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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
tappo when the dream comes true
Ottobre 04, 2024, 18:12:55 pm
Utente standard, V12, 14583 posts
E lo paghi carissimo anche perché ci siamo dati la zappa sui piedi con la guerra dell'Ucraina, che ha creato carenza di materie prime e costi alti dell'energia senza il gas Russo, come scritto nell'articolo del corriere che ho citato.



non per niente Scholz ha chiesto di poter parlare con Putin (che lo ha bellamente "rimbalzato") per un piano di pace, perchè la Germania sta "colando a picco" per le conseguenze delle spese militari pro Ukraina, e per l'aumento di prezzo di gas (che prima acquistava dalla Russia)  Roll Eyes

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona, la pratica è quando tutto funziona ma non si sa come; spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perchè.
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Velo
Ottobre 04, 2024, 20:58:33 pm
Utente standard, V12, 5791 posts
Leggiti l'editoriale di 4r, dice che le case hanno alzato tremendamente i listini delle ice semplicemente per avvicinarle alle elettriche, facendo apparire queste ultime non così care.
E lo paghi carissimo anche perché ci siamo dati la zappa sui piedi con la guerra dell'Ucraina, che ha creato carenza di materie prime e costi alti dell'energia senza il gas Russo, come scritto nell'articolo del corriere che ho citato.

E la ciliegina sulla torta è il suicidio Green e la celebrazione dell'auto elettrica.

Complimenti alla UE e ai suoi burocrati decerebrati e corrotti.
« Ultima modifica: Ottobre 04, 2024, 21:02:02 pm da Velo »
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Velo
Ottobre 04, 2024, 21:01:13 pm
Utente standard, V12, 5791 posts
Eccovi in anteprima l’editoriale di Quattroruote di Ottobre…..



