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Lotus si è vista negare un contributo pubblico che sarebbe servito a sostenere i piani di crescita e la produzione della nuova gamma modelli presentata lo scorso anno al Salone di Parigi. Ora, secondo quanto riporta AutoExpress, la nuova Esprit e le altre Lotus di nuova generazione potrebbero essere assemblate all’estero.
Il costruttore di Hethel aveva chiesto al Governo un sostegno pari a 27,5 milioni di sterline, che sarebbero dovuti provenire dall’RGF, il Regional Growth Fund, un “tesoretto” da 1,4 miliardi. Lotus, che fece formale richiesta a gennaio, intendeva usare quei fondi per costruire un nuovo impianto produttivo situato presso la sua sede che avrebbe creato 1200 nuovi posti di lavoro.
Il Department for Business, Innovation and Skills, per la cronaca, ha erogato complessivamente 450 milioni negli scorsi anni in favore di progetti industriali di General Motors, Jaguar-Land Rover e Bentley. Entro il prossimo 1° luglio in ogni caso, Lotus ha l’opportunità di formulare una nuova richiesta, con le cui modifiche si spera di allentare i cordoni della borsa governativa.
Qualora il tentativo dovesse andare a vuoto, Lotus pare decisa a rivolgersi altrove: le candidate più probabili per costruire Esprit, Elan e compagne, paiono l’austriaca Magna-Steyr di Graz, e la finlandese Valmet, entrambe aziende con un grosso bagaglio di esperienze nell’assemblaggio di vetture (anche prestigiose) per conto terzi.