente sui teleschermi. Il testo è stato letto da un'annunciatrice: "La vittoria - ha promesso il presidente iracheno - è vicina... Abbiamo usato solo un terzo delle nostre forze o anche meno, mentre i criminali hanno utilizzato tutte le forze che hanno portato per l'aggressione contro l'Iraq". Poi l'invito alle truppe di Nassiriya e di Dhiquar a resistere agli attacchi alleati: "Lottate contro il nemico e fate in modo che senta la vostra durezza... voi siete diventati il simbolo del comando". Poi, come in un'altra occasione, una lunga serie di encomi ai comandanti, citati a uno a uno per nome e cognome. Sul messaggio annunciato e poi solo letto per interposta persona, si fanno le congetture più varie: Saddam potrebbe essere ferito o morto; ma potrebbe essere fuggito o nascosto; oppure, più semplicemente, potrebbe trattarsi di una tattica psicologica, con la quale il raìs potrebbe cercare di diventare, nell'immaginario di questa guerra, una sorta di fantasma imprendibile.
(2 aprile 2003)
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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baranzo |
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Aprile 02, 2003, 15:34:16 pm |
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Nuovi tragici effetti dei bombardamenti sulla capitale irachena Bagdad, una bomba colpisce il reparto maternità Secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni ci sarebbero diverse vittime. Bombe anche su automobili in transito Bombardamento su Badgad (Reuter) BAGDAD - I raid Usa su Bagdad hanno colpito il reparto maternità dell'ospedale della capitale irachena, dove vi sarebbero vittime. Secondo testimoni oculari e fonti sanitarie, l'aviazione americana ha colpito l'ospedale della Mezzaluna rossa a Bagdad,la zona della Fiera commerciale e altri edifici civili, uccidendo molte persone e ferendone almeno 25.
CENTRATE ANCHE AUTOMOBILI IN TRANSITO - Gli attacchi hanno preso di sorpresa anche alcuni automobilisti che si erano avventurati per le strade. Secondo il corrispondente dell'agenzia Reuters almeno cinque auto hanno avurto gravi incidenti e i conducenti sono morti carbonizzati all'interno delle vetture. Nei bombardamenti almeno tre fra medici e infermiere sono rimasti feriti e tra i colpiti vi sono anche alcuni pazienti. 2 aprile 2003
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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baranzo |
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Aprile 03, 2003, 09:32:35 am |
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L'avanzata prosegue da sud e da sud-est, nuovi bombardamenti Colpiti un caccia e un elicottero Usa, incerto il numero delle vittime Truppe Usa a 25 chilometri dalla capitale irachena Ritirati i permessi, Al Jazeera sospende attività Esplosioni nel nord, al confine con la Turchia
Prosegue l'avanzata delle truppe americane verso Bagdad. Le avanguardie Usa si troverebbero "a 15 miglia", cioè a meno di 25 chilometri, dalla capitale irachena: sono colonne della terza divisione di fanteria, che salgono da sud, mentre, da sud-est, avanzano i marines. Bagdad è, dunque, in vista. Ma la battaglia non è vinta, avvertono fonti del Pentagono. Restano sacche di resistenza capaci di abbattere, a colpi di fucile e mitraglietta, un elicottero americano Black Hawk e di centrare con un missile e fare cadere un caccia FA-18 levatosi in volo da una portaerei. Intanto sono ripresi i bombardamenti sulla capitale irachena, specialmente sulle periferie meridionale e sud-orientale, dove si trovano le postazioni della Guardia Repubblicana schierata a difesa della città. Numerose esplosioni sono state udite dopo l'alba anche a ridosso della frontiera tra l'Iraq settentrionale e la Turchia.
Bagdad Le unità americane sono giunte a circa 25 chilometri da Bagdad, e vedono le luci della capitale irachena. Lo riferisce la Cnn, senza però fornire indicazioni precise su dove tale avvicinamento sia avvenuto e su che come si stiano facendo le forze alleate. La Cnn dispone di tutta una rete di giornalisti "embedded", cioè al seguito delle colonne dei marines e dell'esercito che si stanno avvicinando a Bagdad da sud-est e da sud. Il punto più avanzato è stato raggiunto da sud. Forse, solo in giornata i ricognitori potranno accertare dove sono i resti delle divisioni Medina e Bagdad e dove s'è attestata la Hammurabi.
Sul terreno, accanto all'avanzata delle unità americane, vengono segnalati movimenti della Guardia repubblicana. All'alba diverse unità sono uscite dalla città, muovendo in direzione sud con l'evidente obiettivo di bloccare l'avanzata delle forze alleate. Sono stati gli aerei-spia a cogliere i movimenti del corpo d'élite del regime di Saddam Hussein che punta probabilmente anche a rafforzare le proprie posizioni intorno all'aeroporto internazionale, fuori città. Intanto proseguono i bombardamenti sulla capitale: nelle ultime ore gli americani hanno sganciato almeno una quarantina di "bombe leggere" su un deposito militare nel sobborgo di Karkh.
Karbala Le truppe statunitensi in marcia su Bagdad hanno respinto due massicci contrattacchi, sferrati dagli iracheni nel tentativo di riprendere lo strategico ponte sull'Eufrate che gli avversari avevano conquistato ieri, a nord-est della città santa sciita di Karbala, dopo i furibondi combattimenti contro la Divisione "Medina" della Guardia repubblicana. Per stroncare i contrattacchi, gli americani hanno fatto ampio ricorso ai carri armati e all'artiglieria pesante, mentre gli iracheni avrebbero impiegato almeno un tank. Il comando militare a Doha sostiene che la divisione Bagdad della Guardia repubblicana ad al Kut è stata sbaragliata; la notizia è stata smentita dagli iracheni.
Abbattuti caccia e elicottero Usa Sull'Iraq meridionale un caccia americano FA-18 Hornet è stato abbattuto da un missile terra-aria di cui s'ignora la provenienza. E non si conosce nemmeno la sorte del pilota, partito per la sua missione da una delle portaerei che incrociano nel Golfo.
