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Velo
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Makke |
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Aprile 17, 2016, 23:05:05 pm |
Utente standard, V12, 1639 posts |
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http://www.testmagazine.it/2016/03/25/scandalo-fap-dopo-10-anni-indagato-il-ministero/7132/Rifiuto e omissione d’ufficio e inquinamento ambientale: di questi reati potrebbero essere chiamati a rispondere i vertici del ministero dei Trasporti secondo l’indagine del gip di Roma, Paola Di Nicola, relativa ai Fap, i filtri antiparticolato che dovrebbero rendere “puliti” i motori diesel che circolano nelle nostre città. “Dovrebbero”, il condizionale è d’obbligo, perché in realtà sono in molti ad aver avanzato dubbi nel corso degli anni sulla reale efficacia di questo sistema antinquinamento che, al contrario, produrrebbe più danni che benefici. Ora il gip romano, come riportato dal Fatto Quotidiano, accusa tre alti dirigenti ministeriali, tra cui il capo della Motorizzazione, di aver taciuto e di non aver fatto nulla pur essendo da tempo a conoscenza dei rischi ambientali e per la salute umana dei Fap. Pericoli che, invece, il Salvagente aveva già portato all’attenzione dei suoi lettori negli anni scorsi. DIECI ANNI FA LA DENUNCIA DEL SALVAGENTE Già nel 2006, e a seguire nel 2008, due interviste a Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, che da anni indaga sulle patologie provocate dalle nanoparticelle, avevano portato alla ribalta i lati oscuri dei filtri antiparticolato. È proprio il metodo di funzionamento di questi dispositivi, che li renderebbe “ecologici”, a sollevare perplessità. Infatti i filtri che intrappolano il particolato, dopo un certo numero di chilometri, avviano la combustione della materia intrappolata: “A una temperatura di circa 550 gradi – spiegava Montanari – sminuzzano il Pm10 in particelle infinitamente più piccole, di dimensioni nanometriche, che attraversano le maglie nel filtro e vengono liberate nell’atmosfera. Dunque i filtri intrappolano il particolato, ma liberano polveri ultrafini, che sono in grado di rimanere sospese nell’aria per decenni”. “È provato – aggiungeva il ricercatore – che più le polveri sono piccole più sono nocive perché aggrediscono l’organismo in profondità essendo in grado di penetrare fino nel nucleo delle cellule (sono in grado di oltrepassare i tessuti dell’organismo e arrivare in poco più di 60 minuti a depositarsi nel fegato). E i danni per l’ambiente non sono da meno. Innanzitutto le auto dotate di filtro consumano di più e quindi ciò significa più carburante, più gas e più polveri di scarico. Inoltre il Fap immette nell’aria un ulteriore inquinante, il cerio, le cui particelle abbiamo già trovato nell’ambiente cittadino. Bisogna poi considerare che alla fine della sua vita, intorno ai 200mila chilometri, questo dispositivo sarà un rifiuto molto critico da smaltire”. Infine, c’è il problema delle centraline che misurano solo la concentrazione nell’aria del Pm10. “Per un problema di costi”, spiegava al Salvagente il professore. “Una centralina che riesca a misurare polveri molto più piccole richiederebbe una spesa enorme e quindi, ferme restando le risorse disponibili, potrebbero essere monitorate solo piccolissime porzione di territorio”. DIETRO AL SUCCESSO DEL FAP, GLI INTERESSI DEI PRODUTTORI Il Fap, insomma, non fa miracoli. Anzi. Eppure il sistema piace: ai produttori, ovviamente, e ai paesi che negli anni hanno assicurato incentivi governativi per la sua installazione sulle auto già circolanti e agevolazioni per la circolazione nei giorni di blocco. In Italia, due decreti del ministero dei Trasporti del 2008 lo hanno reso obbligatorio. “Dietro la sponsorizzazione del Fap – commentava Montanari – ci sono solo gli interessi delle case automobilistiche che hanno investito su questo dispositivo e ci devono guadagnare”. COSA SONO LE POLVERI SOTTILI Le polveri sottili (Pm10), le celeberrime Pm10 in sospensione nello smog urbano che nuocciono gravemente alla salute umana, sono particelle del diametro di 10 millesimi di millimetro. Esistono anche particelle inferiori (Pm7, Pm2,5 e Pm1). La pericolosità di queste particelle è inversamente proporzionale alla loro dimensione, quanto più sono piccole tanto più riescono a penetrare nel corpo umano. LE MALATTIE PROVOCATE DALLE NANOPARTICELLE Le polveri sottili e sottilissime sono una grave minaccia per la nostra salute. Sono responsabili, infatti, principalmente di malattie allergiche e cardiovascolari, come ictus, infarto e tromboembolia polmonare. Poi di una miriade di forme diverse di cancro a seconda dell’organo che viene colpito, malattie del sistema endocrino e neurologiche, come il morbo di Alzheimer e il Parkinson. Infine, anche le malformazioni fetali possono essere ricollegate all’elevata esposizione alle nanoparticelle.
