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La californiana Intel ha scelto l’Ohio per realizzare un enorme complesso produttivo destinato a soddisfare la crescente domanda di semiconduttori proveniente dal settore automobilistico. In particolare, l’azienda guidata dall’amministratore delegato Pat Gelsinger investirà 20 miliardi di dollari per costruire due fabbriche integrate a New Albany, alla periferia di Columbus, e creare il maggior sito manifatturiero al mondo per la produzione di microprocessori.
Attivo entro il 2025. Il complesso produttivo sarà utilizzato come hub per la ricerca, lo sviluppo e la produzione dei semiconduttori più avanzati dell’azienda statunitense e occuperà una superficie di oltre 400 ettari, espandibile fino a 800 ettari grazie ad altre sei fabbriche. In un’intervista alla Cnbc, Gelsinger ha sottolineato che il progetto è fondamentale per l’industria automobilistica e per evitare che anche in futuro i costruttori paghino le conseguenze delle gravi carenze di semiconduttori degli ultimi mesi. Ovviamente, l’impianto di Columbus non risolverà le criticità attuali visto che è destinato a entrare in funzione non prima del 2025.
Il progetto europeo. Il manager, inoltre, ha ribadito l’invito alle istituzioni statunitensi ed europee ad agevolare la realizzazione di fabbriche di chip per invertire il trend di drastica riduzione della produzione nei Paesi occidentali e quindi ridurre la dipendenza dall’Asia. A suo avviso, la crisi degli approvvigionamenti causata dalla pandemia e le crescenti tensioni geopolitiche tra Cina e Stati Uniti evidenziano la necessità per Europa e Usa di usare tutti i mezzi per favorire il ritorno o il trasferimento di produzioni sempre più cruciali. Washington e Bruxelles hanno comunque iniziato a fare i primi passi in tale direzione. L’amministrazione Biden ha presentato al Congresso un piano di aiuti da 52 miliardi di dollari per espandere la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, mentre la Commissione europea intende varare il prossimo mese il “Chip Act”, un progetto per rafforzare le capacità produttive nel Vecchio Continente anche tramite una modifica alla legislazione sugli aiuti di Stato. L’obiettivo è far in modo che l’Europa arrivi nel 2030 a controllare il 20% della produzione di semiconduttori globale. Il traguardo potrebbe essere raggiunto anche grazie alla Intel, che ha intenzione di investire in Europa 80 miliardi di euro per realizzare nuove fabbriche. L’azienda statunitense, la maggiore al mondo nel comparto dei semiconduttori per fatturato e capitalizzazione di mercato, ha da tempo messo nel mirino alcuni siti tra Germania, Italia e Francia per creare centri di ricerca e impianti per la produzione di wafer di silicio, per il testing o per il packaging dei semiconduttori.