Colpito anche un elicottero da trasporto Black Hawk Uh-60 probabilmente dal fuoco di armi leggere presso Karbala, nella regione centro-meridionale dell'Iraq. Non ci sono notizie certe sui militari americani che erano a bordo. Fonti anonime al Pentagono hanno infatti affermato che sul velivolo c'erano undici persone, il massimo che l'elicottero è in grado di portare e che sette sono morte e le altre quattro, poi tratte in salvo da squadre di soccorso, sono rimaste ferite. Dal quartier generale del Comando Centrale Usa a Tampa, in Florida, è stato tuttavia reso noto che a bordo ci sarebbero stati solo sei militari, e che non ci sono per ora conferme sulle perdite subite così come non è chiaro se siano rimasti coinvolti militari a terra.
Silopi. Numerose, forti esplosioni sono state udite dopo l'alba a ridosso della frontiera tra l'Iraq settentrionale e la Turchia. Lo hanno riferito testimoni a Silopi, cittadina in territorio turco situata a una decina di chilometri dal confine, che riferiscono di deflagrazioni, da un minimo di tre ad almeno cinque, provenienti da un'area che si trova sotto il controllo delle milizie curde: tanto forti da far tremare i muri della case e scuotere i vetri alle finestre. Dall'inizio della guerra in Iraq è la prima volta in cui nella zona si verifica una situazione del genere.
Al Jazeera sospende attività in Iraq. La televisione satellitare del Qatar Al Jazeera ha annunciato in nottata la sospensione fino a nuovo ordine delle attività di tutti i suoi corrispondenti in Iraq, in seguito alla decisione delle autorità irachene di vietare a due suoi giornalisti di lavorare nel paese. Il ministero per l'Informazione locale aveva comunicato che era stato tolto il permesso al corrispondente Diyar al-Umari, che si trova nella capitale irachena, e che era chiesto a Tayseer Alluni di lasciare il Paese il prima possibile. La tv del Qatar ha deciso di conseguenza di "sospendere fino a nuovo ordine le attività di tutti i suoi corrispondenti in Iraq", ma continuerà a trasmettere immagini in diretta e registrate provenienti dai suoi uffici a Bagdad, Bassora (sud) e Mosul (nord).
Bush a Camp Lejeune. Nel corso della giornata il presidente americano George W. Bush visiterà Camp Lejeune, la base dei marines nella Carolina del nord le cui unità hanno già accusato almeno 12 perdite in Iraq: potrà dire che la coalizione avanza, ma dovrà anche riconoscere che il numero delle vittime sale. Sono ufficialmente 49, di sicuro più di 60 contando quelle ancora non dichiarate e quelle di stanotte.
(3 aprile 2003)
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baranzo |
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Aprile 03, 2003, 12:12:51 pm |
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La terza divisione di fanteria si prepara al combattimento Avanguardia Usa a 10 km da Bagdad Arrivati nei dintorni dell'aeroporto della capitale. Migliaia di veicoli hanno attraversato il ponte sull'Eufrate
LONDRA - Le avanguardie della terza divisione di fanteria americane sono a sei miglia, circa dieci chilometri, da Bagdad e hanno preso posizione nei dintorni dell'aeroporto internazionale. Lo hanno reso noto fonti militari Usa. Un carro armato americano è stato colpito dagli iracheni, probabilmente da un missile. L'avanzata Usa non sembra trovare più ostacoli (Ansa) MIGLIAIA DI MEZZI OLTRE L'EUFRATE - Intanto i veicoli militari dell'esercito Usa stanno attraversando a migliaia il fiume Eufrate diretti verso Bagdad dopo i violenti combattimenti della notte per conquistare un ponte strategico a quattro corsie. Lo ha riferito il cronista della Bbc, Peter Grant, al seguito del 54mo Genieri da combattimento in marcia verso la capitale irachena. Grant ha confermato che il ponte è stato conquistato, con la copertura di carri armati ed elicotteri nel corso della notte dopo una «battaglia molto dura» (fonti Usa parlano di 500 morti tra i soldati iracheni); il ponte è rimasto pressocché intatto, con almeno due corsie perfettamente percorribili. «Durante la notte sono passati almeno 6 mila veicoli», ha detto l'inviato aggregato con le truppe. Il cronista ha anche descritto le immagini di «prigionieri iracheni in ginocchio, con i soldati Usa dietro di loro» e di un militare statunitense morto e disteso su una barella. 3 aprile 2003
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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baranzo |
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Aprile 04, 2003, 09:20:52 am |
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Da "la Repubblica" Gli Usa: "Controlliamo la zona Vip dello scalo" Pioggia di bombe sulla capitale al buio Bagdad, preso l'aeroporto Forze speciali nel centro cittàNotte di bombardamenti a Mosul Fuoco amico fa una nuova vittimaE' battaglia intorno e dentro l'aeroporto di Bagdad. Nonostante le assicurazioni delle forze Usa ("controlliamo l'80 dello scalo"), sono in corso violenti combattimenti tra americani e guardia repubblicana. Secondo un giornalista dell'Afp le forze irachene tiravano sulle posizioni americane all'interno del perimetro dell'aeroporto. Il colonnello Will Grimsley, comnandante della 1ma Brigata della 3za Divisione di Fanteria che ha condotto l'offensiva ha precisato che i suoi uomini hanno assunto il controllo del settore "Vip" nel terminal, e che sono stati fatti prigionieri una quarantina di avversari. Grimsley ha inoltre riferito che due soldati statunitensi hanno subito lesioni da schegge di bomba, pur se non è stato in gradi di precisare in quali condizioni versino. In precedenza gli americani avevano assicurato di aver conquistato gran parte dello scalo e di aver ucciso 300 soldati iracheni. Le truppe americane, inoltre, hanno respinto un contrattacco iracheno sferrato questa mattina una ventina di chilometri a sudovest dall'aeroporto. A quanto riferiscono giornalisti a seguito delle truppe tank e fuoristrada iracheni con a bordo