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Patarix |
Alessandro |
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Febbraio 07, 2020, 11:51:59 am |
Global Moderator, V12, 12778 posts |
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L'epidemia del coronavirus in Cina continua a generare conseguenze sull'operatività delle aziende automobilistiche. Alcune Case, soprattutto giapponesi, hanno deciso di prolungare il fermo produttivo fino alla prossima settimana per rispettare le disposizioni delle autorità cinesi, mentre altre devono fare i conti con una carenza di componentistica che sta avendo ripercussioni sull'intera filiera delle forniture a livello globale. Facciamo quindi il punto della situazione sulla base di quanto comunicato sin qui dai vari costruttori e fornitori.
Lo stop della Honda. La Honda ha confermato proprio oggi la decisione di riavviare il 13 febbraio i tre stabilimenti a Wuhan gestiti dalla joint venture con la Dongfeng. Al momento, la Casa giapponese non ha riscontrato problemi di forniture tali da ostacolare le attività produttive negli impianti.
Il rinvio della Toyota. La Toyota, invece, ha deciso di prolungare dal 9 al 16 febbraio lo stop ai suoi stabilimenti cinesi: a essere interessate sono 12 fabbriche di auto e componenti, site tra la città settentrionale di Tianjin e la provincia meridionale del Guangdong.
Le valutazioni della Suzuki. La Suzuki sta valutando forniture di componentistica da produttori al di fuori della Cina. La carenza di componenti sta, infatti, mettendo a rischio le attività della Casa nipponica in India, il suo mercato principale.
La situazione della Nissan. La Nissan ha preso in considerazione la possibilità di riavviare le attività produttive della sua joint venture con la Dongfeng dopo il 10 febbraio. Le altre nella provincia dell'Hubei, epicentro dell'epidemia e maggior hub produttivo automobilistico in Cina, ripartiranno dopo il 14 febbraio.
Il fermo dei francesi. Il gruppo PSA, secondo quanto riferito la scorsa settimana, manterrà chiusi i suoi tre stabilimenti a Wuhan fino al 14 febbraio. Per la Valeo, importante produttore di componentistica, proseguirà fino al 13 del mese la serrata di tre fabbriche, anche se per ora non sembrano esserci grossi problemi nella catena delle forniture.
Ford riapre lunedì. La Ford ha in programma di riaprire il 10 febbraio le fabbriche della joint venture Chongqing Changan Automobile a Chongqing e Hangzhou. Al momento sono stati esclusi effetti negativi sull'andamento economico prospettato per il 2020.
Ritardi per la Tesla. Le conseguenze dell'epidemia producono conseguenze anche per la Tesla: la Casa californiana è stata costretta a chiudere la Gigafactory di Shanghai e quindi a rinviare le consegne delle Model 3 originariamente previste agli inizi di febbraio. La Tesla, obbligata anche a posticipare il previsto aumento della produzione nella fabbrica, sta ora considerando eventuali ripercussioni sulle forniture per lo stabilimento di Fremont, in California.
L'allarme di FCA. Le carenze di componenti rischiano di ripercuotersi anche in Europa. L'allarme è stato lanciato ieri dalla Fiat Chrysler: se la situazione peggiora, è a rischio la produzione di uno dei suoi stabilimenti nel Vecchio Continente. È possibile un fermo produttivo, comunque temporaneo, nel giro di due o quattro settimane.
Gli effetti sulla Corea. La Hyundai è stata la prima Casa al di fuori della Cina a pagare concretamente le conseguenze delle mancanza di componenti: la maggior parte delle fabbriche sudcoreane resterà inattiva a partire da oggi e solo alcune linee produttive sembrano destinate a ripartire tra l'11 e il 12 febbraio.