MERCATO A PICCO, PANICO TRA LE CASE

Da un paio d'anni vado scrivendo che la scellerata idea di governare il mercato dell'auto attraverso quelle che gli anglosassoni definiscono "mandate policies" avrebbe gettato le basi per la deindustrializzazione dell'industria locale. Purtroppo sono stato facile profeta, ché le velleitarie intenzioni di Bruxelles sono andate ufficialmente a sbattere contro la realtà. Ad agosto, le immatricolazioni del continente sono crollate del 18,3% rispetto allo stesso mese del 2023 (l'Italia fa il -13,4%). Per le elettriche, poi, è stata un'ecatombe: il calo è arrivato a toccare il 43,9%. Trovano così giustificazione le grida di allarme che i costruttori andavano lanciando da mesi. Ed è ora palpabile il terrore che l'automotive europeo possa implodere da un momento all'altro. Bisogna essere chiari: il disastro in cui l'Europa si è cacciata è in gran parte addebitabile all'approccio ideologico con cui Bruxelles, in ossequio a uno spirito dirigistico autolesionistico, ha obbligato un intero comparto industriale ad assecondarne le irrealizzabili (per quanto senz'altro commendevoli) intenzioni. Questo non solleva i produttori dalle loro responsabilità, anche al netto dell'eccessiva accondiscendenza verso i dogmatismi di politici che ora, vista la malaparata, scappano dalla scena del crimine (l'ultimo in ordine di sparizione è Thierry Breton). Nel tentativo di traghettare il modello di business da una logica di magnitudo industriale a una focalizzata sui ricavi, le Case hanno aumentato a dismisura i prezzi (al fenomeno dedichiamo l'approfondimento di pagina 44) in un momento storico in cui cala il potere d'acquisto e l'inflazione rende più costoso il ricorso al credito. E hanno probabilmente ritenuto l'elettrico funzionale a tale trasformazione, oltre che un buon modo per costringere la gente a cambiare la macchina, in un mercato che per ragioni demografiche e sociali non esprimerà più i volumi di prima. Accettando le ubbie di una classe dirigente miope (continuo a ritenere improbabile che dietro la teoria di sbagli ci sia stato un indicibile disegno: è stata proprio una deplorevole incapacità strategica) e mettendo il proprio tornaconto di fronte agl'interessi dei clienti, i costruttori si sono stretti attorno al collo una corda il cui nodo va stringendosi.
Se la contrazione delle vendite non bastasse, nel 2025, infatti, entreranno in vigore le nuove norme Cafe, che prevedono un'ulteriore riduzione della CO2 media, pena multe salatissime. Tutti erano convinti che l'incidenza delle Bev sarebbe cresciuta al punto da scansare tali sanzioni. Invece i consumatori, a cui nessuno ha chiesto se fossero d'accordo con la rivoluzione, si sono messi di traverso: la quota delle elettriche è al 12,6%, che è più o meno la metà di dove avrebbe dovuto essere. Siccome mancano all'appello mezzo milione di "pezzi", l'Acea, l'associazione dei costruttori, ha stimato in 18 miliardi di euro le contravvenzioni che le Case dovranno pagare l'anno prossimo a causa del flop dell'elettrico. Altro che 2035: è una cifra che potrebbe far saltare per aria il comparto auto europeo domani. Soluzioni? O regali le Bev in stock, ma non si può fare perché affosserebbe il valore residuo di quelle in circolazione, oppure sei costretto a non vendere le termiche, così da alzare artificialmente lo share delle vetture a pile, il che significherebbe rinunciare a due milioni e mezzo di auto che potrebbero altrimenti essere vendute. Quei 2,5 milioni in meno equivalgono a otto fabbriche. Da qui la richiesta in zona Cesarini dell'Acea di spostare al 2027 l'inseverimento dei vincoli Cafe. Due anni saranno sufficienti per ribaltare la situazione? Difficile. L'impressione è che si cerchi di guadagnare tempo, nella speranza che la politica intervenga con generose prebende. Di certo, l'automotive europeo è all'angolo per una serie di errori strategici e dell'irruenza dei cinesi: il loro mercato domestico è un disastro per gli stranieri, in Europa aggrediscono i segmenti lasciati sguarniti dai marchi locali e hanno lanciato l'offensiva pure in Sud America e in Asia. La Volkswagen ha annunciato 15 mila licenziamenti e chiuso la fabbrica belga dell'Audi, chiedendo che Berlino rinnovi gl'incentivi sospesi l'anno scorso (il ministro dell'Economia, Robert Habeck, ha già detto di sentirsi «in obbligo di fare qualcosa»). Però ogni governo si muove per sé (la Spagna non vuole i dazi perché la Cina minaccia di tassarle la carne di maiale e l'Italia chiede di anticipare di un anno la clausola di revisione prevista per il 2026) e comunque il fronte delle Case ha perso una pedina essenziale nei negoziati, ovvero Stellantis. Carlos Tavares ha bocciato la proposta Acea commentando che «sarebbe surreale cambiare le regole adesso» (come sia certo di evitare le multe non è dato sapere).
Che cosa accadrà lo vedremo presto. E si capirà anche se Bruxelles vorrà accogliere i suggerimenti di Mario Draghi, che nel suo documento per la difesa della competitività europea ritiene necessario introdurre il metodo "dalla culla alla tomba" per misurare le emissioni (e sarebbe ora). Di certo, le parole dell'ex premier sono una bocciatura generalizzata: «Il settore automobilistico è un esempio della mancanza di pianificazione dell'Unione e dell'applicazione di una politica climatica senza quella industriale». Ora, sarebbe facile dare la colpa di questo disastro alla sola follia dell'elettrico imposto senza considerarne le implicazioni oggi evidenti. Ma l'impressione è che la transizione – inevitabile, per quanto sbagliata nei modi e nei tempi – abbia semplicemente amplificato i problemi di un ecosistema autoreferenziale, che ha sottovalutato non soltanto i nuovi player, ma anche – e soprattutto – il ruolo decisivo dei consumatori.
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
oscar all in all it's just another brick in the wall
Ottobre 05, 2024, 00:30:12 am
Utente standard, V12, 6073 posts
boh certo che la colpa non delle elettriche, grazie al cavolo!
colpa all'elettrico la danno sti pagliacci di manager che guidano i gruppi automobilistici europei, perchè devono cercare di scaricare il barile su altri mentre incassano qualche centone senza motivo!
l'unica berlina che si vende in italia è la tesla che è elettrica Roll Eyes