mitragliatrici hanno attaccato i marine sulle rive dell'Eufrate, in una zona ritenuta sicura. Cinque tank e diversi fuoristrada iracheni sono stati distrutti. A terra si vedono corpi di iracheni, mentre non si registrano perdite americane. La città è sotto i bombardamenti dalle due di questa mattina e senza energia elettrica: un black out durante il quale le forze speciali Usa, secondo la stampa britannica, sarebbero riuscite a penetrare nel centro della città. Ma la resistenza irachena potrebbe farsi sentire ora: le forze americane, hanno fatto sapere gli iracheni, verranno "inghiottite" dalla città. Continua intanto l'avanzata nel resto dell'Iraq. Vicino Mosul, nell'Iraq del nord, gli iracheni starebbero abbandonano le postazioni in territorio curdo, dopo i pesanti bombardamenti della notte. A Bassora le truppe britanniche sono ormai a due chilometri dalla perferia della città mentre sembra quasi conclusa la battaglia di Najaf. E nella sedicesima giornata di guerra si rinvigorisce la polemica sul "fuoco amico", dopo la morte di un altro soldato americano impegnato in un'azione nel centro dell'Iraq. Bagdad. Per tutta la notte sono continuate a piovere bombe sulla città, che da ieri sera è al buio. Chiusi anche i check-point: le milizie della Guardia Repubblicana impediscono ai civili iracheni di lasciare Bagdad, ha rivelato una fonte alla Cnn, secondo cui i miliziani hanno creato posti di blocco per impedire un'eventuale fuga dei civili cui è stato ordinato di rimanere nella capitale. Nel martellamento notturno, centinaia di esplosioni hanno colpito diversi punti, tra i quali i Palazzi presidenziali e il quartier generale dell'aviazione. Secondo la stampa britannica, le forze speciali americane e britanniche si sono già infiltrare all'interno della cerchia urbana di Bagdad e, approfittando dell'oscurità prodotta dal black-out, hanno intrapreso operazioni "coperte" (innanzitutto per valutare il potenziale della Guardia Repubblicana schierata a difesa della città). Mosul. Pesanti bombardamenti vicino Mosul, dove gli iracheni abbandonano le postazioni in territorio curdo. L'eco delle esplosioni è arrivata fino a Dohuk, 60 chilometri più a nord, dove si trova il corrispondente della Reuters, Jon Hemming. Najaf. Sembra quasi conclusa la battaglia di Najaf, città sciita a 160 chilometri da Bagdad. Le truppe Usa della 101/ma divisione aerotrasportata stanno combattendo le ultime sacche di resisenza dei feddayin, mentre molti altri combattenti, secondo fonti alleate, sarebbero in fuga. Intanto il Grande Ayatollah al-Sistani, esponente di rilievo del clero sciita messo agli arresti domiciliari dalla autorità irachene, avrebbe emesso una fatwa (ordinanza religiosa) per ordinare alla popolazione locale di non opporre resistenza alle truppe statunitensi. Bassora. Le truppe britanniche sono ormai a due chilometri dalla perferia di Bassora, la seconda città dell'Iraq e controllano i ponti di accesso alla città. Secondo fonti britanniche a Bassora ci sarebbero ancora un migliaia di iracheni, feddayin e miliziani del partito Baath, a guidare la resistenza. Fuoco amico. Un soldato americano è rimasto vittima di "fuoco amico" nell'Iraq centrale. Il militare, appartenente al quinto corpo d'armata, stava ispezionando il relitto di un carro armato iracheno quando è stato scambiato per un nemico e ucciso dai suoi stessi commilitoni. Fronte interno. Dopo il Senato, anche la Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato quasi 80 miliardi di dollari in finanziamenti straordinari per la guerra. Il Pentagono ritiene che i video di Saddam mostrati in questi giorni con le immagini del raìs siano stati girati prima della guerra. (4 aprile 2003) Dal "Corriere della Sera" Il regime impedisce ai civili di lasciare la capitale irachena Gli alleati prendono l'aeroporto di BagdadDopo furiosi combattimenti conquistato lo scalo: almeno 320 militari iracheni uccisi. La capitale priva di acqua e correnteBAGDAD (IRAQ) - Primo significativo passo degli alleati angloamericani verso la presa di Bagdad. Le forze armate Usa hanno conquistato l'aeroporto di Bagdad, anche se si combatte ancora nella zona circostante lo scalo iracheno. LUNGA BATTAGLIA - «Controlliamo l'aeroporto», ha annunciato senza giri di parole un portavoce militare Usa, il colonnello John Peabody, appartenente alla Brigata del Genio della Terza Divisione di Fanteria. «Si tratta di un'area molto vasta con numerosissimi edifici che debbono essere ripuliti», ha avvertito, «ma è nostro». Un altro portavoce, maggiore John Altman della Prima Brigata della stessa Terza Divisione, in precedenza aveva dichiarato che «probabilmente» era stato conquistato almeno l'80%dello scalo. Durante la notte vi sono stati violenti combattimenti e bombardamenti per la conquista dello scalo e secondo valutazioni americane vi sono stati 320 morti fra gli iracheni. E, non lontano dell'aeroporto, c'è stata una battaglia di carri: una compagnia di mezzi corazzati iracheni è stata annientata quando ha cercato di bloccare l'avanzata di una colonna del Settimo cavalleggeri, che ha avuto il supporto di elicotteri d'assalto Apache. Il controllo dell'aeroporto non sarebbe, però, il preludio dell'ingresso in Baghdad delle forze di terra della coalizione: gli alleati puntano a impossessarsi di obiettivi chiave tutto intorno alla capitale irachena, in modo da isolare dal resto del Paese la leadership irachena e da renderla «irrilevante». AUTOBUS SUICIDI - Gli iracheni starebbero cercando di fermare con ogni mezzo l'avanzata dei tank americani. La Cnn riferisce di agguati lungo la strada da parte di veicoli iracheni e anche di un «autobus suicida», colpito dalle truppe americane prima che potesse avvicinarsi. L'autobus si è diretto verso la colonna americana, ma quando è stato colpito «è esploso ed è andato in fiamme con molta più forza di un normale bus, continuando a puntare verso i tank», racconta un corrispodente della Cnn a seguito delle truppe statunitense, lasciando intendere che il mezzo fosse imbottito di esplosivo. CIVILI BLOCCATI - Intanto Bagdad rimane priva di acqua corrente e di elettricità. La situazione sembra essere piuttosto calma, nonostante i potenti bombardamenti che stanno martellando senza sosta la città. Secondo giornalisti occidentali presenti in città verrebbe però impedita la fuga della popolazione dalla capitale irachena grazie a numerosi checkpoint predisposti dalla Guardia Repubblicana. 4 aprile 2003 « Ultima modifica: Aprile 04, 2003, 09:23:30 am da baranzo »
