ilPistone.com: Kubica, pauroso incidente

Restano stabili le condizioni di Robert Kubica.
Il polacco dovrebbe essere operato di nuovo venerdi'. Il primo dei due interventi riguardera' in particolare il piede e l'omero.

“Si è trattato di un incidente che normalmente non avrebbe avuto gravi conseguenze - ha spiegato Gerber (navigatore di Kubica) - invece alcune circostanze sfortunate hanno portato a un evento quasi tragico. Subito dopo lo schianto io sono riuscito a uscire dalla macchina, ma mi sono reso conto che Robert era ancora incastrato e ho cercato di bloccare le altre auto che stavano passando, ma non si sono fermate… (a parte i due equipaggi già più volte menzionati) Poi ho chiamato l’ambulanza e quindi sono arrivati anche i pompieri e l’elicottero: hanno tirato fuori dalla macchina Robert e l’hanno portato di corsa all’ospedale. In quel momento sono riuscito anche a parlargli per un attimo… Era cosciente”.

Bravi!!

“TORNA PRESTO ROBERT”

« Ultima modifica: Febbraio 10, 2011, 15:13:22 pm da renzo »

Citato da: Homer su Febbraio 08, 2011, 23:56:35 pm

"solo" 2 volte Wink

ops!

prossima volta controllo bene

Il bollettino di oggi, rilasciato dal primario Dott. Barabino, specifica che “Il quadro generale è buono, le condizioni del paziente sono ulteriormente migliorate e si possono ritenere stabili. Il pilota è vigile, respira e si alimenta in autonomia, ha ricevuto visite da componenti del proprio team con i quali ha colloquiato più a lungo rispetto alle visite ricevute ieri”.

Domattina Robert lascerà il reparto di rianimazione per spostarsi in quello di ortopedia. Venerdì, salvo ripensamenti, verrà operato all’omero e al piede per la prima delle due operazioni ancora previste e lasciate in ‘sospeso’. Il pilota, comunque, non lascerà la struttura prima di due/tre settimane di convalescenza.

La notizia più bella di giornata però è quella riferita alla mano destra. Robert riesce a muovere tutte e cinque le dita e la vascolarizzazione è buona. A riguardo, il Prof. Rossello (il chirurgo che ha operato la mano di Robert) ha dichiarato che “l’operazione è perfettamente riuscita. E’ un grande risultato perchè l’intervento è stato lungo e molto complesso”

sono molto molto contento! ottime notizie, comincio a pensare che potrà tornare sul serio.

"Torno entro fine stagione e sarò ancora più forte di prima. Perché dopo questi incidenti non sei più lo stesso, migliori"
Queste sono le parole di Kubica in una intervista alla Gazzetta dello Sport.
"Mi spiace per quello che è successo. Non so neanche che cosa sua capitato, dell'incidente non ricordo nulla. Mi era accaduto anche nel 2007 dopo il botto in Canada. Quando sono rientrato ero migliore".
Vedo che la volontà non gli manca e questa è un'ottima medicina.

Sette ore sotto i ferri per risanare le fratture di omero, piede e gomito: una operazione lunga, che comporterà anche l’inserimento di innesti ossei, e che impegnerà per gran parte della giornata gli specialisti del Santa Corona, dove Robert Kubica è ricoverato da domenica scorsa, giorno del tragico incidente al rally di Andora.
Dopo l’intervento di emergenza per salvargli l’uso della mano destra – grazie anche allo staff del professor Rossello del Centro di Chirurgia della Mano del San Paolo di Savona – questa mattina una nuova operazione molto delicata e di cui si saprà l’esito solo intorno alle 17 di questo pomeriggio.

Bravo Kubica, pilota vero
di Paolo Bellodi

Eccoli qua. Li aspettavamo e puntualmente sono arrivati. Eccoli qua, quelli che “ma perché è andato a correre quell’inutile rally?”: una domanda che suona come un verdetto. Un po’ saccente, parecchio scontato, e dunque inevitabile.

