E sottolineo che ieri sera, alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, Tom Cruise ha portato via la bandiera in moto senza casco in mondovisione ! 

Sul tema

Raduno USA, 12 morti; la maggior parte senza casco, c’è ancora bisogno di spiegare che ti salva la vita?

Articolo --> https://www.moto.it/news/raduno-usa-12-morti-la-maggior-parte-senza-casco-c-e-ancora-bisogno-di-spiegare-che-ti-salva-la-vita.html

Ognuno adotta un proprio compromesso tra libertà, divertimento, comodità e sicurezza.

Ed è giusto così.

Tu quando vai in moto sai benissimo che, nonostante casco, tuta e compagnia bella, rischi molto di più della macchina, però ci vai lo stesso.

Se vai a fare una gita in macchina, specie con macchina vintage    , sai che il rischio di un incidente c'è, potresti startene a casa ma non lo fai.
Potresti pure metterti il casco anche in macchina, in alcuni casi ti salverebbe la vita, ma siccome è scomodo non lo fai.

È tutto un compromesso, e bisogna rispettare le idee altrui su questo compromesso, non imporre la propria visione.

La frase fatta classica è "ma la sicurezza non ha prezzo", però chi la dice gira con una macchina normale, non si fa un mutuo per  una Mercedes classe S che farebbe rischiare molto meno la sua famiglia.

C'è un'ipocrisia di fondo sul tema. Tutti giudicano, pontificano, ma poi ognuno adotta il suo compromesso personale.

Ma guarda che io sono d'accordo...

La cosa buffa è che negli USA condannano una catena di fastfood perchè un'anziana signora s'è bruciata la patata ripartendo dal drive-in con una tazza di caffè fra le cosce... da allora sul coperchio c'è scritto "hot liquid".  Come sui pocketcoffee ferrero c'è scritto "liquid center", sia mai che qualcuno faccia loro causa perchè si è macchiato la cravatta sbocconcellandone uno.

Ma quello, effettivamente, se non lo sai non te lo aspetti

Ma chiunque mordicchi un cioccolatino anzichè introdurselo intero in bocca è uno scemo.

Il mio primo Pocket Coffee l'ho mangiato da piccolo, avrò avuto 6 o 7 anni, ricordo ancora che mia madre mi disse di mangiarlo intero altrimenti mi sarei sporcato. Forse l'avrei fatto lo stesso, forse no... vai a sapere... però il "warning" ci stava.

Ad ogni modo, penso che la scritta serva più che altro a rimarcare la caratteristica particolare del caffè liquido.

(la mamma mi disse anche che non mi sarebbe piaciuto, e aveva ragione, allora non mi piacque )

L avviso per il pocket coffee non lo vedo cosi assurdo…ma altri tipo quello di togliere il bambino da dentro il pantaloncino prima di metterlo in lavatrice…

amarcord:
in effetti è così... io entrai in ditta mentre era in corso il lancio, ed anche a noi nuovi assunti, che avremmo dovuto utilizzarlo per riuscire ad "entrare" in bar e pasticcerie, all'epoca off limits per la marca, fu raccomandato d insistere su questa peculiarità unica e di farlo assaggiare ai gestori. Poi lasciavamo sul bancone un display di cartone con poche decine di praline dicendo che al prossimo giro quindicinale, avremmo ritirato l'eventuale invenduto . Il successo fu immediato e straordinario; ricordo che io, che facevo uno stage di vendita ad Alessandria con un Fiat 238 (autunno/inverno 69/70), dopo soli 2/3 giorni ricevevo chiamate dagli esercenti che reclamavano un secondo rifornimento...
La tecnica produttiva era di assoluta avanguardia, ma a me comunque non è mai piaciuto particolarmente...

Beh, il MonCheri, nato mi pare nel dopoguerra per permettere alle casalinghe tedesche, poverissime, di comprare qualcosa di dolce a poco prezzo, è certamente molto meglio.  Me ne mangerei scatole intere...
Mi pare di ricordare che la prima volta che li assaggiai, probabilmente a metà anni '60, erano contenuti in una scatola con disegni di automobili... o sbaglio?

A proposito di cioccolatini di quello stile, è di questi giorni la morte di uno dei pionieri del settore

https://www.ilgiorno.it/cremona/cronaca/morto-bonetti-boero-cioccolato-witors-pexjk4dt

No io preferisco il pocket coffee... il Moncherì mi fa proprio schifo...

credo tutti conoscessero i Boeri, ma io non conoscevo questo signore.. Rip.