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Aprile 07, 2003, 09:42:08 am |
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Il Pentagono:«La nostra è una dimostrazione di forza» Carri armati Usa nel cuore di BagdadLe truppe americane occupano tre palazzi presidenziali Membri della Guardia Repubblicana si sarebbero arresiBAGDAD - La battaglia per Bagdad è cominciata. Le truppe americane avrebbero conquistato posizioni chiave all'interno della città. I soldati avrebbero preso il controllo di tre palazzi presidenziali. Un ufficiale americano ha detto che la terza divisione di fanteria ha «messo in sicurezza il palazzo presidenziale principale» e un altro complesso nella capitale oltre a un terzo, più piccolo, a tre chilometri dall'aeroporto. Secondo l'esercito, le forze americane, intervenute con 65 carri armati e 40 blindati, non hanno subito perdite. Gli alleati ora premono sulla capitale irachena anche da nordovest. Una vasta operazione è in atto, dunque: secondo quanto riferisce il Pentagono, si tratta di una «dimostrazione di forza». BANDIERA USA - Giornalisti stranieri hanno visto i carri armati Usa avanzare verso il cuore della città, sulla riva occidentale del Tigri. Anche l?hotel Rashid sarebbe stato occupato dagli americani. All'interno del pricipale palazzo presidenziale occupato dagli americani, si continua però a sparare. «Vedo due carri armati davanti a me ai cancelli del palazzo. Commandos (americani) si sono precipitati dentro. Si spara dapertutto» riferisce un testimone della Reuters. Secondo quanto afferma la Fox, le forze Usa hanno issato la bandiera americana su un palazzo presidenziale occupato. RESA - Altre fonti giornalistiche riferiscono che numerosi membri della Guardia Repubblicana si sono arresi alle forze Usa. Molte unità della Guardia Repubblicana sono schierate però nel centro di Bagdad a difesa dei principali ministeri, per contrastare con i lanciagranate la avanzata apparentemente inarrestabile delle forze Usa. POZZI - Per creare una cortina di fumo a protezione dei palazzi presidenziali, gli iracheni avrebbero incendiato del petrolio. Si trattadella prima azione difensiva irachena di questo tipo nel centro di Bagdad. «I combattimenti si fanno sempre più intensi ed il suono proviene da tutte le direzioni. Ci sono fuoco di artiglieria, razzi e mitragliatrici», ha dichiarato una giornalista della France Press. NIENTE TUTE PROTETTIVE - I marines hanno intanto messo via le tute di protezione contro gli agenti chimici. L'ordine è stato dato dal comando americano, dopo che l'intelligence ha abbassato il livello di allarme per attacchi non convenzionali da parte delle truppe fedeli a Saddam Hussein. I 20mila uomini della prima divisione dei marines continueranno ad avere le maschere antigas a portata di mano, ma per la prima volta dal 20 marzo, inizio dell'invasione di terra, hanno lasciato la pesante tuta protettiva per la più pratica mimetica ordinaria. IRAQ CENTRALE - Le truppe Usa conquistano Karbala, 80 chilometri a sudovest di Bagdad, dopo una durissima battaglia casa per casa. «I feddyan hanno perso un centro di potere», annuncia il colonnello Chris Holden, della 101/ma divisione aviotrasportata. Negli scontri sono morti 400 feddayn iracheni e 100 sono stati catturati. Il portavoce Hugh Cate assicura che i soldati sono stati accolti festosamente dagli abitanti della città. NORD - Intanto, si continua a combattere anche sugli altri fronti. Dalle 7,40 di oggi ora locale, le 5,40 ora italiane, Mosul si trova di nuovo sotto un intenso bombardamento da parte degli aerei alleati. Lo ha reso noto l'emittente pan-araba al-Jazira che ha trasmesso immagini di enormi colonne di fumo nero che si levavano al cielo dalle zone colpite. Secondo fonti giornalistiche presenti sul posto, gli attacchi alla principale città del nord iracheno si sono susseguiti a intermittenza per tutta la notte. 7 aprile 2003 « Ultima modifica: Aprile 07, 2003, 17:54:28 pm da baranzo »
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Aprile 07, 2003, 17:44:47 pm |
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I paracadutisti britannici occupano la città ma è giallo sulla sorte di "Alì il chimico" Annuncio dal quartier generale "A Bassora il regime è finito" Gli americani combattono a Bagdad mentre nel nord viene bombardata Mosul
"IL REGIME a Bassora è finito". Con queste parole dal Quartier generale americano in Qatar si commenta la presa della seconda città irachena da parte delle forze inglesi. Dopo un lungo combattimento, in contemporanea con la battaglia di Bagdad, la resistenza tenace dei miliziani di Saddam è stata piegata. Le truppe inglesi, secondo quanto riferito dai loro comandanti, avrebbero il controllo di gran parte della città del sud, una delle prime messe sotto assedio fin dall'inizio della guerra. I britannici sarebbero arrivati fin dentro l'università della città. Ma intanto è giallo sulla sorte di Ali Hassan al Majid, il cugino del dittatore iracheno conosciuto come "Ali il chimico" dopo la guerra chimica scatenata contro i curdi ed i 5 mila morti provocati nel massacro di Halabja nel marzo del 1988. Secondo gli inglesi il corpo del feroce uomo del regime sarebbe stato trovato a Bassora, invece dal Quartier generale Usa nel Qatar ci sono ancora dubbi. "Non posso confermare la morte di Alì" ha detto il generale Usa Vincent Brooks.