sono anni che in europa si vendono poche auto in relazione al parco circolante. i guai covid son passati da un pezzo eppure i listini rimangono enormemente più alti che soltanto pochi anni fa, una delle auto più vendute è dacia. la maggioranza delle vendite sono fatte con finanziamenti o noleggi.
il consumatore sta chiedendo auto più economiche e intanto i gruppi hanno aumentato i margini nel 2023 e distribuito dividendi!

se fosse il problema di bruxelles basterebbe pagare le multe oppure fare immatricolazioni fittizie di trabicoli elettrici da smaltire come km0 ecc...
le auto a benzina ci sono, quindi se non si vendono è perchè il consumatore non le vuole a questi prezzi. a me pare banale.
oh io una byd per strada l'ho vista, è molto scenografica. ok a questo giro sono diffidente però se si conferma 500km di autonomia per una vettura da 500cv da 40.000€ full optional, al prossimo giro gli europei non hanno scampo. un generatore silenziato cosa costa 2.000€  Huh me lo porto dietro e ciao.
il problema dovrebbe essere sulla qualità Huh dopo che i costruttori europei ci rifilano motori con le cinghie ad olio ed auto su cui bisogna smontare il motore per cambiare l'alternatore Roll Eyes

il mio sogno è sempre stato correre più veloce di tutti,
più veloce del tempo stesso
   
                                                A. Senna
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
tappo when the dream comes true
Ottobre 05, 2024, 13:16:11 pm
Utente standard, V12, 14583 posts
Eccovi in anteprima l’editoriale di Quattroruote di Ottobre…..
 


