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mauring
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&re@ |
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Gennaio 10, 2014, 15:34:23 pm |
Utente standard, V12, 77628 posts |
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Non avrei mai pensato a una cifra del genere, notevole http://www.gpone.com/2014011012465/Il-Mugello-vale-66-milioni-di-euro.htmlIl Mugello vale 66 milioni di euro
Quanto vale l’autodromo del Mugello? La risposta l’ha data uno studio effettuato dal Centro Studi Turistici e da Irpet che ha valutato fra i 63 ed i 66 milioni di euro la ricaduta economica annua derivante dall'attività sull'economia locale. La ricerca ha preso in considerazione il biennio 2011-2012 valutando elementi come le ricadute occupazionali all'interno della struttura, la vendita di biglietti, i servizi, i costi di gestione, le presenza alberghiere.
"La ricerca conferma l'integrazione sostenibile dell'Autodromo con il territorio del Mugello e della provincia – ha affermato il direttore dell'impianto Paolo Poli -. Un sistema che oltre i gran premi copre ormai un ventaglio di attività sportive con immediata ricaduta turistica". Fra i dati più significativi in chiave turistica, emerge infatti che mediamente i circa 220 giorni di attività nel circuito attivano nel Mugello oltre 310 mila presenze turistiche tra addetti ai lavori, spettatori turisti/escursionisti. Le stime evidenziano che le attività realizzate dall'autodromo contribuiscono per il 25 per cento all'occupazione dei posti letto nel Mugello. E portano a definire una spesa totale di circa 26,9 milioni di euro, dei quali 16,7 milioni riferibili alla voce "spettatori/fruitori pernottanti" nel Mugello, e 6,3 milioni agli "escursionisti".
Il sistema economico dell'autodromo (gestione più turisti/spettatori) contribuisce alla creazione di 300 posti di lavoro in Mugello, 45 nel resto della provincia, 69 in Toscana; per un totale regionale di 414 unità lavorative locali attivate. La quota maggiore della spesa (43 per cento) è riferibile ai servizi ricettivi, la ristorazione intercetta circa un quarto del valore dei consumi (24 per cento). Seguono i trasporti e le comunicazioni (9 per cento), i beni e servizi vari, il vestiario e accessori (entrambe 7 per cento), i generi alimentari e le bevande (6 per cento), i prodotti tipici locali e dell'artigianato (4 per cento). In chiave di prodotto interno lordo riferito al Mugello, quello attivato dal circuito sull'intera area è pari all'1,7 per cento.
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Loggato
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&re@ |
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Gennaio 23, 2014, 11:25:15 am |
Utente standard, V12, 77628 posts |
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Dopo la notizia monetaria, ne arriva una "cosmetica"... qualche fenomeno ha pensato di cambiargli nome da http://www.gpone.com/2014012212548/Vogliono-cambiare-il-nome-al-Mugello.html Vogliono cambiare il nome al Mugello! Il presidente regionale di Confesercenti Massimo Biagioni vorrebbe cambiare nome al circuito del Mugello. Cosa propone? Firenze Circuit, per esempio, oppure Toscana Circuit. Anche perché, dice “Firenze e Toscana sono tra i brand più cliccati sulla rete di tutto il mondo”. Mettere Firenze o Toscana al posto di Mugello – assicura - sarebbe un rafforzamento dell'immagine del circuito nel mondo perché sarebbe riconoscibile ancora di più.
Il ragionamento non fa una piega. Sicuramente Firenze o Toscana sono nomi più noti di quello del Mugello, ma lo è anche Brunello di Montalcino, la famiglia dei Medici, magari Dante Alighieri. Insomma la Toscana non è certo avara di nomi divenuti 'brand'. Nel suo piccolo, comunque, Mugello è un bel brand, come lo è Daytona, Indianapolis, Le Mans, Monza, tanto per rimanere in tema di circuiti.
Insomma ci sembra che il ragionamento di sostituire un nome, Mugello, con un altro più noto, come Toscana o Firenze, sia una operazione speciosa.
Allora perché non chiamarlo circuito Ferrari, visto che è della casa di Maranello la proprietà? Non c'è dubbio, infatti, che il nome del grande costruttore sia famoso perlomeno quanto quello di una delle nostre più note città d'arte. Ops! E' vero, c'è già Imola che si chiama circuito Dino ed Enzo Ferrari.
Le attività del circuito, leggiamo, hanno avuto una ricaduta sul territorio stimata tra i 63 ed i 66 milioni di euro. Che vuol dire posti di lavoro all'interno della struttura, vendita dei biglietti, servizi, costi di gestione e arrivo di turisti negli alberghi della zona. L'autodromo è rimasto aperto 220 giorni l'anno e ha prodotto 310 mila presenze turistiche tra addetti ai lavori e spettatori, ha determinato nella ricettività il 25% d'occupazione dei posti letto, con una spesa totale di circa 26,9 milioni di euro. Il PIL attivato è stato pari all'1,7%.
Tutto molto bello, ma siamo sicuri che questi numeri avrebbero un incremento solo cambiando nome?
Noi non ne siamo del tutto convinti e per quanto riguarda la 'riconoscibilità' del marchio Mugello basterebbe che fosse utilizzato per un Gran Premio di F.1.
Questa in realtà è la domanda che ci siamo posti più spesso, visto che il nome Monza è sinonimo in tutto il mondo di velocità, perlomeno quanto Daytona od Indianapolis.
Perché diavolo il Mugello non ha mai ospitato un Gran Premio di F.1? Boh! C'entra forse la politica?
Non c'è dubbio. A questo punto il discorso si fa politico, perché quando solo si ipotizzò un Gran Premio cittadino a Roma - ricordate? lo propose Maurizio Flammini - si scatenò una guerra santa, nemmeno tanto sotterranea a protezione proprio del circuito lombardo.
Vabbè, l'avete capito. A noi il nome circuito del Mugello piace e questa pur apparentemente inoffensiva operazione di cosmesi linguistica non la capiamo. Miglioriamo invece le strutture ricettive e qualcos'altro di realmente utile agli appassionati ed al territorio. E poi magari battiamoci nuovamente per portarci la F.1. Auguri.
Quanto alla F1, la risposta è semplice e l'abbiamo già detto spesso... logisticamente il Mugello è un delirio. Oggi la tendenza è fare i gran premi in mezzo al deserto dove non c'è un cazzo, fugurati se ne organizzano uno in mezzo alle montagne.
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