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Patarix |
Alessandro |
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Luglio 02, 2013, 16:19:36 pm |
Global Moderator, V12, 12778 posts |
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Una petizione a Barack Obama per tutelare il modello di vendita Tesla dagli "attacchi protezionistici delle associazioni dei concessionari". Dopo mesi di battaglie legali (a New York e nel Massachusetts, ad esempio), la querelle sulla rete senza intermediari di Elon Musk potrebbe finire sulle scrivanie più importanti della Casa Bianca.
Com'è nata l'iniziativa. Ieri, infatti, la Tesla ha aderito ufficialmente alla petizione di un anonimo fan che il 5 giugno scorso ha deciso di tagliare la testa al toro sottoponendo la diatriba nientemeno che al presidente: la richiesta è di permettere al Costruttore di Palo Alto di vendere le proprie auto "direttamente ai consumatori in ognuno dei 50 Stati" Usa. Le firme hanno già superato quota 90 mila: per avere una risposta ufficiale ne servono 100 mila entro venerdì. Un traguardo praticamente certo.
Leggi e concorrenza. La petizione pare ormai lo strumento preferito dalle aziende che stanno cambiando le regole di alcuni business, spesso scontrandosi frontalmente con categorie, lobby e leggi: anche Uber, l'app delle berline NCC, si è spesso rivolta ai clienti per supportare la propria causa nelle controversie con amministrazioni e associazioni "ostili". Nel caso americano, il promotore della richiesta a Obama ritiene che i singoli Stati Usa "non dovrebbero avere la possibilità di impedire alla Tesla la vendita diretta" delle auto. La ragione? Musk e i suoi "alimentano la competizione, un bene per consumatori".
I fronti aperti per la Tesla. Oltre alle cause e alla battaglia della National Automobile Dealers Association (l'associazione dei concessionari che riunisce 17 mila rivenditori), Tesla se la sta vedendo anche con la legislazione locale: in Texas, ad esempio, la vendita di auto senza intermediari è vietata. Per ora si tratta di un caso isolato, ma altrove le ipotesi restrittive sono all'ordine del giorno.
Battaglia in corso in più Stati. Fortunatamente per Musk, finora gli "assalti" alla rete di vendita non sono andati esattamente a buon fine: proprio nei giorni scorsi l'Assemblea dello Stato di New York ha accantonato una proposta di legge che avrebbe costretto la Casa a chiudere localmente i battenti, mentre un provvedimento simile è stato appena bocciato alla Camera dei Rappresentanti del North Carolina. Altri tentativi sono naufragati in Minnesota e nello stesso Massachusetts. Nel New Hampshire, infine, è passata una legge per consentire la vendita diretta ai costruttori che non dispongono già di una rete di concessionari in franchising.
La controffensiva. Dal canto suo, nell'ultima newsletter, la Tesla denuncia "l'attacco di diverse associazioni di concessionari: sono tentativi di natura protezionistica - reagisce Palo Alto - che violano il diritto del consumatore di scegliere come acquistare la propria auto e gestirne l'assistenza". La Casa ha ringraziato i fan che hanno già firmato la petizione, invitando a diffonderla per raggiungere le 100 mila firme: "Vogliamo che sia un successo", dicono Musk e i suoi. D'altronde, ad aprile lo stesso presidente aveva spiegato che preferirebbe combattere "una sola battaglia a livello federale, piuttosto che venti a livello statale": la petizione, quindi, sembra essere l'occasione giusta per contrattaccare.
La situazione in Italia. E in Italia? Per ora, nel Belpaese la Tesla ha solo un negozio, a Milano, e a oggi non si registrano proteste o perplessità. "In Usa abbiamo un peso specifico diverso – spiega la divisione italiana della Casa – mentre negli States, nei primi tre mesi del 2013, la Model S è stata la berlina più venduta. Con i dealer c'è dialogo, ma vogliamo mantenere la gestione dei nostri prodotti". Presto, sotto la Madonnina, aprirà anche un centro di assistenza, pronto a supportare le prime consegne.Fonte: http://www.quattroruote.it/notizie/ecologia/tesla-la-guerra-ai-concessionari-arriva-a-washington
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Panama: "Where the World meets"
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Patarix |
Alessandro |
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Luglio 02, 2013, 16:22:31 pm |
Global Moderator, V12, 12778 posts |
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Onestamente non ci trovo nulla di male se la Tesla propone di vendere direttamente al pubblico, bypassando i concessionari. Ed in questo caso specifico il supporto che la stessa Tesla ha deciso di dare direttamente ai propri clienti (vedasi la costruzione di molte stazioni di ricarica, ecc.) é fondamentale per riuscire ad avere una qualche speranza di avere successo (e fare profitti) in futuro.
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Panama: "Where the World meets"
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junta |
200 mi bastano... |
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Luglio 03, 2013, 08:45:45 am |
Utente standard, V12, 3972 posts |
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Mi piace la Tesla, da tempo. Provai la Roadster ad un SolarExpo e ne rimasi molto colpito!
A parte questo concordo sul fatto che un'azienda possa scegliere senza vincoli come vendere il proprio prodotto! E se per di più questo può portare ad un abbattimento dei costi per l'acquirente meglio ancora!
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Non capisco cosa spinga i moscerini a prendere l'autostrada contromano... - C.T.A. Club dei Talebani Automobilistici
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