Bassora. "La battaglia per il controllo di Bassora è praticamente finita" con queste parole il capitano Al Lockwood, portavoce delle forze britanniche al Comando centrale avanzato statunitense in Qatar, ha riassunto le ultime operazioni delle forze britanniche su Bassora. E qualche ora dopo fonti americane hanno ribadito: "Il regime a Bassora è finito". L'arrivo dei paracadutisti a dar man forte alle truppe di fanteria ha sbriciolato le ultime resistenze irachene e i plotoni di marines e Dragoni hanno occupato anche l'università cittadina ed il centro città. Ma, intanto, un ufficiale inglese ha detto alla Sky Tv che è stato ritrovato il corpo di Alì il chimico, cugino di Saddam Hussein ed uno dei più feroci fra i colonnelli del rais, notizia rimessa in discussione dal quartier generale in Qatar. La notizia è stata ripetuta più volte, ma nessuno, al comando alleato di Doha ha potuto confermarla ufficialmente: "Abbiamo notizie abbastanza sicure che il cadavere ritrovato è il suo. Ma la certezza è un'altra cosa" hanno detto i portavoce e ha ripetuto lo stesso generale Brooks alla conferenza stampa quotidiana a Doha.
Bagdad. E' stata la seconda brigata, uomini e mezzi corazzati, a entrare in azione nel centro della capitale irachena; intanto un denso fumo nero si alzava da una nuova, grande trincea di petrolio data alle fiamme nel tentativo di rallentare la marcia alleata. Mentre sarebbero stati presi due residenze di Saddam. Sarebbe però in corso una controffensiva, con cui l'esercito iracheno, che spara colpi di artiglieria, vorrebbe riconquistare appunto il primo dei palazzi occupati. Le forze Usa potrebbero comunque muoversi oggi stesso verso gli strategici ministeri degli Esteri e dell'informazione. Secondo la Reuters, le truppe scelte della Guardia Repubblicana si sarebbero appunto concentrate nei ministeri dell'informazione e degli esteri (che si trova a poca distanza). E sarebbero pronte a difendere i palazzi governativi. Dalla stessa fonte si apprende che molti ponti della città sono stati bloccati dagli iracheni, che per rallentare la marcia dei blidati americani ne avrebbero fatti saltare due. Ma la battaglia smbra andare avanti.
L'Iraq nega tutto. Malgrado la drammaticità degli eventi continua la guerra di propaganda. Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso, all'aperto, davanti ai giornalisti e ha negato che le truppe Usa siano entrate a Baghdad con 65 carri armati: "Posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti a Baghdad", ha detto. Perché - è sempre al Sahaf a parlare - le colonne statunitensi che hanno cercato di entrare sono state "massacrate".
Il fronte nord. Dalle prime ore di questa mattina Mosul si trova di nuovo sotto un intenso bombardamento da parte degli aerei alleati. Al Jazeera ha trasmesso immagini di enormi colonne di fumo nero che si levavano al cielo dalle zone colpite. Secondo fonti giornalistiche presenti sul posto, gli attacchi alla principale città del nord iracheno si sono susseguiti a intermittenza per tutta la notte mentre nella mattinata si sarebbero concentrate su quello che appare come un deposito di munizioni.
Armi chimiche. Esperti americani ritengono possibile di aver trovato un deposito di armi di distruzione di massa a sud della città di Hindiyah nel centro dell'Iraq, ha detto il maggiore Ros Coffman, un portavoce della terza divisione di fanteria americana. "I nostri detector hanno individuato qualcosa", ha riferito Coffman. "Stiamo parlando della possibilità di aver trovato un deposito per armi di distruzione di massa. Il rapporto è ancora all'inzio ma potrebbe diventare esplosivo", ha detto Coffman. "Non è come se una nuvola di gas stesse minacciando le teste dei nostri soldati. Stiamo parlando di una possibilità", ha concluso.
Le vittime Usa. Nelle ultime ore è stato fornito dal Pentagono il bilancio aggiornato sulle vittime Usa. In totale, dall'inizio della guerra in Iraq, sono morti 81 soldati americani, di cui 66 uccisi in combattimento e 15 in incidenti vari. I prigionieri di guerra che ufficialmente risultano in mano al nemico sono sette, i dispersi otto. I feriti nelle file delle forze armate Usa sono 155.
(7 aprile 2003)
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Aprile 08, 2003, 10:02:01 am |
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Ieri pomeriggio cinque ordigni ad alta precisione sganciati su un edificio dove forse era in corso un vertice col "rais" Bagdad, obiettivo Saddam raso al suolo un palazzo Fonti Usa non escludono di aver colpito il dittatore All'alba contrattacco iracheno contro il palazzo presidenziale
BAGDAD - Obiettivo Saddam. La ventesima giornata di guerra inizia con la rivelazione da parte del Pentagono che nel pomeriggio di ieri almeno cinque bombe di circa 900 chilogrammi sono state sganciate dalle forze alleate su un edificio in una zona residenziale di Bagdad, nel distretto di al-Mansur, dove fonti d'intelligence avevano segnalato la presenza di Saddam Hussein, dei suoi due figli e di alti esponenti della leadership irachena.
L'edificio è stato raso al suolo, centrato dagli ordigni ad alta penetrazione del tipo "Jdam" sganciati da un bombardiere B-1 americano. Si sono registrate vittime civili, ma non si hanno notizie certe sulla sorte del rais e dei suoi figli, Udai e Qusai. Fonti dell'amministrazione si dicono ottimiste sull'esito del blitz.
