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Neo (Mr. Anderson) |
The real "Smartphone" |
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Febbraio 14, 2012, 11:29:20 am |
Utente standard, V12, 7078 posts |
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La Ducati, il costruttore italiano di moto noto in tutto il mondo grazie anche al pilota di MotoGp Valentino Rossi, si appresta a passare di mano. Investindustrial, il gruppo tricolore di private equity che fa capo alla famiglia Bonomi, ha intenzione - dopo 6 anni - di vendere il marchio in una transazione che potrebbe valere fino a 1 miliardo di euro, il triplo dell'investimento iniziale. «Ducati è attualmente un'azienda perfetta, ma per un'ulteriore crescita ha bisogno di un partner industriale di classe mondiale. Quest'anno lavoreremo per trovare quel partner», ha dichiarato al Financial Times il presidente di Investindustrial Andrea Bonomi, lui stesso un pilota di Ducati e appassionato di competizioni nautiche offshore. http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-02-13/ducati-vendita-anni-costruttore-091949.shtml?uuid=Aa90Q3qE
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Loggato
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Emi |
...e quattro! |
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Febbraio 14, 2012, 11:56:56 am |
Utente standard, V12, 58199 posts |
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[moderato, OT]« Ultima modifica: Febbraio 14, 2012, 12:16:51 pm da baranzo »
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"Casey è il pilota con il più grande talento che io abbia mai incontrato" JLorenzo, Stoner a Rossi “La tua ambizione è superiore al tuo talento”… mancherai Casey, per me sei a livello del mito Kevin
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&re@ |
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Febbraio 14, 2012, 13:00:15 pm |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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L'avevo letta ma speravo in una svista di qualche giornalista, o in una smentita. Sinceramente non mi fa impazzire il pensiero di una Ducati proprieta' di Mercedes o VW, men che meno BMW che ha gia' una fortissima divisione Motorrad. Per non parlare di Mahindra Vedremo...
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Loggato
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J. C. |
I'm doing my bit for global warming. |
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Febbraio 14, 2012, 13:25:06 pm |
Global Moderator, V12, 12792 posts |
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L'avevo letta ma speravo in una svista di qualche giornalista, o in una smentita. Sinceramente non mi fa impazzire il pensiero di una Ducati proprieta' di Mercedes o VW, men che meno BMW che ha gia' una fortissima divisione Motorrad. Per non parlare di Mahindra Vedremo... Su Mahindra e BMW posso darti ragione, ma MB in fin dei conti ha già una partnership poco più di marketing tramite AMG. Magari potrebbero acquisire Ducati e lasciarle molta autonomia, con il culmine delle versioni AMG (già pregusto una Monster 6.3 AMG )...
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...bisogna quindi insegnare a governare con la persuasione e il ragionamento, senza mai ricorrere al terrore ed alla superstizione... ------------- SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS ------------- Perché gli squali non attaccano gli avvocati? Cortesia professionale...
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baranzo |
Nothing's as it seems! |
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Febbraio 14, 2012, 13:50:07 pm |
Global Moderator, V12, 27239 posts |
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Questo potrebbe essere un banco di prova importante per l'industria italiana, leggevo proprio oggi che gli investimenti stranieri in Italia sono ridotti ai minimi termini, speriamo ci sia chi ha ancora il coraggio di fare investimenti così importanti.
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“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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&re@ |
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Febbraio 14, 2012, 14:00:52 pm |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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Mah, non vedo perchè temere più un gruppo industriale auto o motociclistico che uno prettamente finanziario.... (...)
Non e' che lo "temo", solo mi dispiace che la proprieta' di una Azienda italiana vada in mani straniere. E' una sensazione che esula da considerazioni economiche. Rispondendo a JC, ho letto che la partnership con AMG dovrebbe avere qualche risvolto sul motore della Desmo16 GP12, quindi non e' solo marketing (non so se sia vero eh...). Resta il fatto che preferirei venisse accorpata a Ferrari, tanto per fare un nome "nobile", piuttosto che a AMG.
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Loggato
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&re@ |
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Febbraio 14, 2012, 14:15:36 pm |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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Fra parentesi (e qui mi potrebbe aiutare "il fu" Dogui), qualcuno sa dirmi quanto della Lamborghini e' rimasto a Sant'Agata? Tutto, poco, niente, solo il nome? Emozionalmente, una sinergia fra Lambo e Ducati non mi dispiacerebbe, anche se in mano crucca.
