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Homer
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SUBARUAIMONT |
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Dicembre 24, 2013, 11:32:04 am |
Utente standard, V12, 18123 posts |
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Casey Stoner ha affrontato anche l’argomento Ducati e il suo divorzio dalla Rossa di Borgo Panigale. Il due volte Campione del mondo si è sentito tradito quando la Ducati invece di “proteggerlo” lo ha “pugnalato” alla schiena, in riferimento al periodo in cui non stava bene fisicamente e in cui aveva saltato tre gare. Ecco un estratto del pezzo riportato da Foxsports Australia. Ecco l'estratto tradotto da http://motograndprix.motorionline.com/“All’inizio della stagione 2009 ero più forte che mai. Avevamo avuto alcuni problemi iniziali con la nuova Ducati, ma eravamo riusciti a risolverli in breve tempo. Eravamo fiduciosi di poter rivincere il campionato. Poi qualcosa ha cominciato ad andare male e non riuscivo a capire il perchè. Dopo la gara del Mugello ero molto più stanco di quanto lo fossi mai stato prima. Ero rimasto sorpreso perché ero ben allenato, quindi non capivo. A Barcellona poi dopo il warm up ero sfinito, mi sentivo talmente stanco da dover tornare a letto per due ore.
Quel pomeriggio non stavo bene e si vedeva anche dalla tv. La stanchezza mi ha colpito all’improvviso dopo soli cinque giri. Un minuto stavo bene e poi improvvisamente ho avuto un calo delle forze. Sono riuscito a finire la gara ma nel parco chiuso quasi non riuscivo a scendere dalla moto. Non riuscivo a camminare o parlare, volevo solo vomitare e sul podio sono quasi crollato.
Avevo visto i medici in merito ad alcuni sintomi di stanchezza nel 2006. Mi avevano detto che era dovuta ad una combinazione data dalla mia dieta e del mio programma fitto di appuntamenti. Questa volta però la situazione era molto più seria. Ho cominciato a bere bevande di recupero a base di latte e siero di latte in polvere e la mia condizione è peggiorata ancora più rapidamente. Nessuno riusciva a capire e in Ducati la tensione saliva. Ero andato da ogni tipo di medico, in Europa e negli Stati Uniti ed ho effettuato ogni test immaginabile. C’erano un sacco di teorie ma nessuna diagnosi e nulla che mi facesse sentir meglio.
In Ducati non erano felici e ho questo lo sentivo, ma quando hanno iniziato a fare annunci su mia condizione senza il mio consenso, mi hanno veramente deluso. Avevamo vinto un titolo insieme, fino a Barcellona ero in testa al campionato. Nel momento del bisogno hanno iniziato a parlare dubitando del mio livello di preparazione, ma nessuno di loro aveva idea di cosa stavo passando.
Quando hanno saputo che sarei tornato in Australia (per ulteriori esami e riposo, saltando le gare di Brno, Indianapolis e Misano) non hanno gradito e ho ricevuto una email da Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Corse, che fondamentalmente diceva, “Spero che non ti aspetti di essere pagato per questo.” E’ stato estremamente deludente non avere il sostegno dei miei datori di lavoro durante uno dei momenti più difficili della mia vita. Ma sapevo che se non avessi affrontato alla radice il mio problema avrei potuto finire la mia carriera.
Ho trascorso una settimana con test e scan. Due delle prove che ho dovuto fare, per il lattosio e glutine, erano processi di tre settimane che richiedevano la sperimentazione. Ho dovuto iniziare una dieta di eliminazione rigorosa per cercare di individuare gli eventuali problemi che potevamo essere legati all’alimentazione. A quel punto quando dall’Europa arrivavano voci infondate sulla mia condizione e allora mi sono isolato da stampa, dai miei coetanei e da ex piloti. Ognuno ha le proprie opinioni. Quel momento mi ha fatto capire di chi potessi fidarmi e di chi no. Certamente in Ducati c’erano persone di cui non mi potevo più fidare.
