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E’ stato stroncato da una polmonite, ma era da un po’ che non stava più bene. L’automobilismo con la A maiuscola piange Giorgio Pianta, un pilastro delle corse italiane. Pilota eclettico che ha vinto tanto nei rally quanto in pista. Collaudatore sopraffino, era considerato il “re della Mandria”, la pista di prova della Lancia, dove nessuno dei campionissimi delle varie epoche del mondiale rally era in grado di metterlo in difficoltà. È stato il “condottiero” dell’Alfa Corse: all’inizio degli anni ’90 è partito alla conquista della Germania per battere la Mercedes in casa delle frecce d’argento con la 155 V6 TI. Nicola Larini è andato a vincere le due gare del DTM al Nordschleife, il vecchio e temibile Nurburgring nel 1993 riportando il Biscione a dominare su quel circuito dopo Tazio Nuvolari nel 1935. E il pilota toscano vinse anche uno storico titolo.
Giorgio Pianta aveva iniziato a correre nel 1957 con la scuderia meneghina Sant Ambreaus ed era diventato un professionista nel 1962. Gli inizi sono stati soprattutto nei rally e nelle corse su strada, ma non aveva disdegnato delle apparizioni anche nelle Formule. Ha corso con ogni genere di vetture: c’è chi lo ricorda ad un Rally di Montecarlo con una Bianchina, per non dimenticare l’esperienza di pilota ufficiale con le Opel di Conrero, o da record del mondo con la Opel GT, prima di diventare pilota collaudatore dell’Abarth nel 1973.
Sotto la sua guida sono stati sviluppati tutti i prototipi e le vetture da competizione del Gruppo Fiat che aveva avuto anche modo di portare in gara: dalla Fiat 124 Abarth alla Lancia Beta Montecarlo 030 per il Giro d’Italia, dalla Fiat 131 Abarth alla Lancia 037. Per non dire della Delta S4, il “mostro” più difficile da domare quando era già capo-collaudatore. Intelligente, preparato e competente si era trasformato in team manager che aveva la capacità di creare gruppi di lavoro motivati che puntavano sempre alla vittoria. Costasse quel che costasse. Ci metteva passione e grandi risorse dando lustro al marchio Alfa Romeo: “E’ stato un amico oltre che un capo – racconta commosso Alessandro Nannini – è stato il primo a credere in me dopo l’incidente in elicottero e sono contento di averlo ripagato con delle vittorie importanti. Gli volevano tutti molto bene!”. Nicola Larini, Alessandro Nannini, Giancarlo Fisichella sono solo alcuni dei piloti che possono essere riconoscenti a Giorgio Pianta.
Ha restituito l’orgoglio di correre con il “Cuore Sportivo” alla Casa di Arese anche dopo che è il marchio è stato trasferito a Torino. Dalla 75 Turbo Evoluzione, alla 155 V6 Ti è stato un susseguirsi di belle affermazioni. Negli anni Novanta è divenuto Amministratore Delegato della società Fiat Auto Corse Spa, da cui dipendevano anche le attività agonistiche dell’Alfa Romeo con le 156 fino alla cessione della gestione al team Nordauto/N-Technology.
Era sempre disposto a dare una mano a tutti, con un’eccessiva bontà di cui molti hanno saputo anche approfittare, ma sempre è stato un galantuomo d’altri tempi. Ha vissuto l’ultimo refolo di un automobilismo rampante e rombante che non c’è più. E Giorgio non aveva più voglia di campare di ricordi sempre meno nitidi e sempre più lontani. DA OmniCorse.it.
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