Scontri a più ondate nella notte e fino al mattino tra le forze irachene e quelle statunitensi che da ieri occupano un palazzo presidenziale nella capitale. Ancora in corso, da stamane, una furibonda battaglia campale all'interno della Palazzo della Repubblica, il più importante dei complessi che costituiscono gli edifici presidenziali di Saddam Hussein a Bagdad, sulla riva ovest del Tigri, conquistato ieri con un blitz dalle truppe americane. La parte occidentale del complesso è avvolta dal fumo. Sulla capitale, ancora bombe: in uno dei raid è stata colpita la sede irachema della televisione satellitare del Qatar Al Jazeera. Un cameramen della tv è morto mentre un collega è rimasto ferito.
COLPITO SADDAM? E' l'interrogativo che si pone il mondo intero dopo la notizia diffusa nella notte da Washington di un bombardamento compiuto ieri pomeriggio a Bagdad su un edificio nel distretto di al-Mansur al cui interno si sarebbe tenuto un incontro al vertice tra Saddam, i suoi figli ed alti ufficiali dei servizi segreti iracheni. L'attacco è stato violentissimo, effettuato con un bombardiere B-1B che si è levato in volo sganciando almeno cinque bombe da una tonnellata l'una, anti-bunker, sull'edificio segnalato. Il Pentagono ha fatto sapere di non conoscere ancora, però, l'esito del bombardamento. L'edificio è stato distrutto ed "al suo posto c'è adesso una grande voragine" hanno riferito fonti militari.
Il bombardamento sembra essere il medesimo che ieri era costato la vita ad almeno una quindicina di civili e il ferimento di un imprecisato numero di altri. Tempo e luogo dei due eventi sostanzialmente coincidono: rispettivamente, il primo pomeriggio di ieri, secondo quanto reso noto da un portavoce del Comando Centrale Usa per l'Iraq, maggiore Brad Bartlett; e il quartiere di al-Mansur, nel settore sud-occidentale della capitale irachena. Qui sono state rase al suolo due case, e altri quattro edifici sono rimasti gravemente lesionati.
Al-Mansur è tra l'altro una vera e propria roccaforte del Bath, il partito unico al potere in Iraq. Il portavoce miliare americano non si è voluto sbilanciare quando gli è stato chiesto se lo specifico 'obiettivo' della operazione fosse proprio il rais. Ha inoltre affermato che non è possibile per il momento stabilire con certezza se chi era nel mirino sia stato in effetti colpito, ma ha ammesso che assai difficilmente può essere sopravvissuto qualcuno di coloro i quali erano all'interno anche perchè, ha sottolineato, il bersaglio non era in un bunker: e ciò parrebbe poter avallare ulteriormente la tesi secondo cui il raid sarebbe proprio quello che ha fatto strage tra gli abitanti. "Il palazzo è andato del tutto distrutto", ha proseguito Bartlett. "C'è una voragine al suo posto": larga una quindicina di metri e profonda circa 10. "Potrebbe essere arduo provare chi sia stato ucciso, ma faremo ogni possibile sforzo pur di determinarlo", ha assicurato.
BATTAGLIA INTORNO A PALAZZO OCCUPATO DA USA. Forti esplosioni alle prime ore dell'alba a Bagdad, provenienti probabilmente dal palazzo presidenziale occupato ieri dalle truppe della Terza Divisione Fanteria americana. Alle esplosioni è seguite uno scambio di colpi di armi automatiche e successivamente un grande incendio. Una battaglia campale sarebbe in corso all'interno del complesso del Palazzo della Repubblica. Secondo altre testimonianze, invece, gli americani, nel tentativo di aprirsi la strada in direzione nord della capitale, avrebbero cominciato a sparare contro un altro palazzo presidenziale.
Esplosioni sin dall'alba vicino al ministero dell'Informazione. Sarebbero state provocate da bombe sganciate da aerei che sono stati visti sorvolare la zona. Nei raid attorno alla zona del ministero, un missile ha colpito gli uffici di Bagdad della televisione satellitare del Qatar Al Jazeera, sempre nella zona di Al-Mansur. Un cameramen della tv, Tareq Ayoub, rimasto gravemente ferito nell'attacco, è morto, mentre sono lievi le ferite subite da un collega di Ayoub, Zohair al-Iraqi. Intanto diversi tank americani stanno avanzando in direzione di nordest da un'area intorno al complesso presidenziale sulla riva occidentale del fiume Tigri. Poco prima due tank Abrams erano stati visti avanzare sullo strategico ponte della Repubblica (Jumhuriya), sempre sul Tigri. E, per la prima volta dall'inizio della guerra, si sono visti due elicotteri da combattimento Apache nei cieli di Bagdad che stanno sorvolando la sede della Guardia Repubblicana.
Frattanto alla periferia sud-est della capitale irachena i marines hanno attaccato il campo di aviazione 'al-Rashid' per poi procedere, stando a fonti militari Usa riservate, verso il centro cittadino, da cui lo scalo aereo in questione dista all'incirca 5 chilometri.
FRONTE SETTENTRIONALE. I combattenti Peshmerga curdi, alleati delle forze statunitensi, hanno proseguito ieri nella loro avanzata verso Mosul, la terza città dell'Iraq, e hanno conquistato la cittadina di Faida, lungo la direttrice della loro offensiva.
FRONTE CENTRALE. Le truppe Usa hanno conquistano Karbala, 80km a sudovest di Bagdad, dopo una durissima battaglia casa per casa.
FRONTE MERIDIONALE. Le forze britanniche controllano gran parte di Bassora e sono arrivate nel centro cittadino senza incontrare grande resistenza.
