ilPistone.com: Capolavoro giornalistico!

L'ultimo stadio
(di Massimo Zampini)
09/02/2015
@massimozampini

Uno Juventus-Milan con momenti memorabili, molto al di là delle aspettative, durante ma soprattutto dopo la partita.
Ecco le 5 cose che non dimenticheremo.

5) Muntari capitano del Milan

Sapete quando io debba a Sulley Muntari, quanto io lo reputi importante, ma il punto 5 può anche chiudersi qui.
Vedere nella vita uno Juve-Milan con Muntari capitano dei rossoneri: fatto.

4) “Vedremo tutto all’intervallo”

La mitica frase che accompagna, ahinoi, ogni telecronaca da qualche anno (decennio) a questa parte. Il presunto fuorigioco di Tevez, il presunto fallo su Diego Lopez, il presunto angolo da cui è nato il gol del Milan, il presunto rigore richiesto dalla Juve. Mi raccomando, eh, rivediamo tutto, perché parlare di tre gol, tante occasioni, belle giocate è piuttosto noiosetto. E allora speriamo che la gamba di Tevez fosse 20 centimetri indietro, che il pallone dell’angolo rossonero fosse in campo di un millimetro, che le mani di Essien fossero lontane dal corpo e che non ci sia alcun fallo sul portiere. Speriamo, sennò ci tocca parlarne per tutta la settimana. In studio c’è il bravissimo Cattaneo (bravissimo davvero), che chiude tutto in un attimo: il gol di Tevez è regolare, non c’è alcun fallo sul Diego Lopez nel secondo gol. Gli altri due episodi, quelli teoricamente pro Milan, vengono dimenticati. Non viene mostrato il pallone (forse non uscito) che ha portato all’angolo del gol rossonero, e neanche quella mano di Essien, che era pure involontaria.
Era ora: la moviola dura 30 secondi e poi si torna a commentare le azioni. Anche nell’intervallo, se permettete, preferiamo parlare di calcio. Uno, dieci, mille Cattaneo.

3) Troppo capzioso

La telecronaca raggiunge la vetta più alta quando, dopo avere raccontato nel dettaglio una ventina episodi arbitrali (l’ultimo: un colpo di Chiellini su Pazzini non giudicato falloso dall’arbitro a due minuti dalla fine, sul 3-1, e commentato per un minuto e mezzo), al novantesimo Tevez approfitta di una pausa e va a dissetarsi. Non ci sarebbe nulla da commentare, almeno qui, ma Caressa, autodefinendosi “capzioso”, rimarca la magagna: Tevez è uscito dal campo per bere, ed è rientrato senza chiedere il permesso.
Altro che capzioso, qui siamo al capolavoro puro, inarrivabile.

2) La protesta di Muntari

Vincerebbe a mani basse, in qualunque altro weekend. Il Milan pareggia, la Juve si riversa in avanti, miracolo di Diego Lopez su Marchisio, angolo, testa di Tevez, gol di Bonucci, 2-1. Solito replay per capire se c’è qualcosa che non va, non si sa mai, ma stavolta è proprio grazie al replay che possiamo goderci uno degli episodi dell’anno. Si vede il colpo di testa di Tevez, intanto, e in quel momento pare che davanti a Bonucci ci sia solo il portiere. “Ahhh”, esclama o sta per esclamare furiosa mezza Italia, speranzosa in una settimana di polemiche e titoloni, di quelle che ti fanno pensare di nuovo che gli altri vincono perché “rubano” – sai che sollievo per l’autostima! – e invece niente, dietro Diego Lopez sbuca l’ineffabile Muntari, praticamente sulla linea di porta. Urlo strozzato in gola per mezza Italia, dunque, ma il meglio deve ancora venire, perché l’immagine successiva ci mostra Diego Lopez e Muntari, l’uno accanto all’altro, entrambi a mezzo metro dalla riga di porta e due metri davanti a Bonucci, che si guardano e alzano il braccio entrambi, chiedendo, boh, un fallo, un fuorigioco, un aiuto qualunque, un qualcosa che induca i telecronisti a chiedersi su cosa protestino, perché non è possibile che portiere e difensore sulla linea di porta chiedano il fuorigioco di uno che sta 3 metri più indietro. E invece sì, era possibile.

1) Er go’ de Tevez – L’ultimo stadio

Ci scuserà Muntari, grande protagonista del match, ci perdonerà anche Tevez, che è rientrato in campo dopo avere bevuto senza chiedere il permesso, ma vincere stavolta era impossibile.

Sopra tutti, c’è per forza il gol di Tevez, che parte da metà campo in posizione regolare e va a segnare per la Juve, senza gratitudine per quelle cene con Galliani. Sky traccia la riga, è regolare. Cesari traccia la linea per Mediaset, da sempre strutturalmente vicina alla Juve, regolare anche per loro. Finisce 3-1, del gol di Tevez ci scordiamo tutti, ma sui social sale inesorabile un brusio, di alcuni tifosi milanisti e romanisti (anche giornalisti, ahinoi), che ridono della riga tracciata da quelle televisioni, alimentando il dubbio che qualcuno abbia taroccato, e cancellando in un attimo secoli di studi sulla prospettiva. La cosa finirebbe lì, ma poi tocca al Milan, che con tweet ufficiali insiste sulle linee parallele delle immagini “prodotte dalla Juventus”. La polemica va avanti, la Juve risponde al sig. geometra che pare ignorare cose che invece conosce benissimo, e insomma siamo a lunedì e ancora si parla di un gol regolare di mezzo metro.

Ecco, qui non insisteremo ancora sui tweet, i comunicati, sulle linee parallele e sulla tragicomica morte della geometria, uccisa dal “sig. geometra”. No, qui ci soffermiamo su quel brusio che saliva dai social, sui tifosi e i giornalisti tifosi che mettevano in dubbio addirittura la riga tracciata dalle televisioni, pur di poter dire che la Juve ha rubato anche stavolta. Una partita senza mezzo errore in favore della Juve è diventata oggetto di discussioni per una decisione arbitrale. Dopo le polemiche di anni per errori più o meno netti, più o meno gravi, più o meno clamorosi, quest’anno siamo al punto di svolta. Dopo Juve-Roma, quella dei 3 gol irregolari nonostante almeno quello decisivo fosse regolare, siamo finalmente arrivati all’ultimo stadio: la partita dominata e stravinta dalla Juve, senza mezzo errore arbitrale in suo favore, che fa salire comunque un brusio (diventato tempesta con i tweet del Milan), perché le immagini sono taroccate.
Oltre, almeno credo, non possiamo più andare.

Però intanto grazie, di cuore. Temevamo di passare il solito sabato sera con soliti tre punti e le solite lagne avversarie, e siete riuscire a sbattere al secondo posto il braccio alzato di Muntari sulla linea di porta

Chapeau