 MERCATO A PICCO, PANICO TRA LE CASE

Da un paio d'anni vado scrivendo che la scellerata idea di governare il mercato dell'auto attraverso quelle che gli anglosassoni definiscono "mandate policies" avrebbe gettato le basi per la deindustrializzazione dell'industria locale. Purtroppo sono stato facile profeta, ché le velleitarie intenzioni di Bruxelles sono andate ufficialmente a sbattere contro la realtà. Ad agosto, le immatricolazioni del continente sono crollate del 18,3% rispetto allo stesso mese del 2023 (l'Italia fa il -13,4%). Per le elettriche, poi, è stata un'ecatombe: il calo è arrivato a toccare il 43,9%. Trovano così giustificazione le grida di allarme che i costruttori andavano lanciando da mesi. Ed è ora palpabile il terrore che l'automotive europeo possa implodere da un momento all'altro. Bisogna essere chiari: il disastro in cui l'Europa si è cacciata è in gran parte addebitabile all'approccio ideologico con cui Bruxelles, in ossequio a uno spirito dirigistico autolesionistico, ha obbligato un intero comparto industriale ad assecondarne le irrealizzabili (per quanto senz'altro commendevoli) intenzioni. Questo non solleva i produttori dalle loro responsabilità, anche al netto dell'eccessiva accondiscendenza verso i dogmatismi di politici che ora, vista la malaparata, scappano dalla scena del crimine (l'ultimo in ordine di sparizione è Thierry Breton). Nel tentativo di traghettare il modello di business da una logica di magnitudo industriale a una focalizzata sui ricavi, le Case hanno aumentato a dismisura i prezzi (al fenomeno dedichiamo l'approfondimento di pagina 44) in un momento storico in cui cala il potere d'acquisto e l'inflazione rende più costoso il ricorso al credito. E hanno probabilmente ritenuto l'elettrico funzionale a tale trasformazione, oltre che un buon modo per costringere la gente a cambiare la macchina, in un mercato che per ragioni demografiche e sociali non esprimerà più i volumi di prima. Accettando le ubbie di una classe dirigente miope (continuo a ritenere improbabile che dietro la teoria di sbagli ci sia stato un indicibile disegno: è stata proprio una deplorevole incapacità strategica) e mettendo il proprio tornaconto di fronte agl'interessi dei clienti, i costruttori si sono stretti attorno al collo una corda il cui nodo va stringendosi.
Se la contrazione delle vendite non bastasse, nel 2025, infatti, entreranno in vigore le nuove norme Cafe, che prevedono un'ulteriore riduzione della CO2 media, pena multe salatissime. Tutti erano convinti che l'incidenza delle Bev sarebbe cresciuta al punto da scansare tali sanzioni. Invece i consumatori, a cui nessuno ha chiesto se fossero d'accordo con la rivoluzione, si sono messi di traverso: la quota delle elettriche è al 12,6%, che è più o meno la metà di dove avrebbe dovuto essere. Siccome mancano all'appello mezzo milione di "pezzi", l'Acea, l'associazione dei costruttori, ha stimato in 18 miliardi di euro le contravvenzioni che le Case dovranno pagare l'anno prossimo a causa del flop dell'elettrico. Altro che 2035: è una cifra che potrebbe far saltare per aria il comparto auto europeo domani. Soluzioni? O regali le Bev in stock, ma non si può fare perché affosserebbe il valore residuo di quelle in circolazione, oppure sei costretto a non vendere le termiche, così da alzare artificialmente lo share delle vetture a pile, il che significherebbe rinunciare a due milioni e mezzo di auto che potrebbero altrimenti essere vendute. Quei 2,5 milioni in meno equivalgono a otto fabbriche. Da qui la richiesta in zona Cesarini dell'Acea di spostare al 2027 l'inseverimento dei vincoli Cafe. Due anni saranno sufficienti per ribaltare la situazione? Difficile. L'impressione è che si cerchi di guadagnare tempo, nella speranza che la politica intervenga con generose prebende. Di certo, l'automotive europeo è all'angolo per una serie di errori strategici e dell'irruenza dei cinesi: il loro mercato domestico è un disastro per gli stranieri, in Europa aggrediscono i segmenti lasciati sguarniti dai marchi locali e hanno lanciato l'offensiva pure in Sud America e in Asia. La Volkswagen ha annunciato 15 mila licenziamenti e chiuso la fabbrica belga dell'Audi, chiedendo che Berlino rinnovi gl'incentivi sospesi l'anno scorso (il ministro dell'Economia, Robert Habeck, ha già detto di sentirsi «in obbligo di fare qualcosa»). Però ogni governo si muove per sé (la Spagna non vuole i dazi perché la Cina minaccia di tassarle la carne di maiale e l'Italia chiede di anticipare di un anno la clausola di revisione prevista per il 2026) e comunque il fronte delle Case ha perso una pedina essenziale nei negoziati, ovvero Stellantis. Carlos Tavares ha bocciato la proposta Acea commentando che «sarebbe surreale cambiare le regole adesso» (come sia certo di evitare le multe non è dato sapere).
Che cosa accadrà lo vedremo presto. E si capirà anche se Bruxelles vorrà accogliere i suggerimenti di Mario Draghi, che nel suo documento per la difesa della competitività europea ritiene necessario introdurre il metodo "dalla culla alla tomba" per misurare le emissioni (e sarebbe ora). Di certo, le parole dell'ex premier sono una bocciatura generalizzata: «Il settore automobilistico è un esempio della mancanza di pianificazione dell'Unione e dell'applicazione di una politica climatica senza quella industriale». Ora, sarebbe facile dare la colpa di questo disastro alla sola follia dell'elettrico imposto senza considerarne le implicazioni oggi evidenti. Ma l'impressione è che la transizione – inevitabile, per quanto sbagliata nei modi e nei tempi – abbia semplicemente amplificato i problemi di un ecosistema autoreferenziale, che ha sottovalutato non soltanto i nuovi player, ma anche – e soprattutto – il ruolo decisivo dei consumatori.