(8 aprile 2003)
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Aprile 08, 2003, 15:05:16 pm |
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Bagdad, le vittima i cameraman di "Reuters" e "Telecinco" Un reporter di Al Jazeera era stato ucciso poco prima Tank spara sull'hotel Palestine due giornalisti morti e 3 feriti Gli Usa: "Nell'albergo c'erano cecchini iracheni" Inviato inglese: "Non ho sentito sparare dalle finestre"
BAGDAD - Un obice partito da un carroarmato Usa ha colpito l'hotel Palestine di Bagdad, l'albergo dove si trovano la maggior parte dei giornalisti stranieri. Nell'esplosione fra il quindicesimo e il diciassettesimo piano dell'albergo sono morti un cameramen della Reuters, il trentacinquenne Taras Protsyuk e Josè Couso, 37 anni, cameraman spagnolo di Telecinco. Altri tre cronisti - sempre della Reuters - sono rimasti feriti. Questo mentre, poco prima, durante un raid nella zona del ministero dell'Informazione, che si trova nella zona del Palestine, era stata colpita la sede di Al Jazeera dove è rimasto ucciso un reporter della tv araba e ferito un suo collega.
Il cameraman spagnolo è stato travolto dall'esplosione e, dicono alcuni testimoni, aveva la gamba quasi staccata dal resto del corpo. E' stato portato in vari ospedali e gli è stata amputata. Nonostante l'operazione, Couso non ce l'ha fatta.
Nessuno si aspettava che potesse essere colpito il quartier generale della stampa internazionale. L'esplosione, che ha semidistrutto due piani dell'albergo, ha scatenato subito una ridda di ipotesi su chi potesse aver sparato. Si è pensato agli iracheni, poi ad un missile Usa, poi un giornalista francese ha detto di aver visto un tank Usa puntare il suo cannone verso l'albergo e di aver sentito un colpo subito dopo.
Ipotesi alla fine confermata dai comandi americani secondo i quali è stato proprio un tank della III divisione a colpire la sede dei giornalisti dalla quale, secondo l'Us Army, operavano cecchini iracheni e partivano colpi di granate anticarro contro i tank americani. Per questo sarebbe stato sparato quel colpo di cannone contro l'albergo, "poi il fuoco è finito", ha detto il generale Buford Blount comandante della III divisione.
Ricostruzione smentita tra gli altri dall'inviato di Sky News, David Chater, ha negato la presenza di cecchini al Palestine. "Non ho sentito un solo colpo in questa zona, certamente non dall'albergo", ha affermato.
Intanto dal Comando centrale in Qatar il capitano Frank Thorp precisava: l'albergo dei giornalisti non era certo "un bersaglio". "Le forze americane - ha detto l'ufficiale - non colpirebbero mai intenzionalmente i rappresentanti dei media". Ma, ha puntualizzato, un'area civile diventa "un legittimo obiettivo militare" in presenza di combattenti iracheni. "Sin dall'inizio abbiamo detto molto chiaramente che Bagdad sarebbe stata molto pericolosa, è zona di guerra".
(8 aprile 2003)
Il racconto dei giornalisti testimoni dell'attacco al Palestine Gruber: "Impossibile che un tiratore potesse passare inosservato" "Non c'era nessun cecchino Attaccati a sorpresa"
BAGDAD - "E' difficile che un cecchino iracheno potesse passare inosservato in un hotel che ospita 150 giornalisti della stampa internazionale". E' l'osservazione che l'inviata del Tg1 Lilli Gruber fa dalla sua corrispondenza da Bagdad, a poche ore dall'attacco che un carro armato Usa ha sferrato contro l'hotel "Palestine" uccidendo un cameramen di origine ucraina che lavorava per la Reuters, un operatore della tv spagnola Telecinco, e ferito altri tre giornalisti della Reuters. L'osservazione della Gruber, ripetuta da molti altri giornalisti che insieme alla Gruber da giorni abitano e lavorano al "Palestine", è la replica alla "giustificazione" fornita dai comandi americani secondo i quali un tank della III divisione ha colpito perché dall'albergo operavano cecchini iracheni.
Una ricostruzione che non convince affatto i giornalisti testimoni dell'episodio. Dai balconi del "Palestine" gli operatori delle tv internazionali sono riusciti a riprendere anche oggi le immagini dei violenti combattimenti che si stanno consumando nel cuore di Bagdad. E proprio da uno di quei balconi, ha raccontato una Gruber in giubbino antiproiettile, visibilmente provata in volto, i reporter delle varie tv stavano riprendendo la pioggia di fuoco sulla città quando "un carro armato Usa, che percorreva il ponte proprio davanti al nostro hotel - ha raccontato l'inviata del Tg1 - ha girato il cannone nella nostra direzione e ha fatto fuoco. La scena è stata ripresa da un collega francese: sulla dinamica dell'accaduto nessuno di noi ha dubbi, abbiamo visto tutti in diretta". Niente cecchini, dunque, nessuno ha sentito esplosioni provenire dall'albergo e, ironizza la Gruber, "è decisamente strano che un cecchino iracheno potesse passare inosservato in questo hotel completamente occupato dai giornalisti di tutto il mondo". "Non ho sentito un solo colpo in questa zona, certamente non dall'albergo", ha ribadito in diretta l'inviato di Sky News, David Chater, che ha negato anche lui la presenza di cecchini al Palestine. Anche nei suoi occhi la scena del carro armato Usa che girava il cannone in direzione dell'albergo, mentre con alcuni colleghi era su un balconre. A quel punto Cheer è rientrato e poco dopo ha sentito un'esplosione violentissima.
"Mi ero allontanato dall stanza per prendere un tè" ha raccontato Ferdinando Pellegrini, il giornalista del Giornale Radio che era al 14/piano del Palestine. In un racconto fatto al Tg1 delle 13.30, Pellegrini ha spiegato di aver "sentito sentito una terribile esplosione. Sono rientrato e ho trovato sul balcone il collega di Telecinco: era a terra con un osso di fuori e la gamba quasi staccata dal corpo". Pellegrini racconta di aver portato via il collega Josè Couso, di averlo messo nell'ascensore e di aver chiamato subito aiuto.