Gli altri rinvii. Infine, le joint venture cinesi della Volkswagen, della Renault e della BMW hanno prorogato la chiusura degli impianti almeno fino al 9 febbraio.Fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2020/02/07/cina_coronavirus_gli_ultimi_sviluppi_dell_impatto_sulle_auto.html
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Panama: "Where the World meets"
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Patarix |
Alessandro |
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Febbraio 14, 2020, 15:54:04 pm |
Global Moderator, V12, 12778 posts |
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Coronavirus: FCA ferma temporaneamente l'impianto della 500L
Il gruppo Fiat Chrysler è stato costretto a chiudere per alcuni giorni l'impianto di Kragujevac, in Serbia, a causa della carenza di componentistica prodotta in Cina. Lo riferisce la testata serba Danas sottolineando che l'impianto è stato chiuso ieri e dovrebbe rimanere inattivo fino a martedì prossimo.
Possibile uno stop prolungato. Tuttavia, scrive ancora Danas, con la crescente carenza di forniture causata dall'epidemia del coronavirus non è ancora certo un riavvio delle catene di montaggio oggi dedicate alla 500L. Anzi, se entro la fine della prossima settimana la situazione non migliorerà la produzione potrebbe essere sospesa a lungo. Attualmente, l'impianto non ha sufficienti forniture di componenti elettroniche prodotte in Cina.
Le conferme. Il costruttore italo-americano, tramite un portavoce, ha confermato la notizia, senza però precisare il numero di giorni effettivi di stop: "A causa della indisponibilità di alcuni componenti provenienti dalla Cina, abbiamo riprogrammato i tempi delle fermate di produzione nello stabilimento di Kragujevac in Serbia. Stiamo lavorando per garantire l’approvvigionamento dei componenti e la linea di assemblaggio verrà riavviata nel corso di questo mese. Non prevediamo che questo cambiamento nella pianificazione avrà un impatto sulla produzione totale prevista per il mese".
L'allarme di Manley. Le notizie giunte dalla Serbia seguono di pochi giorni l'allarme lanciato dall'amministratore delegato Mike Manley. "Le interruzioni delle forniture potrebbero compromettere la produzione in uno stabilimento in Europa. Se la situazione continua a peggiorare, potremmo dover fermare un impianto", aveva spiegato Manley al Financial Times senza fornire indicazioni precise sull'impianto a rischio. Il manager inglese aveva parlato di un possibile fermo nell'arco di due o quattro settimane, ma la realtà sembra dargli in parte torto, alla luce delle difficoltà riscontrate nella catena delle forniture. Qualora venisse confermata la causa dello stop in Serbia, l'impianto di Kragujevac sarebbe il primo in Europa a pagare le conseguenze del coronavirus.
Il punto della situazione. D'altronde, già negli scorsi giorni il contagio ha prodotto effetti negativi sul settore automobilistico, non solo cinese. La carenza di componentistica ha spinto la Hyundai, la Kia e la Renault a chiudere per alcuni giorni diverse fabbriche in Corea. Un'analoga decisione è stata presa dalla Nissan con il fermo produttivo in due stabilimenti giapponesi. Intanto, dalla Cina continuano ad arrivare conferme di un prolungato stop per alcune produzioni, soprattutto a Wuhan e nella relativa provincia dell'Hubei, l'epicentro dell'epidemia che finora ha causato il decesso di quasi 1.400 persone. La Mitsubishi ha rinviato al 27 febbraio la riapertura degli impianti della joint venture con Guangzhou Automobile Group nella provincia dell'Hunan e di due fabbriche di motori nelle province del Liaoning e dell'Heilongjiang. La Honda ha, invece, rinviato di un'ulteriore settimana, fino al 21 febbraio, il riavvio delle attività a Wuhan. Comunque, la maggior parte dei costruttori, a partire dalla leader di mercato Volkswagen, hanno in programma di riaprire gli stabilimenti cinesi nel corso della prossima settimana, sempre che non emergano ulteriori criticità. Fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2020/02/14/coronavirus_fca_ferma_temporaneamente_l_impianto_in_serbia.html
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Panama: "Where the World meets"
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DoguiPlus |
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Febbraio 14, 2020, 18:01:12 pm |
Utente standard, V12, 6672 posts |
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Coronavirus: FCA ferma temporaneamente l'impianto della 500L
Il gruppo Fiat Chrysler è stato costretto a chiudere per alcuni giorni l'impianto di Kragujevac, in Serbia, a causa della carenza di componentistica prodotta in Cina. Lo riferisce la testata serba Danas sottolineando che l'impianto è stato chiuso ieri e dovrebbe rimanere inattivo fino a martedì prossimo.