qui adesso ci vorrebbe l'intervento di ACCORCIABRO'  Grin Grin

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona, la pratica è quando tutto funziona ma non si sa come; spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perchè.
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
ChS ///M Power
Ottobre 05, 2024, 13:38:19 pm
Utente standard, V12, 3897 posts
boh certo che la colpa non delle elettriche, grazie al cavolo!
colpa all'elettrico la danno sti pagliacci di manager che guidano i gruppi automobilistici europei, perchè devono cercare di scaricare il barile su altri mentre incassano qualche centone senza motivo!
l'unica berlina che si vende in italia è la tesla che è elettrica Roll Eyes

sono anni che in europa si vendono poche auto in relazione al parco circolante. i guai covid son passati da un pezzo eppure i listini rimangono enormemente più alti che soltanto pochi anni fa, una delle auto più vendute è dacia. la maggioranza delle vendite sono fatte con finanziamenti o noleggi.
il consumatore sta chiedendo auto più economiche e intanto i gruppi hanno aumentato i margini nel 2023 e distribuito dividendi!

se fosse il problema di bruxelles basterebbe pagare le multe oppure fare immatricolazioni fittizie di trabicoli elettrici da smaltire come km0 ecc...
le auto a benzina ci sono, quindi se non si vendono è perchè il consumatore non le vuole a questi prezzi. a me pare banale.
oh io una byd per strada l'ho vista, è molto scenografica. ok a questo giro sono diffidente però se si conferma 500km di autonomia per una vettura da 500cv da 40.000€ full optional, al prossimo giro gli europei non hanno scampo. un generatore silenziato cosa costa 2.000€  Huh me lo porto dietro e ciao.
il problema dovrebbe essere sulla qualità Huh dopo che i costruttori europei ci rifilano motori con le cinghie ad olio ed auto su cui bisogna smontare il motore per cambiare l'alternatore Roll Eyes

I listini delle termiche non sono alti ma imbarazzanti e lo sto dicendo da parecchio come tutta la categoria di persone che con la macchina ci lavora e se lo diciamo noi che possiamo scaricarla al 100% come costo aziendale mi chiedo tutti gli altri come facciano tutti i mesi a pagare la rata del finanziamento o leasing che sia. Giustamente certe elettriche come Tesla o BYD attualmente offrono un value for money inarrivabile soprattutto dalle tedesche ma pure da certe giapponesi.
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
MRC
Ottobre 05, 2024, 16:10:53 pm
Utente standard, V12, 19991 posts
guardavo il perchè comprarla dell'ultima Renault appena uscita con un nome improbabile, un mezzo suv coupè di circa 4,70 metri.
A parte il design discutibile, ci sono 2 versioni e quella più accessoriata e con quel paio di pacchetti aggiuntivi viene a costare 55mila euro e l'unico motore disponibile al momento è un 1.2 a 3 cilindri...

Ma che vadano a cagare!
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
mauring Il gas si espande nel vuot(t)o
Ottobre 05, 2024, 19:48:37 pm
Utente standard, V12, 46984 posts
guardavo il perchè comprarla dell'ultima Renault appena uscita con un nome improbabile, un mezzo suv coupè di circa 4,70 metri.
A parte il design discutibile, ci sono 2 versioni e quella più accessoriata e con quel paio di pacchetti aggiuntivi viene a costare 55mila euro e l'unico motore disponibile al momento è un 1.2 a 3 cilindri...

Ma che vadano a cagare!

E le quotazioni degli usati infatti salgono alle stelle.
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
oscar all in all it's just another brick in the wall
Ottobre 06, 2024, 12:17:50 pm
Utente standard, V12, 6073 posts
anche usato è un bagno di sangue, dovevo fare i supporti motore della mia carretta ed il meccanico ci ha messo 1 mese a darmi appuntamento perchè è pieno di sti catrami nuovi. e sono un pò tutti i marchi.
per qualsiasi lavoro deve smontare mezza macchina e quindi "già che è lì" alla fine una cazzata costa un rene Roll Eyes.

comunque il nuovo accessibile fa passare la voglia, utilitarie che non siano dacia son 22.000 con nessuna novità. la mg ibrida ha il doppio dei cavalli e costa meno, vediamo i numeri che farà quando iniziano le consegne. a salire un attimo i vari furgoncini sui 25-30k son davvero brutti dentro, hanno i sedili bassi che pare di stare in chiesa.  son quello che una volta era una fiat bravo, non di più, 100cv per 12 quintali di auto.