Mentre ero via hanno offerto a Jorge Lorenzo un contratto per il doppio del denaro. Mi avevano detto quando avevamo firmato per il 2009 e il 2010 che non avevano più soldi, nè per me nè per lo sviluppo ed improvvisamente potevano permettersi di sborsare così tanto per un altro pilota? Considerando quello che avevamo realizzato insieme, stentavo a crederci. Mi sono sentito pugnalato alle spalle dalla gente di cui mi fidavo e che avrebbe dovuto fidarsi di me. Dopo due settimane ho ripreso il lattosio e quella notte sono stato male come un “cane”. Non riuscivo ad alzarmi dal letto, avevo perso la mia voce ed ero bloccato a letto per giorni. Il medico mi aveva detto di farlo per vedere la reazione, ma mi aspettavo qualcosa di molto meno grave.
Ci siamo poi diretti in Europa e quando il mio corpo ha iniziato a smaltire il lattosio ho iniziato a sentirmi meglio. Il venerdì una volta salito in moto ho subito capito di star meglio, c’era una differenza enorme. La domenica mattina nel warm up ero stato il più veloce, ma ancora non potevo essere sicuro della mia condizione esatta fino a quando non ho percorso l’intera distanza di gara. Ho continuato a martellare tempi sul giro, il tutto mentre mi aspettavo di “morire” a metà gara, ma non è successo. Ho continuato a martellare tutta la gara ed ho portato a casa il secondo posto. Quella era una sensazione fantastica, davvero indescrivibile. Ero passato da una possibile carriera finita per sempre al fatto di poter tornare più forte che mai.
Prima di tornare in Australia per la gara di Phillip Island abbiamo deciso di provare di nuovo lattosio, solo per confermare che fosse lui la fonte del problema. Il giorno successivo o due ho iniziato a perdere la mia solita energia. In un certo senso, questo mi ha reso felice perché ho potuto finalmente confermare quale fosse il problema. La cosa più importante era che avevamo salvato la mia carriera e che quindi potevo guardare avanti per cercare di vincere il campionato nel 2010.
Una cosa mi era chiara, volevo vincere per me e per la mia squadra, ma non per l’azienda. Avevo quasi deciso di continuare con la Ducati e anche se mi avevano proposto un nuovo contratto per il 2011 e il 2012, avrebbero dovuto fare un gesto molto più grande per farmi restare. Ho detto cosa avrei voluto, gli ho dato mesi, ma non è successo niente. A quel punto ho capito che era finita e nella seconda gara del 2010 (a Jerez) ho firmato per la Honda (con cui poi ha vinto il suo secondo titolo).
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La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso (Miky Biasion)
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&re@ |
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Dicembre 24, 2013, 11:46:45 am |
Utente standard, V12, 77625 posts |
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Ha parecchi motivi per recriminare, la Ducati non l'ha praticamente mai supportato... quando vinse si presero quasi tutti i meriti, e quando aveva problemi le colpe erano sue. Però lui è stato poco furbo. Intanto avrebbe dovuto comunicare all'Azienda la sua intenzione di saltare tre gare, e non farglielo sapere per vie traverse. E poi avrebbe dovuto divulgare le informazioni sugli esami che stava facendo, in modo da non alimentare i dubbi (che bene o male, vengono...). Comunque un esame per l'intolleranza al lattosio, se veniva a farlo qui al Maggiore a 5 minuti dalla Ducati, invece che andare in Autralia, non ci metteva mica 3 settimane per avere l'esito
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Loggato
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SUBARUAIMONT |
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Dicembre 24, 2013, 11:54:52 am |
Utente standard, V12, 18123 posts |
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Mi pare anche di aver capito che le cure se le è sobbarcate tutte lui e che la Ducati non abbia messo a disposizione uno staf medico per seguire il pilota. Strano quando hai un capitale così importante da gestire. Ma qui bisognerebbe sentire anche l'altra campana.
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La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso (Miky Biasion)
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