Molta paura, scene miste di sorpresa e panico tra i molti inviati a Bagdad. I feriti, sempre da quanto riferito dalla Gruber e dall'inviata di Studio Aperto Gabriella Simoni, erano al 15esimo e 14 piano dell'albergo. La Simoni, che era al 16esimo piano, riferiscono a Mediaset, è rimasta molto scossa ma illesa. Anche lei ha raccontato di non aver visto "nè sentito cecchini sparare dall'albergo: a 200 metri da qui c'è la contraerea irachena". "Era circa mezzogiorno ora di Bagdad", ha proseguito Simoni. "Io ero al 16esimo piano dell'albergo, ho sentito un'esplosione e sono stata travolta da vetri, fumo, scintille e sono scappata. Il colpo ha raggiunto il 15esimo ed il 14esimo piano, dal lato opposto al fiume, che erano pieni di giornalisti - ha spiegato -, perché da lì si vede la zona delle operazioni. Molti di noi erano rientrati nelle stanze perché in quel momento c'era una sorta di tregua. Per fortuna. I colleghi della Reuters erano ancora fuori, sul balcone, a filmare. Sono stati colpiti in pieno".
(8 aprile 2003)
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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Aprile 09, 2003, 10:47:30 am |
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marines avanzano nel grande sobborgo intitolato al raìs e anche nei quartieri a nord-ovest della capitale Primi saccheggi a Bagdad Assalto a Saddam City Testimoni: preso d'assalti dalla folla alcuni edifici e negozi E sul fronte nord truppe Usa e miliziani curdi a un passo da Mosul
Ventunesima giornata di guerra, ancora una volta all'insegna dell'attacco al cuore di Bagdad e ai centri del potere. Ma anche dei primi saccheggi di edifici e negozi, da parte della popolazione.
L'assedio della capitale. I marines Usa che in mattinata sono avnazati nel vasto sobborgo di Saddam City, a sud-est della città, in cui vivono circa due milioni di persone. Ci sono stati alcuni scontri con paramilitari iracheni: due militari Usa sono rimasti feriti, uno in maniera grave. Lo hanno riferito giornalisti al seguito del battaglione. Già ieri sera, in altri scontri, erano stati feriti dei soldati. Poi però l'avanzata nel quartiere è proseguita. Sempre oggi, i militari sono anche penetrati nelle aree a nord-ovest della capitale: in particolare nella zona di Ach Shaab, a tre chilometri dal centro.
I saccheggi. Il quartier generale dell'Onu a Bagdad è stato saccheggiato: lo hanno riferito testimoni oculari. Dentro e attorno all'edificio non c'è segno di presenza della polizia irachena. Episodi analoghi anche accanto (e forse dentro) al palazzo del Comitato olimpico, una sorta di quartier generale di Uday (figlio di Saddam): nel mirino alcuni negozi. Ieri saccheggi si sono verificati anche a Bassora. Il dramma dei giornalisti. I dipendenti della televisione di Abu Dhabi hanno trascorso una notte "sotto assedio" e sono in attesa di essere portati in un'area più sicura di Bagdad: ieri il gruppo era stato preso in mezzo al fuoco incrociato. E anche Al Jazeera oggi ha chiesto alle autorità militari statunitensi di aiutare i suoi inviati, giornalisti e cineoperatori, a venir via da Bagdad. Ieri nella capitale sono rimasti uccisi tre giornalisti: due all'hotel Palestine, uno proprio nella sede di Al Jazeera.
L'avanzata dei curdi. Le forze americane e quelle curde hanno conquistato una montagna strategica dalla quale le forze irachene difendevano Mossul, nel nord dell'Iraq: ora la via è aperta per questa città petrolifera del Kurdistan. "E' a conquista più importante finora sul fronte nord", ha detto Hoshiyar Zebari, consigliere politico del leader del Partito democratico del Kurdistan (Pdk), Massud Barzani.
L'aereo abbattuto. Due piloti americani sono dispersi da domenica scorsa in seguito all'abbattimento del loro caccia-bombardiere F-15E Strike Eagle. Lo hanno reso noto fonti del Pentagono, senza specificare in quale zona l'aereo sia stato intecettato dalla contraerea nemica. Il numero complessivo dei dispersi è adesso salito a una decina.
(9 aprile 2003)
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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alura |
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Aprile 09, 2003, 11:55:46 am |
webmaster, V12, 50851 posts |
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Iraq. Baghdad, il regime collassa: saccheggi dappertutto. Gli americani avanzano acclamati dalla folla
Baghdad, 9 aprile 2003
Evaporati. I giornalisti stranieri presenti nella capitale irachena riferiscono dell'assenza dei funzionari del ministero dell'informazione iracheno che finora avevano tallonato ogni loro passo. Un segnale di cedimento del regime testimoniato dai saccheggi e dalle scene di gioia nelle strade della capitale. Gli americani continuano ad avanzare nel centro cittadino, ma i portavoci militari Usa avvertono: la guerra non è finita.
Centinaia di abitanti di Baghdad acclamano i soldati Usa che avanzano nell'est e nordest della capitale: cantano, sventolano bandiere, lanciano fiori, secondo testimonianze della Reuters e della France presse.
Molti altri, invece, saccheggiano tutto quello che possono ovunque, dai palazzi di Saddam Hussein ai negozi al quartier generale dell'Onu ai locali del Comitato olimpico che era la base operativa del figlio maggiore di Saddam Hussein, Uday. Presi di mira in particolare gli ex palazzi presidenziali e i loro arredi e i negozi di articoli sportivi, vicini al Comitato olimpico. Non c'è nessuno che li ostacoli, nessuna traccia di polizia irachena, e non intervengono, per ora, i militari americani, così come non lo hanno fatto i britannici a Bassora.
Spari sporadici si sentono solo nella zona attorno all'Hotel Palestine (est), molto probabilmente da parte di paramilitari iracheni, ma i soldati Usa non hanno risposto al fuoco. Ieri, un tank americano ha sparato contro l'albergo dove lavora la stampa internazionale, uccidendo due giornalisti e ferendone tre.
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Kia Sorento = Oso nei Kart
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