Possibile uno stop prolungato. Tuttavia, scrive ancora Danas, con la crescente carenza di forniture causata dall'epidemia del coronavirus non è ancora certo un riavvio delle catene di montaggio oggi dedicate alla 500L. Anzi, se entro la fine della prossima settimana la situazione non migliorerà la produzione potrebbe essere sospesa a lungo. Attualmente, l'impianto non ha sufficienti forniture di componenti elettroniche prodotte in Cina.
Le conferme. Il costruttore italo-americano, tramite un portavoce, ha confermato la notizia, senza però precisare il numero di giorni effettivi di stop: "A causa della indisponibilità di alcuni componenti provenienti dalla Cina, abbiamo riprogrammato i tempi delle fermate di produzione nello stabilimento di Kragujevac in Serbia. Stiamo lavorando per garantire l’approvvigionamento dei componenti e la linea di assemblaggio verrà riavviata nel corso di questo mese. Non prevediamo che questo cambiamento nella pianificazione avrà un impatto sulla produzione totale prevista per il mese".
L'allarme di Manley. Le notizie giunte dalla Serbia seguono di pochi giorni l'allarme lanciato dall'amministratore delegato Mike Manley. "Le interruzioni delle forniture potrebbero compromettere la produzione in uno stabilimento in Europa. Se la situazione continua a peggiorare, potremmo dover fermare un impianto", aveva spiegato Manley al Financial Times senza fornire indicazioni precise sull'impianto a rischio. Il manager inglese aveva parlato di un possibile fermo nell'arco di due o quattro settimane, ma la realtà sembra dargli in parte torto, alla luce delle difficoltà riscontrate nella catena delle forniture. Qualora venisse confermata la causa dello stop in Serbia, l'impianto di Kragujevac sarebbe il primo in Europa a pagare le conseguenze del coronavirus.
Il punto della situazione. D'altronde, già negli scorsi giorni il contagio ha prodotto effetti negativi sul settore automobilistico, non solo cinese. La carenza di componentistica ha spinto la Hyundai, la Kia e la Renault a chiudere per alcuni giorni diverse fabbriche in Corea. Un'analoga decisione è stata presa dalla Nissan con il fermo produttivo in due stabilimenti giapponesi. Intanto, dalla Cina continuano ad arrivare conferme di un prolungato stop per alcune produzioni, soprattutto a Wuhan e nella relativa provincia dell'Hubei, l'epicentro dell'epidemia che finora ha causato il decesso di quasi 1.400 persone. La Mitsubishi ha rinviato al 27 febbraio la riapertura degli impianti della joint venture con Guangzhou Automobile Group nella provincia dell'Hunan e di due fabbriche di motori nelle province del Liaoning e dell'Heilongjiang. La Honda ha, invece, rinviato di un'ulteriore settimana, fino al 21 febbraio, il riavvio delle attività a Wuhan. Comunque, la maggior parte dei costruttori, a partire dalla leader di mercato Volkswagen, hanno in programma di riaprire gli stabilimenti cinesi nel corso della prossima settimana, sempre che non emergano ulteriori criticità. Fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2020/02/14/coronavirus_fca_ferma_temporaneamente_l_impianto_in_serbia.html mi sa di scusa…per non produrre. La Cina ha problemi produttivi da 15 gg (non conto il capodanno cinese), e un tempo medio di trasporto per un container è di almeno 30gg. i numeri non coincidono. I problemi semmai arriveranno a fine marzo/aprile. ripeto le mie analisi 1 mese di stop , pochissimi effetti su filiera (assorbito da stock magazzino + materiale in arrivo) 2 mesi di stop , problemi a macchia di leopardo, problematiche di ripartenza violenta 3 medi di stop o più, non riesco neanche a immaginarlo
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Loggato
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