Ciao.
Ho visto questo nuovo motore marino Suzuki plurifrazionato e tecnologico.

Ha una doppia elica controrotante.

Dalla mia ignoranza di nautica, mi chiedevo se questa soluzione meccanica riduce la cavitazione minimizzandola o se invece non ha effetti su di essa.

@mariner:
tu che sei del settore cosa pensi?

Sullo stesso albero?

Si



Sicuramente annulli l'effetto auto sterzante tipico dei monoelica ed aumenta la "trazione" senza aumentare la dimensione delle eliche che probabilmente porta altri svantaggi. Non credo che possa annullare il rischio di cavitazione (ma non sono sufficientemente competente). Ma di sicuro al 99% i problemi di cavitazione sono dovuti piu' che all'elica, alla posizione di montaggio del motore o dallo scafo che convoglia aria verso l'elica.

La mia non cavita mai... tranne se faccio curve molto strette. Come e' giusto che sia.

Comunque non mi sembra una grossa novità... credo che esistano da anni

allora: per quanto riguarda la cavitazione (che è il classico argomento da "Bar del Porto"    ) bisogna distinguere 
In linea di massima: la pala dell'elica è un profilo alare, quindi c'è depressione sul dorso (la parte che sta verso l'avanti della barca ....     ) e sovrapressione sulla faccia ...(verso la poppa) ..quando la depressione fa si che la pressione totale agente su un punto della pala, pressione che è la somma della pressione statica dovuta all'immersione..e la pressione/depressione generata dal movimento della pala scende al di sotto della pressione di vapore...si formano bolle di vapore (dire "aria" significa essere bocciati...) ...e l'elica "cavita" .
Chiaramente ...a parità di superficie della pala...più "forza" voglio avere per spingere più grande deve essere la differenza di pressione fra  la parte in depressione e la parte in sovrapressione...quindi...se aumento la depressione...aumento la possibilità di andare in cavitazione...ecco perchè nei film di sottomarini quando scappano si sente quello che urla "rumore di cavitazione"...stanno aumentando i giri per aumentare la spinta....quindi...cavita.
Ovviamente...siccome la depressione/sovrapressione dipendono da come l'acqua "scorre" sulla pala...ecco che se si compiono manovre brusche...improvvise...l'acqua arriva sulla pala con angoli diversi ...e quindi è più facile che ci sia cavitazione.
Aggiungete al tutto il fatto che la pala ruota, muta la sua posizione, cambia la sua immersione fra quando è "a ore 6 " e quando è "a ore 12" (semplifico) quindi ...la cosa si complica.
Ovviamente ..alla base di tutto c'è il principio che ...è sempre un compromesso...per scaricare più potenza dovrei aumentare il diametro...ma poi dove la metto l'elica? e quindi devo rischiare maggiore cavitazione.
di base l'elica funziona applicando il principio di prendere l'acqua e spingerla indietro...verso poppa...solo che per farlo deve imprimere all'acqua anche un moto rotatorio...il perchè è banale...funziona cosi...altrimenti useremmo ancora la ruota a pale. Ma ovviamente ...imprimendo moto rotatorio..."spreca" un pò di energia...quindi le eliche controrotanti sono un idea per recuperare un pò di questa energia e quindi spinta...mantenendo un diametro accettabile.
Tenete conto che c'è un limite alla velocità di rotazione delle eliche ed al diametro...
Ho cercato di riassumere brevemente....

aggiungo:  certo che esistono eliche di superficie ed eliche supercavitanti...o che si tollera un certo grado di cavitazione...dipende sempre da cosa si vuole ottenere, su un elica quando la bolla di vapore implode c'è un picco di pressione sul materiale della pala...sollecitazione meccanica, vibrazioni, rumore ...se sei su un Offshore e cambi le eliche a fine gara....te ne puoi anche fregare...se sei su una nave da guerra o un sottomarino ed il rumore ti causa un siluro ...magari no.

Mitico! 

Vero, sugli offshore le eliche si "consumavano", dopo ogni gara si controllavano visivamente e anche con i liquidi per individuare eventuali cricche.  Ad ogni gara si portavano diversi set di eliche e la scelta richiedeva la stessa accortezza che richiederebbe la scelta della gomma giusta, in regime di totale libertà, fra 5 o sei mescole diverse per un'auto da pista.  Con in più, specie su gare lunghe come Viareggio-Bastia-Viareggio e Cowes-Torquay-Cowes, la certezza che, anche in condizioni meteo assolutamente stabili, si sarebbero incontrate condizioni di mare (tipo e direzione di onde) anche molto diverse; conseguentemente si cercava il compromesso che si ipotizzava migliore.
Un mio collega si fece Parigi_New York col Concord (partenza da Milano e arrivo a Milwaukee, ritorno Milwaukee-Nice) per recuperare urgentemente un set di eliche, portate in campo gara dentro robuste Samsonite (alla dogana: aveva licenza pilota, quindi uso personale, non rompete le balle :-) )

Guarda che per noi può fare il cazzo che gli pare eh

non "non rompete le palle voi pistoniani", bensì "non rompete le palle voi doganieri!"

Oh, ti vedo più intuitivo del solito...