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Loggato
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J. C. |
I'm doing my bit for global warming. |
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Febbraio 14, 2012, 14:27:36 pm |
Global Moderator, V12, 12792 posts |
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Rispondendo a JC, ho letto che la partnership con AMG dovrebbe avere qualche risvolto sul motore della Desmo16 GP12, quindi non e' solo marketing (non so se sia vero eh...).
Beh, male non farebbe: AMG ha competenze di livello assoluto in materia di metallurgia e riduzione degli attriti (ne parlammo a proposito del V8 6.2, motore estremamente semplice ma molto leggero e capace delle prestazioni che ben conosciamo). Fra parentesi (e qui mi potrebbe aiutare "il fu" Dogui), qualcuno sa dirmi quanto della Lamborghini e' rimasto a Sant'Agata? Tutto, poco, niente, solo il nome? Emozionalmente, una sinergia fra Lambo e Ducati non mi dispiacerebbe, anche se in mano crucca.
Da quel che ricordo io da una passata visita, a Sant'Agata c'è tutto, forse parte delle decisioni sul design sono prese in Germania. Anche l'AD, che parla perfettamente l'italiano (con accento romano, suo padre era un diplomatico di stanza in capitale, se ricordo bene, e hanno vissuto molti anni qui), fa la spola tra la Svizzera e l'Emilia. Quanto alla produzione, buona parte di ciò che è fatto in alluminio proviene da Audi, mentre i V10 della Gallardo arrivano dallo stabilimento ungherese sempre di Audi. Viene comunque assemblato tutto in Emilia.
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...bisogna quindi insegnare a governare con la persuasione e il ragionamento, senza mai ricorrere al terrore ed alla superstizione... ------------- SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS ------------- Perché gli squali non attaccano gli avvocati? Cortesia professionale...
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&re@ |
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Febbraio 14, 2012, 14:31:46 pm |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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Da quel che ricordo io (...)
Beh, buono dai, allora un approccio del genere anche per Ducati potrei digerirlo.
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Loggato
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J. C. |
I'm doing my bit for global warming. |
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Febbraio 14, 2012, 14:38:25 pm |
Global Moderator, V12, 12792 posts |
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Beh, buono dai, allora un approccio del genere anche per Ducati potrei digerirlo.
ma sì, infatti... non penso che i crucchi siano così pirla da rendere Ducati solo un marchio. Anzi... proprio in quest'ottica vedrei più deleteria BMW (che ha una divisione moto) di MB (che con AMG, verosimilmente, trasferirebbe solo competenze motoristiche).
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...bisogna quindi insegnare a governare con la persuasione e il ragionamento, senza mai ricorrere al terrore ed alla superstizione... ------------- SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS ------------- Perché gli squali non attaccano gli avvocati? Cortesia professionale...
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&re@ |
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Febbraio 14, 2012, 14:42:01 pm |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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proprio in quest'ottica vedrei più deleteria BMW (che ha una divisione moto) di MB (che con AMG, verosimilmente, trasferirebbe solo competenze motoristiche).
Si, questo pure io.
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Loggato
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&re@ |
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Febbraio 15, 2012, 11:18:43 am |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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Un editoriale di Luigi Bianchi, direttore di Dueruote / Motonline che mi sento di condividere: Da http://direttore.dueruote.it/mercato/il-futuro-di-ducati/Le notizie che si rincorrono sui quotidiani, sull’intenzione dell’attuale proprietà di cedere Ducati, stanno creando non poche preoccupazioni negli appassionati che temono la delocalizzazione fuori dall’Italia di questo marchio amatissimo e prestigioso. E allora cerchiamo di fare un po’ di luce su questa complessa vicenda. Ducati è al 100% di proprietà di Investindustrial Holdings, finanziaria che fa capo alla famiglia Bonomi. L’acquisto avvenne nel 2006 quando furono rilevate le quote del fondo di investimento americano Texas Pacific Group, a seguire vennero poi anche rastrellate le rimanenti azioni disponibili sul mercato attraverso un’Offerta Pubblica di Acquisto. A quel punto, a fine 2008 Investindustrial ritirò Ducati dalla quotazione in borsa. Nel frattempo la gestione Bonomi aveva dato evidentemente i suoi frutti, visto che il fatturato è passato dai 305 milionio del 2006 ai 480 del 2011, con un livello di indebitamento considerato ridotto dagli analisti finanziari nonostante un massiccio piano di investimento nel periodo 2007-2011, annunciato e poi effettivamente realizzato. Insomma, raggiunto nel 2011 il suo record storico di 42.000 motociclette prodotte, Ducati rappresenta oggi un pezzo pregiato della nostra industria che potrebbe far gola a molti. Considerato che la Investindustrial è una finanziaria e che il valore di Ducati è triplicato dall’anno dell’acquisizione, l’intenzione di vendere è comprensibile oltre che legittima, ma qui si aprono poi scenari diversi.
