Viaggiando a 100 chilometri orario, lo scontro tra un'auto e un ostacolo "dura" appena 150 millisecondi. Il guidatore è però l'ultimo a subirne le conseguenze perchè solo dopo 110 millisecondi dall'inizio dell'urto, l'inerzia ne proietta il corpo in avanti. I moderni air bag sono in grado di gonfiarsi completamente in 40 millisecondi, quindi con un netto anticipo sul necessario e ben prima che lo stesso guidatore abbia la percezione dell'urto.
Per garantire una tale rapidità di intervento, l'air bag viene azionato da una piccola "esplosione". Le virgolette sono d'obbligo perchè, sebbene da un punto di vista teorica si tratti di una vera e propria esplosione di un composto chimico, l'azoturo di sodio, in realtà questo processo viene rallentato in modo che non ci siano pericoli per i passeggeri. L'azoturo di sodio, innescato da un contatto elettrico, esplodendo (o bruciando molto rapidamente, in pochi millesimi di secondo, appunto) genera un gas composto al 98 per cento da azoto. Questo gas, assolutamente innocuo, è quello che gonfia il pallone bianco che attutisce (insieme alle cinture di sicurezza!) l'impatto del viso e del petto dei passeggeri improvvisamente sbalzati in avanti.
Smontando un air bag si può dunque osservare un sacco ripiegato su se stesso a mo di ciambella. All'interno un'altra ciambella un cui risiede l'azoturo di sodio, in pasticche bianche, grosse come caramelle. Al centro una piccolo apparecchio elettronico che, quando riceve il giusto segnale, innesca la scintilla che provoca la piccola "esplosione". Già, come e quando l'air bag decide di entrare in azione? Esistono due sistemi, uno meccanico e uno elettronico. Generalmente si usano in tandem, in modo che l'air bag entri in funzione solo quando riceve due segnali concordanti.
Il sistema meccanico è semplice: in un angolo del vano motore c'è un piccolo cono (proprio come quello del gelataio), montato orizzontalmente, cioè parallelo alla strada, con al fondo una calamita. Questa calamita attrae e blocca una sfera metallica di un certo peso. La forza traente della calamita e il peso della sfera sono calcolati in modo che questa non si stacchi durante un viaggio normale, anche in caso di guida sportiva o di brusche frenate. Solo quando sta avvenendo il vero e proprio scontro e iniziano i famosi 150 millisecondi, l'inerzia dell'urto provoca il distacco della sfera. In questo caso si apre un circuito elettrico che manda il segnale all'air bag.
Il sistema elettronico funziona tramite una serie di sensori che tengono sotto controllo tutta una serie di parametri (velocità dell'auto, delle ruote, inerzia del veicolo...). Un piccolo elaboratore centrale ha in memoria i parametri di riferimento riferiti a una situazione di normalità e quelli registrati durante numerosi crash-test e dunque riferiti a una situazione di incidente. Quando tutti i sensori registrano tutti insieme quei parametri che annunciano l'imminente impatto, la centralina comanda l'intervento dell'air bag.
Informazioni tratte da
http://www.cicap.orgAutore: Andrea Vico