Eccoli qua: formano un gruppo ben nutrito, composto da fauna varia. Si va dall’appassionato all’ex pilota, di tutto un po’. Tutti compatti a chiedersi (pardon, a ribadire) che su quella macchina Kubica non avrebbe dovuto salire. Mai e poi mai. Opinione che rispettiamo, ma non condividiamo. Perché la loro è l’opinione figlia della logica, mentre quando si parla di piloti, e di Kubica in particolare, la logica deve fare un passo indietro. Perché i piloti non sono impiegati, nossignore. Sono “animali” particolari che si guadagnano da vivere con la passione: per la competizione, per la guida, per i motori.

Prendete Robert Kubica, per esempio. Se siete tra quelli che “ma perché è andato a correre quell’inutile rally?”, del polacco saprete che ha corso 76 GP di Formula 1, mettendo in carniere una vittoria ed una pole (rispettivamente a Montreal e Sakhir, entrambe nel 2008). E poco altro. Forse non saprete che Kubica è malato di rally. Una passione totale, che lo pervade sino al midollo, da sempre. Forse avete perso il conto dei rally ai quali Robert ha partecipato: facendo bene, se non benissimo e fermandosi in una sola occasione per un innocuo contatto che gli ha aperto una ruota.

Forse non saprete, soprattutto, che Robert era planato ad Andora con l’entusiasmo di un ragazzino: o di un pilota vero, che poi è la stessa cosa. Sulla strade liguri non c’era in palio gloria, neanche un po’. C’era in ballo molto di più, qualcosa di più urgente da soddisfare. Qualcosa di nome passione, appunto: per uno nato con il DNA del pilota, l’appuntamento con la Skoda Fabia S2000 era di quelli da non perdere. Un’occasione ghiotta, dopo gli ottimi risultati raccolti prima con la Clio R3 poi, soprattutto, con la Clio S1600. In parole povere, voleva capire quanto vale il Kubica rallysta sulla miglior S2000 in circolazione. Un motivo più che buono per esserci, per soddisfare la sua passione per i rally, per appagare l’inesauribile voglia di essere pilota sempre, in ogni momento, appena possibile.

Stavolta è andata male, malissimo. Ma ha fatto bene, Robert. Ha fatto bene a seguire la passione, ha fatto bene a mettersi alla prova, perché questo significa volersi sfidare, volersi migliorare, in ogni momento, in ogni contesto. E’ l’essenza del pilota, come del resto ha capito benissimo Eric Boullier, boss di quella Lotus Renault che ora resta priva della sua stella per almeno un anno. Sentite come ha risposto a quelli che gli hanno posto la domanda di cui sopra:“Questo non ha nulla a che fare con il business. A Robert è permesso farlo perché è una cosa che gli sta a cuore. Per lui, i rally sono vitali, nel suo equilibrio. Da quel punto di vista, è un accordo reciproco. Non vogliamo un robot”. Chapeau, Monsieur Boullier.

E in bocca al lupo, di cuore, a Robert: il quale un giorno (non sappiamo quando, né come, né dove, ma siamo certi che accadrà) tornerà ad essere un grande pilota. Proprio per questa sua passione che lo spinge laddove la sola logica, da sola, non sempre arriva. Sperando che allora tutti capiranno perché, ieri, Kubica era su quella macchina, a correre quell’inutile rally.

« Ultima modifica: Febbraio 11, 2011, 14:21:13 pm da SUBARUAIMONT »

Già postato da Mr Sandman qualche giorno fa!

Continuo a non condividere il fatto che si debba sempre anteporre "passione, sentimento" a "ragione e logica".
Non parliamo di un amatore o di un ragazzino di 15 anni. Parliamo di un professionista le cui doti (indiscutibili) valgono milioni di dollari. E che è giusto mettere in rischio il meno possibile.
E' giusto che metta la testa davanti al cuore.

Un tenore non credo si metta a correre nudo d'inverno....anche se la passione glielo chiede.
Un pianista non raccoglie le caldarroste a mani nude. Anche se ne è ghiotto.

Umanamente è condivisibile la scelta....professionalmente ha fatto una stronzata.......

Se vuole fare il rally per passione, ok...che diventi rallista a tempo pieno Wink

« Ultima modifica: Febbraio 11, 2011, 14:21:24 pm da TonyH »

Citato da: Homer su Febbraio 11, 2011, 14:11:08 pm

Già postato da Mr Sandman qualche giorno fa!

Fatto

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