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 18, 2016, 07:18:51 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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Nessuno sa cosa fanno esattamente le polveri sottili
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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jimb0 |
Harry, hol schon mal den Wagen! |
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Aprile 18, 2016, 07:24:21 am |
Utente standard, V12, 9565 posts |
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Nessuno sa cosa fanno esattamente le polveri sottili
Quindi potrebbe anche essere che facciano bene! Yuppie!!
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 18, 2016, 08:20:56 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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In effetti lo studio delle possibili applicazioni delle nanoparticelle in medicina (comunemente noto come nanomedicina) è un campo di ricerca attivissimo.
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 18, 2016, 09:03:26 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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Infatti tutti e tre i documenti che hai linkato iniziano con un paragrafo in cui si dice, sostanzialmente: "Non è ancora ben chiaro qual'è l'effetto sulla salute delle nanoparticelle".
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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ChB |
... senza questa, nessuno |
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Aprile 18, 2016, 09:06:26 am |
Utente standard, V12, 23581 posts |
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Infatti tutti e tre i documenti che hai linkato iniziano con un paragrafo in cui si dice, sostanzialmente: "Non è ancora ben chiaro qual'è l'effetto sulla salute delle nanoparticelle".
Pienamente d'accordo, e sono del 2009 ... ma qualche caso di aumento di problemi respiratori l'hanno notato ... oltre al particolato, si tiene d'occhio il nanoparticolato nelle opere sotterranee ... diciamo che non penso sia come la brezza che puoi respirare in cima allo Junfraujoch ...
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"Un popolo che non beve il suo vino e non mangia i suoi formaggi ha un grave problema di identità" José Carvalho Larios (per interposta persona, MVM)
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Loggato
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 18, 2016, 09:11:52 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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Ma le nanoparticelle utilizzate in medicina sono le medesime che vengono fuori dagli scarichi delle automobili? Se si il problena è risolto... si fa in modo che ciascuna auto le raccolga e le trattenga. Quindi le si vende alle industrie farmaceutiche... cazzo che business!!! Ah Marzu, non meniamo il can per l'aia. Qui o si parla con un minimo di correttezza, o spariamo tutti solo cazzate a raffica. Prima di tutto, è scorretto parlare di "patologie causate dalle nanoparticelle", perchè come dicevo nessuno sa esattamente cosa fanno le nanoparticelle. Ti posso fare l'esempio della silice. Nanoparticelle di silice possono causare la silicosi. Possono, nel senso che per la silice amorfa è quasi sicuro, per il quarzo un po' meno, per la tridimite è quasi sicuro di no. Poi, altro esempio che va proprio nella direzione che dici tu. Nel post inziale si parla di "nanoparticelle di cerio". Assumo che sia ossido perchè il cerio metallico è troppo reattivo. Dunque, le nanoparticelle di ossido di cerio è provato che abbiano una attività inibente nei confronti dei radicali liberi e quindi sono attivamente studiate per la cura di patologie degenerative come l'Alzheimer o il Parkinson « Ultima modifica: Aprile 18, 2016, 09:14:22 am da pg »
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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ChB |
... senza questa, nessuno |
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Aprile 18, 2016, 09:24:34 am |
Utente standard, V12, 23581 posts |
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Ti posso fare l'esempio della silice. Nanoparticelle di silice possono causare la silicosi. Possono, nel senso che per la silice amorfa è quasi sicuro, per il quarzo un po' meno, per la tridimite è quasi sicuro di no.