Investindustrial sostiene che il motivo della vendita è che ormai l’azienda necessita di una proprietà industriale e non finanziaria per garantirsi ulteriori sviluppi in nel mondo globalizzato di oggi, caratterizzato da mercati sempre più difficili e competitivi. In realtà le opzioni sono tre: vendere a un gruppo industriale, vendere a una finanziaria o a una cordata di finanziarie, tornare a una quotazione in borsa. In tutti i casi vedo difficile che la proprietà possa rimanere italiana in quanto, nel nostro Paese, non vedo oggi nessuno, industria o finanziaria che sia, interessato e/o in grado di sborsare il miliardo di euro richiesti da Bonomi. Anche nel caso di quotazione in borsa non si parlerebbe più di Milano, ma di qualche borsa asiatica più vicina agli attuali Paesi emergenti, per esempio di Hong Kong.
Altrettanto vero è che Ducati ha cuore e cervello saldamente piantati a Bologna, e una sua delocalizzazione le farebbe perdere prestigio e valore, un po’ come se qualcuno pensasse di trasferire le linee di montaggio della Ferrari da Maranello al sud est asiatico… però industria e finanza ragionano più in base ai conti che col cuore e, di conseguenza, sarebbe assai utile e prudente rinforzare il radicamento di Ducati sul nostro territorio. In questa ottica non posso non ricordare che a Borgo Panigale dal 2009 sono in ballo per avere le autorizzazioni per realizzare un nuovo stabilimento, più grande e razionale, nei pressi di quello attuale. Lo stabilimento nuovo doveva essere pronto nel 2013 ma, a fine 2011, le autorizzazioni concesse nel 2009 sono state revocate; adesso si parla di un nuovo accordo ma, intanto, si è perso un mare di tempo. Se si pensa che nel giro del 2011 Ducati ha deciso e inaugurato uno stabilimento in Tailandia per assemblare in loco le moto destinate ai mercati far east, onde evitare dazi molto onerosi, si capisce come questa non sia certo la strada migliore per convincere un investitore a mantenere gli stabilimenti in Italia! Evidentemente agli amministratori bolognesi la chiusura in pochi anni di Malaguti, Moto Morini, Paioli, Verlicchi e Grimeca - e ci sarebbero altri casi di chiusure e cessioni da citare - non ha insegnato nulla… E questo è l’aspetto della questione che più mi preoccupa, più che l’eventuale cessione della proprietà che è nella logica normale delle attività di tipo finanziario. Insomma, se vogliamo che Ducati rimanga italiana il problema non è tanto di chi sono i quattrini, quanto la capacità del nostro sistema paese di essere appetibile e funzionale per chi vuole mantenere e sviluppare in Italia attività industriali!
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Loggato
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Neo (Mr. Anderson) |
The real "Smartphone" |
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Febbraio 17, 2012, 11:03:07 am |
Utente standard, V12, 7078 posts |
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Volkswagen è interessata ad una partnership con Ducati e sta trattando l’acquisto della Casa di Borgo Panigale. Dopo il no di BMW e dello stand-by Mercedes, spunta l’interesse della casa di Wolfsburg. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo la storia. Nella primavera del 2008, il presidente del gruppo tedesco, Ferdinand Piech, si disse interessato alle due ruote “mi piacerebbe un produttore motociclistico piccolo e redditizio” e non nascose il suo rimpianto per la mancata acquisizione della Ducati quando la casa italiana era in cattive acque nel 1985: “si sarebbe potuta comprare a un prezzo molto conveniente”. fonte: http://www.motoblog.it/post/35655/volkswagen-tratta-lacquisto-di-ducati
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