ma pure bmw per dire, con gli schermi. a me non è che sembra molto meglio dei cinesi, forse ha i comandi clima fisici, non ricordo. ma era 60k per una cavolo di benzina da 180cv Roll Eyes che una volta era la macchina dei rappresentanti di detersivi...son 10k in più della tesla da 500cv.
20.000€ più della byd secondo me non ha senso. la elettrica sarà più semplice ma è piena di materiali costosi. e poi i motori termici ormai son tutti i modulari identici tra loro fabbricati a milionate.
oggi le rettifiche non ci vogliono neanche lavorare perchè son impossibili da riparare i motori moderni.


il mio sogno è sempre stato correre più veloce di tutti,
più veloce del tempo stesso
   
                                                A. Senna
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
baranzo Nothing's as it seems!
Ottobre 07, 2024, 08:58:15 am
Global Moderator, V12, 27239 posts
E lo paghi carissimo anche perché ci siamo dati la zappa sui piedi con la guerra dell'Ucraina, che ha creato carenza di materie prime e costi alti dell'energia senza il gas Russo, come scritto nell'articolo del corriere che ho citato.

E la ciliegina sulla torta è il suicidio Green e la celebrazione dell'auto elettrica.

Complimenti alla UE e ai suoi burocrati decerebrati e corrotti.

Il prezzo attuale del gas è più basso rispetto a prima dell'inizio dell'invasione russa e delle sanzioni. Ci ha messo 6 mesi a scendere sotto quel livello, e nessuno è rimasto al freddo o senza luce.

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
DoguiPlus
Ottobre 07, 2024, 09:43:52 am
Utente standard, V12, 6670 posts
Il prezzo attuale del gas è più basso rispetto a prima dell'inizio dell'invasione russa e delle sanzioni. Ci ha messo 6 mesi a scendere sotto quel livello, e nessuno è rimasto al freddo o senza luce.

anche perchè il consumo è tracollato a livelli di primi 2000
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
baranzo Nothing's as it seems!
Ottobre 07, 2024, 09:51:19 am
Global Moderator, V12, 27239 posts
anche perchè il consumo è tracollato a livelli di primi 2000

Nei primi anni 2000 la produzione interna italiana era compresa tra 15 e 20 miliardi di m3, nel 2023 è stata di 3 miliardi.

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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   Re: Volkswagen valuta la chiusura di stabilimenti in Germania   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Makke
Ottobre 11, 2024, 21:08:35 pm
Utente standard, V12, 1639 posts
Leggiti l'editoriale di 4r, dice che le case hanno alzato tremendamente i listini delle ice semplicemente per avvicinarle alle elettriche, facendo apparire queste ultime non così care.
E lo paghi carissimo anche perché ci siamo dati la zappa sui piedi con la guerra dell'Ucraina, che ha creato carenza di materie prime e costi alti dell'energia senza il gas Russo, come scritto nell'articolo del corriere che ho citato.

E la ciliegina sulla torta è il suicidio Green e la celebrazione dell'auto elettrica.

Complimenti alla UE e ai suoi burocrati decerebrati e corrotti.


Che è una gran cavolata quella sparata da 4r
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Velo
Ottobre 11, 2024, 21:23:27 pm
Utente standard, V12, 5791 posts
Che è una gran cavolata quella sparata da 4r

Tu invece sei il signor Sotutto, scusa l'ardire
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tappo when the dream comes true
Ottobre 12, 2024, 12:59:54 pm
Utente standard, V12, 14583 posts
Che è una gran cavolata quella sparata da 4r

veramente sono stati gli stessi tedeschi a dire che il prezzo maggiorato del gas, causa Ucraina, ha dato una batosta alla produzione di auto, dovendo far lievitare i prezzi  Roll Eyes

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona, la pratica è quando tutto funziona ma non si sa come; spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perchè.
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