Ehm ... la silicosi è abbastanza chiara come e con cosa può arrivare ... certo, dipende da diversi fattori, tra cui i cosiddetti "fattori individuali", ma se è classificata malattia professionale, un motivo ci sarà ... infatti, da quando sono state introdotte diverse misure di sicurezza (perforazione umida e non più a secco, calcolo spineto della ventilazione, mezzi di aspersione) le silicosi acute non se ne registrano più, almeno da noi in Europa. Non dimentichiamo che una silicosi si sviluppa diversi anni dopo l'esposizione ... http://www.suva.ch/it/factsheet-silikose.pdfComunque, il distinguo che hai fatto sulle varie forme è corretto (e ci mancherebbe, da parte tua ), tant'è vero che in Francia, l'INRS, obbliga il controllo delle varie componenti, quarzo, cristobalite e trimidite, per calcolare il VME (valore medio di esposizione), mentre in Svizzera la facciamo "più semplice" controllando il tenore di quarzo alveolare nelle polveri senza divisione. Per la cronaca: pneumoconiosi/silicosi e asbestosi, se non son sorelle, sono cugine ... giusto per sottolineare il fatto che se parli di amianto partono gli scongiuri, se parli di quarzo quasi si son dimenticati della silicosi ... « Ultima modifica: Aprile 18, 2016, 09:34:22 am da ChB »
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"Un popolo che non beve il suo vino e non mangia i suoi formaggi ha un grave problema di identità" José Carvalho Larios (per interposta persona, MVM)
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Loggato
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abrasda |
catrame bruciabenzina sinfonico |
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Aprile 18, 2016, 09:25:34 am |
Utente standard, V12, 8189 posts |
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Ah Marzu, non meniamo il can per l'aia. Qui o si parla con un minimo di correttezza, o spariamo tutti solo cazzate a raffica.
Prima di tutto, è scorretto parlare di "patologie causate dalle nanoparticelle", perchè come dicevo nessuno sa esattamente cosa fanno le nanoparticelle. Ti posso fare l'esempio della silice. Nanoparticelle di silice possono causare la silicosi. Possono, nel senso che per la silice amorfa è quasi sicuro, per il quarzo un po' meno, per la tridimite è quasi sicuro di no.
Poi, altro esempio che va proprio nella direzione che dici tu. Nel post inziale si parla di "nanoparticelle di cerio". Assumo che sia ossido perchè il cerio metallico è troppo reattivo. Dunque, le nanoparticelle di ossido di cerio è provato che abbiano una attività inibente nei confronti dei radicali liberi e quindi sono attivamente studiate per la cura di patologie degenerative come l'Alzheimer o il Parkinson
aggiungo...ma qua vorrei un parere chimico...che non è neanche (come asseriscono i giudici) vera l'affermazione :'' sminuzzano il Pm10 in particelle infinitamente più piccole..''
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MarzulLaurus |
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Aprile 18, 2016, 09:34:56 am |
Utente standard, V12, 23763 posts |
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Ma le nanoparticelle utilizzate in medicina sono le medesime che vengono fuori dagli scarichi delle automobili? Se si il problena è risolto... si fa in modo che ciascuna auto le raccolga e le trattenga. Quindi le si vende alle industrie farmaceutiche... cazzo che business!!! Prima di tutto, è scorretto parlare di "patologie causate dalle nanoparticelle", perchè come dicevo nessuno sa esattamente cosa fanno le nanoparticelle. Ti posso fare l'esempio della silice. Nanoparticelle di silice possono causare la silicosi. Possono, nel senso che per la silice amorfa è quasi sicuro, per il quarzo un po' meno, per la tridimite è quasi sicuro di no.
Appunto... il mio focus era sull'argomento in oggetto: di cosa stiamo parlando? Altrimenti non ha senso andare per macrocategorie che significano tutto e niente...
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Loggato
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MarzulLaurus |
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Aprile 18, 2016, 09:39:38 am |
Utente standard, V12, 23763 posts |
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D'altronde la mia curiosità, espressa, mi pare, già in passato, è la seguente: il cerio che inaliamo o che assorbiamo per via cutanea, nella forma in cui lo assorbiamo e per la via attraverso cui lo assorbiamo, che conseguenze può avere?
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Loggato
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pg |
"Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!" |
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Aprile 18, 2016, 10:08:40 am |
Utente standard, V12, 12456 posts |
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^^^
Non si sa. Ci sono diversi studi, nessuno conclusivo. Pare che le nanoparticelle di CeO2, una volta internalizzate vengano ridotte a Ce(III). Proprio l'equilibrio Ce(III)\Ce(IV) dovrebbe essere responsabile dell'attività antiossidante. Però ci sono altri fattori in gioco
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Digital computers = people who count on their fingers
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Loggato
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